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L'ARTE BARBARICA E LE COSIDDETTE "ARTI MINORI"

storia dell arte




L'ARTE BARBARICA E LE COSIDDETTE "ARTI MINORI"


Per arte barbarica s'intende la creazione artistica tra i popoli non romanizzati, tra i barbari, per l'appunto. Essi erano ancora nomadi prima di conoscere il mondo romano e quindi era difficile per genti nomadi adoperare pietra o m 545c22f attoni per le costruzioni. Infatti, queste genti adoperavano il carro e le tende come casa come luogo di culto, che erano molto più maneggevoli rispetto alle irremovibili costruzioni in pietra o in metalli. I materiali quindi più usato da queste popolazioni fu sicuramente il legno, più maneggevole e leggero, anche se meno resistente. Come le costruzioni in pietra, non esistevano affreschi o dipinti troppo pesanti perché fossero trasportati, quindi i nomadi usarono sempre oggetti piccoli, leggeri e poco ingombranti. L'arte barbarica era limitata alle decorazioni, che riprendevano motivi naturali (le foglie e gli arbusti, ma anche motivi animali, fantastici o reali). L'arte barbarica si restringeva all'oreficeria, alle piccole sculture in legno e alla decorazione, alle cosiddette, cioè, "arti minori".


I LONGOBARDI A CIVIDALE DEL FRIULI



Il ricordo di Bisanzio e la "paura del vuoto"


Nel 568 d.C. la penisola italiana fu invasa da una popolazione barbarica, proveniente dall'Europa Sud-Orientale, i Longobardi. Essi riuscirono a conquistare quasi tutta l'Italia sotto il re Alboino e fondarono un grande regno, che aveva come capitale Pavia, ma il regno stesso era diviso in piccoli ducati governati dai duchi, che erano autonomi, com'era da sempre stato nella tradizione barbarica. Le presenze più importanti d'arti longobarde si trovano a Cividàle del Friuli, dove però sono rimaste solo spoglie o rovine di tutto ciò che c'era prima. La più importante testimonianza è la Majestas Domini (= maestà del Signore), un bassorilievo che vede la figura del Cristo sovradimensionata, di fronte, con accanto due angeli. Il tutto è circondato da un'aureola leggermente schiacciata sui lati, che in ogni caso mantiene il significato di gloria e maestà divine. L'aureola, detta mandorla è formata da quattro rami, sorretti da altrettanti angeli, i quali hanno stranamente delle mani molto grandi, le quali sottolineano l'azione che i soggetti stanno compiendo. L'anatomia delle figure è del tutto abbozzata, ma sono le numerose decorazioni che danno vita alla scultura. I punti vuoti sono riempiti con fiori o croci, disposte senza uno schema o una simmetria. Questo fenomeno è detto horror vacui, ossia "paura del vuoto". Un altro importante monumento è il Tempietto di Santa Maria in Valle, risalente al VIII secolo. Esso è una chiesetta a pianta rettangolare, con presbiterio coperto di tre volte a botte. Il tempietto ha tuttora un'ampia decorazione di stucchi, un impasto di acqua, sabbia, polvere di marmo e calce che veniva inciso a secco.


L'ARTE DELLA RINASCENZA CAROLINGIA E OTTONIANA

Il sogno della grandezza romana


I Franchi, guidati da Carlo Magno, sconfissero i Longobardi, impadronendosi dei loro territori, e ampliando il già esteso regno, aggiungendo i suddetti territori alla Francia, alla Germania e ai Paesi Bassi. La notte di Natale dell'800 Carlo Magno fu incoronato re dei Franchi e da allora nacque il Sacro Romano Impero, Sacro perché il suo re era stato incoronato secondo un rito cristiano, romano perché riceveva la tradizione romana. Durante il regno di Carlo Magno nacque la prima scuola, la cosiddetta Scuola Palatina, proprio perché sorgeva all'interno del palazzo dell'imperatore. In questa scuola venivano insegnati precetti Cristiani e non. La dinastia Ottoniana, successiva a quella dei Carolingi, mantenne viva quella scuola perché come la precedente teneva molto alla cultura. L'arte prende spunto dagli esempi romani imperiali. Esempio eclatante dell'architettura di questo periodo è la Cappella Palatina, di Aquisgrana, edificata tra il 790 e l'805 dall'architetto Eude di Metz. La costruzione è molto simile alla Chiesa di San Vitale e alla Chiesa di San Lorenzo, a Milano. È costituito di un deambulatorio disposto su due livelli, che circonda lo spazio ottagonale centrale, coperto da una cupola. Le colonne in porfido rosso furono portate da Roma e da Ravenna.

Durante il dominio della dinastia degli Ottoniani si afferma un particolare tipo di costruzione, la cripta ( dal greco kriptèin, nascondere, coprire), un ambiente che sorge solitamente in un livello sottostante l'altare e coperto solitamente da una volta a crociera.

È nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Lomello, che le volte a crociera sono usate per costruire la copertura delle navate laterali, creando un anticipo di romanico. Questa dettaglio architettonico passa quindi da una costruzione nascosta e poco frequentata ad un luogo molto affollato ed esposto. In territorio italiano l'opera ottoniana di maggiore pregio è sicuramente l'Altare d'oro di Sant'Ambrogio, a Milano. È un altare a forma di sarcofago dove dovrebbero essere contenute le spoglie del santo. È costruito con lamine d'oro e d'argento ed è incastonato con pietre e gemme. La parte anteriore ritrae delle scene della vita di Cristo, con una narrazione che va dall'alto verso il basso, dall'esterno verso l'interno. Al centro vi è Cristo seduto su un trono. Questa figura è circoscritta ad un ellisse, che è al centro di una croce con bracci uguali, sui quali sono incisi i segni apocalittici degli Evangelisti e gli apostoli in gruppi di tre. Ugualmente importante è sicuramente il tondo con Sant'Ambrogio che incorona Vuolvinio. Il santo è posto su un piedistallo, ritratto dall'artista mentre, con un gesto molto delicato e benevolo, incorona Vuolvinio, il quale accetta il gesto stando prostrato. Intorno alla figura si vedono delle lettere che decantano la bravura dell'artista. È forse la prima volta nella storia che un artista si firma, sicuro del proprio importante ruolo all'interno della società.







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