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Friedrich Nietzsche

filosofia



Friedrich Nietzsche


Dal punto di vista ideologico l'età tra il XIX e il XX secolo vide la borghesia abbandonare i suoi grandi ideali ottocenteschi e in particolare "l'ipotesi positiva" che aveva improntato di se l'epoca precedente. Infatti sul piano filosofico e scientifico, l'età del Decadentismo fu contraddistinta dal rifiuto del Positivismo. La reazione antipositivistica, molto diversa nei vari pensatori, fu caratterizzata da vari atteggiamenti:

Rifiuto del razionalismo in nome di una nuova razionalità, più profonda e

meglio adatta a cogliere la realtà al di là di come essa appare.

Rifiuto totale della ragione, ritenuta inadeguata a spiegare la realtà in nome



dell'irrazionalismo.

Nel secondo filone, quello dell'irrazionalismo, che è dominante, spicca per l'influenza esercitata, Nietzsche.

Studioso della cultura greca, in partico 353g62d lar modo dei filosofi presocratici, Nietzsche attinse inspirazione anche dalle opere di Arthur Schopenhauer e dalla musica di Richard Wagner.

Il suo pensiero può essere suddiviso in tre fasi:

La nascita della tragedia

2) La morte di Dio, il nichilismo

3) Invenzione di nuovi valori per controbattere il nichilismo, essi sono: a) l'eterno ritorno. Fu critico nei confronti della storia, ma la salvò. b) il superuomo. c) La volontà di potenza.

Egli è il filosofo dell'individualismo. E' critico contro tutti anche nei confronti del cristianesimo (ma non con Cristo che era considerato il superuomo).


La prima fase

Partendo dall'analisi dell'origine della tragedia greca, Nietzsche individua nell'uomo la presenza simultanea di due spiriti, che egli chiama, riferendosi a due divinità greche: Apollineo e Dionisiaco. Lo spirito Apollineo si manifesta nell'arte plastica e Epopea ed è abbinato all'immagine dell'equilibrio e dell'armonia. Il vero significato della vita si può cogliere nell'arte, infatti solo l'arte può offrire all'individuo la forza e la capacità di fronteggiare il dolore della vita.

Lo spirito Dionisiaco si esprime nella musica e sta ad indicare l'ebbrezza, la passione, l'istinto. 

La tragedia greca è nata dall'unione dei due spiriti; Dionisio, rappresenta il si alla vita, con tutte le conseguenze.


La seconda fase

La seconda fase si apre con "La gaia scienza". L'impianto è identico a quello di "Così parlo Zaratustra". E' ambientato nella piazza del mercato: un uomo arriva e afferma che Dio è morto e che l'avevamo ucciso noi.

Zaratustra invece, giunto al tramonto, scende nella piazza, nella massa. La morte di Dio rappresenta la fine dei valori tradizionali, delle certezze. L'abbiamo ucciso noi, perché è finito quel periodo. E' anche la fine dell'etica.

I nostri valori, se prima erano della rinuncia, adesso devono essere vitalità. Ciascuno di noi deve dire di si alla vita, deve seguire il vitalismo. Se Dio è morto siamo di fronte al nichilismo, al nulla; dobbiamo inventarci nuovi valori. Nel momento della morte di Dio, Nietzsche cancella quello che c'è stato prima, ma salva la storia: a) archeologia, l'uomo trova qualcosa da venerare; b) monumentale, dimostra la grandezza dell'uomo; c) critica, che è la storia di chi guarda al passato con gli intenti del giudice che abbatte e condanna tutti quegli elementi che sono d'ostacolo per la realizzazione dei propri valori, infatti l'uomo soffre e ha bisogno di liberazione.

Rompe quindi con la storia tradizionale. La liberazione dell'uomo è dunque uno degli obiettivi di Nietzsche.

Nel frattempo, però in Nietzsche veniva maturando il suo distacco da Schopenhauer e ancor di più da Wagner. Due sono i tipi di pessimismo: il primo è quello romantico, cioè "il pessimismo dei rinunciatari, dei falliti e dei vinti"; l'altro è quello di chi accetta la vita pur conoscendone la dolorosa tragicità. Ebbene, in nome di quest'ultimo pessimismo Nietzsche rifiuta il primo, quello di Schopenhauer; il distacco da Wagner fu per lui un evento ancora più significativo e doloroso. Nell'arte di Wagner egli aveva visto lo strumento della rigenerazione, ma presto dovette ammettere di essersi illuso: erano solo falsi rimedi.

In questo modo, Nietzsche pare innestare le proprie riflessioni su radici illuministiche. Non si tratterà più di quell'ottimismo superficiale che, nei confronti della vita, ha spesso caratterizzato gli Illuministi; ma non si tratterà nemmeno della rassegnazione di Schopenhauer o dei falsi rimedi di Wagner.

Nietzsche, proprio in nome dell'istinto Dionisiaco, da una parte annuncia "la morte di Dio", dall'altra conduce un attacco a fondo contro il Cristianesimo. La morte di Dio è un fatto grande, è u n evento che divide la storia dell'umanità.

Il Cristianesimo ha considerato peccato quelli che sono i valori e i piaceri della terra, "ha preso le parti di tutto quanto è debole, abietto, malriuscito". E' la religione della compassione, ma si perde forza quando si ha compassione.

Nonostante tutto ciò, Nietzsche è catturato dalla figura di Cristo, l'uomo più nobile; egli è morto per indicare come si deve vivere.  La pratica della vita è ciò che egli ha lasciato in eredità agli uomini.

In quest'ottica particolare si delinea la figura del Superuomo, meglio definibile come ultrauomo: uno dei concetti di Nietzsche più fraintesi. L'uomo attuale, deformato dalla civiltà non è più in grado di tornare ad uno stato d'innocenza e felicità primitive. Ma, protagonista di una nuove era, può superare il suo stato presente andando verso il futuro come un essere nuovo, libero di sperimentare una diversa forma di vita, più alta, più ricca e più felice. Il Superuomo si evolve dall'uomo, che è "una corda tesa fra la scimmia e il Superuomo". Trasformata così, a modo suo, la tesi evoluzionistica, Nietzsche insiste sul concetto di superamento. Ma, l'ultrauomo non è, come erroneamente si crede, è l'uomo potenziato, ultra potente: è un essere che trova in se stesso le ragioni della propria condotta, che si accetta nella sua integrale e che ama la vita e vuol viverla in ogni suo aspetto con gioiosa felicità. 


La terza fase

E' la fase in cui è più evidente il conflitto tra morale da schiavi e aristocratica. Quell'aristocratica corrisponde al vitalismo (dire si alla vita), quella da schiavi e quella cristiana (di costante rinuncia).

L'unico imperativo è io voglio non più (tu devi) ma in particolare " Divieni ciò che sei esprimi al massimo la tua natura".

La nostra caratteristica è l'amor fati: significa essere inseriti nella legge dell'eterno ritorno, l'unica legge cosmologica: "Tutto ciò che è avvenuto avverrà, tutto ritorna". Questa è una nuova prospettiva di adesione alla vita: quella per cui il Superuomo vive l'attimo presente in modo tale da desiderare di riviverlo sempre.

In Nietzsche non c'è nulla di storico. E' un eroe per la realizzazione della vita.

"Le virtù non sono quelle che vi hanno insegnato (sopportazione, tolleranza). La vera virtù è il contrasto, l'affrontar". Ognuno di noi deve esaltare se stesso "guardatevi da coloro che vogliono insegnarvi la virtù, il rispetto sociale e delle leggi.

Lo Stato è la più gran menzogna. Alla fine quindi non si salva proprio niente. Ciascuno deve realizzare la propria volontà di potenza, deve tendere ad essere il Superuomo.

Nietzsche rappresenta la fine dell'etica tradizionale dei valori.











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