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CORSO DI LAUREA IN PSICOLOGIA

psicologia



CORSO DI LAUREA IN PSICOLOGIA


" La valutazione dello sviluppo di Carlotta nell' arco dei sei mesi "


" I primi 180 giorni di Carlotta " è un filmato realizzato da un' équipe che ha seguito Carlotta dalla nascita al compimento del sesto mese di vita . Ciò è stato possibile grazie alla famiglia della bambina, che ha acconsentito all' "intrusione" degli operatori sia durante il parto e le successive visite pediatriche, sia all' interno dell' abitazione, per registrare le dinamiche instauratesi tra i genitori e Carlotta nella loro quotidiana 232i89c interazione.

All' interno dell' ampio ventaglio di spunti offerti dal filmato ho scelto di occuparmi della valutazione dello sviluppo di Carlotta nell' arco dei sei mesi, cioè di quali mezzi si dispone oggi per valutare i bambini nelle prime fasi della loro vita .

La valutazione di Carlotta comincia ancora prima della sua nascita, una settimana prima del parto, con l' analisi ecografica , utile per scoprire precocemente patologie emergenti o in atto ed eventuali anomalie nello sviluppo fetale.



Quando arriva il momento della nascita è indispensabile disporre di metodi che sappiano compiere una prima attendibile e fedele valutazione delle condizioni globali del neonato, in particolare dello stato del suo sistema nervoso. Una grande quantità di ricerche infatti indica come la gestazione e il periodo perinatale siano caratterizzati da un' incombente minaccia alla integrità strutturale e funzionale del sistema nervoso e da una certa vulnerabilità del feto e del neonato di fronte a potenziali fattori di rischio, di natura sia meccanica che biochimica.

Solitamente le condizioni del neonato alla nascita, così come è avvenuto per Carlotta, sono valutate attraverso l' indice di Apgar. Questo esame clinico consiste nell' osservazione e nella valutazione di cinque segni vitali: colorito cutaneo, battito cardiaco, sforzo respiratorio, tono muscolare e reflettività, registrati nel corso del primo, quinto e decimo minuto dopo la nascita. A ogni segno vitale viene dato un punteggio, compreso tra 0 e 2, e la somma dei singoli punteggi va a costituire l' indice di Apgar (10 è la condizione ottimale, un punteggio inferiore a 7 indica l' esistenza di problemi che mettono a rischio la sopravvivenza del neonato). Tale indice è molto utile nel rilevare eventuali forti depressioni o asfissie neonatali oppure traumi perinatali, ma è in grado di valutare soltanto lo stato delle funzioni vitali, tanto che spesso risulta insensibile a effetti più sottili e che possono emergere successivamente. E' possibile che neonati che ottengono rassicuranti indici di Apgar presentino in futuro alterazioni neurologiche e comportamentali, perchè , per esempio, il punteggio trascura danni lievi come quelli causati da ipossie.

A partire da una settimana di vita è importante sottoporre il neonato ad una visita che valuti lo stato delle sue funzioni neurali; tale valutazione può avvenire per mezzo di tecniche neurologiche e comportamentali. Questi due tipi di esame neonatale si differenziano tra loro perchè pongono accenti diversi su diversi aspetti della funzioni neurologiche e del comportamento del neonato. Le valutazioni neurologiche considerano principalmente quelle funzioni cerebrali i cui meccanismi neurali sono conosciuti, mentre le valutazioni comportamentali riguardano quelle competenze percettive, sensoriali e cognitive nelle quali i meccanismi neurali implicati non vengono presi in considerazione. Questi tipi di valutazione neonatale si differenziano quindi soprattutto per gli ambiti scientifici in cui sono stati sviluppate, la neurologia e la psicologia, che implicano necessariamente metodologie diverse.

La tecnica di valutazione neurologica oggi più usata è la scala di Prechtl (1977), che consiste in una serie di prove che saggiano le competenze del neonato in termini posturali, di riflessi e di tono muscolare. Per ciò che riguarda le tecniche comportamentali, per quanto siano ancora esse prevalentemente orientate a rilevare disturbi di carattere neurologico, cioè verso un approccio di tipo neuro psichiatrico, negli ultimi anni stanno acquisendo sempre più rilevanza le diagnosi relative a disfunzioni di tipo cognitivo. Numerose ricerche recenti per esempio, sottolineano come le misure relative all' attenzione, e in particolare al processo di abituazione, possano costituire buoni indicatori dello sviluppo mentale e della integrità del sistema nervoso centrale del bambino. Accanto a queste due grandi tipologie valutative possiamo inserire le scale neurocomportamentali, così definite perchè comprendono sia prove di natura principalmente neurologica sia prove di natura principalmente comportamentale. Tra queste la più comprensiva e conosciuta è la Neonatal Behavioral Assesment Scale (N.B.A.S.) di Brazelton: essa si basa sull' osservazione del comportamento spontaneo e sulla valutazione delle risposte che il bambino emette in relazione a una serie di prove condotte dallo sperimentatore. La N.B.A.S. è in grado di compiere: 1) una globale valutazione clinica attraverso un' insieme di prove neurologiche mutuate dalla scala neurologica di Prechtl; 2)un apprezzamento relativo alle caratteristiche individuali del bambino e alla sua responsività nei confronti di chi se ne prende cura. Essa si focalizza in particolare sul comportamento sociale, in quanto tende a misurare le caratteristiche infantili più adatte a sollecitare nel contesto dinamico della relazione adulto-bambino una interazione e una cura appropriate, sottolineando gli aspetti innati essenziali che il neonato possiede, in grado di dare inizio e assicurare una relazione significativa con l' adulto. La N.B.A.S. presta quindi particolare attenzione alle risposte visive e uditive, alla capacità del bambino di controllare il suo stato e di rispondere in modo sistematico e appropriato sia agli stimoli sia all' esaminatore, osserva la capacità del neonato di calmarsi, di abituarsi ad uno stimolo ripetuto, la sua irritabilità. La N.B.A.S. si compone di ventotto prove comportamentali e di diciotto prove neurologiche, che vengono raggruppate in sette clusters (gruppi di prove) secondo una loro correlazione concettuale e statistica; ogni cluster descrive quindi una funzione globale del bambino. I sette clusters sono: abituazione, orientamento, prove motorie, rango degli stati, regolazione degli stati, regolazione automatica e riflessi.

La visita cui viene sottoposta Carlotta, a una settimana dalla nascita, può quindi essere definita di carattere neuromportamentale, in quanto il pediata valuta sia l' integrità dei riflessi puri sia la presenza di risposte comportamentali più complesse, quali per esempio l' abituazione. Durante questa prima visita, prima il pediatra, attraverso semplici manovre (che una volta apprese, gli stessi genitori possono compiere)saggia i seguenti riflessi:  

- di routing: se il pediatra stimola Carlotta sulla guancia con una carezza, la bambina ruota il capo in direzione della stimolazione;

- di suzione: se il pediatra appoggia un dito sulle labbra di Carlotta, questa comincerà a succhiarglielo. E' un riflesso adattativo perchè permette al neonato di iniziare subito a succhiare il latte quando viene messo sul seno materno;

- di prensione: se il pediatra appoggia il dito sul palmo della mano di Carlotta, questa tende a serrare il pugno;

- di Moro: se Carlotta viene leggermente sollevata dal lettino e la si lascia per un istante cadere, allora la bambina allarga le braccia: viene definito come un riflesso di aggrappamento.

- di marcia automatica: se il pediatra mette Carlotta in piedi, sostenendola per le braccia, allora la bambina irrigidisce i muscoli delle gambe e tenta di camminare.

Poi il pediatra valuta la risposta di abituazione di Carlotta: essa consiste nel decremento della risposta comportamentale e fisiologica come conseguenza della ripetuta presentazione di uno stimolo. Nel caso di Carlotta, il pediatra fa suonare una campanella mentre la bambina dorme e osserva come l' agitarsi di Carlotta diminuisca fino a scomparire alla quarta  scampanellata.

Quando Carlotta compie il suo secondo mese di vita viene portata nuovamente dal pediatra per essere sottoposta ad una seconda visita. In un primo momento il pediatra ripete le operazioni fatte nella prima visita per saggiare i riflessi di Carlotta, che sono sempre presenti ed integri; poi il pediatra passa ad esaminare le risposte comportamentali della bimba. Osserva che Carlotta fa già i suoi primi sorrisi, motivati dal diretto con le altre persone, ed inoltre osserva come Carlotta sia capace di favorire l' instaurarsi di un rapporto stimolante con l' adulto, perchè piange poco e quando lo fa le basta poco per essere calmata. Questo aspetto caratteriale, messo in luce dalla visita stessa, è importante perchè se il neonato è calmo e piange poco è molto più facile per i genitori instaurare con lui un rapporto che lo stimoli e ne favorisca un buon sviluppo; al contrario un neonato irrequieto, che piange sempre ed è difficile da calmare porta i genitori a creare un rapporto poco interattivo, in quanto essi temono che ogni loro comportamento porti il figlio al pianto.

Nel periodo centrale dell' arco temporale 0-6 mesi il filmato sospende temporaneamente l' uso di una valutazione dello sviluppo di Carlotta basata sulla figura del pediatra per concentrarsi su una valutazione fatta nel suo contesto famigliare; è infatti attraverso la registrazione dell' emergere di nuove abilità della neonata e del consolidarsi progressivo di quelle già emerse, all' interno della quotidiana interazione con i genitori, che i ricercatori possono dare una valutazione della continua evoluzione di Carlotta. E' attraverso questa metodologia che osserviamo come a due mesi i cicli sonno-veglia di Carlotta diventino sempre meno numerosi e temporalmente più lunghi, mentre a sei mesi il sonno tenda già a concentrarsi prevalentemente nella fase notturna; possiamo osservare come fino a quattro mesi Carlotta si alimenti con il latte materno, come a quattro mesi compiuti inizi a mangiare le prime pappe e nel corso del quinto mese si perfezionino i meccanismi di deglutizione.  Verso il compimento del quinto mese Carlotta viene riportata dal pediatra, che registra soprattutto che, se nei primissimi mesi l' attività motoria era imputabile esclusivamente a riflessi, ora buona parte di essa sia passata sotto il controllo volontario della bambina: se a due mesi Carlotta, messa con la testa rivolta verso il cuscino non riusciva a sollevarla per poter respirare, ora è perfettamente in grado di alzare la testa e di ruotarla.

Se invece il filmato avesse avuto un taglio più accademico e fosse stato rivolto ad  un target di pubblico costituito esclusivamente da studenti di psicologia dello sviluppo, probabilmente la valutazione dello sviluppo di Carlotta si sarebbe basata sull' uso di metodologie più rigorose, quali le scale di sviluppo. Esse consistono in mezzi attraverso cui i ricercatori cercano di descrivere ed eventualmente misurare il livello di sviluppo raggiunto da un individuo rispetto ad una o più dimensioni evolutive. Gli sviluppi delle diverse funzioni psichiche vengono infatti studiati di solito separatamente: linguaggio, percezione, memoria, competenza sociale, emotiva e cognitiva, ognuna di queste funzioni ha una sua scala di sviluppo, perchè non è stata ancora messa a punto con sufficiente attendibilità una strategia di valutazione unitaria che consenta di cogliere lo sviluppo dell' individuo nella sua globalità.

Particolare importanza hanno assunto le scale di sviluppo cognitivo, scale che fanno in genere riferimento al modello evolutivo piagetiano; esse vengono in genere divise in scale per bambini molto piccoli, per l'età prescolare e per l' età scolare. Le scale per bambini molto piccoli, come Carlotta, sono di non facile applicazione, perchè più l' età è bassa più il bambino ha problemi di affaticamento e di concentrazione; tra queste scale le principali sono quelle di Utzgiris e Hunt (1975), applicabili fino ai 24 mesi di età;  esse consentono la rilevazione sia di differenze inter-individuali nel funzionamento dell' intelligenza che di variazioni intra-individuali: permettono cioè di indagare sul modo con cui varia lo sviluppo dell' intelligenza sia nelle sue varie manifestazioni che nel corso del tempo. Queste scale hanno richiesto, per la loro formulazione, un' accuratezza e un approfondimento particolare visto che si tratta di mettere insieme aspetti qualitativi e quantitativi, aspetti innati e aspetti appresi.

Le scale di Utzgiris e Hunt riguardano i seguenti aspetti:

1) capacità di seguire con lo sguardo oggetti in movimento o in permanenza, 2) sviluppo dei mezzi per ottenere eventi ambientali desiderati, 3) sviluppo dell' imitazione, sia vocale che gestuale, 4) sviluppo della causalità operazionale, 5) costruzione delle relazioni spaziali tra gli oggetti, 6) sviluppo di schemi di relazione con gli oggetti.

Ovviamente in queste scale vengono analizzate alcune capacità che bambini dell' età di Carlotta non hanno ancora sviluppato, ma è importante osservare la globalità delle scale per potersi fare una idea di come siano state pensate e costruite.

Riassumendo possiamo dire che oggi la valutazione dello sviluppo di un bambino nell' arco di vita 0-6 mesi avviene seguendo questa linea: dopo il parto si valuta l' integrità fisica del neonato, principalmente attraverso l' indice di Apgar, ma con sempre maggiore attenzione a scoprire danni apparentemente lievi ma che col tempo possono creare disturbi; già a partire da una settimana di vita si può studiare il neonato con diverse metodologie, che possono riguardare semplicemente l' integrità del sistema nervoso (valutazione neurologica attraverso la scala di Prechtl) o essere già interessate anche a  fornire una prima valutazione dello sviluppo mentale (valutazione comportamentale e valutazione neuro comportamentale, attraverso la N.B.A.S. di Brazelton). Quando usciamo dalla fase neonatale, lo sviluppo del bambino viene fatto attraverso numerose scale che vanno ad indagare singole funzioni psichiche, quali la percezione, l'emozione, la cognizione ecc...; tra queste ricordiamo le scale di Utzigiris e Hunt, costruite per valutare lo sviluppo cognitivo dei bambini. Lo studio dello sviluppo incontra in queste prime fasi notevoli difficoltà, dovute all' affaticamento del bambino e alla sua scarsa capacità attentiva, difficoltà che vanno via via scemando con la crescita.




BIBLIOGRAFIA

- appunti delle lezioni di psicologia dello sviluppo

- " Dizionario di psicologia dello sviluppo "  diretto da Silvia Bonino ed. Einaudi 1994




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