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Dante Alighieri - AVVENIMENTI DETTAGLIATI, Vita, Opere

letteratura







Vita


Dante nasce nel maggio-giugno del 1265 a Firenze, in una famiglia di piccola nobiltà che poteva vantare del possesso di diversi terreni e case e rimane orfano di madre molto presto.

Tra gli antenati di Dante, egli stesso cita un trisavo (di tre generazioni precedenti) di nome Cacciaguida, morto in Terrasanta.

Nel 1285 sposa Gemma Donati, parente alla lontana di Cosimo Donati (punto di riferimento dello schieramento dei guelfi NERI), mentre nel 1289 combatte a Compaladino tra i feditori a cavallo contro gli aretini e i ghibellini di Toscana.

Nei primi anni Ottanta si dedica all'arte di "dire parole in rima", grazie alla conoscenza di Guido Cavalcanti, con cui comincia una corrispondenza in rima e di Brunetto Latini conosciuto probabilmente nell'Università di Bologna dove Dante ha studiato.



Nella seconda metà degli anni Ottanta, Dante si dedica alla celebrazione e all'amore in versi per una donna da lui chiamata Beatrice; gli anni che seguono la sua morte, avvenuta nel 1290, sono di grande importanza nell'itinerario del poeta.

Tra il 1293 il 1295 Dante scrive la Vita Nuova, opera nella quale viene lodata Beatrice, e successivamente accantona i suoi studi di diritto e politica per cimentarsi nello studio della filosofia e della teologia, che lo portano ad intensificare i rapporti con i francescani e i domenicani.

Dante, però, non abbandona il suo senso della militanza politica e, dopo essersi iscritto alla Corporazione dei medici e degli speziali (pur non essendo nessuno dei due), nel 1301 assume il ruolo di capo dell'ambasceria che Firenze manda al papa Bonifacio VIII che stava perseguendo una politica lesiva all'autonomia del Comune, idee condivise dai Guelfi Bianchi, fazione alla quale apparteneva anche l'amico di Dante, Guido Cavalcanti.


AVVENIMENTI DETTAGLIATI

ANNO

AVVENIMENTI


Dante nasce a Firenze da Alaghiero da Alaghieri e da Bella

1283 ca.

Frequentazione con Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia, Brunetto Latini. Comincia a comporre liriche che poi sono inserite nella Vita Nuova


Probabile soggiorno a Bologna


Partecipa alla battaglia di Campaldino, nella quale i guelfi combattono contro i ghibellini e gli aretini


Muore Bice di Folco Portinari, la donna lodata nella Vita Nuova come Beatrice


Compone la Vita Nuova, nella quale accoglie parte delle liriche composte


Si dedica agli studi teologici e filosofici


Sposa Gemma di Manetto Donati, da cui ha quattro figli. S'intensifica la sua partecipazione alla vita politica.


Fa parte del Consiglio dei Cento e, dopo, del Consiglio del Podestà


Viene eletto priore, dopo lo scontro armato tra Neri e Bianchi del 24 giugno i priori deliberano di esiliare otto esponenti rappresentativi 232h77c di ciascuna fazione. Il cardinale Matteo D'Acquasparta, che ha chiesto alla città i poteri che i priori non hanno concesso, lascia la città interdicendola.

Nel novembre viene inviata un'ambasceria a Bonifacio VIII per chiedere il rinvio del provvedimento: Dante fa parte di quest'ambasciata


Si batte notevolmente per la difesa delle libertà comunali minacciate dal papato. Il 1 Novembre, la fazione dei Guelfi Neri, sostenuti dal Papa, entra a Firenze e i Guelfi Bianchi non possono fare altro che soccombere. Le cariche, che fino a poco tempo prima erano affidate ai Guelfi Bianchi, vengono affidate ai Guelfi Neri.

Il nuovo priore avvia un'inchiesta contro i priori dell'ultimo biennio


Dante non si trova a Firenze, ma è citato in giudizio con le accuse generiche e senza prove di: baratteria, concussione (l'iniziativa di corruzione parte dall'ufficiale, quindi avviene un abuso di potere) estorsione e opposizione sediziosa alla politica del Papa (di cui Dante si vanta), che molto probabilmente erano frutto della brama di vendetta politica.

Poiché non si presenta, viene condannato ad una multa di cinquemila fiorini da pagare entro tre giorni, a due anni di confino e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Poiché non paga la multa, il 10 marzo viene condannato alla confisca dei beni e ad essere bruciato vivo e la stessa sorte toccherà ai figli (al compimento della maggiore età), che invece scappano prima e raggiungono il padre.



Alcuni Guelfi Bianchi esiliati tentano di ritornare in patria: Dante partecipa a qualche insurrezione ma poi decide di lasciare i compagni e trova ospitalità a Verona presso Bartolomeo della Scala


Trova asilo a Treviso, Padova e Venezia, senza problemi, in quanto era una persona ospitata con molto piacere e con molta stima. In questi anni lavora al Convivio, al De Vulgari Eloquentia e all'Inferno (1304-1309)


Viene eletto imperatore Arrigo VII di Lussemburgo


Termina l'Inferno


Indirizza un'epistola ai Signori e i Comuni


Indirizza un'epistola agli "scelleratissimi fiorentini di dentro" e una all'imperatore


Porta probabilmente a compimento il Purgatorio


Torna a Verona presso Cangrande della Scala. Viene pubblicato il Purgatorio.


Indirizzata un'epistola ai cardinali, e li esorta a ripristinare la sede della Chiesa a Roma e mettere fine alla "Cattività Avignonese


Rifiuta l'amnistia che viene offerta agli esiliati. Si riconferma quindi la sua condanna e a questo punto i figli lo raggiungono a Verona


Ospite da Guido Novello a Ravenna porta a termine il Paradiso


Fa parte di un'ambasciata, ma durante il viaggio si ammala e muore a Ravenna. Viene seppellito con grandi onori e gli viene dedicato addirittura un tempietto.

DOPO LA SUA MORTE

Viene pubblicato il Paradiso, per opera dei suoi figli che recuperano il testo e lo fanno pubblicare.




Opere


Dante comincia la sua carriera con la poesia, sperimentando tutte le forme possibili (CORTESE, STILNOVISTA, COMICO-REALISTA, TROBAR CLUS, POESIA POLITICA, POESIA DOTTRINALE). Alcune vanno a far parte della Vita Nuova, mentre le altre sono definite RIME EXTRAVAGANTI.

In ordine cronologico Dante scrive:

- LA VITA NUOVA

- RIME EXTRAVAGANTI

- CONVIVIO E DE VULGARI ELOQUENTIA

- COMEDIA

Contemporaneamente scrive LE EPISTOLE, ed esistono due opere in dubbio: LA MONARCHIA e IL FIORE.



EPISTOLE

Le epistole, sono epistole d'accompagnamento scritte in latino perché sono epistole apparentemente private, ma sono destinate ad essere pubblicate.

Di Dante ci sono pervenute solo 13 epistole, ma si suppone che ce ne siano altre.

Le più importanti che ricordiamo sono

-la V: alla venuta d'Arrigo VII del Lussemburgo, Dante esalta la sua missione di giustizia e annuncia la pace prossima.

-la VI: è diretta dall'exul immertus agli scelleratissimi fiorentini. Dante si dichiara un'exul immeritus, flonretinus natione non moribus (esule ingiustamente, fiorentino per nascita ma non per costume di vita: Dante non si sente fiorentino se non per nascita)

-la VII: si esorta l'imperatore ad agire con più determinazione

-la XII: indirizzata all'amico dove si rifiuta di tornare in patria perché questo lo porterebbe ad un'umiliante confessione delle proprie colpe.

-la XIII: indirizzata a Canagrande della Scala, nella quale vengono fornite spiegazioni e indicazioni di lettura per la Commedia.




"CHI UDISSE TOSSIR LA MALFATATA"

La "tenzone", molto praticata al tempo di Dante, era uno scambio di sonetti in cui due o più poeti riprendevano lo stesso tema rispondendosi a vicenda.

Questa tenzone venne scritta tra il 1293 e il 1296, diretta a Foreste Donati.


FORESTE DONATI: appartenente alla famiglia avversaria di Dante (guelfi bianchi). Foreste non faceva parte della guerra politica, quindi la tenzone con Dante è puramente in tono ironico. Dante lo incontra nel Purgatorio (CANTO XXIII).





VITA NUOVA

Alcune delle poesie di Dante sono raggruppate nella Vita Nuova, opera scritta nel 1293, prima dell'esilio di Dante e terminata nel 1295.

La Vita Nuova è composta da varie poesie composte da Dante e i relativi commenti in prosa seguendo lo schema seguente: rime-prosa; RIME-PROSA; .

L'opera è scritta rigorosamente in volgare e adotta lo stilnovo: parole e suoni dolci e linguaggio molto semplice e raffinato.

Il tema principale della Vita Nuova è l'interpretazione allegorica della donna, in questo caso Beatrice, la quale rinnova spiritualmente la vita di Dante.

La Vita Nuova è dedicata completamente all'incontro con Beatrice quando essi avevano circa nove anni, al ritrovo tra i due a 18 anni e agli eventi che caratterizzano la vita di Dante dopo la morte di Beatrice.


FIGURA DI BEATRICE: non si sa come si chiamasse veramente, ma si suppone che storicamente fosse una certa Bice figlia di Folco Portinari. È probabile che Dante abbia utilizzato il nome Beatrice in quanto lei dava la beatitudine a coloro che la osservavano.
Nella Vita Nuova è protagonista, ma effettivamente appare solo in due momenti: al loro incontro quando avevano nove anni e a 18 anni. La sua morte non viene citata, ma Dante descrive ciò che accade dopo la sua morte.
La Beatrice che canta Dante è una descrizione allegorica, simbolica e non uscita più sentimenti positivi solo nei confronti del poeta, ma nei confronti di TUTTI.


FIGURA DI DONNA GENTILE: Donna Gentile è la donna che Dante incontra dopo la morte di Beatrice. Essa è premurosa ed è in sé una figura positiva. Beatrice però appare in sogno Dante è lo fa sentire in colpa per averla tradita, benché effettivamente con Donna Gentile non fosse successo niente.



RIME EXTRAVAGANTI

A Dante sono attribuite anche altre opere di cui non si sa con certezza l'autentica appartenenza. Queste rime, proprio perché non sono ordinate in una raccolta sistematica vengono chiamate "extravaganti", cioè non ordinate.




CONVIVIO

Il Convivio è un trattato scritto tra 1304 e il 1306, e fu lasciato incompleto per cominciare la Commedia (Divina Commedia).

Fu scritto in volgare e fu il primo caso in cui un trattato, che generalmente veniva redatto in latino, poiché era un'opera dotta, veniva scritto in VOLGARE scritto, che nel Medioevo era destinato solamente alle opere d'intrattenimento.

Dante scrisse il Convivio per dimostrare che lui fosse un uomo acculturato e per riabilitare la propria reputazione.

In principio il Convivio doveva contenere 14 trattati, ma Dante ne portò a termine solo 4.


I TRATTATO: è una sorta d'introduzione, e qui si spiega il motivo per cui Dante ha scritto il volgare, perché desiderava che tutti avessero accesso alla lettura del trattato. (volgare = lingua che tutte le donnette parlano).


STRUTTURA ARGOMENTATIVA:

1) Affermazione generale: la scienza è la meta ultima della nostra anima, quindi il desiderio di sapere è naturalmente insito in tutti gli uomini.

2) Ostacoli al raggiungimento di questa meta

-Dentro l'uomo: difetti fisici (sono scusabili)

Difetti spirituali (non sono scusabili)

-Fuori dall'uomo: incombenze familiari, necessità (sono scusabili)

Scuse come "è troppo lontano" (non sono scusabili)


3) Dante distingue i colti, che sono coloro che siedono alla tavola misericordiosa, e gli ignoranti che mangiano in un porcile.


4) Dante vorrebbe che ci fosse una via di mezzo, e lui stesso si dichiara un colto che siede alla tavola degli angeli, e con le briciole nutre coloro che aspirano a sedersi con loro. Egli ha quindi un ruolo di DIVULGATORE, di diffusore.


II - III TRATTATO: qui Dante prende alcune suo opere e le reinterpreta in chiave allegorica. Beatrice: nella vita nuova incarna la fede e la teologia

Donna gentile: nella vita nuova incarna la filosofia, che è una scienza "ancella" della religione.


IV TRATTATO: si discute la vera nobiltà (di sangue o di costume?) e la giustizia in chiave politica.





DE VULGARI ELOQUENTIA

Negli stessi anni del Convivio Dante scrisse il De Vulgari Eloquentia. Mentre il Convivio venne scritto in volgare, il De Vulgari Eloquentia venne scritto in latino, in quanto è un'opera che tratta la letteratura, la lingua, la poesia e quindi si rivolge ai dotti.


De Vulgari Eloquentia significa "sull'arte di scrivere in volgare", è cominciato nel 1305 e non fu mai terminato.


Esso ci permette di conoscere qualcosa in più sulla lingua del Medioevo, e si scopre che si pensava che il latino fosse una lingua scritta a tavolino, mentre la lingua "naturale" fosse il volgare.

Il fatto che esistessero tanti volgari, si giustifica con una spiegazione data dalle Autoritas (soprattutto la Bibbia, con la citazione della torre di babele).

Con il De Vulgari Eloquentia, Dante classifica tre ceppi linguistici:

-CEPPO GERMANICO

-LINGUA GRECA

-LINGUA LATINA: lingua d'oc, d'Oil e il Sil (italiano)

La seconda ragione per cui viene scritto il De Vulgari Eloquentia è per sottolineare che l'Italia era l'unico paese dove non esisteva una lingua unica, e Dante identifica 14 lingue diverse (l'Italiano nasce come lingua scritta, mentre l'Italiano orale non esisteva). L'Italiano nasce poi dopo l'unificazione d'Italia, grazie a tre fattori:

-SERVIZIO MILITARE, che durava fino ai 10 anni

-SCUOLA PUBBLICA

-dal 1950 in poi LA TELEVISIONE (scuola in TV)

Dante è stato il primo a capire che se non c'è uno Stato, non può esistere una lingua e da qui nasce il paragone dell'italiano con la pantera: se ne sente il profumo ma non si trova mai. Per Dante, in ogni caso, l'Italiano perfetto sarebbe stato il fiorentino.

Dante poi passa ad analizzare gli argomenti in cui è permesso trattare in volgare, proprio perché per lui anche il volgare è una lingua.

- COMEDIA: inizia con un conflitto iniziale, solitamente un impedimento amoroso, che viene risolto comicamente.

Per la semplicità e la comicità della situazione, i personaggi fanno parte del popolo.

LINGUAGGIO DISMESSO E UMILE.

- TRAGEDIA: inizia con una situazione di benessere, poi subentra un conflitto, grave da portare alla morte di uno dei personaggi.

Per l'importanza della situazione, i personaggi sono nobili, re, regine, semidei, eroi.

LINGUAGGIO ALTO E SUBLIME.





MONARCHIA

La Monarchia è un trattato scritto in latino dove Dante descriveva la situazione politica.





















COMEDIA

Innanzi tutto Dante scrive un'epistola (XIII) per spiegare la Comedia (Divina Commedia), e per descriverla come un poema da diversi significati e diversi stili.

Dante decide di scrivere la Comedia utilizzando diversi registri linguistici, e adatta il linguaggio a seconda delle cantiche, delle situazioni e delle persone che incontra.

INFERNO: è la cantica più varia, perché il linguaggio dipende dalle persone e dalle situazioni cui Dante va incontro. Quando Dante incontra Ulisse usa un linguaggio più alto, mentre quando descrive l'Inferno usa un registro basso, usa termini volgari e parolacce.

PURGATORIO: ha uno stile meno alto del Paradiso

PARADISO: ha uno stile alto e sublime


È strutturata in tre cantiche, e ogni cantica è divisa in trentatré canti più un canto che funge da PROEMIO per tutta l'opera inserita nell'Inferno.

La Comedia è un poema scritto in terzine di endecasillabi a rima incatenata.

La ricorrenza del numero tre e dei suoi multipli nella Comedia è una particolarità fondamentale: il tre simboleggia la trinità del padre, del figlio e dello spirito santo, concetto fortemente cristiano.

Il titolo del poema è stato modificato in "Divina Commedia" quando fu stampato per la prima volta: Divina perché è riferita ad un percorso divino (di Dio), e Commedia per perdere riprendere il concetto di commedia.

Della Comedia abbiamo più di 600 manoscritti, e ciò fa comprendere che ebbe un enorme e immediato successo, dovuto all'adozione di Dante di vari stili che la rendevano accessibile a tutti. In poco tempo, infatti, tutti la recitavano a memoria, tanto che anche Giovanni Boccaccio teneva pubbliche letture alla gente sulla Comedia.

Il problema principale che caratterizza la Comedia è che tra tutti i 600 e più manoscritti non n'esiste uno autenticamente scritto da Dante, e quindi i filologi hanno dovuto stabilire dei criteri per analizzare tutti i manoscritti:

L'ANTICHITA'

Dividendo tutti i manoscritti in una sorta di albero genealogico, è ovvio che il manoscritto più antico è quello più attendibile

La COPIATURA

Copiando da un originale, si tende a dimenticarsi parole o addirittura frasi.

È ovvio che il manoscritto con meno errori e con meno dimenticanze è quello più attendibile.

Copiando da un originale, si tende a banalizzare, ad usare un termine più semplice al posto di uno più difficile. È ovvio che il manoscritto che presenta termini più complessi è quello più attendibile.



Il contenuto della Comedia è un viaggio che comincia all'Inferno e termina in Paradiso, dura tre settimane (simbologia del numero tre), e nonostante Dante avesse scritto la Comedia durante l'esilio, la ambienta nella Pasqua del 1300.

La scelta di effettuare il viaggio in tre giorni permette a Dante di descrivere tre situazioni diverse:

-Il viaggio nell'Inferno si svolge di notte, e ciò simboleggia la mancanza di luce divina

-Il viaggio in Purgatorio si svolge alle prime luci del mattino, e ciò simboleggia una luce divina fioca, di perdono

-Il viaggio nel Paradiso si svolge nel pieno giorno, e ciò simboleggia la totalità di luce divina, la presenza di Dio.

La Comedia si può definire un ITINETARIUM MENTIS IN DEUM: ovvero n viaggio nella mente in Dio.



Egli inizia la Divina Commedia con una scena dove lui è in una selva oscura, e questa simboleggia il peccato: Dante, infatti, pensa che abbia peccato, dal momento che si era allontanato dalla fede per seguire il filo imperiale. L'apparizione di Beatrice in sogno a Dante n'è la prova.

Nella selva Dante incontra Virgilio, che lo accompagnerà attraverso l'Inferno e il Purgatorio, ma uno volta arrivati alle porte del Paradiso, Virgilio dovrà abbandonare il suo compito per lasciarlo a Beatrice.

- VIRGILIO: non ha accesso al Paradiso perché non è cristiano, e rappresenta la guida della ragione. Questo rappresenta che la ragione non può spiegare tutto, e non può competere di fronte alla fede.

- BEATRICE: è la guida della fede. Quest'ultima, infatti, è la sola che può condurre da Dio.



I REGNI


PARADISO: regno eterno, le anime vi soggiornano eternamente

PURGATORIO: regno transitorio, le anime vi soggiornano in modo transitorio

INFERNO: regno eterno, le anime vi soggiornano eternamente

INFERNO


Dante si perde nella selva e viene soccorso da Virgilio. Insieme varcano la soglia dell'Inferno.

L'Inferno si presenta come un cono rovesciato all'interno della Terra precisamente sotto la città di Gerusalemme. Questa sua forma tipica permette che agli antipodi sorga la montagna del Purgatorio.




PURGATORIO




INFERNO


Città di Gerusalemme




Esso si divide in teoria in due parti, anche se in realtà per ricondursi alla simbologia del numero tre, si divide in tre parti: LIMBO, ALTO INFERNO e BASSO INFERNO, precedute da un girone particolare, l'ANTINFERNO.


IL VIAGGIO


AMNTINFERNO: l'antinferno è lo spazio riservato al girone degli ignavi, vale a dire coloro che nella vita non hanno mai scelto tra il male, e il bene. Sono gli opportunisti e i vili che si sono sempre schierati con chi vinceva. Essi si collocano in questa postazione perché sono rifiutati sia dal Purgatorio sia dall'Inferno stesso.


Dopo l'Antinferno Dante e Virgilio attraversano il fiume Acheronte, traghettati da Caronte, un personaggio che Dante prende dall'Eneide, mezzo uomo, mezzo mostro.



Dopo aver attraversato l'Acheronte entrano definitivamente nell'Inferno, dove vengono accolti da Minosse.

MINOSSE: in realtà Minosse era il re di Creta, ma Dante lo identifica come un mostro con una lunga coda che attorcigliava su di se tante volte quante l'anima accolta doveva scendere. Ad esempio al primo giro di coda corrisponde il primo girone, al secondo giro di coda, corrisponde il secondo girone, eccetera.



Dante e Virgilio sono nel CERCHIO I, ovvero il LIMBO.

LIMBO: zona dove ci sono le anime che soggettivamente non hanno colpa, cioè gli infedeli e i bambini non battezzati

Gli infedeli sono coloro che sono vissuti prima della venuta di Cristo, mentre i bambini non battezzati sono i bambini che non hanno avuto l'opportunità di essere battezzati. Essi sono collocati in un cerchio particolare, perché il peccato commesso non è dovuto alla volontà delle anime che lo popolano, ma a cause esterne.

In teoria non dovrebbero scontare nessuna pena, tuttavia essi subiscono una pena intrinseca: la mancata conoscenza della fede, che in se può essere considerata una punizione.



Dal II al V CERCHIO, Dante e Virgilio si trovano in quello che è chiamato l'alto Inferno, dove risiedono le anime che hanno peccato d'incontinenza.

Peccati d'incontinenza: legati all'eccesso, al mancato controllo della ragione. Non si prevede la volontà di fare del male.


Le anime che popolano l'alto Inferno sono in ordine:

i lussuriosi: hanno eccesso nell'amore

i golosi: hanno eccesso nel cibo

gli avari: hanno eccesso nel risparmio  - i prodighi: hanno eccesso nello sperpero

gli iracondi: hanno eccesso nell'ira   - gli accidiosi: hanno eccesso nell'ira trattenuta


Dopo aver attraversato l'alto Inferno Dante attraversa la CITTA' DI DITE (la città dei diavoli) e si ritrova nel VII CERCHIO, quello degli eretici, ovvero gli atei e coloro che credono in un'altra religione.



Dal VII al IX CERCHIO Dante e Virgilio si ritrovano in quello che viene definito Basso Inferno, e anch'esso si divide in due parti a seconda dei peccati commessi.


Il VII CERCHIO comprende i peccati di violenza, e comprende tre gironi:

I girone: violenti contro gli altri e le cose altrui

II girone: violenti contro se stessi e le proprie cose

III girone: violenti contro Dio, la Natura e il lavoro


L'VIII e il IX CERCHIO comprendono i peccati di malizia, ovvero i peccati legati alla volontà di fare del male, ma tra i due cerchi c'è una differenza sostanziale.

L'VIII CERCHIO comprende i fraudolenti, cioè coloro che compiono peccato premeditatamente, ma nei confronti di COLORO CON CUI NON C'E' NESSUN LEGAME AFFETTIVO.

Il IX CERCHIO comprende i traditori, cioè coloro che compiono peccato nei confronti di COLORO CON CUI C'E' UN LEGAME AFFETTIVO, quindi:

contro i parenti

contro la patria

contro l'ospite (colui che ospita)

contro il benefattore (colui che si mette in gioco)



Dopo aver sorpassato anche il basso Inferno, Dante e Virgilio si trovano nella Burella, dove

risiede LUCIFERO, il mostro con tre teste, e ogni testa mastica nella bocca rispettivamente Giuda, Cassio e Bruto, e ancora una volta vengono messi in contrapposizione il potere dell'imperatore e del papa.



LE PENE


Mentre nel Limbo c'e' una pena intrinseca, per gli altri cerchi vale la regola del CONTRAPPASSO, cioè la pena da scontare è legata al peccato da un rapporto di ANALOGIA o di ANTITESI.



LE ANIME DELL'INFERNO


Le anime che incontra Dante, a prescindere che siano veramente esistiti o siano personaggi immaginari, sono degli EXEMPLUM (ogni personaggio rappresenta una caratteristica umana, come Ulisse incarna l'astuzia).

INFERNO: chi è all'Inferno è adirato contro Dio, perché li ha puniti. I personaggi dell'Inferno pensano alla vita terrena, non accettano la morte e rimpiangono ciò che hanno lasciato sulla Terra.

PURGATORIO: chi è al Purgatorio ha accettato la morte, e guardano solo avanti verso Dio.

I dannati (Inferno e Purgatorio), sono PRESBITI (miopi), riescono, cioè, a guardare in un futuro lontano, ma non contemporaneo: è per questo che quando Dante incontra il padre di Guido Cavalcanti si sorprende che lui non sappia che suo figlio sia ancora vivo.

Per quanto riguarda la posizione delle anime dei personaggi veramente esistiti, ci sono alcune eccezioni.

ABRAMO, GIUSEPPE, GIACOBBE, MOSE', .: in teoria dovrebbero risiedere nel Limbo, in quanto nati prima di Cristo, ma Dante fa si che Gesù, dopo la sua morte, sia sceso nel Limbo e abbia recuperato queste anime per portarle in Paradiso.

CATONE: fu un senatore pompeiano che si tolse la vita per non farsi schiavizzare dall'Impero costituito da Giulio Cesare. In teoria dovrebbe risiedere nel girone dei suicidi, ma Dante fa si che arrivi ad essere il guardiano del Purgatorio, grazie alla salvezza di Gesù, proprio perché secondo Dante la libertà più importante della vita stessa: e quale esempio migliore di Catone.




TEMPO


Poiché la Comedia è ambientata nel 1300, essa subisce uno sfasamento temporale: Dante autore non è uguale a Dante personaggio.

Questi due Danti fanno si che Date autore possa professare avvenimenti che Dante personaggio non sa. Con la tecnica della profezia Dante personaggio si fa raccontare gli avvenimenti "futuri" che coprono lo spazio temporale tra Dante autore e Dante personaggio




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