Matisse

La piena espressione dell'arte di Matisse, caratterizzata dall'impiego del colore per la creazione delle sagome e per l'organizzazione dei piani spaziali, avvenne dapprima attraverso l'influenza di Paul Gauguin Paul Cézanne e Vincent van Gogh, dei quali studiò approfonditamente l'opera a partire dal 1899 ca. Nel 1903-1904 entrò in contatto con il puntinismo di Henri Edmond Cross e Paul Signac, i quali, per raggiungere il massimo grado d'intensità cromatica, stavano sperimentando una nuova tecnica pittorica che consisteva nel giustapporre sulla tela piccole pennellate (spesso "punti") di colore puro. Matisse adottò la loro tecnica e la modificò, utilizzando pennellate più ampie. Già nel 1905 aveva prodotto alcune vigorose immagini a colori, tra cui la Striscia verde (Madame Matisse) (1905, Statens Museum for Kunst, Copenhagen), mirabile ritratto della moglie (il titolo si riferisce a una larga pennellata di verde brillante che delinea il sopracciglio e il naso della signora Matisse). Nello stesso anno espose questo e altri dipinti insieme a lavori di André Derain e Maurice de Vlaminck. In seguito a questa esposizione, il gruppo fu soprannominato les fauves (letteralmente "le bestie selvatiche") per l'uso di colori vividi, la distorsione e la violenza espressiva delle forme. Del periodo immediatamente seguente si ricordano il Nudo blu (1907, Museo di Baltimora), Lusso (I) (1907, Musée national d'art moderne, Parigi), Natura morta con torso antico (1908, collezione privata, Parigi) e i Giocatori di bocce (1908, Ermitage, San Pietroburgo).

Esponente di punta dell'arte radicale, Matisse cominciò a riscuotere l'approvazione di numerosi critici influenti e collezionisti, tra cui la scrittrice statunitense Gertrude Stein e la sua famiglia. Fra le molte importanti commissioni ricevute vi fu quella di un collezionista russo per il quale eseguì i pannelli murali La danza e La musica (entrambi terminati nel 1911; ora all'Ermitage, San Pietroburgo), temi, questi, che ben si adattavano alla sua personalità, consentendogli di inventare linee e di giocare con le forme e i colori. Le danzatrici- e le figure umane in generale - comunicano d'impatto la loro espressività d'insieme, mentre i particolari dei corpi si svelano solo in un secondo tempo. Lo stesso principio si trova applicato alle sculture bronzee come pure ai disegni e alle opere grafiche dell'artista.

Sebbene di cultura raffinata, Matisse insisteva sull'importanza dell'istinto e dell'intuizione nella creazione di un'opera d'arte, affermando che l'artista non possiede il completo controllo sul colore e sulle forme, ma che sono questi stessi elementi a suggerire alla sensibilità dell'artista la propria espressione e le proprie relazioni reciproche. Spesso sottolineò la sua gioia nell'abbandonarsi al gioco delle forze del colore e del disegno e spiegò le forme ritmiche ma distorte di molte sue figure come frutto della tensione verso un'armonia pittorica generale.

Dagli anni Venti fino alla morte trascorse molto tempo nel sud della Francia, in particolare a Nizza, ritraendo immagini del luogo con fluide e sottili pennellate di colore brillante (celebre la serie delle Odalische). Ormai anziano, gli fu commissionata la decorazione della piccola cappella di Sainte-Marie du Rosaire a Vence, che eseguì tra il 1947 e il 1951. Negli ultimi anni della sua vita, spesso costretto a letto, realizzò guazzi con la tecnica del découpage, che consiste di ritagli di carta di colore brillante incollati sulla tela secondo criteri quasi casuali.

Ancora vivente, Matisse godette di fama internazionale, attirando l'attenzione di collezionisti, critici d'arte e degli artisti della generazione più giovane. Un museo consacrato alla sua opera fu inaugurato a Cateau-Cambrésis nel 1952.