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L'UNIONE EUROPEA - Le tappe dell'integrazione europea

diritto



L'UNIONE EUROPEA


L'Ue è un'organizzazione sopranazionale dotata di un suo ordinamento giuridico e formata da 15 stati. La sua funzione fondamentale è l'integrazione economica e politica degli stati membri.

Essa ha origine negli anni 50 con l'accordo di sei dei 15 stati oggi appartenenti. L'idea di un'organizzazione sopranazionale degli stati d'europa ha trovato una prima applicazione concreta con la nascita dopo la seconda guerra mondiale delle 3 comunità: Ceca, Euratom e Cee, creata nell'intento di porre un potere europeo in grado di gestire settori nei quali si riteneva che l'azione comune fosse + efficace di quella svolta dai singoli stati.

La Ceca nasce nel 1951 ed è la comunità del carbone e dell'acciaio, alla quale hanno aderito sei stati (Italia, Germania, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo). Questi stessi sei stati nel 57 hanno dato origine con il trattato di Roma altre due comunità: la comunità europea per l'energia atomica e la comunità economica europea. La Cee si è posta però, a differenza delle altre obiettivi di carattere generale cioè di garantire la libera circolazione di merci, servizi, persone. Le tre comunità si diedero poi istituzioni in parte comuni che nel 93 con la nascita dell'Ue 959g68j divennero le istituzioni dell'Ue.




Le successive adesioni

Nel 73: entrano Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca e si ha anche avuto un approfondimento dei compiti della comunità attraverso la realizzazione di nuove politiche sociali regionali e ambientali.

Nel 81-86 diventano 12 i paesi: entrano Grecia, Spagna e Portogallo. Si è rafforzato il versante meridionale della comunità e si è arrivati alla necessità di ridurre la disparità di sviluppo economico tra i 12.

Nel 93-95 diventano 15: Svezia, Finlandia e Austria.


Le tappe dell'integrazione europea

Atto unico europeo: nel 1987 è stato introdotto tale atto unico di revisione del trattato di Roma che ne definiva obiettivi e strumenti per trasferire poteri dal livello nazionale a quello europeo e poneva le premesse per la creazione di un mercato unico europeo con l'abolizione delle frontiere tra gli stati membri.


Trattato di Maastricht: firmato nel 92 ed entrato in vigore nel 93, si fonda su 3 pilastri:

1 pilastro: la comunità europea. Con questa denominazione si è voluta togliere la connotazione tipicamente economica della Cee. Della CE fanno parte anche l'Euratom e la Ceca e tutte le decisioni sono prese a livello comunitario;

2 pilastro: la politica estera e la sicurezza comune. L'UE intende sviluppare una politica estera e rafforzare la sicurezza comune nell'intento di difendere gli interessi generali e dei singoli paesi al mantenimento della pace. Le decisioni sono prese in riunioni intergovernative tra i rappresentanti dei paesi membri;

3 pilastro: la cooperazione nel campo della giustizia e degli affari interni. Si tratta del settore relativo alla politica dell'immigrazione e al diritto d'asilo nei confronti di cittadini di paesi terzi e alla lotta contro il traffico degli stupefacenti e la criminalità organizzata internazionale. Le decisioni vengono prese come nel caso della Pesc.


Trattato di Amsterdam: firmato dai paesi membri nel 97 ed entrato in vigore nel 99, ha modificato alcune disposizioni del trattato di Maastricht senza modificarne i pilastri e ha rafforzato poteri del parlamento europeo.


Trattato di Nizza: stipulato nel dicembre 2000 ha adottato alcuni importanti provvedimenti. Esso prevedeva in particolare, che una volta realizzata la maxi-unione di 27 stati i deputati europarlamentari passassero da 626 a 732, attribuendo il numero max di deputati alla Germania e il numero min a Malta. Inoltre la composizione della commissione europea sarà aumentata fino ad un max di 27 membri, uno per paese, e quindi si avranno + possibilità di decisioni prese a maggioranza (riduzione del diritto di veto).

Con questo trattato è inoltre stata adottata anche la carta dei diritti dell'unione europea: essa però non ha valore precettivo per cui  gli stati membri non hanno l'obbligo di uniformarsi a essa.

A Laeken nel 2001 è stata varata una convenzione che dovrebbe designare la struttura che dovrà avere la Ue quando si avrà l'ammissione dei primi dieci candidati. Gli obiettivi della convenzione sono:

riformare le istituzioni definendo una nuova ripartizione di competenze tra Ue e stati membri;

lavorare alla revisione dei trattati;

elaborare un trattato costitutivo per l'Europa.

La convenzione è formata da: 1 presidente, 2vice, 15 rappresentati dei governi degli stati membri, 30membri dei parlamenti nazionali, 16 membri del parlamento europeo, 2 rappresentanti della commissione europea, e 39 membri senza diritto di voto dei paesi candidati a entrare nell'UE.


Cittadinanza europea

Per quanto riguarda la cittadinanza europea, dal 1993 ai paesi membri dell'UE viene riconosciuta la cittadinanza europea. Essa attribuisce:

Il diritto di entrare e soggiornare liberamente all'interno del territorio di qualsiasi stato membro;

Il diritto di voto e di essere votati nelle elezioni comunali dello stato membro nel quale risiedono o lavorano;

Il diritto di presentare petizioni al parlamento europeo su determinate questioni e il diritto di lamentarsi presso il mediatore europeo dei disservizi o della cattiva amministrazione.

Il diritto di protezione diplomatica: ad esempio se in Cile non c'è l'ambasciata italiana ci si può recare in quella francese.


Le competenze dell'UE

Le competenze dell'Ue sono contenute nel trattati europei. Fin dalla sua origine le sono state assegnate la gestione di alcune politiche comuni a tutti gli stati membri come la politica agricola, la politica della pesca e il commercio internazionale tra l'UE e il resto del mondo. Lo scopo di tali politiche è la realizzazione di un mercato unico che consenta la libera circolazione delle merci, delle persone dei servizi e dei capitali in tutta l'Ue. Nel corso degli anni le sono state attribuite nuove competenze: quindi oggi l'UE interviene anche in settori come la protezione dell'ambiente, la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie, la protezione dei consumatori e della salute pubblica, l'istruzione le politiche sociali.individuati con il trattato di Maastricht. Essa può intervenire direttamente oppure può limitarsi al semplice coordinamento delle politiche nazionali o all'incoraggiamento della cooperazione tra gli stati.


Principio di sussidiarietà

Nel trattato di Maastricht tuttavia si dispone che i settori non sono di esclusiva competenza dell'UE ma essa interviene secondo il principio di sussidiarietà soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli stati membri e possono dunque a motivo delle dimensioni e degli effetti dell'azione in questione, realizzati meglio a livello comunitario.

Questa posizione è ribadita dal trattato di Amsterdam secondo cui: le istituzioni dell'UE possono occuparsi anche di settori che non sono loro riservati nel caso in cui i governi degli stati membri ritengano che una certa materia possa essere + opportunamente tratta a livello comunitario che nazionale.


Le istituzioni dell'Unione

L'Ue è caratterizzata da un sistema istituzionale originale che la distingue dalle organizzazioni internazionali classiche. Gli stati membri infatti hanno operato una parziale delega di sovranità a favore degli organi comunitari. I governi dei singoli stati rimangono tuttavia gli arbitri principali delle decisioni da prendere.

Le istituzioni dell'UE sono:

Il consiglio dell'Ue: si tratta di un organo decisionale dell'UE con sede a Bruxelles. Esso riunisce i ministri dei 15 paesi che variano a seconda dei problemi iscritti all'ordine del giorno. Esso è un organo non permanente che si riunisce secondo le necessità: la sua composizione non è stabile in quanto partecipano coloro che in quel momento sono ministri nei diversi stati membri. La presidenza del consiglio è esercitata a rotazione per un periodo di sei mesi dai capi di governo dei paesi membri dell'UE. Il presidente organizza e presiede le riunioni ed elabora soluzioni dei problemi sottoposti all'esame. Il consiglio dell'UE esercita il potere legislativo in quanto ha sovente l'ultima parola sull'approvazione delle norme comunitarie ma è in parte condiviso con il parlamento europeo. Inoltre redige il bilancio dell'UE che è sottoposto al controllo del parlamento e adotto gli accordi internazionali negoziati preliminarmente dalla commissione. Le decisioni vengo prese a maggioranza o mediante unanimità: quando è necessaria l'unanimità i singoli paesi dispongono di un potere di veto. I singoli stati dispongono di un numero di voti proporzionale alle proprie dimensioni.

Il parlamento europeo: è eletto a suffragio universale ogni 5anni dai cittadini dell'UE (ogni stato adotta il suo sistema elettorale ma in genere viene utilizzato quello proporzionale). Esso ha sede a Strasburgo ed è formato da 626 deputati ripartiti tra i diversi stati a seconda della popolazione. La presidenza è affidata a un membro del parlamento eletto dagli altri parlamentari e il presidente rimane in carica per due anni e mezzo. All'interno del parlamento i deputati sono suddivisi per gruppi parlamentari a seconda delle diverse correnti politiche. Sinistra: comunisti 42, socialisti 180, verdi e regionalisti 48, europa delle democrazie e delle differenze 16. Destra: liberali democratici e riformatori 50, l'unione per l'europa delle nazioni 30, europopolari 233, il blocco dei non iscritti 27. Il parlamento è nato con funzioni essenzialmente di tipo consultivo ma con il tempo e i vari trattati si è rafforzata la sua posizione nell'ambito dell'unione. Poteri:

Legislativo, condiviso con il consiglio dei ministri. Il trattato di Maastrich e di Amsterdam hanno rafforzato il suo ruolo legislativo aumentando le materie in cui spetta al parlamento la decisione finale su un testo normativo rispetto al consiglio dei ministri (sistema di codecisione);

Potere deliberativo sul bilancio approvato dal consiglio;

Potere di controllo sull'attività della commissione che è l'organo esecutivo dell'UE. Il parlamento infatti approva la designazione del presidente della commissione e dispone del potere di revocarla, adottando una mozione di censura a maggioranza dei 2/3. Si pronuncia inoltre sul programma della commissione stessa esprimendo le proprie osservazioni;

Potere di controllo sul buon funzionamento delle politiche comunitarie basato sulle relazioni della corte dei conti.

La commissione europea: è uno degli organi chiave del sistema istituzionale dell'UE, in quanto elabora le proposte che il consiglio deve discutere, esegue quanto deliberato dal consiglio e dirige gli apparati amministrativi dell'unione; esercita quindi la funzione esecutiva. L'istituzione però si differenzia da un governo effettivo in quanto è priva di reale potere politico che spetta invece al consiglio, o ai governi degli stati membri. Essa è un organismo permanente composto dal 95 da 20commissionari nominati per 5anni dagli stati membri dopo l'elezione del parlamento, che ha sede a Bruxelles. La commissione è soggetta al duplice voto di investitura del parlamento: secondo il trattato di Amsterdam il presidente deve essere designato sia di comune accordo dai governi degli stati membri, e approvata tale nomina dal parlamento. A loro volta i governi degli stati membri dopo aver consultato il presidente designato, nominano gli altri membri che successivamente sono sottoposti collettivamente a voto di approvazione da parte del parlamento. Ogni commissionario si occupano di un settore di attività, come avviene per i singoli ministri nei governi nazionali: il parlamento può in qualsiasi momento revocare la commissione votando una mozione di censura. La commissione esercita:

Il potere di iniziativa rispetto al consiglio dei ministri: prepara le proposte di regolamento o di direttiva da sottoporre alla deliberazione del consiglio;

L'esecuzione delle decisioni del consiglio assicurandosi che siano rispettate dagli stati membri le norme del trattato e dei regolamenti; può anche denunciare gli altri stati alla corte di giustizia;

Il controllo dell'osservanza della corretta applicazione del diritto comunitario;

La direzione degli apparati amministrativi.

La corte di giustizia: ha sede a Lussemburgo, realizza il controllo giurisdizionale  sull'osservanza dei trattati e degli atti normativi dell'Unione. E' chiamata quindi a risolvere le controversie che sorgono tra gli stati membri o tra soggetti privati in merito all'applicazione del diritto comunitario. La commissione inoltre può rivolgersi ad essa se ritiene che uno stato membro non rispetti gli obblighi comunitari. E' formata da 15 giudici assistiti da 9 avvocati generali, nominati di concerto dagli stati membri per un mandato rinnovabile di 6anni. Inoltre è stato istituito dall'89 anche il tribunale di primo grado, composto da 15giudici competente per l'esame dei ricorsi contro la comunità presentati da persone fisiche o giuridiche e delle controversie tra la comunità e i suoi funzionari e agenti.


Gli atti normativi e la procedura legislativa

Le fonti del diritto comunitario sono rappresentate dalle norme giuridiche prodotte dall'unione europea e sono:

Trattati e atti assimilati che formano il diritto originario;

Atti adottati dalle istituzioni che costituiscono il diritto comunitario derivato;

Accordi esterni, cioè accordi tra l'unione e paesi terzi;

La giurisprudenza.


Gli atti normativi derivati

Comprende atti che possono essere obbligatori, come i regolamenti, le direttive e le decisioni e non obbligatori come le raccomandazioni e le comunicazioni.

I regolamenti: sono atti normativi che riguardano tutti gli stati e sono direttamente applicabili in tutti gli stati membri; essi fissano un obiettivo da raggiungere e il modo in cui raggiungerlo. Essi sono obbligatori per tutti i cittadini dell'unione, e nel caso in cui un regolamento introduca una disciplina diversa da quella di una norma del diritto nazionale, la corte costituzionale ha stabilito la sentenza che nelle materie riservate alla sfera di competenza della comunità il giudice ordinario ha il potere-dovere di disapplicare le leggi nazionali e di applicare quelle comunitarie: ciò significa che le norme comunitarie prevalgono su quelle nazionali.

Le direttive: obbligano solo il destinatario a cui sono rivolte e fissano unicamente l'obiettivo da raggiungere. Ciascun stato è tuttavia obbligato ad attuare la direttiva per cui deve emanare atti normativi interni che si adeguino a quanto da essa disposto: se esso non lo fa può essere condannato dalla corte di giustizia. Per risolvere il problema di un rapido recepimento delle direttive l'italia ha introdotto con una legge uno strumento per rendere + efficiente l'attività di attuazione delle direttive: la legge comunitaria, che deve essere presentata dal governo al parlamento entro il 31 marzo di ogni anno e riunisce tutti i provvedimenti necessari per adeguare annualmente la normativa interna a quella comunitaria.

Le decisioni: sono atti normativi obbligatori in tutti i loro elementi per coloro a cui sono destinati e riguardano argomenti precisi. Sono atti di portata individuale e sono strumenti di esecuzione amministrativa del diritto comunitario.


Atti non obbligatori: sono atti in parte previsti da trattati, e in parte nati dalla pratica istituzionale che non sono obbligatori. Tuttavia se l'intenzione degli autori era di dare origine ad un impegno reciproco allora sono considerati come fonti a tutti gli effetti del diritto comunitario.


Il procedimento legislativo

Può seguire strade diverse a seconda delle materie da trattare ma è sempre previsto l'intervento del parlamento e del consiglio dei ministri che può emendare le proposte e adottarle o rigettarle. Originariamente con il trattato di Roma il parlamento europeo aveva solo un ruolo consultivo mentre la commissione presentava proposte e il consiglio dei ministri decideva: ma i trattati successivi hanno in parte rafforzato il ruolo del parlamento e attualmente si ricorre a 4 procedure legislative principali: la semplice consultazione, la codecisione, e in casi particolari la procedura del parere conforme.


Procedura di consultazione: prevede che il parlamento esprima un proprio parere non vincolante prima che il consiglio adotti una proposta legislativa presentata dalla commissione.


Procedura di cooperazione: il parlamento interviene nel merito delle proposte legislative in quanto i deputati possono studiare e modificare sia la proposta presentata dalla commissione sia la posizione preliminarmente adottata dal consiglio a cui spetta la decisione finale.


Procedura di codecisione: attribuisce al parlamento un potere di veto. Le proposte elaborate dalla commissione e sulle quali il consiglio esprime la propria posizione, possono essere modificate dal parlamento che dopo un procedimento complesso può anche rifiutarne l'adozione.


Procedura del parere conforme: il parlamento può solo approvare o respingere il testo legislativo ma non modificarlo.


Il mercato unico

Il 1 gennaio del 93 si è giunti all'apertura del grande mercato unico europeo: a tal fine occorre creare uno spazio senza frontiere per la circolazione di merci servizi e persone. Gli interventi non riguardano solo l'eliminazione materiale dei controlli sulle persone e sulle merci ma anche l'abolizione di una serie di vincoli legali oltre all'armonizzazione delle diverse legislazioni.

Inoltre è anche importante assicurare uno spazio di sicurezza interna per cui i governi hanno integrato i dispositivi concernenti la libera circolazione con misure volte a garantire la sicurezza pubblica nello spazio comunitario e la protezione delle frontiere esterne.


L'unione monetaria

La prima fase di collaborazione europea in campo monetario si è realizzata nel 79 con l'istituzione del sistema monetario europeo: il suo ruolo centrare era svolto dall'ecu (european currency unit) che rappresentava un'unità di conto composta da un paniere formato dalle monete europee ponderate in base all'importanza economica di ciascuno stato a cui erano rapportate le monete di tutti gli stati membri. L'obiettivo della sme era la creazione di stabilità monetaria in Europa. La tappa finale verso l'unione monetaria è tuttavia il trattato di Maastricht del 93: a tal fine si è stabilita la creazione di una nuova moneta comune destinata ad essere adottata da tutti gli stati dell'unione che hanno aderito al progetto e che sono stati ammessi all'unificazione monetaria in base al rispetto di una serie di parametri economici.

Il 1 gennaio 99 gli undici paesi che formano il primo blocco della prima unione economica e monetaria (Germania, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Finlandia, Svezia, Irlanda) hanno adottato l'euro come nuova moneta che diventa l'unica moneta circolante a partire dal 2002. Da questa data sono trascorsi 2 mesi durante i quali si è avuta la doppia circolazione di euro e monete nazionali.


Le politiche comuni

Politica agricola: si fonda su due obiettivi, di garantire la copertura del fabbisogno alimentare della popolazione e intervenire sugli squilibri produttivi dei diversi stati.

Politica di coesione economico-sociale: negli anni 70 l'aggravarsi dei problemi strutturali dell'economie dei paesi membri spinsero la comunità a reagire con una serie di iniziative tra cui la creazione del fondo regionale Fesr nel 76 e l'intensificazione degli interventi del fondo sociale e l'aumento dei prestiti comunitari. L'Unione europea finanzia quindi progetti elaborati dalle singole regioni purchè rientrino negli obiettivi della politica di coesione, tramite l'utilizzo di fondi strutturali gestititi dalla commissione a ciò destinati.

La politica dell'occupazione: a partire dalla riunione del consiglio europeo del novembre 97 i 15 hanno definito una strategia comune, destinata a rafforzare gli interventi dei singoli stati nella formazione professionale, nell'aiuto alla creazione di imprese e nel miglioramento dei rapporti sociali.


L'ampliamento dell'UE

Nel 97 l'europa dei 15 ha deciso di ampliarsi verso est ma questo ampliamento deve svolgersi a tappe per mettere gli stati candidati nelle condizioni di aderire all'unione e allo stesso tempo di preparare quest'ultima all'ampliamento nelle migliori condizioni possibili. Il trattato di Maastricht prevede che ogni stato europeo può domandare di diventare membri dell'unione. Esso trasmette la sua domanda al consiglio che si pronuncia all'unanimità previa consultazione della commissione a previo parere conforme del parlamento europeo. Le condizioni di ammissione e l'adattamento dei trattati sono l'oggetto di un accordo tra gli stati membri e lo stato che ha presentato l'istanza di adesione. Tale accordo è sottoposto alla ratifica di tutti gli stati contraenti in conformità alle rispettive costituzioni. I principi generali sono:

I nuovi stati membri diventano parte dei trattati istitutivi, vale a dire che le nuove adesioni non possono mutare l'essenza dell'UE né deve essere un'occasione per rinegoziare i trattati;

L'adesione comporta anche l'accettazione del diritto derivato adottato in virtù dei trattati stessi;

L'adesione deve essere progressiva, per cui è necessario un periodo transitorio affinché i nuovi stati si inseriscano nella realtà comunitaria;

L'adesione comporta adattamenti dei trattati istitutivi. Si tratta però di adattamenti tecnici come la composizione degli organi.








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