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PENA DI MORTE
QUANDO LA VITA GENERA MORTE (LEGALMENTE)
LE MOTIVAZIONI A FAVORE
I sostenitori
della pena di morte trovano ragioni diverse a sostegno della loro tesi, ragioni
di ordine etico, sociale, anche economico.
Essi partono dal presupposto che compito fondamentale dello Stato sia difendere
ad ogni costo i singoli individui e la comuni 414g65e tà, che chi rispetta la legge ha
diritto ad una tutela maggiore rispetto a chi la disattende, che chi commette
reati deve pagare, che esistono colpe per cui nessuna pena, tranne la morte,
costituisca la giusta punizione.
Sarebbe quindi un'esigenza di giustizia a sostenere le loro ragioni.
In relazione alla pena di morte le teorie sulla funzione della pena si possono
ricondurre a due filoni fondamentali: quello della retribuzione e quello della
prevenzione. Per il primo la pena è un male che interviene come reazione morale
e giuridica al male che è stato commesso con il reato, alla cui gravità è
proporzionato, in modo da configurarsi come castigo morale e non come vendetta;
per il secondo lo Stato non restituisce male con male, ma si limita a difendere
la società dalla pericolosità degli autori dei reati, cercando attraverso la
pena di impedire che soggetti socialmente pericolosi commettano altri reati.
I sostenitori della pena di morte infatti assegnano ad essa una funzione
deterrente, in quanto sono convinti che la durezza della pena sia sufficiente
in molti casi ad evitare che il reato venga commesso: soltanto coloro che
agiscono in preda a violenta passione non badano alla pena prevista dalla
legge.
In modo particolare la pena di morte svolgerebbe una funzione preventiva nei
confronti di ondate di criminalità organizzata in grado di sconvolgere la vita
sociale di uno Stato (gangsterismo, mafia, terrorismo ecc.).
La pena di morte inoltre, soddisfacendo il risentimento delle vittime e dei
loro parenti, eliminerebbe la tentazione di vendette private ed il manifestarsi
di disordini sociali.
L'eliminazione definitiva di un delinquente eviterebbe poi il ripetersi di
altri reati da parte dello stesso che, pur condannato, potrebbe ritornare in
libertà per condoni o altri meccanismi previsti dalla legge; certamente sul
piano economico essa rappresenta un sistema di punizione molto meno gravoso di
una lunga detenzione e dell'ergastolo, e quindi vantaggioso per la comunità.
Il fatto che la pena di morte sia irreparabile e non si possa risarcire chi sia
stato condannato ingiustamente non sarebbe una ragione sufficiente per
sopprimerla: basterebbe applicarla solo nei casi in cui ci sia la matematica
certezza della colpevolezza dell'imputato; tanto più che esiste un'ulteriore
garanzia: il potere di ogni capo di stato di concedere la grazia in caso di
dubbio, commutandola in ergastolo o altra pena detentiva.
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