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CINISMO e STOICISMO

filosofia



CINISMO e STOICISMO


Il Cinismo fu fondato da Antistene ma, colui che lo rese famoso in età ellenistica, fu Diogene che di giorno andava in giro con una lanterna in mano e diceva :- " cerco l'uomo ". Egli cercava l'uomo nelle sua essenza al di là dell'esteriorità e delle convenzioni sociali. Egli vuole ritrovare l'uomo nella sua animalità ( soddisfacimento dei bisogni primari : mangiare etc. ). Tutto il resto è superfluo. Lo stesso Diogene vive in una botte che rappresenta ciò che basta per vivere.

Il cinismo mira a raggiungere la libertà dai bisogni superflui e dai condizionamenti della società.

Questa rappresenta una libertà interiore.

I cinici parlano di esercizio e fatica per temprare lo spirito ed il fisico.

Colui che riesce a diventare libero ha il dominio razionale della sua vita ed è una persona autarchica ( che basta a se stessa).

Il cinico non crede nelle convenzioni esteriori, contesta anche la città poiché costituita da persone che si ritengono cittadini del mondo.



I cinici sono apolidi : rifiutano l'identificazione dell'uomo come membro di una città specifica ( cittadinanza ).

La loro libertà di parola assume il significato di Diatriba ( dialogo popolare, sfrenato ed arrogante che influenzerà anche la satira latina).

Questa scuola influisce anche sullo STOICISMO, la cui etica richiama quella del cinismo :


l'indifferenza per le passioni ed il superfluo

il dominio di se


STOICISMO :



Il fondatore è Zenone. Egli non era cittadino Ateniese e per questo non aveva l'occasione di comprare un edificio ove tenere le sue lezioni che allora teneva sotto un portico ( lo stoa) da cui deriva lo stoicismo.

La filosofia stoica, a differenza dell'epicureismo, è aperta al confronto. Lo stoicismo in epoca imperiale si evolve e con Seneca diventerà NEOSTOICISMO.

In generale la filosofia viene paragonata ad un frutteto :


la LOGICA : è il muro di cinta

LA FISICA: sono gli alberi

ETICA: sono i frutti


LOGICA : La base della conoscenza è la sensazione che è l'impressione provocata dagli oggetti che imprimono in noi una rappresentazione. Secondo gli stoici non basta sentire ma bisogna anche assentire : quando riceviamo la rappresentazione dei sensi affinché essa sia veritativa = comprensiva bisogna che ci sia una risposta della nostra nostra anima alla modificazione che ha prodotto l'oggetto esterno su di noi.

La risposta che l'anima ci invia viene detto " apprensione ". Posso dire di conoscere quando l'anima dà l'ASSENSO alla sensazione avuta.










FISICA : Secondo gli stoici l'essere è solo corpo. Essi parlano di MONISMO MATERIALISTICO ( non c'è dualismo materia - spirito perché tutto è corpo.). Gli storici parlano di due principi dell'universo :


PASSIVO : la materia

ATTIVO : ne è la forma, il principio informante, è il logos


Questi due principi sono inseparabili.

Le particelle del principio attivo e passivo penetrano le une nelle altre , sono un tutt'uno e non esistono in modo separato.

In questo caso si parla di PANTOISMO : il principio attivo è immanente alla materia.

Già i filosofi della fuseis avevano già anticipato questo ma gli stoici lo fanno in modo più consapevole dopo che Platone aveva distinto due livelli di realtà.

la metafisica ( le idee)

la fisica ( le copie).


Quando parliamo del logos possiamo dire che esso include tutte le ragioni delle cose perché esso è il principio informante.

Ogni parte del cosmo concorda con le altre e per questo si parla di simpatia universale .

Secondo gli stoici c'è DETERMINISMO : tutto è come deve essere perché tutto è determinato dal logos. Tutto ciò che avviene non avviene né per caso né per la libertà degli individua ma per necessaria determinazione del logos universale.

Non si può parlare di finalismo perché ciò sarebbe la libertà di tendere ad un fine.

Gli stoici sono anche convinti che ci sia una CONFLAGRAZIONE UNIVERSALE ( l'universo diventa fuoco cioè si verifica una distruzione del mondo a cui seguirà una rinascita = palingenesi).

Il mondo rinascerà come prima perché il logos è il medesimo ed eterno.


CHE LIBERTA' RIMANE ALL'UOMO IN UN MONDO DI NECESSITA' ?


L'unica libertà che rimane all'uomo è una libertà razionale che deriva dalla conoscenza. La sua libertà consiste nell'accettazione del destino.

LIBERTA' = VOLERE IL VOLERE DEL LOGOS.



ETICA:


Ogni essere vivente ha come scopo il raggiungimento della felicità vivendo secondo natura.

Ogni essere vivente ha la tendenza di conoscere se stesso e di appropriarsi di tutte quelle cose che possono incrementare il suo essere . Questa tendenza di conservazione nei vegetali è inconsapevole mentre negli animali è istintiva. Nell'uomo l'istinto viene sorretto dalla ragione . Se l'uomo ha una natura razionale vuol dire che ha una natura privilegiata. Saranno mali e beni morali tutte le azioni che incrementano, danneggiano la natura razionale dell'uomo , tutto ciò che favorisce o danneggia il logos. Tutte le altre cose relative alla dimensione biologica, animale, corporea e passiva dell'uomo (cibo, ricchezza ...) sono moralmente indifferenti . Non è possibile valutarli moralmente bene o male perché riguardano la corporeità dell'uomo.

Quelle cose che abbiamo chiamato indifferenti sono valori o disvalori preferiti o respinti, secondo la natura biologica, dal punto di vista fisico .




LE PASSIONI : Per gli Stoici le passioni sono frutto degli errori della ragione, sono conseguenze di un'immagine falsa della realtà.

Se avessimo una visione razionale della necessità del tutto, saremmo liberi dal condizionamento delle passioni . E' inutile cercare di perseguire al dolore visto che tutto è necessario; bisogna accettare tutto con razionale consapevolezza della necessità . Bisogna liberarsi dalle passioni : APATIA.

Essi giustificano il suicidio quando le considerazioni esterne sono contrarie all'empimento del dovere, allora devi abbandonare la vita .

L'uomo stoico è freddo e le relazioni che tesse con gli altri soggetti non dipendono dalle passioni ma dalla fredda ragione.


STOICISMO IN ETA' IMPERIALE:


Importante è la figura di Seneca che diventa l'esponente del neo stoicismo.

Il suo stoicismo si apre ad influssi Platonici, che in età imperiale, ritornano in modo preponderante. In Seneca c'è sempre un'oscillazione tra immanenza materiale come gli stoici ed, a volte, il dualismo trascendente, come in Platone.

In Seneca ci sono molte anticipazioni del Cristianesimo. In età Imperiale lo stoicismo non è più puro perché subisce gli influssi platonici e si apre ad anticipazioni cristiane come ad esempio IL SENSO DI COLPA ( pur avendo coscienza del bene, la volontà sceglie il male ) ed anche IL LIBERO ARBITRIO ( la volontà di scegliere il proprio bene).








































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