Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

La salvaguardia dell'ambiente

diritto



La salvaguardia dell'ambiente


"Art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione".


Per quanto riguarda l'aspetto giuridico, in realtà l'articolo 9 non contempla la difesa dell'ambiente in maniera diretta. Anche la legislazione ordinaria è stata tardiva e di difficile applicazione, tanto da consentire in maniera 121h75b quasi indisturbata la speculazione privata, che ha provocato danni irreparabili agli elementi naturali.


A partire dal 1985 è stato imposto alle Regioni l'obbligo di adottare piani urbanistici che tengono conto dei valori paesaggistici e ambientali e nel 1986, per meglio coordinare gli interventi mirati a contenere il danno ambientale, è stato istituito il Ministero dell'Ambiente.




Solo con la legge istitutiva del Ministero, la salvaguardia dell'ambiente è stata finalmente riconosciuta come un diritto fondamentale dell'individuo.


La legislazione e gli impegni nazionali e internazionali a difesa dell'ambiente.


Il problema "ambiente" non è circoscritto a un Paese o a una zona limitata, perché più inquinata delle altre; in maniera più o meno diretta la protezione dei beni naturali riguarda l'intera umanità.


I vertici e i provvedimenti internazionali.


Stoccolma, 1972

A livello internazionale la presa di coscienza ufficiale dei problemi ambientali è avvenuta con la "Conferenza dell'Onu sull'ambiente umano". In quell'occasione i delegati di 113 nazioni per la prima volta hanno messo a punto un piano d'azione per porre un freno al deterioramento delle condizioni di vita sul pianeta e hanno indicato una serie di princìpi guida relativi ai diritti e alle responsabilità nei confronti dell'ambiente di cui gli individui e i Governi devono tener conto nell'indirizzare i relativi comportamenti e le politiche di sviluppo.

Nel documento finale dell'incontro si afferma che l'uomo è "portatore di una solenne responsabilità per la protezione e il miglioramento dell'ambiente per le generazioni presenti e future". In questa dichiarazione sono contenuti due concetti fondamentali che ritroviamo poi nelle innumerevoli definizioni di sviluppo sostenibile che sono date state nei successivi trenta anni: in primo luogo lo sviluppo umano deve essere rispettoso dell'ambiente e di conseguenza non deve limitarsi a guardare le esigenze del presente, ma deve garantire anche alle generazioni future la possibilità di godere di risorse naturali.

L'UNEP è stato istituito a seguito di questa Conferenza. La sua missione consiste nel fornire una guida e nell'incoraggiare la collaborazione nella cura per l'ambiente, mettendo in grado nazioni e popolazioni di migliorare la propria qualità della vita senza compromettere quella delle generazioni future. Le sue principali priorità comprendono:

Controllo ambientale, valutazione e allarme precoce sul danno ambientale;

Promozione di attività ambientaliste in tutto il sistema delle Nazioni Unite;

Stimolare la pubblica consapevolezza sulle questioni ambientali;

Agevolare lo scambio di informazioni sulle tecnologie ecologicamente compatibili;

Fornire ai Governi consulenza tecnica, legale e istituzionale.


Tokyo, 1987

A distanza di dieci anni l'Onu ha varato la Carta mondiale della natura e nel 1983 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituisce una commissione, la Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo (WCED), indipendente con il compito tracciare le linee fondamentali di un'agenda globale per il cambiamento del modello di sviluppo.

La Commissione lavorerà fino al 1987 alla realizzazione del celebre Rapporto Brundtland. In questa data, a conclusione dei lavori, ha dichiarato il diritto dell'ambiente "un diritto umano fondamentale" e ha indicato regole da seguire per sostenere uno "sviluppo sostenibile". Il documento, presentato alla Conferenza per l'ambiente e lo sviluppo organizzata dall'ONU a Tokyo, supera la visione dell'ambiente come elemento di contrasto e freno allo sviluppo economico e sociale, ma lo pone come un elemento da cui si deve partire per avere un progresso duraturo che non comprometta le possibilità di sopravvivenza del pianeta e delle generazioni future.

Inoltre, con il protocollo siglato a Montreal (1987) si è stabilito di ridurre la concentrazione di cloro presente nell'atmosfera limitando la produzione e l'impiego dei CFC (clorofluorocarburi) e degli HCFC (idroclorofluorocarburi) per contenere la rarefazione dell'ozono. Di seguito alla Convenzione di Montreal i singoli Stati hanno adottato normative nazionali che prevedono la messa al bando delle sostanze "mangiaozono" entro tempi abbastanza brevi.


Rio de Janeiro, 1992

Nel 1992, a Rio de Janeiro, i 183 Paesi che hanno partecipato alla "Conferenza dell'Onu

Sull'ambiente e lo sviluppo" si sono impegnati a raggiungere una serie di obbiettivi comuni (Dichiarazione di Rio) e hanno definito un piano di azione per il XXI secolo (Agenda XXI) al fine di perseguire uno sviluppo sostenibile a livello mondiale.

Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo furono tracciate le principali linee programmatiche per avviare il risanamento ambientale della Terra. Al termine della Conferenza brasiliana furono adottati 5 documenti:

La Dichiarazione di Rio: definisce in 27 punti i diritti e le responsabilità delle Nazioni nei riguardi dello sviluppo sostenibile e nei settori chiave della società civile.

L'Agenda XXI: piano d'azione per il XXI secolo per l'applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile.

La Convenzione sulla Biodiversità: ha l'obiettivo di tutelare le specie animali e vegetali nei loro habitat e la riabilitazione di quelle in via di estinzione.

La Convenzione sul Climache: pone obblighi di carattere generale per il contenimento della produzione di gas e la riduzione dell'effetto "serra".

I Principi della Foresta: sancisce il diritto degli Stati di utilizzare le foreste secondo le proprie necessità, senza però lederne i principi di conservazione e di sviluppo.

Inoltre, in occasione di questa conferenza, è stato potenziato anche il Fondo mondiale per la protezione dell'ambiente, istituito nel 1990, allo scopo di finanziare gli interventi a favore dell'ambiente.


Lanzarote, 1995

La Carta per un turismo sostenibile è il documento finale prodotto dalla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile tenutasi a Lanzarote (Canarie, Spagna) nell'aprile del 1995. Essa rappresenta un riferimento nella definizione delle priorità, degli obiettivi e dei mezzi necessari a promuovere il turismo futuro. Il turismo è uno strumento di sviluppo economico per le regioni interessate e occasione di conoscenza e arricchimento personale per i turisti; ma, allo stesso tempo, esso è causa di degrado ambientale e d'appiattimento culturale delle località coinvolte. E' necessario quindi controllare il meccanismo per cui l'incremento turistico corrisponde a un aumento di effetti negativi sulle risorse naturali e culturali locali. I 14 punti della Carta sanciscono l'indiscutibile necessità di promuovere un turismo che sia occasione di sviluppo equo per le località e le popolazioni residenti, di qualità per i visitatori e di salvaguardia delle risorse culturali e naturali. A tal fine, gli strumenti consigliati sono un'attenta pianificazione, premessa di una gestione globale efficace, lo scambio d'esperienze e d'informazioni e la diffusione di nuovi modelli di comportamento. Rifacendosi quindi ai principi espressi alla Conferenza di Rio, la Carta si appella ai governi perché redigano Piani di sviluppo sostenibile nel turismo, ma anche agli operatori, alle associazioni e ai turisti stessi affinché adottino le misure indicate e si impegnino per un turismo rispettoso e realmente sostenibile. In appendice alla Carta viene proposto un Piano d'Azione del Turismo Sostenibile che stabilisce concrete linee di azione e raccomanda l'adozione di specifiche misure per promuovere l'integrazione del turismo nella strategia di sviluppo sostenibile.


Kyoto, 1997

Nella Conferenza di Kyoto nel 1997 il tema dominante sono state le emissioni dei gas serra, considerati i diretti responsabili del riscaldamento del globo.

Il Protocollo di Kyoto è un accordo internazionale sull'ambiente. È stato negoziato nella città giapponese nel dicembre 1997 da oltre 160 paesi durante la Conferenza COP3 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) ed il riscaldamento globale. È entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica da parte della Russia.

L'accordo prevede, per i paesi industrializzati, una riduzione delle emissioni inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas serra) del 5,2% rispetto a quelle del 1990, nell'arco temporale 2008-2012.

Per entrare in vigore occorre la ratifica di almeno 55 nazioni, producenti almeno il 55% delle emissioni di gas serra.

Ad ottobre 2004 anche la Russia, responsabile del 17,4% delle emissioni, ha ratificato l'accordo, facendo raggiungere il quorum per rendere il protocollo legalmente vincolante.

Nell'agosto del 2005, 159 paesi avevano ratificato l'accordo, con le notevoli e riduttive eccezioni di USA e Australia.

Sono esclusi dal negoziato i paesi in via di sviluppo, per evitare di ostacolare la loro crescita economica.

Tra i paesi non aderenti figurano, purtroppo, gli Stati Uniti, responsabili del 36,1% del totale delle emissioni (annuncio fatto nel marzo 2001). Anche l'Australia ha annunciato che non intende aderire l'accordo, per non danneggiare il proprio sistema industriale. Non hanno aderito neanche Croazia, Kazakistan e Monaco.


Johannesburg, 2002

A settembre 2002 si è tenuto a Johannesburg il vertice internazionale come proseguimento del "Vertice della Terra" di Rio de Janeiro. L'obiettivo dell'incontro era quello di favorire uno sviluppo sostenibile tale da consentire a tutti gli abitanti del pianeta di soddisfare i propri bisogni senza provocare danni all'ambiente.

Per perseguire lo sviluppo sostenibile, l'approccio allo sviluppo dovrebbe essere diverso e dovrebbe crescere la consapevolezza che le decisioni e i comportamenti assunti in una qualunque parte del mondo si ripercuotono su tutti e, proprio per questo, dovrebbero essere tali da favorire benefici generalizzati.

A Johannesburg si è parlato di acqua, di energia, di agricoltura, di salute, ma il traguardo più importante è stata l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto. Infatti, anche la Russia, la Cina e il Canada hanno aderito agli accordi presi, facendo così raggiungere un numero di Paesi che rappresentavano il 55% delle emissioni dei gas serra.

I 190 Paesi che hanno partecipato al vertice, nella Carta sullo sviluppo sostenibile si sono impegnati "ad agire insieme, uniti dalla comune determinazione a salvare il pianeta, a promuovere lo sviluppo umano e a conseguire la pace e la prosperità universali". Nel Piano di Azione approvato al vertice sono stati individuati gli obbiettivi e i programmi che nei prossimi 15 anni dovranno guidare il pianeta verso lo sviluppo sostenibile.


Kyoto, 2003

Per discutere e arginare i danni provocati dalla carenza d'acqua, nel marzo 2003 si è tenuto a Kyoto il Vertice mondiale dell'acqua (World Water Council).

Attualmente il 30% della popolazione mondiale vive in condizioni di scarsità d'acqua e, mantenendo questo ritmo di consumi, a breve la carenza di questo prezioso elemento interesserà almeno la metà della popolazione mondiale.

Il World Water Council, istituito nel 1996, si pone l'obbiettivo di aiutare quei 2 miliardi e 700 milioni di individui che dovranno affrontare quest'emergenza, cercando di prevenire le malattie legate alla scarsità d'acqua potabile e di salvare laghi, fiumi e terre umide del pianeta.


Cuba, 2003

Un'altra emergenza ambientale è il deserto che avanza a ritmi sostenuti. Nella Conferenza dell'ONU per la lotta alla desertificazione, che si è tenuta a Cuba a settembre 2003, si è concluso che grzie alla cooperazione internazionale il deserto si può bloccare e con esso si possono fermare anche i cosiddetti "profughi dell'ambiente", le popolazioni costrette ad abbandonare le terre aride che hanno raggiunto un quarto dei terreni coltivabili.

L'emergenza deserto interessa particolarmente l'Africa, alcuni Paesi dell'Asia, i Caraibi, ma anche l'Europa (Spagna, Portogallo, Grecia e Italia).

Nel nostro Paese esiste il Comitato nazionale per la lotta alla desertificazione, istituito nel 1997, che è impegnato in particolare nella protezione del suolo, nella gestione sostenibile delle risorse idriche, nella riduzione dell'impatto per le attività produttive e nel riequilibrio del territorio.

I risultati raggiunti per la tutela dell'ambiente a livello internazionale sono sicuramente di rilievo e in gran parte sono il frutto dell'azione dell'Onu, di agenzie ad esso collegate, come la Food and Agricolture Organization (FAO) e l'Organizzazione mondial della sanità (OMS), e in particolare della Commissione delle Nazioni Unite per l'ambiente e lo sviluppo (WCED) che ha promosso accordi e convenzioni con l'obiettivo di perseguire uno sviluppo sostenibile.


I provvedimenti a livello comunitario


Strasburgo, 1972

CARTA EUROPEA DEL SUOLO

La concezione del suolo come risorsa ha suscitato da tempo la necessità di regolamentare la sua gestione attraverso interventi nazionali ed internazionali. La Carta Europea del suolo, varata dal Consiglio d'Europa a Strasburgo nel 1972, rappresenta un esempio concreto di tali azioni internazionali di tutela. Molti paesi europei, come la Francia, la Germania e l'Inghilterra hanno realizzato da tempo interessanti progetti finalizzati alla salvaguardia del suolo, mentre in Italia si è cominciato ad affrontare queste problematiche solo da alcuni anni. Si evidenzia come il suolo, inteso come risorsa alla stregua dell'acqua, dell'aria, della fauna e della flora, possa essere sottoposto ad una serie di azioni negative responsabili dei fenomeni di degradazione più o meno rapida, causate da vari fattori come lo sviluppo urbanistico, l'erosione, l'inquinamento e l'eccessivo sfruttamento in agricoltura. Il suolo per le sue caratteristiche intrinseche costituisce il sistema di autodepurazione più completo a disposizione della natura, ma una volta contaminato rimane tale per tempi assai più lunghi rispetto all'acqua e all'atmosfera.

Ecco alcuni punti Carta Europea del suolo:

Il suolo è uno dei beni più preziosi dell'umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell'uomo sulla superficie della Terra.

Il suolo è una risorsa limitata che si distrugge facilmente.

La società industriale usa i suoli sia a fini agricoli che a fini industriali o d'altra natura. Qualsiasi politica di pianificazione territoriale deve essere concepita in funzione delle proprietà dei suoli e dei bisogni della società di oggi e domani.

Gli agricoltori e i forestali devono applicare metodi che preservino la qualità dei suoli.

I suoli devono essere protetti dall'erosione.

I suoli devono essere protetti dall'inquinamento.

Ogni agglomerato urbano deve essere organizzato in modo tale che siano ridotte al minimo le ripercussioni sfavorevoli sulle zone circostanti.

Nei progetti di ingegneria civile si deve tener conto di ogni loro ripercussione sui territori circostanti e, nel costo, devono essere previsti e valutati adeguati provvedimenti di protezione.

E' indispensabile l'inventario delle risorse del suolo.

Per realizzare l'utilizzazione razionale e la conservazione dei suoli sono necessari l'incremento della ricerca scientifica e la collaborazione interdisciplinare.

La conservazione dei suoli deve essere oggetto di insegnamento a tutti i livelli e di informazione pubblica sempre maggiore.

I governi e le autorità amministrative devono pianificare e gestire razionalmente le risorse rappresentate dal suolo.


La legislazione interna


24 gennaio 2006

AMBIENTE, ITALIA DAVANTI AGLI USA MA IN EUROPA SIAMO TRA I PEGGIORI

In Italia l'ambiente è tutelato meglio che in Germania, Olanda e Stati Uniti. Secondo i risultati di una ricerca che prende in esame il raggiungimento degli obiettivi che gli Stati si sono dati in materia di sostenibilità e salvaguardia ambientale, l'Italia nella classifica mondiale del rispetto delle politiche di sostenibilità ambientale è al 21esimo posto, dietro paesi che avremmo immaginato meno attenti alla sostenibilità ambientale (la Colombia è 17esima, la Malaysia è nona) e davanti a nazioni che solitamente vengono additate ad esempio (la Germania è 22esima, l'Olanda 27esima). Prima in assoluto è la Nuova Zelanda che precede Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca e Regno Unito. Solo 28esimi gli Stati Uniti, superati in graduatoria da quasi tutti i paesi dell'Unione Europea, oltre che da Giappone, Taiwan, Cile e Argentina.


20 ottobre 2004

DECRETO SULL'AMIANTO

Il 20 ottobre 2004  entra in vigore il decreto del Ministero dell'ambiente e del territorio "Regolamento relativo alla determinazione e disciplina delle attività di recupero dei prodotti e beni di amianto e contenenti amianto."

Con tale decreto vengono adottati i disciplinari tecnici sulle modalità  per il trasporto ed il deposito dei rifiuti di amianto nonché sul trattamento, sull'imballaggio e sulla ricopertura dei rifiuti medesimi nelle discariche, approvati dalla Commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all'impiego dell'amianto.


26 aprile 2005

RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEI GAS AD EFFETTO SERRA

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ha emanato due decreti riguardanti l'attuazione dei programmi pilota, a livello nazionale e internazionale, per la riduzione delle emissione dei gas ad effetto serra.

I programmi pilota, previsti dalla legge di ratifica del Protocollo di Kyoto, hanno l'obiettivo di definire i modelli di intervento più efficaci dal punto di vista dei costi per la riduzione delle emissioni e l'impiego di piantagioni forestali per l'assorbimento del carbonio.

Con il decreto ministeriale 11 novembre 2004 è disposta l'assegnazione di Euro 30.000.000 per la promozione della realizzazione di progetti pilota a rapida cantierabilità.

Il decreto 11 febbraio 2005 dispone, invece, l'erogazione di Euro 25.000.000


15 febbraio 2001

INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

La Camera dei deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge sull'inquinamento elettromagnetico

Il decreto ha lo scopo di dettare i principi fondamentali per la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell'esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell'articolo 32 della Costituzione.

Il decreto intende anche promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione.

Inoltre, vuole assicurare la tutela dell'ambiente e del paesaggio e promuovere l'innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l'intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili.

Le disposizioni contenute nel testo si applicano agli impianti, ai sistemi e alle apparecchiature per usi civili, militari e delle forze di polizia, che possano comportare l'esposizione dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.

In particolare, le disposizioni si applicano agli elettrodotti ed agli impianti radioelettrici, compresi gli impianti per telefonia mobile, i radar e gli impianti per radiodiffusione.

Maggiore attenzione anche per quanto riguarda gli apparecchi e i dispositivi di uso domestico.





Privacy




Articolo informazione


Hits: 2850
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2024