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I PIANI URBANISTICI - PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

diritto



I PIANI URBANISTICI


piano urbanistico strumento di controllo di indirizzo urbanistico che ha come scopo la determinazione dell'assetto di una porzione di territorio.


esistono due livelli di pianificazione:

1° livello pianificazione di direttive = ha come oggetto grandi porzioni di territorio nazionale e ha lo scopo di fornire direttive generali cui devono ispirarsi i piani di 2°liv . Adottati da regioni, province o enti locale con vasta competenza, valgono per un tempo indeterminato.



2° livello pianificazione di attuazione = di competenza comunale, riguarda gli aggregati urbani e da attuazione ai precedenti.


COERCITIVITA'= tutti i piani impongono regole obbligatorie per i loro destinatari.


La mentalità di tale sistema è piuttosto rigida e lente le ventuali modifiche ai piani di secondo livello. Per questo di recente , legislazioni statali e regionali, conferiscono sempre più potere di deroga agli esecutivi nei confronti delle prescrizioni dei sovraordinati.


PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

ART.5 - 1150/1942

Il più importante piano urb. di direttive, volto all'attuazione di una sistemazione omogenea di vaste aree di territorio e al coordinamento del loro utilizzo. Esso stabilisce la destinazione d'uso delle aree individuate, i vincoli idrogeologici , monumentali ecc., le vie di comunicazione, le estensioni delle opere pubbliche. Le regioni indicano l'estensione del piano , che può anche essere solo una parte del territorio regionale.

- tempo indeterminato

- ammette varianti con stesso procedimento dell'approvazione

- non vincola i privati ma i comuni

- formazione non obbligatoria

- l'approvazione varia da regione a regione;a volte anche con legge regionale

- esiste anche un piano territ. di coord. provinciale


IL PIANO REGOLATORE GENERALE comunale

fissa le direttive generali di sistemazione di un territorio comunale

- obbligatoria l'assunzione per tutti i comuni presenti negli elenchi dei ministeri dei lavori pubblici e delle regioni.

- tutti gli altri hanno la facoltà di attuarlo, altrimenti un programma di fabbricazione.


- localizzazione di opere pubbliche e vie di comunicazione

- zonizzazione divisione in aree omogenee e norme per il loro utilizzo, individuazione zone degradate , storiche, paesistiche o ambientali


CONTENUTO TECNICO:

1) tavola dello stato di fatto del territorio comunale = consistenze edilizie , reti    di comunicazione e loro stato, destinazioni d'uso ecc.

2) progetto di piano regolatore generale = azzonamento e piano di viabilità

3) planimetrie zone omogenee

4) planimetrie particolari

5) norme tecniche di attuazione = indici edificabilità, confini ecc.

6) relazione tecnica illustrativa = scopi e criteri adottati, programmazione interventi.

7) stima sommaria dei costi


FORMAZIONE P.R.G. (1942)

1- ELABORAZIONE SCHEMA DI PIANO eseguito da progettisti incaricati dal comune

2- DELIBERA DI ADOZIONE DEL PIANO approvata dal comune e vista dal coreco

3- PUBBLICAZIONE DEL PIANO ADOTTATO mediante deposito di 30 giorni presso la segreteria comunale durante cui tutti possono consultarlo e presentare osservazioni tese alla modifica, che però possono non essere guardate.

4- DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE intorno alle eventuali osservazioni

5- PRESENTAZIONE DEL PIANO ALL'ORGANO REGIONALE COMPETENTE per l'approvazione

6- APPROVAZIONE DELLA REGIONE che lo approva in parte o per intero

7- PUBBLICAZIONE DEL PIANO NELLA GAZZETTA UFFICIALE e nel bollettino ufficiale della regione e deposito nella segreteria del comune


MISURE DI SALVAGUARDIA

Il comune sospende fino all'approvazione del nuovo piano, ogni decisione riguardo domande di concessione edilizia se in contrasto col piano adottato ma non ancora approvato ;

La regione può sospendere i lavori per le costruzioni iniziate, in contrasto col piano adottato ma non approvato ;


DURATA A TEMPO INDETERMINATO fino a quando non è sostituito da un altro diverso, non ammette delibere di abrogazione

AMMETTE VARIANTI SE SI MODIFICANO LE CONDIZIONI DI SCELTE PRECEDENTI


ZONE BIANCHE = zone di libera edificabilità che non furono disciplinate nei piani regolatori degli anni 50 e 60, bianche nelle planimetrie.


Le disposizioni del piano regolatore sono immediatamente operative per i privati; i piani di attuazione devono attenersi alle dispoaizioni del piano regolatore generale !


IL PIANO REGOLATORE INTERCOMUNALE

Vale per più comuni ma non è ben regolamentato ed è poco usato. E' la regione che decide quale comune lo redigerà, l'estensione e la divisione delle spese.

IL PIANO PARTICOLAREGGIATO DI ESECUZIONE (attuazione)

attua il PRG in modo più dettagliato

non può contenere disposizioni diverse da esso (principio di conformità) e prevede solo varianti implicite

DURA 10 ANNI

è approvato dal comune

impone il vincolo di espropriazione sulle aree e gli immobili destinati ad impianti pubblici

riguarda porzioni limitate del territorio comunale


N.B dopo 10 anni si segue la procedura espropriativa normale, mentre prima non serve la dichiarazione di pubblica utilità


LA PROCEDURA DI ESPROPRIAZIONE

L'espropriazione per pubblica utilità richiede una serie di atti che sono:

1)la domanda di espropriazione daparte del soggetto interessato

2)la dichiarazione di pubblica utilità che viene rilasciata dalla pubblica amministrazione dopo avere valutato la domanda, se ritiene che l'opera sia appunto di utilità pubblica. Questa dichiarazione non è necessaria nel caso in cui il piano particolareggiato metta  vincolo di espropriazione.

3)determinazione dell'indennizzo; la corte costituzionale ha stabilito che l'indennizzo per le aree non edificabili deve corrispondere al valore medio agricolo, mentre per quelle edificabili, deve corrispondere alla media tra il valore venale del bene e il reddito dominicale rivalutato dell'ultimo decennio, ridotto del 40 %. Se il proprietario cede volontariamente l'area, non si applica la riduzione del 40 %. Questo è stato fatto per cercare di evitare ove possibile, il procedimento espropriativo e la nascita di cause (contenzioso).

4)il procedimento si conclude con decreto di espropriazione, cioè il provvedimento amministrativo che determina il trasferimento della proprietà dalla proprietà del privatoa al soggetto espropriante.


La legge prevede anche la retrocessione parziale o totale dell'immobile espropriato, cioè la restituzione dello stesso all'ex proprietario nei casi in cui l'opera di pubblica utilità non venga più eseguita oppure non tutto il fondo espropriato sia stato utilizzato per la realizzazione della stessa.


IL PIANO DI LOTTIZZAZIONE (attuazione)

di iniziativa PRIVATA

All'approvazione del piano da parte del comune segue la STIPULA DI UNA CONVENZIONE DI LOTTIZZAZIONE , un contratto tra comune e privato con cui quest'ultimo si assume l'obbligo di realizzare a proprie spese, le opere di realizzazione primaria e una parte delle secondarie, sul perimetro dell'area da lottizzare.


I PROGRAMMI PLURIENNALI DI ATTUAZIONE

PIANIFICAZIONE TEMPORALE

Per comuni con popolazione maggiore di 10000 abitanti. definiscono i tempi Per la realizzazione di quanto disposto nel piano regolatore generale.

Rimanogono efficaci per periodi dai 3 ai 5 anni. 


GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI

Il piano regolatore individua le aree per gli insediamenti produttivi. Questi piani servono ai comuni per acquisire le relative aree tramite espropri per poi cederle ai privati interessati e incentivare così l'espansione produttiva nel territorio comunale.

EFFICACIA = 10 ANNI




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