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Epistemologia

filosofia





Epistemologia


è la teoria della conoscenza. I filosofi hanno cercato di scoprire i mezzi con cui si acquisisce la conoscenza. Essi tentarono di determinare la base di tutte le pretese conoscitive e di trovare un accordo sui criteri x 141d37b giudicare queste pretese. Il problema viene posto da Cartesio ,egli viveva in un mondo che stava subendo rapidi cambiamenti. Molti non speravano più di trovare la certezza e si volsero allo scetticismo ,ovvero alla idea che le nostre credenze non possano essere sostenute da prove adeguate o sufficienti. Tuttavia Cartesio non si arrese allo scetticismo. Egli decise di sottoporre a una prova la conoscenza derivante dall'esperienza dei sensi. Egli riteneva che non vi è bisogno alcuno di mettere alla prova tutte le opinioni sostenute in precedenza,basta concentrarsi invece sulle credenze piú generali. Se vi é una ragione per dubitare di una credenza di un certo tipo tutta quella categoria deve essere considerata dubbiosa e inaffidabile. Chiunque ha familiarità con l'inganno dei sensi. Non possiamo essere veramente certi di non essere sempre in errore ma si incontrano molte altre credenze delle quali non si può ragionevolmente dubitare. Non vi sono inoltre indizi concludenti per cui sia possibile distinguere nettamente la veglia dal sonno. Il sogno comunque deve essere ancora basato su qualcosa. In più il mondo potrebbe essere diretto da una divinità che inganna gli esseri umani. Cartesio non intende convertirci allo scetticismo,cerca piuttosto di individuare una base soddisfacente della nostra conoscenza che é assolutamente certa. Giunse alla conclusione che «penso, dunque sono» fosse l'unico frammento di sapere che doveva essere vero(io esisto).Per pensare io devo esistere. L'unico elemento di questa asserzione che mi convince della sua verità é che io vedo,o comprendo,in modo chiaro e distinto cosa essa dice. Se la chiarezza e la distinzione sono le sole condizioni che producono la mia convinzione esse devono essere i marchi della verità, le caratteristiche distintive per mezzo delle quali discerne la verità della falsità. Una percezione chiara è quella che é presente e manifesta a uno spirito attento,distinta quella che é talmente precisa e differente da tutte le altre. Le idee innate che non provengono dall'esperienza né possono essere state costruite o inventate dall'immaginazione sono le uniche a essere chiare e distinte. Queste idee sono Dio,essere perfetto e gli enti matematici. La frode e il raggiro sono imperfezioni e quindi non possono rientrare tra le caratteristiche di un





essere perfetto,che non può quindi ingannarci,gran parte del sapere che prima poteva essere considerato con sospetto può ora essere ritenuto affidabile. Quando i casi non sono chiari e distinti come la nostra esperienza sensibile bisogna sospendere il giudizio. Il mondo fisico esterno deve esistere. Le qualità che possiamo attribuirgli con certezza sono l'estensione e l'essere soggetto a leggi geometriche e aritmetiche. Nell'Atene del V secolo a.C. Era attiva la scuola dei cosiddetti sofisti i quali dubitavano in modo estremo che fosse possibile scoprire qualcosa di realmente vero. Protagora dichiarò che l'uomo é misura di tutte le cose mentre Gorgia proclamò che non esiste nulla e se anche esistesse qualcosa nessuno potrebbe saperlo e se anche lo sapesse non potrebbe comunicarlo. Socrate si dice preoccupato di tali scuole di successo. I sofisti non avevano alcuna conoscenza. Platone attribuisce a Socrate la tesi che non si può acquisire conoscenza attraverso l'insegnamento. Tutte le conoscenze che abbiamo dobbiamo averle avute in nostro possesso già in precedenza. Noi non impariamo niente ci limitiamo a ricordare ciò che già sappiamo. La nostra  esperienza sensibile può al max produrre l'effetto incidentale di sollecitare la memoria e di portare alla nostra attenzione consapevole le conoscenze che sono al nostro interno. Secondo lui esistono due tipi principali di sapere:quello visibile o sensibile e quello intelligibile. Il sapere sensibile si divide in immagini,o ombre e opinioni. Il sapere intelligibile riguarda invece le idee. Platone pensava che la conoscenza consistesse nella comprensione di quegli aspetti del mondo che non mutano e non subiscono mai alterazioni, le idee o forme. Le proposizioni che usiamo normalmente utilizzano termini generali;perché abbiano un senso é necessario che si sappia cosa significano tali termini. Ma per saperlo bisogna fare più che indicare le varie cose particolari,queste al max sarebbero esempi di cose che ricadono nella classificazione generale o universale. Noi non possiamo conoscere gli universali o forme o idee attraverso l'esperienza sensibile ordinaria,ma solo esempi particolari. Continuando le idee di Socrate Platone afferma che l'anima esiste prima della nascita,essa conosce le idee o forme ma le dimentica alla nascita,poi le riconquista tramite il mondo sensibile,in parte. Mito della caverna. Bisogna sfuggire alla prigione della caverna per volgersi alla conoscenza intelligibile. L'educazione dei futuri filosofi re sarà volta a ricordare la conoscenza che si trova al loro interno, prima sarà educato ad usare la



ragione, poi l'aritmetica che fornisce una certa facilità nel gestire gli universali,la geometria,l'astronomia,l'armonia,la dialettica. A questo stadio si conoscono e si comprendono pienamente gli universali. Il sapere sensibile é completamente illusorio. Le teorie di Platone e Cartesio sono dette razionalistiche perché impiegando la sola ragione possiamo giungere alla conoscenza nel senso più forte del termine. Non possiamo trovare alcuna conoscenza certa nella esperienza sensibile ma solo nel regno della mente. Il mondo platonico delle idee e quello delle idee innate di Cartesio non erano né visibili né tangibili. Gli scettici respinsero la tesi razionalistica dell'esistenza di una certezza totale. Tutto ciò che possediamo e possiamo impiegare é una conoscenza probabile,ammesso che esista una conoscenza certa non appare necessaria x gli scopi ordinari della vita. Agli inizi dell'Ottocento si é scoperto che era possibile costruire geometrie diverse da quella ordinaria,in cui erano veri teoremi diversi:le geometrie non euclidee ,ognuna logica e coerente quanto le altre. Ciò ha messo in dubbio che la matematica contenga un insieme univoco di verità. La teoria che cerca di spiegare la conoscenza in termini di esperienza sensibile é nota come empirismo. Questo approccio si é sviluppato in genere in paesi in cui gli interessi dominanti erano pratici e terreni, come l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Bisognava elaborare una teoria della conoscenza più consona ai risultati reali degli scienziati. Non erano in linea di massima filosofi professionisti ma uomini d'affari a partire da Francesco Bacone che ne fu il primo importante fautore. John Locke , medico tentò di elaborare una spiegazione della conoscenza in termini di esperienza sensibile. La nostra conoscenza ci giunge attraverso i sensi e non abbiamo idee innate. La mente é come una tabula rasa,un foglio bianco. Abbiamo solo due fonti d conoscenza: una é la sensazione,l'altra la riflessione. Le idee semplici non sono composte da qualsivoglia altro elemento,la mente ha il potere di immagazzinare ripetere e combinare queste idee di base. Abbiamo però molte idee di cose che non esistono. Le idee di qualità primarie corrispondono alla descrizione scientifica di un oggetto,le qualità secondarie alla nostra esperienza ordinaria(colore).Ma questa conoscenza é affidabile e quanta possiamo averne?raggiungiamo il max grado di certezza quando conosciamo in modo intuitivo, sfortunatamente ciò non sempre accade, dobbiamo quindi ragionare, ma può succedere che nei passaggi venga tralasciato qualcosa, non possiamo affidarci alla conoscenza dimostrativa pienamente. La nostra conoscenza é rigidamente limitata. C'é un solo caso in cui si raggiunge una certezza intuitiva:la nostra propria esistenza e possiamo giungere a una conoscenza dimostrativa dell'esistenza di Dio. Di tutto il resto possiamo avere solo una conoscenza sensibile, valida solo per gli oggetti presenti ai nostri sensi ma comunque certa. Quanto alle cose di cui non abbiamo conoscenza sensibile non possiamo mai esser certi della loro esistenza reale. Il vescovo George Berkeley dà la seguente definizione di cosa sensibile:una cosa percepita con immediatezza dai sensi,ovvero vista,sentita o percepita al tatto dalla nostra esperienza sensibile immediata. L'esistenza reale delle cose sensibili é dipendente dal loro essere esperite. Le sensazioni variano a seconda dell'osservatore. Ci deve essere qualche altra mente in cui esistono e da cui dipendono,una mente universale:Dio. Le nozioni però non ci derivano dai sensi, quella base é la nostra consapevolezza di noi stessi(immaterialismo). La filosofia di Hume si sviluppa seguendo due temi conduttori:un profondo interesse per lo scetticismo e un dubbio estremo sul fatto che i filosofi siano in grado di scoprire qualsiasi verità e la convinzione che per scoprire quale tipo di conoscenza gli uomini siano in grado di conseguire ammesso che ne esista uno,sia necessaria un'indagine su ciò che egli definì «scienza dell'uomo».Quella che bisogna esaminare é la struttura mentale di tutti gli esseri umani, la loro psicologia. Tutto ciò di cui siamo consapevoli può essere diviso in due classi,impressioni e idee, le impressioni sono più forti e vivide delle idee,inoltre abbiamo idee e impressioni semplici e idee e impressioni complesse. Negazione sia dell'esistenza di idee innate sia della tesi che tutte le nostre idee provengono dall'esperienza. Noi possediamo due facoltà:memoria e immaginazione, abbiamo inoltre la tendenza ad associazione di idee. Nell'esperienza noi diveniamo consapevoli di due elementi che si presentano insieme ovvero che sono costantemente congiunti. In questo modo colleghiamo questi due elementi causalmente, ma non saremmo mai in grado di dimostrare che gli eventi futuri debbano essere simili a quelli passati, la natura é sempre stata uniforme ma non possiamo essere certi che continuerà ad esserlo. L'idea di connessione necessaria sembra avere a che fare con la ripetizione di eventi simili. L'unica connessione reale che scopriamo tra gli eventi é psicologica,dettata dal modo in cui pensiamo. Hume giunse allo scetticismo totale sulla possibilità che gli esseri umani possano conoscere alcunché dell'universo. Noi possiamo solo ordinare e interpretare la successione sconnessa delle esperienze su base di consuetudini o abitudini mentali. Essere ragionevoli significa agire sulla base di quelle abitudini mentali che definiamo «normali». Lo scetticismo «gentile» di Hume consiste nel dubitare di tutto quando sente di doverlo fare e di credere a tutto quando sente diversamente. Noi percepiamo solo le pure qualità di una presunta materia. Quasi tutto ciò che crediamo di sapere é soggetto al dubbio. Alcuni,i razionalisti,hanno cercato di individuare un fondamento completamente certo della nostra conoscenza ovvero delle procedure certe del ragionamento umano. Gli empiristi hanno puntato a scoprire una base della nostra conoscenza nell'esperienza sensibile,che però produce una conoscenza del mondo molto inferiore a quella sperata.




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