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LA DECANDENZA DELL'ITALIA

storia



LA DECANDENZA DELL'ITALIA

INDUSTRIA   Durante la crisi del 600 l'Italia perse quella posizione di primato nell'economia europea;al contrario economie maggiormente dinamiche riuscirono non solo a superare la crisi,ma ad uscirne rafforzate. Nelle grandi città italiane ci fu un crollo delle industrie che fu parzialmente compensato dal successo economico di alcuni centri minori,dove si diffuse la lavorazione non solo della lana ma anche del lin 353f54d o e del cotone.Nelle campagne ebbe un forte impulso la produzione della seta greggia e di filati di seta che poi venivano esportati alle industri europee dove il materiale veniva lavorato e riesportato.Si verificò così una riconversione dell'economia italiana,dalla produzione di manufatti si passò a quella di materie prime e di semilavorati La crescita di queste forme di industria rurale non riuscì a compensare il crollo delle attività manifatturiere urbane.La filatura della seta era un'attività che garantiva margini di guadagno limitati.




COMMERCIO Esclusa dai grandi traffici oceanici,l'Italia fu sopraffatta dalla concorrenza straniera anche nel mediterraneo.Le città italiane cominciarono col perdere il loro monopolio nel commercio delle spezie tra oriente e occidente e addirittura furono costrette ad acquistarle dagli inglesi e dagli olandesi.Con il declino del commercio entrarono in crisi le attività portuali e le flotte commerciali. I motivi dell'incapacità italiana di fronteggiare la concorrenza straniera erano diversi i prodotti italiani costavano molto(xkè in Italia il livello dei salari era + alto che all'estero) ed erano fuori mercato,xkè le rigide norme delle corporazioni agivano come freno a qualsiasi innovazione tecnologica e organizzativa.Un altro aspetto importante era la debolezza politica e militare dell'Italia così gli Stati italiani erano costretti a subire l'iniziativa altrui. Lo storico francese Braudel x definire le vicende economiche di quest'epoca,ha usato la metafora delle lepri e delle tartarughe:le prime sono le città italiane che partirono x prime e + velocemente,acquisendo un enorme vantaggio,le seconde sono i grandi Stati europei che partirono dopo e lentamente,ma il loro cammino non ebbe battute d'arresto e il loro raggio d'azione furono gli spazi oceanici,davanti ai quali le lepri stanche si fermarono.


AGRICOLTURA  Il declino delle attività commerciali e industriali provocò uno spostamento dei capitali verso l'agricoltura.La proprietà terriera assunse così un peso molto + consistente.A livello sociale rinnovato e potenziato della proprietà terriera si tradusse in un maggiore immobilismo era ben + difficile x individui di origine modesta,tentare una rapida ascesa sociale nel mondo degli affari.In parallelo si moltiplicarono i titoli nobiliari segno di un processo di rifeudalizzazione(concendendo titoli in cambio di denaro),che non significava un ritorno puro e semplice al feudalismo;da un punto di vista economico,questa rifedaulizzazione,fu un fenomeno abbastanza superficiale. Il declino delle attività commerciali provocò anche una minore circolazione dei prodotti agricoli all'interno dell'Italia la produzione veniva ormai assorbita in massima parte dall'autoconsumo su base regionale;si verificò così una frammentazione dei mercati con riflessi sui rapporti nord e sud. In Italia la caduta dei prezzi dei cereali provocò una trasformazione delle colture.In molte zone la cerealicoltura fu sostituita dalla pastorizia.Inoltre si diffusero le coltivazioni del lino della canapa e del gelso;in + ci fu una prorompente espansione delle risaie,oltre alla diffusione del mais.




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