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Tucidide (Atene 460 ca. - 400 ca. a.C.), storico greco.
Opera: "la guerra del Peloponneso"
Tucidide descrive tre fasi della guerra :
La storia per Tucidide è un "possesso per il futuro"; quale strumento per riconoscere la dinamica delle forse che producono gli avvenimenti umani.
Tucidide crede fortemente che è la legge del più forte che domina i destini delle nazioni; e ciò a dispetto della giustizia.
La giustizia e la forza > V libro, la neutralità di melo
Atene> obbiettivo > conquistare Melo (isola spartana neutrale)
Atene> invia ambasciatori per trattare
I delegati ateniesi propongono di discutere assumendo come riferimento il Sympheron, l'utile, e non il Dikaion, il giusto, perché: "il giusto viene preferito per una eguale necessità, mentre chi è più forte fa quello che può e chi è debole cede".
Si parla di:
Giusto > se i rapporti di forza fra le parti sono eguali.
Utile > se i rapporti sono differenti, basta la forza a risolvere i conflitti
Se la città isonomica (in cui tutti soggetti alla legge) è convenzionale (in cui si stabilisce per accordo tra le parti), per quale ragione dovremmo rispettare la sua legge? E' che cosa c'è dietro la sua giustizia?
Tucidide per Nietzsche
"Tucidide, e forse il Principe di Machiavelli mi sono particolarmente affini per l'assoluta volontà di non crearsi delle mistificazioni e di vedere la ragione nella realtà- non nella "ragione" e meno che mai nella "morale"... Contro la deplorevole tendenza ad abbellire i Greci, a idealizzarli, che il giovane "educato sui classici" si porta nella vita come ricompensa del suo ammaestramento liceale, non vi é cura così drastica come Tucidide. Lo si deve rivoltare rigo per rigo e decifrare i suoi nascosti pensieri così esattamente come le sue parole- : esistono pochi pensatori così ricchi di segreti pensieri. In lui la cultura dei sofisti giunge alla sua compiuta espressione: questo movimento inestimabile in mezzo alla frode morale e ideale delle scuole socratiche dilaganti allora da ogni parte. La filosofia greca come dècadence dell'istinto greco: Tucidide come il grande compendio, l'ultima rivelazione di quella forte, severa, dura oggettività che era nell'istinto dei Greci più antichi. Il coraggio di fronte alla realtà distingue infine nature come Tucidide e Platone: Platone é un codardo di fronte alla realtà- conseguentemente si rifugia nell'ideale; Tucidide ha il dominio di sè- di conseguenza tiene sotto il suo dominio anche le cose... "(Crepuscolo degli idoli)
Il primo grande esempio di realismo politico è forse quello offertoci da Tucidide, il quale, in qualità di primo storico in senso secolarizzato e scientifico, epura gli accadimenti storici dai residui mitici (a differenza di Erodoto, che troppo concede alla cultura orale e mitologica, facendo intervenire nelle sue Storie perfino gli dei, coi loro capricci e coi loro poteri imperscrutabili alla mente umana). Egli è uno "storico del potere" che ricostruisce con perizia la Guerra del Peloponneso, : nel ricostruirla, egli non esita a citare fattori che strutturano gli eventi e che lasciano trasparire la pessimistica convinzione secondo cui la necessità e il caso signoreggiano nelle vicende degli uomini, i quali, di fronte ad essi, tentano di opporsi con i loro "fattori umani" ,ossia con l'intelligenza, la strategia, la passione (tutte componenti rientranti nella definizione romana di virtus). Nell'ottica di Tucidide, l'amore e la fede non sono che motori dell'agire umano che si scontrano con la paura, con l'utile e con l'onore.
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