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DISCORSO SULL'ORIGINE E I FONDAMENTI DELLA DISUGUAGLIANZA FRA GLI UOMINI

filosofia



DISCORSO SULL'ORIGINE E I FONDAMENTI DELLA DISUGUAGLIANZA FRA GLI UOMINI


Nel 1753 il Rousseau scrisse, per un concorso bandito dall'Accademia di Digione, il "Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini". Come egli stesso afferma, il suo scopo è di rimontare allo stato di natura e porre a nudo l'essere originale degli uomini prima che la cultura e 656g61g la vita sociale, ovvero gli elementi corruttori, l'alterassero. Il Rousseau consegue uno scopo progressista, ha il compito di migliorare la società, ma si serve di un'ideologia conservatrice per risalire ai diritti originali dell'uomo naturale. Il filosofo non intende cadere nello stesso errore di Locke o di Hobbes che dipingevano lo stato di natura proiettando l'uomo civilizzato della loro società in un ipotetico mondo naturale. Di fronte al problema di come giungere alla descrizione del vero uomo di natura, Rousseau contesta anche i giusnaturalisti per aver dato una finta soluzione attribuendo al selvaggio caratteristiche dell'uomo razionale; come dice il ginevrino, "parlavano dell'uomo selvaggio e dipingevano l'uomo civile". Lo stato di natura del Rosseau è un modello ipotetico, come egli stesso afferma "non esiste più, forse non è mai esistito e probabilmente non esisterà mai", ma allo stesso tempo è un modello logico, poiché non esistono fonti dirette sulle quali tracciare le caratteristiche dello stato di natura; l'uomo a cui perviene non corrisponde sotto a nessun aspetto all'uomo artificiale offertoci dalla realtà, ma è un essere dotato di due sentimenti fondamentali, l'amor di sé, cioè l'istinto di sopravvivenza che permette all'uomo di autoconservarsi e la pietà (incapacità di veder soffrire o perire ogni essere sensibile); è mosso da bisogni modesti e da passioni elementari: quest'ultime, in modo particolare, sono il combustore della ricerca della conoscenza: ".non si cerca di conoscere se non perché desideriamo di godere.". Un'altra caratteristica è che l'uomo allo stato di natura vive schiacciato nel presente, in una relazione immediata con la natura: non ha progetti, immaginazione, non può pensare a se stesso oltre la fine di una giornata e non può tantomeno temere la morte. Per quanto riguarda la morale, il buon selvaggio è considerato pre-morale, poiché si trova in un ambiente in cui la morale ancora non esiste: di conseguenza l'uomo naturale non è buono, né cattivo, non possiede vizi o virtù e non ha desiderio di possesso come invece sosteneva Hobbes. Concludendo, si può osservare come Rousseau intrecci continuamente diritto, critica storica ed antropologia : infatti, per trovare i diritti dell'uomo su base naturale è necessario risalire alla struttura antropologica originale dell'uomo; che a sua volta viene recuperata per mezzo di un'attenta critica storica.







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