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Domande mercato del lavoro, capitolo 3 secondo libro

economia aziendale



Domande mercato del  lavoro, capitolo 3 secondo libro


1)Quali sono le differenze tra economia informale, criminale e sommersa?

L'economia informale è quella domestica o familiare e comunitaria o conviviale, attività di produzione di beni e servizi per il consumo della famiglia e altre non retribuite a favore di particolari soggetti o membri di una comunità, non sono considerate lavoro, benché costituiscano un'alternativa al ricorso a servizi pubblici.

Rientra nella dimensione economica e sociale.

L'economia criminale, dimensione giuridica, può essere distinta in: estorsioni e furti e contrabbando , prostituzione, gioco d'azzardo, produzione e traffico di droga.

L'economia irregolare: si producono beni e servizi leciti e la violazione della legislazione concernente le modalità con cui l'attività è svolta e in particolare le disposizioni poste a tutela del lavoratore dipendente o a volte a disciplinare il lavoro in proprio. Le violazioni possono concernere sia le norme fiscali e previdenziali, sia nel caso di attività indipendenti la legislazione commerciale e professionale e in quello di lavoro dipendente il diritto del lavoro e i contratti collettivi.




2) Quali fattori spiegano la diversa diffusione dell'economia sommersa nei paesi europei?

I fattori che spiegano la diversa diffusione  dell'economia sommersa sono la diversa struttura occupazionale (la maggioranza dei lavoratori in determinati settori),regolazione pubblica delle attività economiche rigida e poco efficace e una cultura in cui fare da sé è sempre stato più forte dell'idea di bene comune.


3) Quale differenza vi è tra sommerso economico ed occupazione irregolare?

Il sommerso economico comprende un'area più vasta dell'occupazione irregolare(dipendenti che dichiarano redditi inferiori a quelli reali, dipendenti i cui straordinari vengono pagati "fuori busta"), viene considerato irregolare anche il secondo lavoro.


4)in quali settori è più diffuso il lavoro nero? E perché?

L'agricoltura è il regno del lavoro nero, tradizione soprattutto italiana che assume un aspetto nuovo: sono irregolari soprattutto pensionati e donne adulte che fruiscono della protezione previdenziale per via familiare.

Esiste una forte irregolarità anche nel campo dell'edilizia, anche se nuove stime ISTAT ne riducono di molto il peso, probabilmente a favore del lavoro grigio degli pseudoartigiani e degli assunti con contratto a tempo parziale.

Stime fondate sul volume della produzione edile confermerebbero le vecchie e più alte valutazioni, un aspetto tradizionale che si riproduce per la scarsa innovazione tecnologica del settore.

La diffusione dell'occupazione irregolare nei servizi ha ormai raggiunto, quella in edilizia, all'incirca sul 13%.



5)Chi lavora in nero è sempre sfruttato?

Il lavoratore in nero non è per forza di cose sempre sfruttato, alcuni giovani vivono i lavori in nero come periodi di prova che non li impegnano, altri sono motivati da un'atmosfera di autonomia e autorealizzazione che connota qualche lavoretto artigianale o intellettuale. Vi sono operai, disoccupati e cassaintegrati che hanno interesse a non regolarizzare la propria posizione lavorativa per conservare intatto il sussidio ricevuto.

6)Nel mercato del lavoro irregolare non vige davvero alcuna regola?

L'economia irregolare si fonda su legami di tacita complicità tra coloro che sono coinvolti, le reti di relazioni informali sono indispensabili poiché solo attraverso esse i lavoratori disposti ad essere assunti in nero e le imprese irregolari si possono incontrare. Nell'economia sommersa è possibile ritrovare norme di reciprocità che oscurano i rapporti di mercato, infatti tra i contraenti in nero vi sono spesso legami personali e diretti. Le relazioni di complicità tra lavoratore e datore di lavoro si fondono anche su norme implicite che regolano la ripartizione dei vantaggi che il lavoro nero consente non pagando imposte e contributi.


7) le forme flessibili d'impiego riducono l'occupazione irregolare? Quali differenze esistono tra lavoro nero e lavoro grigio?

Generalmente le attività irregolari sono più diffuse ove minore è la dinamica della produttività e le prestazioni non richiedono particolare affidabilità professionale né continuata nel tempo perciò con maggior flessibilità è possibile che una piccola parte decida di passare ad un lavoro regolare. Il lavoro nero è subordinato, non registrato dai centri per l'impiego e dagli enti previdenziali e quello indipendente privo delle necessarie licenze e/o iscrizioni agli albi professionali, il lavoro grigio è l'uso improprio di alcuni rapporti non dipendente quando si tratta in realtà di lavoro subordinato, del part-time quando l'orario è intero, e del tempo determinato quando le esigenze produttive sono permanenti.


8)Il doppio lavoro: chi lo svolge e quali fattori lo favoriscono?

Il doppio lavoro è svolto soprattutto nel campo dell'agricoltura, sono infatti sempre più operai, piccoli commercianti, artigiani, o anche impiegati che dedicano parte del tempo libero a coltivare il proprio campo o a badare ad un proprio allevamento, inoltre è in espansione il secondo lavoro extragricolo che è tipicamente maschile.

L'ISTAT stima che sia quasi soltanto indipendente con alte percentuali nelle costruzioni e basse nell'industria manifatturiere.

I fattori che permettono il doppio lavoro sono i più elevati livelli di garanzia con ambienti permissivi, carriere automatiche, bassa produttività, ampia libertà nell'organizzazione del lavoro, orari ridotti, scarsi controlli funzionali e gerarchici.


9)Le differenze territoriali nella diffusione del doppio lavoro sono le stesse di quelle dell'occupazione irregolare?

Per quanto riguarda il doppio lavoro è un fenomeno più del centro - nord, soprattutto per quanto riguarda i servizi, mentre al sud poiché molti più lavoratori sono nel campo dell'agricoltura ci sono meno garanzie e meno possibilità di fare doppio lavoro, per l'occupazione irregolare invece abbiamo una percentuale molto bassa nel centro nord (6%) e molto alta al sud (28%) e questo è comprensibile guardando i fattori che favoriscono i 2 fenomeni, stabilità al nord, precarietà al sud.


10) perché è difficile che un giovane in cerca di primo lavoro possa accedere ad attività svolte da un doppio lavorista?

E' difficile che un giovane possa accedere ad attività svolte da un doppio lavorista poiché devono essere soddisfatte quattro condizioni:

gli spezzoni di lavoro secondario devono essere ricomposti

la domanda dovrebbe essere disposta ad impiegare lavoratori "monoccupati"

i disoccupati dovrebbero avere le caratteristiche professionali e sociali adatte a svolgere queste attività

questi giovani dovrebbero essere in grado di entrare con successo nei mercati dei plurioccupati

inoltre i secondi lavori generalmente sono:

quelli con una specializzazione tanto rara da non permettere di utilizzarne più di una frazione di tempo

lavori che derivano da picchi di domanda concentrati nel tempo

prestazioni richieste a chi all'interno di un'istituzione pubblica è addetto a valutare lo stesso tipo di attività per cui si richiede la sua prestazione

attività che si svolgono in unità economiche di proprietà del plurioccupato o di un suo famigliare







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