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POSITIVISMO SOCIALE
Caratteri generali
Il
Positivismo è un movimento filosofico e culturale caratterizzato da una
esaltazione della scienza, che nasce nella prima metà dell'800 in Francia. Positivo indica che si occupa di ciò
che è reale, in opposizione al metafisico. Il termine è coniato da Saint-Simon.
Caratteri tipici del Positivismo:
1) La scienza è l'unica conoscenza
possibile ed il suo metodo è l'unico valido.
2) La filosofia coincide con la
totalità del sapere positivo, o con l'enunciazione dei principi comuni alle
varie scienze. La filosofia deve realizzare una conoscenza unificata e
generalissima.
3) Il metodo della scienza va esteso a
tutti i campi, compresi quelli sociali (la sociologia ha successo).
Mentre all'inizio con Comte il Positivismo ha come obiettivo il superamento di
una crisi socio-politica, quella post-illuministica, nella seconda metà, il
positivismo si presenta come riflesso e stimolo di un progresso in atto.
Inoltre mentre Comte tenta di uscire dalla crisi proponendo un modello
organicistico anti-liberale, il Positivismo posteriore identifica il progresso
con il trionfo del liberalismo. Il Positivismo celebra dunque lo scienziato. Il
Positivismo della seconda metà dell'800 appare dunque come la filosofia della
moderna società industriale e tecnico-scientifica e come l'espressione
culturale delle speranze ottimistiche della storia moderna. Non è un caso che
sviluppi nei paesi industrializzati. E' indubbio anche che il positivismo
esprima anche i sentimenti della borghesia, con la quale condivide la mentalità
ottimistica e la politica riformistica, nemica del conservatorismo, ma anche
del rivoluzionarismo marxista.
Positivismo e
Illuminismo
Per certi versi il Positivismo è la ripresa del programma illuministico in un
contesto post-rivoluzionario. Analogie:
1) Fiducia nella ragione e nel sapere,
come strumenti di progresso.
2) Esaltazione della scienza a scapito
della metafisica.
3) Visione laica della vita.
Differenze:
1) Mentre gli illuministici hanno
combattuto contro le forze culturali e sociali ancora dominanti, facendosi
promotori oggettivi degli interessi economico politici di una borghesia in
ascesa, i positivi agiscono in una mutata situazione intellettuale e sociale.
Ciò spiega la minor carica polemica dei positivisti. Inoltre mentre
l'Illuminismo aveva un carattere più rivoluzionario, il Positivismo è portatore
di un riformismo anti-rivoluzionario.
2) Mentre gli illuministi seguono gli
empiristi nel tentativo di dare una fondazione gnoseologica e critica della scienza,
(che culminerà nel kantismo), i Positivisti, dando per scontata la validità in
atto del pensiero scientifico, ritengono che il compito della filosofia sia
quello di ordinare il quadro complessivo delle scienze.
3) Mentre negli illuministi l'appello
al sapere funge da di 323b11d ssoluzione alle antiche credenze della metafisica, nei
positivi il richiamo alla scienza si concretizza talora in una riedificazione
delle certezze assolute, esplicitamente presentate come la forma moderna e
positiva delle antiche religioni e metafisiche. Il Positivismo inoltre, a
differenza dell'Illuminismo, mira ad una assolutizzazione della scienza.
Positivismo e
Romanticismo
Se si vuole il Positivismo è come il romanticismo della scienza, ossia
l'esaltazione o l'infinitizzazione del sapere positivo, assunto come unica
guida e verità della vita umana. Così come i romantici e gli idealisti, mossi
dalla brama dell'infinito, tendevano a caricare la poesia o la filosofia di
significati assoluti, altrettanto fa il Positivismo con la scienza, a cui
attribuisce un valore religioso. (il caso di Mill è un'eccezione perché ha
subito influenze empiristiche e illuministiche). In ogni caso Idealismo
Romantico e Positivismo hanno in comune il fatto che anche se uno parla di
Spirito e l'altro di Umanità, entrambi sono portati a concepire ciò che esiste
mediante una medesima categoria di base, che è quella della totalità
processuale necessaria. Gli idealisti e i positivi, infatti, tendono a far uso
delle nozioni di sviluppo necessario
e divenire ascendente e ad immaginare
il loro oggetto di studio come un qualcosa frutto di un progresso rispetto al
passato e la condizione di un miglioramento futuro. Questo schema generale è
stato elaborato dapprima dall'idealismo, tramite la nozione di svolgimento necessario dello Spirito, ed
è stato poi usato da Comte come chiave di lettura della storia, considerata
come una serie di epoche o stadi, da cui passa necessariamente l'Umanità nel
suo sviluppo progressivo. Gli stessi meccanismi di dialettica e di evoluzione
giungono a risultati analoghi. Entrambi infatti considerano il finito come un
manifestarsi di una realtà infinita, a tal punto che il filosofo idealista,
come il positivista, è "profeta". Quindi c'è un atteggiamento
essenzialmente giustificazionista nei confronti del reale.
L'importanza del
Positivismo nella cultura moderna
- Ha stimolato la nascita delle cosiddette "scienze umane":
sociologia e psicologia.
- Ha proposto un nuovo concetto di filosofia.
Le varie forme del
Positivismo
Due movimenti di fondo, aventi Darwin come spartiacque: il Positivismo Sociale,
tipico della prima parte del secolo, rappresentato da Saint-Simon, Comte e
Stuart Mill e il Positivismo Evoluzionistico, rappresentato da Spencer.
La filosofia sociale
in Francia
1) Saint-Simon
Storia = progresso necessario e continuo. La storia è retta da una legge
generale che determina la successione di epoche organiche e di epoche critiche.
L'epoca organica è quella che riposa su credenze ben stabilite. A un certo
punto questo progresso fa mutare l'idea centrale su cui l'epoca era basata e
determina l'inizio di un'epoca critica. Il progresso scientifico, distruggendo
le dottrine teologiche e metafisiche, ha tolto il suo fondamento
all'organizzazione sociale del Medioevo. Ci sarà dunque un'epoca in cui la
filosofia sarà positiva e la filosofia positiva sarà il fondamento di un nuovo
sistema di religione, di politica, di morale. Solo in virtù di questo sistema
il mondo sociale potrà riacquistare la sua unità e la sua organizzazione, che
non possono più fondarsi su credenze metafisiche o teologiche. In essa
domineranno un nuovo potere spirituale e un nuovo potere temporale. Il nuovo
potere spirituale sarà quello degli scienziati. L'amministrazione sarà invece
affidata agli industriali. L'ultimo scritto di Saint-Simon definisce l'avvento
della società futura come un ritorno al cristianesimo primitivo.
2) Fourier e Proudhon
Fourier: nell'universo esiste un piano provvidenziale nel quale rientrano
l'uomo, il suo lavoro e la sua organizzazione sociale. Il metodo che l'uomo
deve usare per scoprire questo piano è il metodo analitico e sintetico
dell'attrazione passionale, perché l'attrazione è la sola interprete tra Dio e
l'universo. L'organizzazione sociale deve rendere attraente il lavoro cui
l'uomo è chiamato, non reprimendo le passioni. Per Fourier l'organizzazione
adatta a questo scopo è la falange
(1600 uomini).
Proudhon: contrasta con le tendenze comunistiche di Fourier. La proprietà è un
furto. Per lui la storia dell'uomo ha una legge intrinseca di progresso, per la
quale si dirige alla perfezione: la giustizia.
Comte
Fondatore del positivismo e segretario di Saint-Simon.
1) La
legge dei tre stadi e la classificazione delle scienze
Ciascuna branca della conoscenza umana passa per tre stadi teorici: lo stadio teologico (fittizio), metafisico (astratto) e infine lo
stadio scientifico (positivo). Nello
stadio teologico lo spirito umano, dirigendo le sue ricerche verso la natura
intima degli esseri e le cause prime e finali, si rappresenta i fenomeni come
prodotti dall'azione diretta e continua di agenti soprannaturali. Nello stadio
metafisico gli agenti soprannaturali sono sostituiti da forze astratte. Nello
stadio positivo lo spirito umano, riconoscendo l'impossibilità di raggiungere
nozioni assolute, rinuncia a cercare l'origine e il destino dell'universo e a
conoscere le cause intime dei fenomeni e si applica unicamente a scoprire,
mediante l'uso del ragionamento e dell'osservazione, le loro leggi effettive. I
tre stadi corrispondono anche alla crescita dell'uomo. Comte nota che manca una
fisica sociale. Inoltre la mancata penetrazione dello spirito positivo nella
totalità della cultura intellettuale produce uno stadio di anarchia
intellettuale e quindi la crisi politica e morale della società contemporanea.
Il problema per Comte è che i tre stadi continuano a coesistere, seppure
opposte, e da ciò risulta una situazione incompatibile con un'effettiva
organizzazione sociale. La filosofia positiva presuppone un'enciclopedia delle
scienze che muovendo da una classificazione sistematica, fornisca il prospetto
generale di tutte le conoscenze scientifiche. Le scienze si possono
classificare considerando in primo luogo il loro grado di semplicità. I
fenomeni più semplici sono infatti anche i più generali. Seguendo questo
criterio si possono in primo luogo distinguere i fenomeni dei corpi bruti e i
fenomeni dei corpi organizzati come oggetti di due gruppi principali di
scienze. L'enciclopedia delle scienze sarà dunque costituita da cinque scienze
fondamentali: astronomia, fisica, chimica, biologia e sociologia. La matematica
è stata esclusa perché costituisce la base di tutte le altre scienze. La logica
è stata esclusa perché Comte ritiene che essa non sussista in generale e in
astratto. Infine la psicologia deve la sua esclusione dall'enciclopedia al
fatto che non è una scienza; questo perché l'individuo pensante non può
dividersi in due: uno che pensa e l'altro lo guarda ragionare. Ciò che vi è di
scientifico nella psicologia, da un lato è riconducibile all'esame fisiologico
del cervello (la biologia), dall'altro all'esame del suo comportamento sociale
(sociologia).
2) La sociologia
La scienza alla quale tutte le scienze sono subordinate, come al loro ultimo
fine, è la sociologia. Questa scienza deve condurre la società a una
riorganizzazione. La sociologia, o fisica sociale, è divisa da Comte in statica sociale e dinamica sociale, corrispondenti a ordine e progresso. La statica
sociale mette in luce la relazione necessaria che hanno tra loro le varie parti
del sistema sociale. La dinamica sociale è l'idea del progresso come sviluppo
continuo e graduale dell'umanità. Ciascuno degli stadi sociali consecutivi è il
risultato necessario del precedente e il motore indispensabile del seguente. In
questo contesto gli uomini di genio non sono che gli organi propri del
movimento predeterminato, che in caso di loro mancanza, si sarebbe aperto altre
vie. Questo perfezionamento non significa però che una qualsiasi frazione di
storia del passato sia inferiore alle altre. Per Comte, infatti, come per
Hegel, la storia è sempre ciò che deve essere. Ripristina anche nella storia un
concetto di causa finale. Gli eventi della storia sono necessari nel duplice
significato del termine: in essa è inevitabile ciò che si manifesta dapprima
come indispensabile, e reciprocamente.
3) La dottrina della scienza e la
sociocrazia
Comte concepisce la scienza come strumento dell'uomo nel dominio sulla natura
(come per Cartesio e Bacone). Lo scopo dell'indagine scientifica è la
formulazione delle leggi, perché la legge permette la previsione, e la
previsione guida l'azione dell'uomo sulla natura. La società nuova che Comte
spera di favorire, che egli chiama sociocrazia,
si basa sulla sociologia.
4) La divinizzazione della storia e la
religione della scienza
La politica positiva tende cioè a fondare l'unità dogmatica dell'umanità. Il
concetto fondamentale è quello dell'Umanità, che deve prendere il posto di
quello di Dio. Il concetto di Umanità è un concetto storico. L'Umanità non è
quindi che la tradizione divinizzata del genere umano. La morale del
positivismo è l'altruismo. Vivere per gli altri è la sua massima fondamentale.
Il Positivismo
utilitaristico inglese
1) Malthus e Ricardo
La fede ottimistica del Settecento illuminista aveva elaborato il concetto di
un ordine dei fatti economici per il quale vengano provvidenzialmente a
coincidere l'interesse privato e l'interesse pubblico. Con Malthus e Ricardo
vengono messe in luce talune anomalie fondamentali dell'ordine economico.
Malthus sottolinea il procedere con passi diversi di popolazione e mezzi di
sussistenza. Ricardo contesta piuttosto il rapporto tra salario del lavoratore
e il profitto del capitalista. L'ordine economico in certi casi si dimostra non
provvidenziale (in caso di crisi).
Stuart Mill
1) La Logica
Il positivismo di Comte parte dai fatti per giungere alla legge che, una
volta formulata, viene dogmatizzata. Per Stuart Mill invece, il richiamo ai
fatti è necessariamente continuo, non si può dogmatizzare una legge. Questo
perché il fine ultimo di Mill è quello di combattere ogni forma di dogmatismo
assolutistico. La logica in questo
contesto è la scienza dell'evidenza. Gli stessi assiomi sono frutto
dell'osservazione. Ogni proposizione universale è dunque la generalizzazione di
fatti osservati. Che cosa giustifica questa generalizzazione, visto che non
potremo mai osservare tutti i fatti? E' il problema dell'induzione. Stuart Mill vede la soluzione di questo problema nel
principio dell'uniformità della natura: sono le leggi naturali rilevate
dall'esperienza che si confermano e correggono reciprocamente. Ma queste uniformità a loro volta sono accomunate da un'altra
uniformità: la legge della causalità. Da che cosa è garantita la causalità? La
legge che regola l'induzione è l'induzione. Non è una tautologia se si esclude
il sillogismo socratico, e Stuart Mill nota come tutte le nozioni, anche le più
elementari, ci giungano dall'osservazione.
2)
Economia e Politica
Mill non ritiene che l'ordine economico sia automatico e fatale. Egli riconosce
che le leggi di produzione sono "leggi reali della natura", ma
afferma invece che le leggi di distribuzione dipendono solo dalla volontà
umana. In questo senso rifiuta però il socialismo, a cui riconosce il merito
delle condanne alle ingiustizie sociali, perché non protegge la libertà
individuale.
POSITIVISMO EVOLUZIONISTICO
Il concetto di
evoluzione e il principio romantico dell'infinito
Questo indirizzo assume il concetto di evoluzione come il fondamento di una
teoria generale della realtà naturale e scorge nell'evoluzione stessa un
manifestarsi di una realtà infinita e ignota. I capisaldi di questo indirizzo
sono elaborati da Lamarck e Darwin: il concetto di evoluzione, desunto dalla
dottrina del trasformismo biologico, si presenta come la generalizzazione di
tale dottrina, generalizzazione condizionata dal presupposto romantico del
finito come manifestazione metafisica dell'infinito. Così il positivismo
evoluzionistico viene ad essere una estensione al mondo della natura del
concetto dalla storia elaborato dall'idealismo.
La teoria
dell'evoluzione: Darwin
Spiegazione
teleologica: i corpi cambiano in relazione a un fine.
La teoria dell'evoluzionismo non si affermò prima (era stata ipotizzata da
Buffon), perché si dava allora credito alla teoria delle catastrofi di Couvier.
Questa teoria fu confutata da Lyell, così non rimase altra spiegazione alla
sparizione delle specie fossili che la trasformazione di esse nelle specie
attuali. Darwin dimostrò questa ipotesi. La sua teoria si basa su due fatti:
1°- l'esistenza di piccole variazioni organiche che si verificano negli esseri
viventi nel corso del tempo e delle condizioni ambientali. 2° - la lotta per la
vita che si verifica necessariamente tra gli individui viventi, per la tendenza
di ogni specie a moltiplicarsi secondo una progressione geometrica. Da qui
segue la legge della selezione naturale.
La conclusione di Darwin è ottimista. Inoltre a chi gli contestava la
discendenza dell'uomo dai primati, egli rispondeva che ciò non diminuiva la
dignità umana. Darwin si dichiarò agnostico, intendendo per lui l'impossibilità
di trovare nella scienza conferme o smentite su credenze religiose
tradizionali. Tuttavia Darwin credeva possibile negare dalla natura ogni genere
di finalismo, ogni causa finale, e in questo metteva in luce l'esistenza del
male e del dolore. Dai suoi studi nacque il cosiddetto Darwinismo sociale, che intendeva estendere alla società il
concetto di selezione, giustificando in tal modo i fenomeni delle
discriminazioni razziste e classiste.
Spencer
Si propose di elaborare la dottrina del progresso universale e mettere in luce
il valore infinito, quindi religioso, del progresso.
1) La dottrina dell'Inconoscibile e i
rapporti fra scienza e religione
Sia religione, sia scienza hanno le loro basi nella realtà del mistero. La
verità ultima inclusa in ogni religione, osserva Spencer, è che l'esistenza del
mondo è un mistero che sempre esige di essere interpretato. Tutte le religioni
falliscono nel dare questa interpretazione: le diverse credenze cui esse si
esprimono non sono logicamente difendibili. L'essenza della religione si può
riconoscere nel convincimento che la forza che si manifesta nell'universo è
completamente imperscrutabile. Dall'altro lato anche la scienza urta contro il
mistero che avvolge la natura ultima delle realtà di cui essa studia le
manifestazioni. Ciò accade perché la nostra conoscenza è chiusa entro i limiti
del relativo. Certo, per mezzo della scienza essa progredisce e si estende
incessantemente, ma questo progresso consiste nell'includere verità speciali in
verità generali e verità generali in verità ancor più generali. Si finisce con
una verità più generale di tutte che non ammette inclusioni in verità
ulteriori, ed è quindi incomprensibile e destinata a rimanere un mistero. Così
Spencer concepisce l'assoluto come la forza misteriosa che si manifesta in
tutti i fenomeni naturali e la cui azione è sentita dall'uomo positivamente.
Non essendo però possibile definire o conoscere ulteriormente questa forza, le
religione richiama all'uomo il mistero della causa ultima; la scienza ha invece
come compito estendere incessantemente la conoscenza dei fenomeni. Che la
scienza sia limitata al fenomeno, però, non vuol dire che sia confinata
all'apparenza. Il fenomeno non è apparenza, è piuttosto una manifestazione
dell'Inconoscibile. Spencer chiama realismo
trasfigurato questa corrispondenza tra il noumeno e il fenomeno, nella loro
relazione primordiale come due lati dello stesso mutamento.
2) La teoria dell'evoluzione
Filosofia: la conoscenza nel suo più
alto grado di generalità. La filosofia è la conoscenza completamente unificata.
La filosofia deve perciò partire dove si ferma la scienza, ovvero i principi
più generali. Tali principi sono: l'indistruttibilità della materia, la
continuità del movimento, la persistenza della forza, con tutte le conseguenze,
tra cui la legge del ritmo, ovvero
l'alternarsi dell'elevazione e della caduta nello sviluppo di tutti i fenomeni.
La sintesi di tutti questi principi è la cosiddetta legge dell'evoluzione, ovvero l'integrazione della materia e la
dispersione del moto. I primi principi definiscono la natura e i caratteri
generali della evoluzione: le altre opere di Spencer studiano il processo
evolutivo nei diversi domini della realtà naturale. La prima determinazione
dell'evoluzione è il passaggio da forma meno coerente a forma più coerente. La
determinazione fondamentale del processo evolutivo è il passaggio da forma
omogenea a forma eterogenea. Infine l'evoluzione affronta il passaggio
dall'indefinito al definito. L'evoluzione
è un'integrazione di materia e una concomitante dissipazione di movimento,
durante la quale la materia passa da un'omogeneità indefinita e incoerente ad
un'eterogeneità definita e coerente. L'evoluzione è un processo per lui
necessario, ma anche ottimistico, in quanto seguendo la legge del ritmo a ogni
dissoluzione segue un'evoluzione ulteriore.
3) Biologia, psicologia e teoria della
conoscenza
La biologia è lo studio dell'evoluzione dei fenomeni organici. La vita consiste
nell'adattamento. La coscienza è uno stadio di questo adattamento. La coscienza
presuppone però un'unità, una forza originaria e quindi una sostanza spirituale
che sia sede di questa forza. Ma come si verifica per la sostanza, anche la
forza spirituale è inconoscibile (non è riconducibile alla materia), per cui la
psicologia deve limitarsi a studiarne le manifestazioni. Per Spencer però, a
differenza di Comte, è possibile una psicologia come scienza autonoma: c'è una psicologia oggettiva, che studia i fenomeni psichici nel loro substrato
materiale, e c'è una psicologia
soggettiva, che invece si fonda sull'introspezione e che è una scienza
unica nel suo genere. Solo quest'ultima psicologia può contribuire a
determinare lo sviluppo evolutivo dei processi del pensiero. Per ciò che
riguarda la ragione, Spencer ammette
che vi siano verità a priori, ovvero indipendenti dall'esperienza, ma sono a
priori solo per l'individuo, non per la società.
4) Sociologia e politica
Per Spencer la sociologia deve limitarsi a descrivere lo sviluppo della società
umana fino ad oggi. Determinare le mete future è compito della morale. Così la
sociologia di Comte viene divisa in due. La sociologia determina le leggi
dell'evoluzione super-organica, e considera la stessa società umana come un organismo,
i cui elementi sono prima le famiglie, poi i singoli. La sociologia di Spencer
è molto orientata verso l'individualismo, e quindi verso la difesa di tutte le
libertà individuali. Lo sviluppo sociale deve essere abbandonato alla forza
spontanea poiché l'intervento dello stato all'interno della società ne rallenta
l'evoluzione. Lo stesso sviluppo sociale ha determinato il passaggio da una
fase di cooperazione umana costrittiva ed imposta ad una fase di cooperazione
più libera e spontanea. E' questo il passaggio dal regime militare al regime
industriale, che non è l'ultimo.
5) L'etica evoluzionistica
Ha per oggetto la condotta dell'uomo, cioè l'adattamento progressivo dell'uomo
stesso alle sue condizioni di vita. Questo adattamento implica non solo un
prolungamento della vita stessa, ma la sua maggiore intensità e ricchezza. Poiché
è buono ogni atto che è adatto al suo fine, la vita che si presenta nel suo
complesso meglio adatta alle sue condizioni è anche la vita più felice e
piacevole. Per questo il bene si identifica col piacere e la morale edonistica
è l'unica possibile. Ma il movente dichiarato dell'agire morale dell'uomo non è
l'utile, perché l'evoluzione sociale fornisce all'individuo una morale a
priori. Alla fine altruismo=egoismo.
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