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IMPRONTA DEFINITIVA

medicina



IMPRONTA DEFINITIVA


A.   Controllo in bocca del P.I.I.


Viene provato per controllare se causa dolori al paziente e se bascula. In questi casi l'attenta osservazione, diretta o per mezzo di paste indicatrici, mostrerà dove scaricare il P.I.I.

A bocca aperta, stirando moderatamente le guance, le labbra, i frenuli, facendo fuoriuscire moderatamente la lingua in avanti a destra e sinistra, si controlla se il P.I.I. non sia sovraesteso, altrimenti lo si accorcia con una fresa di acciaio per resine, rendendo ancora ben liscio e arrotondato il punto ritoccato.

Poi si controlla se il P.I.I. è stabile: all'apertura e chiusura della bocca il superiore non deve cadere così come non si deve sollevare l'inferiore.

Solo a questo punto si controlla se il P.I.I. ha tenuta alla trazione verticale e al ribaltamento.



Se invece il P.I.I. è stabile, ma non ha tenuta, due possono essere i motivi:


Il bordo non va al di là del "limite d'azione" vale a dire è sottoesteso in qualche zona o anche lungo tutto il suo percorso.

Il bordo è esteso in maniera corretta, ma non chiude in qualche zona a causa di un sottosquadro


In questi casi si deve individuare la "falla" realizzando nella zona  incriminata il cosiddetto "bordaggio". Se si è bordato con esattezza la zona fallosa si otterrà, con questo bordaggio parziale, la tenuta desiderata. A volte però si deve arrivare al bordaggio totale.


B.    Bordaggio


Va compiuto a settori. Le zone che più frequentemente necessitano di bordaggio sono: nel superiore la zona del recesso vestibolare (zona tuber), nell'inferiore la zona sublinguale e poi la milojoidea.


Tecnica del bordaggio

Tra i vari materiali, quella più usata è la pasta termoplastica in bastoncini (la Kerr grigia rammollisce a soli 55°C), che ha il vantaggio di diventare, una volta indurita, indeformabile.

Sono indispensabili la torcia ad alcool di Harnau o torce a gas e una pentola termostatica che mantenga l'acqua ad una temperatura costante di 60°C.


si scalda il bastoncino di pasta alla fiamma e si depone la quantità voluta nella zona da bordare.

con la torcia di Hanau si scalda la pasta deposta sul cucchiaio.

si immerge rapidamente il cucchiaio nella pentola.

lo si introduce in bocca.


Modalità del bordaggio

Superiore: prima si realizza il bordaggio di fianco a un tuber e poi all'altro. Nel bordare questa zona è bene sempre far eseguire i massimi movimenti di lateralità alla mandibola finché la pasta Keer è ancora molle.Una protesi con bordo troppo spesso in corrispondenza dei tuber potrebbe essere dislocata proprio dal processo coronide dei movimenti di lateralità.

Inferiore: se non c'è tenuta di borda per prima la zona sublinguale. Controllare prima con lo specchietto l'entità dello spazio tra bordo protesico e pavimento. Badare che con il bordaggio non vengano coperte le caruncole, bordare le zone milojoidee ed eventualmente anche attorno ai tritoni. Se è necessario bordare il lato vestibolare.

Durante il bordaggio superiore e inferiore è bene adattare con il dito indice la pasta ancora morbida contro la mucosa e poi fare tutti i movimenti, attivi e passivi, della mandibola, delle guance e delle labbra. Per il sublinguale è necessario far tirare fuori la lingua in avanti, a destra e sinistra. Durante queste manovre il P.I.I. deve essere tenuto ben fermo nella bocca.

Se, ad ogni fase, il bordaggio non è soddisfacente si ripetono le fasi di riscaldamento della pasta in quella zona, si tempera e si va in bocca.


Rifinitura

Con un coltellino a lama molto tagliente e con dei raschietti, si toglie tutto l'eccesso di pasta all'esterno e all'interno del P.I.I., per evitare che il bordo dell'impronta venga troppo spesso.



C.  Ribasatura del P.I.I.


E' l'ultima fase dell'impronta definitiva (particolarmente usata è una pasta a base di polisolfuri chiamata Permlastic).

Pratichiamo alcuni fori di scarico nel P.I.I. superiore non solo nella zona palatina ma anche due nella flangia vestibolare per non avere uno spostamento in avanti del cucchiaio a causa dello spessore del materiale da impronta.



E' sufficiente un sottile strato di materiale, distribuito uniformemente  sia all'interno sia sui bordi sia, per qualche millimetro, sulle facce vestibolari e linguali




Superiore


se il paziente soffre di vomito spruzzare il palato con spray anestetico.

asciugare rapidamente la mucosa con una garza e con l'aspiratore.

introdurre il P.I.I. in bocca e assestarlo bene (senza un'eccessiva pressione).

eseguire movimenti passivi (trimming) e attivi (invitare il paziente a stirare verso il basso labbro e guance ed a succhiare l'indice che tiene fermo il P.I.I., quindi a stirare la rima labiale indietro e in alto come nel riso).

lasciare indurire bene (4-5 minuti).

togliere il P.I.I. senza trazione sul manico, ma scostando le labbra e introducendo gli indici nei fornici.

si noti che deve esserci una buonissima tenuta alla trazione verticale e al ribaltamento.


Inferiore


1, 2, e 3, come sopra.

tenendo il P.I.I. ben fermo con il medio e l'indice della mano destra sugli appoggi, eseguire il trimming con la mano sinistra; quindi mettere l'indice sinistro trasversalmente sugli appoggi e ripetere il trimming con la mano destra. Si possono anche pizzicare le due guance tra il pollice e il medio della mano destra. Con gli indici sugli appoggi far fuoriuscire la lingua in avanti, a destra e a sinistra.

5, 6, e 7, come sopra.


D.   Controllo dell'impronta definitiva


Sondare con uno specillo se vi sono delle bolle sotto il Permlastic e se questo non è staccato dal P.I.I.

Se vediamo trasparire il P.I.I. attraverso il Permlastic, scaricare in quel punto, quindi togliere il Permlastic e rifare l'impronta.

L'unica zona in cui possiamo tollerare che il P.I.I. traspaia moderatamente è il rilievo del post-dam.

Se per contro esse è completamente scomparso, basta segnare con una matita copiativa la linea del post-dam sul Permlastic.

Questa linea resta stampata sul modello definitivo e si potrà ancora leggermente scavare su di esso un solco.




BOXAGGIO E COLATURA DELL' IMPRONTA DEFINITIVA


L'impronta definitiva deve essere colata in gesso duro in  modo da ottenere un modello estremamente preciso sul quale verrà polimerizzata la resina della protesi definitiva.

Perché un modello rispetti fedelmente l'impronta occorre che esso la riproduca il meglio possibile nella parte interna e nei bordi. Di questi in particolare modo deve riprodurre non solo la faccia interna e la sommità, ma anche alcuni millimetri della faccia vestibolare e, per l'inferiore, anche linguale. La riproduzione sul modello di queste ultime facce ha molta importanza per la ritenzione della futura protesi. Esistono diversi materiali per realizzare il "box": cera, arginato,succo al silicone, ecc.

Noi usiamo un impasto di gesso tenero e pomice che viene disteso su una piastra di vetro ed in esso viene immersa l'impronta lasciando però che emergano 3-4 mm di bordo vestibolare e linguale.







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