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CRITICA MARXISTA DI ROUSSEAU

filosofia



CRITICA MARXISTA DI ROUSSEAU


DISEGUAGLIANZA IN MARX

Nella prima fase del comunismo, dice Marx, ognuno avrà pari diritto al prodotto del lavoro sociale, il che, come ogni diritto, è una forma di disuguaglianza, in quanto la stessa norma, applicata a 434f55e gli uomini che fra di loro sono diversi, premierà coloro che, a parità di partecipazione alla produzione sociale, è meno produttivo, perché riceverà più di quanto produca realmente, diventando più ricco rispetto ad un gran lavoratore. Il diritto deve essere perciò diseguale. La giustizia e l'uguaglianza non possono essere quindi realizzate nella prima fase socialista del comunismo, ma si eviterà almeno lo sfruttamento, poiché i mezzi di produzione appartengono a tutti.


Marx, ne Il Capitale, formula una teoria per realizzare una società comunista. La prima fase di questo progresso passerà per il socialismo scientifico, una situazione in cui i mezzi di produzione appartengono allo Stato e ognuno avrà pari diritto al prodotto del lavoro sociale. Questa divisione dei beni di produzione è sancita quindi dal diritto di ogni lavoratore di avere pari quantità di ricchezze, e quindi ogni uomo, in tal caso, sarebbe ricco come gli altri. Ma questa è, afferma lo stesso Marx, una forma di disuguaglianza, in quanto la stessa norma, applicata agli uomini che fra di loro sono diversi, premierà coloro che, a parità di partecipazione alla produzione sociale, è meno produttivo, perché riceverà più di quanto produca realmente, diventando più ricco rispetto ad un gran lavoratore. Il diritto deve essere perciò diseguale. La giustizia e l'uguaglianza non possono essere quindi realizzate nella prima fase socialista del comunismo, ma si eviterà almeno lo sfruttamento, poiché i mezzi di produzione appartengono a tutti.




DISUGUAGLIANZA IN ROUSSEAU

Rousseau parla così dell'inevitabile disuguaglianza degli uomini: egli distingue tra disuguaglianza dovuta alle capacità che le nostre caratteristiche fisiche ci forniscono (età salute, forza), denominata disuguaglianza degli uomini, e disuguaglianza morale o politica, ovvero la disuguaglianza fra gli uomini, stabilita da convenzioni autorizzate dal consenso degli uomini, che consiste nel godere di privilegi rispetto agli altri, come, ad esempio, nel caso della nobiltà, oppure, modernizzando il concetto, come nel caso del diritto di proprietà, che privilegia il capitalista che possiede di più.

Questa disuguaglianza non esiste nello stato di natura, ma viene sancita dall'istituzione della proprietà privata, appunto, e delle leggi; essa va contro il diritto naturale ogni volta in cui non concorra in medesima proporzione con la disuguaglianza fisica (di forza e qualità, e quindi basata sui meriti). La disuguaglianza morale è quella che, in tutti i popoli civili, fa sì che un giovane nobile, imbecille, comandi un vecchio e povero saggio, mentre la moltitudine affamata manca del necessario.


Rousseau parla così dell'inevitabile disuguaglianza degli uomini in una società borghese: egli distingue tra disuguaglianza dovuta alle capacità che le nostre caratteristiche fisiche ci forniscono (dovuta a età, salute, forza), denominata disuguaglianza degli uomini, e disuguaglianza morale o politica, ovvero la disuguaglianza fra gli uomini, stabilita da convenzioni autorizzate dal consenso degli uomini, che consiste nel godere di privilegi rispetto agli altri, come, ad esempio, nel caso della nobiltà, oppure, modernizzando il concetto, come nel caso del diritto di proprietà, che privilegia il capitalista che possiede di più.

Questa disuguaglianza non esiste nello stato di natura, ma viene sancita dall'istituzione della proprietà privata, appunto, e delle leggi; essa va contro il diritto naturale, che stabilisce l'uguaglianza, ogni volta in cui non concorra in medesima proporzione con la disuguaglianza fisica (di forza e qualità, e quindi basata sui meriti), creando così una forma di disuguaglianza morale, che, in tutti i popoli civili, fa sì che un giovane nobile, imbecille, comandi un vecchio e povero saggio, mentre la moltitudine affamata manca del necessario.


LA SOLUZIONE DI MARX

Il diritto non dovrebbe essere eguale ma diseguale. Con il socialismo il "diritto borghese" non è abolito completamente, poiché ad uomini diseguali che producono quantità diseguali di lavoro vengono attribuite quantità uguali di prodotti.


Successivamente a questa fase, Marx parla così:

In una fase superiore della società comunista, quando sarà scomparso l'asservimento degli individui alla divisione del lavoro e con esso l'antagonismo fra il lavoro intellettuale e quello manuale, quando il lavoro non sarà soltanto un mezzo per vivere ma diverrà esso stesso la prima necessità vitale, quando con lo sviluppo multiplo degli individua le forze produttive accresceranno, e tutte le sorgenti di ricchezza collettiva sgorgheranno in abbondanza, allora soltanto lo stretto orizzonte borghese potrà essere completamente superato e la società potrà scrivere sulle sue bandiere: da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni.


Possiamo notare come questa successiva fase comunista venga descritta quasi come un'età dell'oro, in cui l'uomo vivrà secondo le necessità collettive, lavorando quanto le sue abilità gli permetteranno e ricevendo solo ciò di cui ha bisogno.


LA SOLUZIONE DI ROUSSEAU

Secondo Rousseau, la soluzione consiste nella creazione di una uguaglianza sociale, che tenga conto del merito di ogni persona. Questo presuppone materialmente il regolamento di questioni di rango, ossia di ordine civile, con la nascita di una giustizia distributiva, che si oppone all'eguaglianza dello stato di natura L'organo cui competerebbe la distribuzione delle ricchezze, delle libertà e dei privilegi, infatti, non riconoscerebbe gli uomini tutti uguali, ma premierebbe i più meritevoli.  L'eguaglianza naturale è indiscriminata, poichè pone tutti gli uomini a pari livello, senza considerare le differenze esistenti realmente tra uomo e uomo. Questa non è infatti attuabile né con un ritorno alla natura, né all'interno di una società civile, poiché porre quest'eguaglianza in una società sarebbe ingiusto e auto-contradditorio, data l'indifferenza anarchica che possiede nei confronti del valore originale e diverso di ogni individuo


RELAZIONI FRA LE DUE CONCLUSIONI

La soluzione marxista del riconoscimento economico-proporzionale da parte della società comunista delle disuguaglianze e delle differenze fra gli individui esprime la continuità e lo sviluppo del pensiero antilivellatore di Rousseau.

Il problema capitale di Rousseau consisteva nel non guastare l'uomo naturale nell'appropriarlo alla società, problema che Marx riformula nel cercare una società che non guasti l'uomo di natura.


CONCLUSIONI SULLA DISUGUAGLIANZA

Il socialismo scientifico, col suo metodo materialistico, di fatto è in grado di risolvere il problema della disuguaglianza roussoiana del riconoscimento sociale dei meriti e la relativa distribuzione dei prodotti proporzionale ai servizi resi allo Stato.

L'ATTEGGIAMENTO DI MARX NEI CONFRONTI DI ROUSSEAU

Marx, nel Discorso sull'economia politica, riprende il passo di Rousseau:

Colui che osa intraprendere l' istituzione di un popolo deve sentirsi in grado di cangiare, per così dire, la natura umana, di trasformare ogni individuo, che, per sé stesso, è un tutto perfetto e solitario, in una parte di un tutto più grande, da cui questo individuo riceva in qualche modo la sua vita e il suo essere...

Marx, nel concetto di trasformare l'uomo naturale, individuo intero e perfetto, in un individuo-parte di una società che lo rappresenti in grande, individua il preambolo per l'istituzione di uno stato borghese basato sull'eguaglianza e sancito da un patto.


Sempre nello stesso testo egli riporta un altro passo di Rousseau:

Io permetterò -dice il capitalista- che voi abbiate l'onore di servirmi, a condizione che voi mi darete il poco che vi resta per la pena che mi prendo di comandarvi.

Egli utilizza questo passo per criticare i capitalisti, o, come li definiva Rousseau, i ricchi, che hanno espropriato la moltitudine di piccoli produttori per la creazione di grandi manifatture. Si può ben notare come in questa fase del capitalismo l' "unione necessaria", cioè sulla base delle condizioni materiali, non rispecchia l' "unione volontaria" del Contratto Sociale.


Rousseau ha contribuito molto nella formulazione del pensiero di Marx, soprattutto per quanto riguarda l'idea di socialismo scientifico, per la sua originale ricerca dell'eguaglianza sociale attraverso la conciliazione tra la disuguaglianza fra gli uomini (o politica, sancita da leggi, patti e convenzioni inesistenti in natura), e la disuguaglianza naturale o fisica, attraverso la creazione di una società che stabilisca il rango e la retribuzione del cittadino in base ai suoi meriti. Inoltre ha avuto un'enorme influenza con i concetti di "volontà generale" e "sovranità popolare".


Il progetto roussoiano di un egualitarismo antilivellatore, cioè di un'uguaglianza sociale, che concilia la disuguaglianza nella distribuzione e la disuguaglianza di merito legata alla produttività, è la premessa storica e ideale del concetto di abolizione delle classi in una società di liberi uguali quale è la società comunista.





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