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Il crisantemo
Storia:
Nel 1600 arrivò, in Europa, il fiore (dalla lontana Cina) che già da diversi secoli era il vanto dei giardini dell'Imperatore giapponese: Il crisantemo. In Giappone, infatti, una varietà di questa erbacea, lo hironishi, dai caratteristici sedici petali diventava già all'inizio del IV secolo simbolo del sole e fiore dell'Imperatore. Il fiore veniva considerato simbolo dell'Immortalità proprio per la caratteristica longevità della fioritu 212i87c ra e per la capacità di combattere la ritenzione idrica, una delle cause principale dell'invecchiamento nell'uomo. Appartenente alla famiglia delle Composite il crisantemo, (Crysantemum indicum) nel corso degli anni ha subito una evoluzione notevole a seguito delle numerose ibridazioni con altre specie. In Italia, questa pianta, è principalmente utilizzata come pianta da fiore reciso e le numerose varietà vengono apprezzate e coltivate per offrire un prodotto molto ricercato agli inizi di Novembre e in coincidenza della Ricorrenza dei Morti. Solo in Italia, però, si è riscontrato questo abbinamento in quanto in altri paesi il crisantemo grazie a coltivazioni programmate, fiorisce tutto l'anno e le coltivazioni, in virtù dei numerosi ibridi con portamento ridotto, sono molto adatti alla creazione di vasi fioriti utilizzati per le diverse occasioni e in tutti i periodi dell'anno. La versatilità del fiore si manifesta d'altronde anche con una gamma di colori e di tonalità molto ampia nei quali manca solo il blu e questo anche grazie all'isolamento di mutazioni somatiche (sports).
Origine delle specie selvatiche: Cina, Giappone;
Oggi le centinaia di varietà coltivate, sono frutto di incroci di specie selvatiche, il lavoro di selezione e di ibridazione che su questo fiore è iniziato diversi secoli fa; prima nei paesi di origine dal 1800 in poi anche in Europa. Nel nostro Paese la coltivazione è iniziata oltre trent'anni fa e tutt'oggi molti agricoltori locali traggono gran parte del loro reddito dalla vendita di questo fiore.
- Origine e varietà del crisantemo
Specie erbacea , vivace, rizomatosa appartenete alla famiglia delle Compositae, originaria dell'Asia Orientale. In Europa e in America è stata poi sottoposta ad un intenso lavoro di "Breeding" con la costituzione di numerose varietà e l'isolamento di mutazioni somatiche "sports". È coltivata per la produzione di fiori recisi oppure di vasi fioriti ed è apprezzata, per la possibilità di realizzare colture programmate con fioritura continua durante tutto l'anno, per la lunga durata in vaso dei fiori recisi, e la grande varietà di colori (fra cui è escluso solo il blu).
Le numerose varietà vengono classificate in base alla:
grandezza e al tipo di infiorescenza (capolini singoli o ad mazzetti)
alle caratteristiche dei fiori ligulati (incurvati ,spider, margherita)
al tempo di reazione (periodo intercorrente tra l'inizio del giorno corto e la fioritura)
al periodo dell'anno ottimale per la coltivazione
Tra le varietà più diffuse ricordiamo:
Varietà "Standard" per produzione di steli a fiore unico:
Turner, Indianapolis, Shoesmith, Promenade, Tokio (tipo spider).
(Le varietà tokio e indianapolis possono essere anche allevate a mazzetto)
Varietà "Multiforme" con infiorescenze a margherita: Marble, Galaxy, Dramatic, Bonnie jean; ad anemone; coreani ( per vaso e giardino)
- Propagazione:
La propagazione della specie si effettua principalmente per talee anche se in n alcune varietà come la Turner, coltivata per la fioritura autunnale, è è conveniente utilizzare i polloni radicali prelevati in primavera dalla base delle le piante di un anno. I polloni vengono prelevati in primavera alla base
delle piante di 1 anno, sono già provvisti di radici e non pongono problemi
di attecchimento; tuttavia conducono facilmente a fenomeni degenerativi ed alla trasmissione delle malattie dalle vecchie alle nuove piante.
Questo tipo di tecnica può comportare delle anomalie come la
facile trasmissione di malattie e può condurre facilmente a
processi degenerativi.
La riproduzione per talea, fatta generalmente da ditte specializzate che
attuano moderne tecniche di risanamento del materiale di propagazione,offre ,à ovviamente, garanzie maggiori di sanità delle nuove colture.
Le piante madri ,sicuramente sane, vengono coltivate in bancale su
substrato sterile alla densità di 64 p/m con una produzione media di
10-15 talee per ogni pianta madre. In un anno si possono effettuare
2-3 colture di piante madri. È importante anche che, nella concimazione
delle piante madri, vi sia un rapporto spostato a favore
dell'azoto (N:P2O5:K2O=3:1,2:1,5), questa risulta favorevole sia per la a produzione di talee che per la loro radicazione. Le talee vengono
raccolte quando hanno 4-5 foglie (lunghezza di 3-5 cm), sono quindi poste n in serra di radicazione "Mist" su bancali e riscaldati a 16-20°C;
la temperatura nell'aria è mantenuta a 15°C; il substrato impiegato è
costituito da perlite con l'aggiunta di torba (30-50%).
Per ottenere lo sviluppo rapido e regolare della corona delle radici le
talee vengono trattate con ormoni rizogeni; la radicazione si completa in 3 sett.
Le talee appena raccolte possono essere conservate in sacchetti di plastica n in frigo a 2-5 °C con (l'80-90% di umidità relativa) per un periodo di
3-4 settimane in attesa di essere poste a radicare. Le talee radicate
possono essere conservate invece in tali condizioni solo per 3-4 giorni.
Alcune varietà con buona attività rizogena possono essere inviate alle
aziende prima ancora della radicazione che si compie dopo l'impianto a
dimora con la sola precauzione di fornire ombreggiamento ed elevate
condizioni di umidità.
Questa tecnica è seguita principalmente nelle colture in vaso.
- Tecnica culturale:
Si piantano talee radicate a fine aprile in file binate di lunghezza variabile (non superiore ai 50 metri), sulla fila la distanza è di 25 cm, fra le file 50 cm, fra le bine (pali di sostegno in legno) circa 1 mt, sulla bina viene posta una rete metallica con fori di 16 x 16 cm sorretta da pali che serve per far crescere diritti gli steli. Le giovani piantine dopo aver attecchito vengono cimate permettendo la formazione di 4 - 6 germogli che crescendo daranno uno o più fiori in ottobre. Da fine maggio all'inizio di ottobre occorre eliminare manualmente i germogli che man mano si formano (uno ogni foglia), se si tolgono tutti i germogli laterali otterremo un fiore singolo, se lasciamo alcuni germogli vicino l'apice avremo più fiori sullo stesso stelo (varietà spray a margherita dette comunemente ('mazzetteria').Alcune varietà vengono piantate in vaso, di terracotta o di plastica, e con ripetute cimature si ottiene un portamento basso. Nel nostro Paese si effettua per lo più coltivazione in piena aria, si ottiene così la fioritura naturale a metà ottobre e quindi la commercializzazione per la ricorrenza di 'Fedeli Defunti' (da qui l'appellativo di 'fiore dei morti'); si sta sviluppando anche nel nostro Comune la coltivazione in serra ottenendo così la fioritura durante quasi tutto l'arco dell'anno .La molteplicità di cultivar dai diversi colori e dalle diverse forme fa del crisantemo uno dei fiori più commercializzati.
Il crisantemo è pianta a giorno corto che fiorisce naturalmente a fine ottobre, risultando cosi, come detto precedentemente, il fiore tipico della festività che commemora i morti; la precisa risposta ai trattamenti fotoperiodici consente di ottenere la fioritura in qualsiasi periodo dell'anno impiegando gli impianti di oscuramento e di illuminazione artificiale. Il periodo critico della lunghezza della notte, affinchè si determini l'induzione a fiore è di 9,5 ore , ma per ragioni di sicurezza l'oscuramento deve garantire 12 ore di buio dalle 19 alle 7 del mattino; questo intervento si rende necessario nel periodo dal 15 marzo al 15 settembre quando la lunghezza del giorno impedirebbe la induzione a fiore. Analogamente dal 15 agosto al 15 maggio, per impedire che la induzione a fiore sia troppo precoce con formazione di steli troppo corti, nelle prime 2-.3 settimane di coltura è necessario effettuare l'illuminazione artificiale mediante impianti di "night-braek".
Le esigenze termiche del crisantemo variano nelle diverse cvs che possono essere cosi raggruppate (cfr.volgeman).
Varietà termoneutrali che possono differenziare e sviluppare i fiori a temperature comprese tra 10-27° C con valori ottimali intorno a 16°C (Shasta, Balcombe, perfection, ecc)
Varietà termpositive che richiedono per differenziare e fiorire temperature a 16°C e non vengono danneggiate fino a temperature di 25°C (Indianapolis, Luyona)
Varietà termonegative che differenziano i fiori a basse temperature (10-15°c) e che possono essere danneggiate da temperature superiori a 16°C (Snowcap, corsair, fred shoesmith, elegance ecc)
Le varietà impiegate nella coltura programmata debbono essere quindi omogenee nei riguardi delle esigenze termiche. In generale si può dire che temperature notturne di 15-16°C risultano ottimali per la maggior parte delle varietà oggi coltivate ; nelle ultime 3-4 settimane di coltura è consigliabile abbassare la temperatura notturna a 13°C per aumentare la dimensione del fiore. Durante il giorno i valori ottimali sono compresi tra 20-25°C; a temperature superiori ai 30°C si hanno disturbi nella differenziazione a fiore e si formano i cosidetti steli ciechi. La ventilazione e l'ombreggiamento della serra debbono essere molto efficienti durante il periodo maggio-settembre per il contenimento delle alte temperature.
Esigenze climatiche (2)
I progressi tecnologici ci hanno permesso di raggiungere livelli soddisfacenti di controllo e di automazione delle nostre serre, favorendo proprio lo sviluppo e l'accrescimento delle piante. Attraverso una serie di esami di varie e accurate esigenze sarà possibile soddisfare le necessità delle piante.
I livelli termici che da un punto di vista fisiologico acquistano un particolare significato sono:
Temperatura minima letale: alla quale si producono danni irreversibili alla pianta con possibilità anche di morte in caso di durata prolungata.
Temperatura minima biologica: alla quale la pianta presenta lo zero vegetativo. È questo un livello che sarebbe necessario mantenere anche quando, per motivi di mercato, si voglia sospendere temporaneamente la produzione.
Temperatura ottimale (notte-giorno) : relativa al periodo invernale.
I valori più bassi si riferiscono alle condizioni minime di luminosità.
Temperatura massima biologica: al di sopra della quale la pianta comincia a manifestare squilibri fisiologici con diminuzione, accrescimento o peggioramento della produzione.
Temperatura di germinazione: a cui inizia la germinazione
Temperatura ottimale del substrato: grazie alla quale l'apparato radicale raggiunge la massima capacità di accrescimento.
Per quanto riguarda il crisantemo, le temperature sono le seguenti
- Livelli termici minimi ed ottimali dell'aria per la coltura del crisantemo
Temperatura Minima Letale |
TemperaturaMinima biologica |
Temperatura ottimale |
Temperatura massima biologica |
Temperatura Germinazione . |
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Notte |
Giorno |
Minima |
Ottimale |
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- Livelli ottimali di CO2 , UR. , temperatura del substrato ed illuminazione per la coltura da specie da fiore del crisantemo
Temperatura ottimale substrato |
CO2(p.p.m.) |
U.R. |
Luce |
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Intensità lux |
Durata |
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Pieno sole |
G:C (12-13) |
La illuminazione fotoperiodica ha trovato una maggiore diffusione soprattutto nella floricoltura di serra per la possibilità di controllo di induzione a fiore a costi bassi; infatti possono essere utilizzati impianti di limitata potenza . la durata della applicazione giornaliera varia in relazione al periodo critico delle singole specie.
IntensitàMW/m2 |
Periodo di applicazione |
Durata nelle24 ore |
Effetti |
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In inverno |
Allungamento del giorno16 h |
Ritardo induzione a fiore nella coltura programmata |
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In inverno |
Interruzione notte da 6 h, dopo il tramonto a 6h prima dell'alba |
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Impianto e coltivazione:
l'impianto viene effettuato in aiuole larghe m 1-1,20 con passaggi di 40-50 cm, il distanziamento varia con il tipo di coltivazione e con il vigore della varietà. Nel caso di coltura normale le piante vengono distanziate sull'aiuola di cm 30X50; l'impianto si compie a maggio e la fioritura a fine ottobre; queste coltivazioni che vengono effettuate con l'impiego di varietà tipo "Turner", prevedono una prima cimatura entro la fine di giugno con allevamento di 2.4 steli per pianta, seguono poi una serie di interventi che vanno dal tutoramento degli steli alla sfemminellatura ed alla eliminazione dei boccioli fiorali che si formano in luglio; da metà agosto in poi compare il bocciolo terminale contornato da altri boccioli a fiore, questi ultimi vengono eliminati al fine di favorire la crescita di quello terminale. In caso di coltura programmata sull'aiuola viene stesa una rete metallica con maglie da 12,5 cm di lato ed in ciascun settore viene disposta una piantina, con una densità complessiva di 42 piante per m2 di superficie coperta. In questo caso non si esegue nessuna cimatura ma semplicemente la sbottonatura se si vuole ottenere steli a fiore unico; man mano che le piante crescono la rete viene alzata fino a 50cm circa. La durata di un ciclo colturale è molto più breve (15-18 settimane) ed è possibile svolgere sulla stessa superficie 3 colture all'anno. Una caratteristica della coltura programmata è quella di consentire una produzione continua; cio è possibile dividendo la superficie il 16 parcelle ed effettuando impianti a scadenza settimanale. Gli elevati costi del riscaldamento hanno indotto molti floricoltori ad evitare gli impianti nel periodo invernale, iniziando a marzo e svolgendo due soli cicli sullo stesso appezzamento. Anche nella produzione dei vasi fioriti si può considerare una coltura normale ed una programmata. Nel primo caso le talee radicate si invasano a fine giugno-primi luglio e vengono cimate a metà luglio, la fioritura naturale avviene a fine ottobre ; in tale periodo il mercato richiede vasi piuttosto voluminosi ( 16-18cm) con 3-5 piante per vaso; i vasi verranno distanziati mano a mano che le piante crescono, fino ad una densità finale di 8-10 vasi per m2 di bancale. Nella coltura programmata la produzione è destinata principalmente alla decorazione di interni e si impiegano vasi più piccoli (10-12cm di diametro) con 1.2 talee per vaso e anche più se non si ricorre alla cimatura; si possono coltivare quindi 30-40 vasi per m2 di bancale.
Soprattutto nelle colture in vaso si può ricorrere al trattamento brachizzante, per ottenere uno sviluppo più equilibrato della pianta; impiegando l'Alar si consigliano uno o due trattamenti fogliari alla dose di 100-200 r/hl intervenendo una prima volta 10-15 giorni dopo la cimatura ed una seconda volta 20 giorni dopo; impiegando il B-9 si eseguono gli stessi trattamenti alla concentrazione di 1,5-2 cc per litro, con la precauzione di curare in entrambi i casi le uniforme distribuzione delle soluzioni su tutto il fogliame.
Difesa antiparassitaria:
numerose sono le malattie che possono interessare il crisantemo.
Sulla parte ipogea si possono avere marciumi radicali o del colletto attribuibili a Pythium spp. , Rhizoctonia solani e sclerotinia spp. Ma si possono ritrovare anche attacchi di verticillosi che determinano nanismo seguito da ingiallimento ed arrossamento di una parte del fogliame con successivo avvizzimento. Per questi parassiti a cui poi si può aggiungere L'Erwinia che determina l'avvizzimento e la necrosi della parte apicale della pianta , i Nematodi galligeni ed i Nematodi fogliari, è fondamentale la difesa preventiva basata sull'impiego di materiale di sterilizzazione del substrato con vapore o fumiganti.
La parte aerea è soggetta anche ad altre malattie e principalmente ricorrono Botrytis e Didimella Chrysantemi, queste sono favorite sopratutto da elevata umidità relativa e possono essere controllate oltre che con adeguato arieggiamento con trattamenti a base di composti ftalimmidici e benzimidazolici. Tra i parassiti animali maggiormente diffusi risultano: Aleurodidi, tripidi, afidi, acari e nematodi fogliari, contro i quali è necessario condurre un assidua lotta preventiva con fitofarmaci appropriati e sicuramente non fitotossicilimatici
Azienda florovivaistica (aspetto fisico ed organizzativo)
Come tutte le altre attività agricole anche il settore del florovivaismo non può prescindere dalle caratteristiche ambientali della zona dove si opera.
Quelle che maggiormente presiedono l'attività florovivaistica sono: regime termico, regime pluviometrico, esposizione solare e durata della luce. Sotto questo punto di vista quasi tutta la penisola italiana si presenta adatta alle coltivazioni e quindi vocata al florovivaismo. Negli ultimi 15 anni la domanda dei prodotti del florovivaismo è sensibilmente aumentata con l'aumentare del reddito pro-capite. L'offerta inoltre ha fatto fronte a questa maggiore domanda aumentando la produzione lorda vendibile. L'area del centro-nord si è indirizzata verso produzioni di più elevato valore unitario, mentre al sud sono aumentate considerevolmente le colture in pien'aria per la produzione di fiori di massa. Sia per il fiore reciso che per le piante in vaso, la produzione ottenuta in ambiente protetto prevale nettamente su quella in pien'aria. Le regioni maggiori produttrici (Liguria, Campania, Puglia, Sicilia) hanno avuto in generale , un incremento delle superfici investite. Dell'incremento d'investimenti si sono avvantaggiate particolarmente le colture protette, come il crisantemo per esempio.
CRISANTEMI MULTIFIORI
Liguria: 102 milioni 999 mila pezzi, pari al 36,4%. Zona di maggior produzione Imperia con il 32% del complesso nazionale.
Calabria: 48 milioni 931 mila pezzi, pari al 18%. Zona di maggior produzione: Reggio Calabria
Campania: 47 milioni 404 mila pezzi, pari al 17%. Zona di maggior produzione: Napoli
Piemonte: 29 milioni 414 mila pezzi, pari al 10%. Zona maggior produzione Torino
Toscana: 14 milioni 962 mila pezzi, pari al 6%. Zone di maggior produzione: Lucca e Pistoia
Il vivaismo orticolo e floricolo è basato sulla produzione di piantine di trapianto che vengono prodotte annualmente sulla base delle richieste.
La produzione florovivaistica è da considerarsi attività agricola a tutti gli effetti, infatti si risolve in un ciclo di allevamento di vegetali che comprende operazioni che vanno dalla semina o dal trapianto fino alla raccolta, ciclo governato dalle leggi biologiche e con rischi particolarmente elevati.
- programma di utilizzo annuale di una serra con coltura di crisantemo da fiore reciso in serra in cicli continui.
CRISANTEMO |
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Epoca di impianto |
Periodo di illuminazione |
Periodo oscuramento |
Fioritura |
Durata ciclo n. settimane |
MAGGIO AGOSTO DICEMBRE |
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Con le colture a ciclo breve come il crisantemo c'è anche la possibilità di programmare una produzione con raccolta continua durante tutto l'anno. Questo si può ottenere eseguendo un impianto scalare, non solo in ambiente protetto, ma sfruttando anche gli appezzamenti in pien'aria nel periodo più favorevole alla specie.
I mezzi di protezione impiegati nelle coltivazioni per la difesa , la forzatura e la semiforzatura si sono diffusi nella floricoltura moderna a partire dal 1955-1960.
Mezzi di difesa: della parte ipogea ed epigea della pianta.
Mezzi di semiforzatura per produzioni anticipate o ritardate: con produzione di piante singole, con protezioni non praticabili applicate alle intere colture, con protezioni praticabili stagionali applicate ad intere colture. Nel contesto della floricoltura nazionale il settore più sviluppato è quello dei fiori recisi con circa il 75% del valore della produzione, soprattutto la coltura del crisantemo. I mercati dei fiori più importanti sono quelli di Pescia e Sanremo.
Sul mercato di Pescia la più importante specie contrattata è proprio quella del crisantemo.. le serre per colture ornamentali e fiori recisi, è questo un gruppo di serre molto eterogenee in quanto comprende molti tipi costruttivi. La colture può essere attuata in terreno libero oppure delimitato da Banquettes o in certi casi in canalette con soluzione nutritiva circolante, in balle di paglia, in sacchi di torba concimata ecc. queste serre possono essere sia fisse che smontabili su rotaie , ed ancora, a seconda del tipo costruttivo singole o multiple
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