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LEONARDO DA VINCI

storia dell arte



LEONARDO DA VINCI


Nato a Vinci, figlio illegittimo del notaio ser Piero che notando le sue doti lo manda nella bottega di Andrea Verrocchio dove i giovani si esercitavano con le tecniche più diverse.

"Disegno perfetto" . fu la vera vocazione di Leonardo

Il disegno per Leonardo e uno strumento di conoscenza.

Per Leonardo il disegno e un "discorso mentale" ovvero è uno strumento che traduce sulla carta quanto già esiste nella mente FISSANDO TUTTI I PASSAGGI FINO A DIVENTARE L'OPERA FINALE. Quindi IL DISEGNO  È LO SPECCHIO FIDURATIVO DELL'ELABORAZIONE MENTALE DEL SUO AUTORE. Difatti Leonardo accompagna i suoi disegni con appunti (scritti con la sinistra in modo contrario.



Per Leonardo solo l'esperienza dà all'artista la possibilità DI CONOSCERE L'ESSENZA DELLE COSE E IL DISEGNO È LO STRUMENTO PER FISSARE I DATI SCOPERTI.

Gli studi di Leonardo sono studi dal vero, tratti dall'osservazione diretta dell'uomo, delle macchine, dei fenomeni naturali ecc.: le Madonne sono madri comuni alle prese con i loro figli; le adorazioni dei pastori erano i suoi garzoni che hanno posato come Leonardo ha voluto.

Di Leonardo molti disegni di anatomia, botanica, geologia, ingegneria militare, architettura

Leonardo CAMBIA IL CONCETTO DI ARTISTA  che diventa UOMO DI CULTURA, INTELLETTUALE E SPERIMENTATORE ACANITO

Leonardo cerca di afferrare l'inafferrabile ovvero va al di là delle apparenze. Tutto deve essere considerato: il pulviscolo atmosferico, il soffio dell'aria ecc.

LA PRIMA OPERA: VEDUTA DALLA VAL D'ARNO 2 AGOSTO 1473

Paesaggio che si estende a perdita d'occhio

Con un tratteggio fitto e parallelo riproduce l'ondeggiare dei rami al soffio della brezza, l'acqua che cade a cascatella, la foschia che sale dalla vallata

In questo disegno Leonardo è riuscito a fissare il palpitare della natura, il suo mutamento continuo e QUANTO L'OCCHIO HA VISTO IN UN POMERIGGIO ESTIVO SOFFOCANTE E ACCECANTE

"ADORAZIONE DEI MAGI" commissionata nel 1480 per i monaci di San Donato in Scopeto. Ma venne interrotta da Leonardo nel 1482 quando partì per Milano:

L'opera ha più l'aspetto di un disegno che di un dipinto proprio perché interrotta

Comunque ha un CARATTERE DI OPERA COMPIUTA derivante dal fatto che i chiari e scuri, le ombre sono nettamente definiti grazie ad una tecnica particolare: con una tempera mista ad olio con parti delineate a lacche rosse e BIACCA

LEONARDO ABBANDONA IL PROCEDIMENTO CLASSICO FIORENTINO: non usava il CARTONE per riportare poi sulla tavola l'opera a grandezza naturale. Ovvero:

v  Studiava e provava le composizioni nell'insieme e nei dettagli in molti schizzi di dimensioni ridotte

v  In seguito disegnava l'idea definitiva attraverso passaggi successivi dell'elaborazione direttamente sul supporto definitivo dell'opera

La VERGINE CON IL BAMBINO è collocata al centro della composizione, inondata di luce, vicino ad un albero rigoglioso

Accanto si accalca a semicerchio la folla: c'è stupore, ansia, turbamento.

Non c'era nessun volto che assomigliasse a quello di coloro che avevano commissionato l'opera

Nella composizione gli elementi hanno tutti dei riferimenti simbolici: l'alberello vicino al Bambino ("germoglio della stirpe di . A.C.); l'edificio diroccato (la ricostruzione del tempio

Per lo sfondo:

In un primo tempo Leonardo lo aveva concepito con i canoni prospettici tradizionali e quindi costruì una gabbia geometrica sistemando all'interno i soggetti

Poi sulla tavola decise di rendere la scena più dinamica e fluida spostando l'architettura a sinistra ed il paesaggio a destra


A MILANO

Verso il 1482 Leonardo giunse a Milano e si presentò a Ludovico il Moro facendosi precedere da una lettera nella quale illustrava le sue qualità di ingegnere militare inoltre fece sapere di essere un architetto, ed un ingegnere idraulico, scultore ed in ultino pittore.

Leonardo dipinse pochi quadri a Milano ma quei pochi riscossero un grande successo più delle sculture, delle opere architettoniche e d'ingegneria che rimasero allo stadio di progetto

Nel 1483 gli venne commissionata con i fratelli Evangelista e Ambrogio de Predis per la realizzazione di un polittico per la chiesa di San Francesco Grande. Il pannello centrale è chiamato "LA VERGINE DELLE ROCCE" dipinta personalmente da Leonardo mentre gli angeli laterali sono dipinti dai fratelli de Predis.

Ci sono due versioni: una al Louvres (considerata l'unica autografa) e l'altra al National Gallery

Il dipinto rappresenta la Vergine inginocchiata con il mantello allargato sospinge il piccolo Gesù da San Gioacchino mentre un angelo indica rivolto allo spettatore il piccolo Salvatore

La scena è ripresa dai vangeli apocrifi. E non è la rappresentazione classica del tempo. Leonardo sceglie apposta questa scena per mettere in risalto il dialogo dei personaggi fatto di sguardi e gesti in cui lo spettatore viene invitato a partecipare dall'angelo

La natura circostante (rocciosa e buia) non è certo quella convenzionale e non è neppure realistica e veristica in quanto non rappresenta nessun luogo identificabile geograficamente

La luce ha una funzione importante PROVENENDO DA DUE FONTI DIVERSE:

v  DALL'ORIZZONTE dove crea riflessi dolorati sull'acqua e filtra tra le rocce

v  DALL'ESTERNO DEL QUADRO A SINISTRA che scopre le rotondita dei personaggi, le pieghe degli abiti e i dettagli delle piante

Leonardo definisce i volumi ricavando dai colori "luci e ombre" sfumati ma SENZA CONTORNI

Leonardo sperimentò che i colori variavano con il variare delle luci ,delle ombre e dei riflessi che la luce crea. (fascio di luce su un foglio bianco che diventa azzurro)

Per questo le forme in lontananza si confondono e si dissolvono nella nebbia colorata come le guglie pietrificate sullo sfondo. Da qui Leonardo capisce che: LA PROSPETTIVA GEOMETRICA QUATTROCENTESCA DEVE ESSERE CONVERTITA IN PROSPETTIVA AEREA GRAZI ALLO SFUMATO CHE IN LONTANAZA DIVENTA NEBBIA AVVOLGENTE








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