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INTRODUZIONE ALLA PROGRAMMAZIONE IN C

informatica





INTRODUZIONE ALLA PROGRAMMAZIONE IN C




01. Caratteristiche del linguaggio C

02. Storia del linguaggio C

03. Primo approccio

04. Compilazione di un programma C

05. Struttura di un programma C

06. Variabili



06.01. Stampa ed input di variabili

07. Operatori

07.01. Operatori aritmetici

07.02. Operatori di confronto

07.03. Operatori logici

07.04. Operatori di basso livello

07.04.01. Operatori di bitwise

07.04.02. Bit Fields

07.05. Ordine di precedenza degli operatori

08. Strutture di controllo

08.01. If

08.02. Operatore "?"

08.03. Switch

08.04. For

08.05. While

08.06. Do-While

08.07. Break e Continue

09. Arrays

09.01. Array singoli e multidimensionali

09.02. Stringhe

10. Funzioni

10.01. Funzioni "void"

10.02. Funzioni ed array

10.03. Prototipi di funzioni

11. Ulteriori tipi di dati

11.01. Strutture

11.02. Unioni

11.03. Type-casting

11.04. Enumerated Types

11.05. Variabili statiche

12. Errori comuni in C

12.01. Assegnazione (=) al posto di confronto (==)

12.02. Passaggio dell'indirizzo di puntatori

12.03. Mancanza di () per una funzione

12.04. Indici di array

12.05. Array di caratteri e puntatori

12.06. C e' case-sensitive

12.07. ";" chiude ogni istruzione

13. Puntatori

13.01. Cos'e' un puntatore

13.02. Puntatori e funzioni

13.03. Puntatori e array

13.04. Array di puntatori

13.05. Array multidimensionali e puntatori

13.06. Inizializzazione statica degli array di puntatori

13.07. Puntatori e strutture

13.08. Le "trappole" piu' comuni dei puntatori

13.08.01. Non assegnare un puntatore ad un indirizzo di

memoria prima di utilizzarlo

13.08.02. Assegnazione indiretta illegale

14. Allocazione dinamica della memoria

14.01. Malloc

14.02. Linked Lists

15. Input ed output

15.01. Streams

15.01.01. Streams predefinite

15.01.01.01. Redirezione

15.02. Funzioni comuni di I/O

15.03. Formattazione di I/O

15.03.01. Printf

15.04. Scanf

15.05. Files

15.05.01. Lettura e scrittura su files

15.06. Sprintf ed Sscanf

15.07. Input dalla linea di comando

15.08. I/O di basso livello

16. Il preprocessore C

16.01. #define

16.02. #undef

16.03. #include

16.04. #if - Inclusione condizionale

17. Scrittura di grossi programmi

17.01. File header

17.02. Variabili esterne e funzioni

17.02.01. Scopo delle variabili esterne

17.03. L'utility Make

17.04. Programmazione di Make

17.05. Creazione di un makefile

17.06. Macro di Make

17.07. Esecuzione di Make

18. UNIX e il C

18.01. Vantaggi di usare UNIX con il C

18.02. Utilizzo delle chiamate di sistema UNIX e delle funzioni

di libreria

18.03. Trattamento di file e directory

18.03.01. Funzioni di trattamento delle directory

18.03.02. Routine di trattamento dei file

18.03.03. errno

18.04. Controllo e gestione dei processi

18.04.01. Esecuzione di comandi UNIX da C

18.04.01.01. execl()

18.04.01.02. fork()

18.04.01.03. wait()

18.04.01.04. exit()

18.04.02. Utilizzo di pipe in un programma C

18.04.02.01. popen() - Piping formattato

18.04.02.02. pipe() - Piping di basso livello

18.04.03. Interruzioni e segnali

18.04.03.01. Invio di segnali - kill()

18.04.03.02. Ricezione di segnali - signal()

18.05. Times Up!!

19. Opzioni comuni del compilatore C

19.01. Opzioni di compilazione

20. Funzioni della libreria standard C

20.01. Manipolazione dei buffer

20.02. Classificazione dei caratteri e conversione

20.03. Conversione dei dati

20.04. Manipolazione delle directory

20.05. Manipolazione dei file

20.06. Input e Output

20.06.01. Stream I/O

20.06.02. I/O di basso livello

20.07. Matematica

20.08. Allocazione di memoria

20.09. Controllo dei processi

20.10. Ricerca e ordinamento

20.11. Manipolazione di stringhe

20.12. Time





01. Caratteristiche del linguaggio C



Qui di seguito verranno elencate brevemente alcune delle caratteristiche del

C che definiscono il linguaggio stesso e che hanno contribuito alla

popolarita' che ha raggiunto come linguaggio di programmazione:


- dimensioni ridotte

- utilizzo frequente di chiamate a funzioni

- loose typing (a differenza del Pascal)

- linguaggio strutturato

- programmazione a basso livello facilmente disponibile

- implementazione dei puntatori (ampio uso di puntatori per memoria,

vettori, strutture e funzioni)


Il C e' ora diventato un linguaggio professionale ampiamente utilizzato per

varie ragioni:


- ha strutture di alto livello

- puo' maneggiare attivita' di basso livello

- produce programmi efficienti

- puo' essere compilato su un'ampia gamma di computers


Il suo principale inconveniente e' quello di avere un metodo scadente per

l'identificazione di errori, che puo' escluderne l'utilizzo ai principianti.

Comunque con un minimo di diligenza si puo' risolvere elegantemente questo

problema, in quanto si possono violare le regole del C non appena si sono

imparate (non molti linguaggi lo permettono). Nel caso in cui venga fatto

correttamente e con attenzione, questo porta a sfruttare le potenzialita'

della programmazione C.

Lo standard per i programmi C in origine era dato dalle caratteristiche

messe a punto da Brian Kernighan. Al fine di rendere il linguaggio piu'

accettabile a livello internazionale, venne messo a punto uno standard

internazionale chiamato ANSI C (American National Standards Institute).



02. Storia del linguaggio C



Le pietre miliari nel corso dell'evoluzione del C come linguaggio sono

elencate di seguito:


- UNIX developed c. 1969 - DEC PDP-7 Assembly Language

- BCPL - un OS facilmente accessibile che fornisce potenti strumenti di

sviluppo prodotti a partire da BCPL. Si tratta di un assemblatore noioso,

lungo ed incline agli errori

- Un nuovo linguaggio "B" come secondo tentativo c. 1970

- Un linguaggio "C" totalmente nuovo come successore di "B" c. 1971

- Dal 1973 UNIX OS, quasi totalmente scritto in C



03. Primo approccio



Un minimo programma in C e':


main()



che corrisponde a un programma in Pascal:


program minimum;


begin


end


Ogni programma C deve contenere una e una sola funzione main().

Per ogni parentesi graffa aperta (che corrisponde al begin in pascal)

deve essercene una chiusa (che corrisponde all'end in pascal).


I commenti possono essere posti ovunque utilizzando /* (inizio commento)

e */ (fine commento), ma non si puo' inserire un commento in un altro.

Ad esempio:


/* Esempio di programma in C */

main()



Il seguente esempio e' un programma che produce l'output sullo

schermo della frase "Hello World":


main()



L'istruzione "printf" e' una funzione C che visualizza cio' che gli

viene passato come argomento.


Per creare un file contenente uno dei precedenti programmi si puo'

utilizzare un qualsiasi text editor disponibile sulla macchina (vi, emacs,

xedit, ...).

Il nome del file deve avere l'estensione ".c", cioe' chiamarsi, ad esempio,

prog.c. Il contenuto, ovviamente, deve rispettare la sintassi C; per quanto

riguarda gli esempi sopra riportati, potrebbero iniziare con una riga del

tipo

/* Esempio ... */ (anche con una linea vuota che la precede) 424f59e

e terminare con la linea

} /* Fine del programma */ (anche con una linea vuota che la segue)



04. Compilazione di un programma C



Per compilare il programma si utilizza il comando cc seguito dal nome del

programma C sorgente, dove "cc" e' il nome del compilatore C.

Ad esempio:

cc prog.c


Se il compilatore trova errori (in genere syntax error, come errori di

battitura, errori di sintassi delle parole chiave o ";" omessi), questi

vengono identificati e visualizzati; in caso contrario, viene creato il

file eseguibile a.out. Il compilatore non identifica eventuali errori di

logica del programma, quindi potrebbero essere eseguite delle operazioni

errate, ed e' compito dell'utente trovarle (anche con l'ausilio di appositi

programmi di debugging).

In fase di compilazione possono essere specificate anche ulteriori opzioni:

la piu' utilizzata e' "-o nome-file", che crea l'eseguibile con il nome

nome-file invece di a.out, ma ne esistono altre come ad esempio "-c"

(opzione senza argomenti, per la soppressione di link).

Altra opzione possibile e' "-g", con cui e' necessario compilare per poter

utilizzare il debugger "dbx".

Ad esempio:

cc prog.c -o prog (oppure cc -o prog.c prog)

cc -c prog.c -o prog

cc -g prog.c -o prog


Per far eseguire il programma e' sufficiente scrivere il nome

dell'eseguibile creato (e' ovvio che il file eseguibile deve avere i

permessi per l'esecuzione, solitamente assegnati automaticamente in fase di

compilazione):

si avranno visualizzati sullo schermo gli eventuali risultati.

Nel momento dell'esecuzione e' possibile osservare ed identificare eventuali

errori di run-time, come ad esempio le divisioni per zero; in tal caso

l'esecuzione termina irregolarmente e viene generato un file core con lo

stato del programma in esecuzione al momento del verificarsi dell'errore.

Se il programma in esecuzione non rilascia errori ma produce output errati,

e' evidente che contiene errori logici; questi andranno corretti editando

il programma sorgente, questo dovra' essere ricompilato e si potra' lanciare

nuovamente l'esecuzione.


La compilazione del programma C avviene attraverso le seguenti fasi:


- un preprocessore che accetta il codice sorgente come input

ed e' resposabile della:


- rimozione di commenti

- interpretazione di speciali direttive per il preprocessore

denotate da "#".

Ad esempio:

#include - include il contenuto di un determinato file

(solitamente chiamato header, con suffisso ".h").

#include <math.h> - standard library maths file.

#include <stdio.h> - standard library I/O file

#define - definisce un nome simbolico o una costante

(sostituzione di una macro).

#define MAX_ARRAY_SIZE 100


- il compilatore C che traduce il codice sorgente ricevuto dal

preprocessore in codice assembly.


- l' assembler che crea il codice oggetto (in UNIX i file con il suffisso

.o sono i file in codice oggetto, che corrispondono ai file .obj in

MSDOS).


- il link editor che combina le funzioni definite in altri file sorgenti

o definite in librerie, con la funzione main() per creare il file

eseguibile.

Infatti molte delle funzioni presenti in altri linguaggi non sono incluse

nel C (ad esempio, funzioni di I/O, di manipolazione di stringhe o

matematiche), ma il C fornisce tali funzionalita' attraverso un ricco

insieme di librerie di funzioni. Molte applicazioni C includono librerie

standard di funzioni per coprire le utilita' mancanti.

In questa fase vengono anche ricostruiti i riferimenti alle variabili

esterne utilizzate nei sorgenti C.



05. Struttura di un programma C



Un programma C ha in linea di principio la seguente forma:


Comandi per il preprocessore

Definizione di tipi

Prototipi di funzioni (dichiarazione dei tipi delle funzioni e delle

variabili passate alle funzioni)

Variabili

Funzioni


Vediamo l'esempio di un programma:


main()



Note:

- Il C richiede un punto e virgola alla fine di ogni statement.

- printf() e' una funzione standard richiamata da main.

- \n significa una nuova linea (a capo).

- exit() e' anch'essa una funzione standard che fa terminare il programma

(qui non sarebbe necessaria in quanto e' l'ultima linea di main e il

programma terminerebbe comunque).



06. Variabili



Il C ha i seguenti tipi di dati:


Tipo Size (byte)


char 1

unsigned char 1

short int 2

unsigned short int 2

(long) int 4

float 4

double 8


Sui sistemi UNIX tutte le variabili dichiarate "int" sono considerate

"long int", mentre "short int" deve essere dichiarato esplicitamente.

E' importante notare che in C non esiste un tipo di variabile booleano,

quindi si possono utilizzare variabili "char", "int" o meglio "unsigned

char". "unsigned" puo' essere utilizzato con tutti i tipi "char" e "int".


Per dichiarare una varibile si scrive:

var_tipo elenco-variabili-separate-da-virgole ;


Le variabili globali si definiscono al di sopra della funzione main(),

nel seguente modo:


short number,sum;

int bignumber,bigsum;

char letter;

main()



E' possibile preinizializzare una variabile utilizzando = (operatore di

assegnazione).

Ad esempio:

int i,j,k=1;

float x=2.6,y;

char a;


Vediamo due esempi di inizializzazione di variabili che si equivalgono,

senza pero dimenticare che il metodo utilizzato nel primo esempio

risulta piu' efficiente:


Esempio 1: float sum=0.0;

int bigsum=0;

char letter='A';

main()


Esempio2: float sum;

int bigsum;

char letter;

main()



E' possibile effettuare assegnazioni multiple purche' le variabili

siano dello stesso tipo.

Ad esempio:


int somma;

char letter="A";

main()


dove l'istruzione a=b=c (con c=3) corrisponde ad a=3, b=3 e c=3, ma

anche in questo caso risulta piu' efficiente il primo metodo.


Si possono definire nuovi propri tipi di variabili utilizzando "typedef"

(questo risulta utile quando si creano strutture complesse di dati).

Come esempio di utilizzo semplice consideriamo come sia possibile creare

i due nuovi tipi di variabile "real" e "letter", che potranno successiva-

mente essere utilizzati alla stessa maniera dei tipi predefiniti del C.

Ad esempio:

typedef float real;

typedef char letter;

variabili dichiarate:

real sum=0.0;

letter nextletter;



06.01. Stampa ed input di variabili



Il C sfrutta l'output formattato.


Per stampare il contenuto di una variabile si utilizza la funzione printf().

Bisogna pero' specificare il formato della variabile utilizzando il

carattere speciale di formattazione "%" seguito dal carattere che definisce

un certo formato per una variabile:


%c - char

%d - int

%f - float


Ad esempio: printf("%c%d%f",letter,somma,z);


Nota: l'istruzione di formattazione e' racchiusa tra "", e le variabili

vengono esposte di seguito; assicurarsi che l'ordine dei formati ed

il tipo di dato delle variabili coincidano.


Sempre a proposito della funzione "printf", vediamo il seguente esempio di

una istruzione di stampa:


printf(".\n.1\n..2\n...3\n");


per la quale l'output sara':


.

.1

..2

...3


scanf() e' la funzione per l'input di valori a strutture di dati.

Il suo formato e' simile a quello di printf():


scanf("%c%d%f",&ch,&i,&x);


Nota: "&" si riferisce all'indirizzo della variabile, e va sempre messo

davanti ai nomi di variabili in acquisizione; il motivo verra'

spiegato nel paragrafo dei "puntatori".



07. Operatori




07.01. Operatori aritmetici



Come gia' accennato, le assegnazioni in C vengono effettuate utilizzando

"=". Oltre agli operatori arimetici standard +,-,*,/ e all'operatore %

(modulo) per gli interi, in C si hanno anche gli operatori incremento ++

e decremento --, che possono essere preposti o posposti all'argomento. Se

sono preposti il valore e' calcolato prima che l'espessione sia valutata,

mentre se sono posposti il valore viene calcolato dopo la valutazione della

espressione.

Ad esempio:

int x,z=2;

1) x=(++z)-1;

A questo punto x=2 e z=3


int x,z=2;

2) x=(z++)-1;

A questo punto x=1 e z=3


Riportiamo un ulteriore esempio:

int x,y,w;

main()


che equivale alle seguenti istruzioni:

int x,y,w;

main()



E' importante sottolineare che un'istruzione del tipo

x++

e' piu' veloce della corrispondente

x=x+1


L'operatore "%" (modulo) puo' essere utilizzato solamente con le variabili

di tipo integer; la divisione "/" e' utilizzata sia per gli integer che

per i float.

A proposito della divisione riportiamo un altro esempio:

z=3/2

dove z avra' valore 1, anche se e' stato dichiarato come float

(di regola, se entrambi gli argomenti della divisione sono integer,

allora verra' effettuata una divisione integer);

per avere un risultato corretto sara' necessario scrivere:

z=3.0/2 oppure

z=3/2.0 o, ancora meglio,

z=3.0/2.0


Inoltre esiste una forma contratta per espressioni del tipo


expr1 = expr1 op expr2


(ad esempio: i=i+2 oppure x=x*(y+3))

che diventano:


expr1 op = expr2


Per cui i=i+2 puo' essere scritta nel modo contratto come i+=2

od x=x*(y+3) diventare x*=y+3.


Nota: l'espressione x*=y+3 corrisponde a x=x*(y+3) e non a x=x*y+3.



07.02. Operatori di confronto



Per testare l'ugualianza si usa "==" mentre per la disugualianza "!=".

Ci sono poi gli operatori "<" (minore), ">" (maggiore), "<=" (minore o

uguale), ">=" (maggiore o uguale).


NB. if (i==j) ... esegue il contenuto dell'if se i e' uguale a j, ma

if (i=j) ... e' ancora sintatticamente esatto ma effettua l'assegnazione

del valore di j ad i e procede se j e' diverso da zero in quanto

viene interpretato il valore TRUE (e' come scrivere if i ... con i

diverso da zero). In questo caso si tratterebbe di una "assegnazione di

valore", una caratteristica chiave del C.



07.03. Operatori logici



Gli operatori logici, solitamente utilizzati con le istruzioni condizionali

che vedremo piu' avanti, sono "&&" per AND logico e "||" per OR logico.

Nota: "&" e "|" hanno un significato diverso, poiche' sono bitwise AND e OR.



07.04. Operatori di basso livello



Nel capitolo relativo ai puntatori si vedra' come questi permettano il

controllo delle operazioni di memoria di basso livello.


Molti programmi (in particolare le applicazioni di gestione del sistema)

devono realmente operare a basso livello, poiche' lavorano su bytes

individuali.


E' importante notare che la combinazione di puntatori e di operatori

bit-level rendono il C utilizzabile per molte applicazioni a basso livello

e possono quasi sempre sostituire il codice assembly (ricordiamo che

solamente circa il 10% di UNIX e' un codice assembly, mentre il resto e' C).



07.04.01. Operatori di bitwise



Gli operatori di bitwise (che operano sui singoli bit) sono i seguenti:

"&" AND

"|" OR

"^" XOR

"~" Complemento a 1 (0=>1, 1=>0)

"<<" shift a sinistra

">>" shift a destra


Nota: fare attenzione, come gia' detto in precedenza, a non confondere

& con && (& e' "bitwise and", mentre && e' "logical and"); la stessa

cosa vale per | e ||.


"~" e' un operatore unario, cioe' opera su un solo argomento indicato a

destra dell'operatore.


Gli operatori di shift eseguono un appropriato shift dall'operatore indicato

a destra a quello indicato a sinistra. L'operatore destro deve essere

positivo. I bits liberati vengono riempiti con zero (cioe' non si tratta di

una rotazione, con recupero sul lato opposto dei bit shiftati).


Ad esempio: z<<2 shifta i bit in z di due posti verso sinistra

cosi', se z=00000010 (binario) o 2 (decimale)

allora, z>>=2 => z=00000000 (binario) o 0 (decimale)

inoltre, z<<=2 => z=00001000 (binario) o 8 (decimale)


Quindi, uno shift a sinistra e' equivalente ad una moltiplicazione per 2;

similmente, uno shift a destra equivale ad una divisione per 2.


Nota: l'operazione di shift e' molto piu' veloce della reale moltiplicazione

(*) o divisione (/); cosi', se occorrono veloci moltiplicazioni o

divisioni per 2 si puo' utilizzare lo shift.


Per illustrare le molteplici caratteristiche degli operatori di bitwise,

riportiamo una funzione (bitcount) che somma 2 bit settati ad 1 un un numero

ad 8 bit (unsigned char) passato come argomento alla funzione:


int bitcount(unsigned char x)




Questa funzione mostra molti punti del programma C:

- il loop "for" non viene usato per semplici operazioni di somma

- x>>=1 => x=x>>1

- il loop "for" shifta ripetutamente a destra x, finche' x diventa 0

- il controllo "if" utilizza la valutazione dell'espressione x &01

- x &01 controlla il primo bit di x, ed esegue count++ se questo e' 1



07.04.02. Bit Fields



I Bit Fields permettono il raggruppamento dei dati in una struttura. Questa

tecnica viene usata soprattutto quando la gestione della memoria o la

memorizzazione dei dati sono uno meta molto ambita.


Tipici esempi sono costituiti da:


- raggruppamento di parecchi oggetti in una parola macchinai (i flag di un

bit possono essere compattati); ad esempio, la tabella dei simboli

nell'ambito dei compilatori;

- lettura di formati di file esterni (formati di file non standard possono

essere importati); ad esempio, gli interi di 9 bit.


Il C permette di fare questo in una definizione di struttura, mettendo

":lunghezza-bit" dopo la variabile stessa, e cioe':


struct packed-struct pack;


Qui la struttura packed-struct contiene 6 elementi: 4 flag da 1 bit (f1,...

f4) e funny_int da 9 bit.


Il C automaticamente raggruppa assieme i campi di bit elencati nell'esempio

appena riportato.


Solitamente si accede ai membri della struttura nel seguente modo:


pack.type = 7;


Notiamo che:


- solamente "n" bit di basso livello possono essere assegnati ad un numero

di "n" bit. Cosi' il campo "type" non puo' assumere valori maggiori di 15

(4 bits long);

- i bit fields vengono sempre convertiti al tipo intero prima di eseguirvi

delle operazioni;

- e' permesso "mescolare" tipi normali con bit fields;

- la definizione di "unsigned" e' importante, per assicurarsi che per i

flags non venga usato nessun bit per il segno.



07.05. Ordine di precedenza degli operatori



E' necessario fare attenzione al significato di un'espressione come

a + b * c

dove potremmo volere sia l'effetto di

(a + b) * c

sia quello di

a + (b * c)

Tutti gli operatori hanno una propria priorita', e gli operatori ad alta

priorita' sono valutati prima di quelli a bassa priorita'.

Gli operatori con la stessa priorita' sono valutati da sinistra a destra;

Cosi'

a - b - c

e' valutato

(a - b) - c

come ci si puo' aspettare.


L'ordine di priorita', dalla piu' alta alla piu' bassa, degli operatori

in C e':


()[]->.

!~-*& sizeof cast ++ --

(these are rigth -> left)

*/%

+-

< <= >= >

== !=

&

^

|

&&

||

?: (right -> left)

= += -= (right -> left)

,(comma)


Quindi:

"a < 10 &&2 * b < c"

e' interpretato come:

"(a < 10) &&((2 * b) < c)".

ed anche:

a=

b=

spokes / spokes_per_wheel

+ spares;

e' valutato come:

a=

(b=

(spokes / spokes_per_wheel)

+ spares

);



08. Strutture di controllo



Quelli che seguono sono i vari metodi con cui il C puo' controllare il

flusso logico di un programma. A parte alcune minime differenze sintattiche,

queste istruzioni sono simili a quelle che si possono trovare negli altri

linguaggi.

Come abbiamo visto, in C esistono le seguenti operazioni logiche:

==,!=,||,&&.

Un altro operatore e' il not "!" unario (ha un solo argomento).


Questi operatori sono utilizzati congiuntamente alle istruzioni di seguito

riportate.



08.01. If



L'istruzione "if" ha le stesse funzioni degli altri linguaggi. Puo' avere

tre forme di base:


if (expression)

statement


if (expression)

statement1

else

statement2


if (expression1)

statement1

else if (expression2)

statement2

else

statement3


Ad esempio:


int x,y,z;

main()


else


}



08.02. Operatore "?"



L' operatore ? (ternary condition) e' la forma piu' efficente per esprimere

semplici if statements. Ha la seguente forma:


expression1 ? expression2 : exprssion3


che equivale a:


if expression1 then expression2 else expression3


Ad esempio:


z=(a>b) ? a : b


cioe'

if (a>b)

z=a;

else

z=b;


assegna a z il massimo tra a e b.



08.03. Switch



Permette scelte multiple tra un insieme di items.

La sua forma generale e':


switch (expression)



Il valore degli item deve essere una costante (le variabili non sono

permesse).

Il break serve per terminare lo switch dopo l'esecuzione di una scelta,

altrimenti verra' valutato anche il caso successivo (questo, a differenza

di molti altri linguaggi).


E' possibile anche avere un'istruzione nulla, includendo solamente un ";"

oppure lasciando fallire l'istruzione di switch omettendo qualsiasi frase

(come nell'esempio di seguito).


Il caso "default" e' facoltativo e raggruppa tutti gli altri casi.


Ad esempio:

switch (letter)


In questo caso se letter e' una vocale ('A','E','I','O','U') viene

incrementato il valore della varibile numerovocali, se e' uno spazio (" ")

si incrementa numerospazi e altrimenti (se nessuno dei casi precedenti e'

vero) viene eseguita la condizione di default e quindi viene incrementato

numerocostanti.



08.04. For



L'istruzione C "for" ha la seguente forma:


for (expression1; expression2; expression3)

statement;



dove expression1 inizializza, expression2 e' il test di termine e

expression3 e' il modificatore (che puo' anche essere piu' di un semplice

incremento).


Nota: fondamentalmente il C tratta le istruzioni "for" come i cicli di

tipo "while".


Ad esempio:


int x;

main()



che genera come output sullo schermo:

x=0

x=1

x=2


Gli esempi che seguono sono tre forme valide delle istruzioni "for" in C:


for (x=0;((x<3)&&(x>9));x++)


for (x=0,y=4;((x<3)&&(y>9));x++,y+=2)

in cui si puo' notare che le espressioni multiple possono essere separate

da una ",";


for (x=0,y=4,z=4000;z;z/=10)

in cui si puo' notare che il loop continua l'iterazione fino a quanto z

diventa 0.



08.05. While



L'istruzione "while" ha la seguente forma:


while (expression)

statement;


Ad esempio:


int x=3;

main()


}


che genera come output sullo schermo:

x=3

x=2

x=1


While puo' accettare non solo condizioni ma anche espressioni, per cui

risultano corrette le seguenti istruzioni:

while (x-);

while (x=x+1);

while (x+=5);


Utilizzando questo tipo di espressioni, solo quando il risultato di x--,

x=x+1 oppure x+=5 ha valore 0 la condizione di while fallisce e si esce

dal loop.


E' possibile avere anche complete operazioni di esecuzione nelle espressioni

"while":


while (i++<10)

che incrementa i fino a raggiungere il valore 10;


while ((ch=getchar())!'q')

putchar(ch);

che usa le funzioni getchar() e putchar() delle librerie standard, che

rispettivamente leggono un carattere dalla tastiera e scrivono un

determinato carattere sullo schermo. Il loop while continua a leggere dalla

tastiera e a visualizzare sullo schermo il carattere digitato, fino a quando

non venga battuto il carattere "q".



08.06. Do-While



L'istruzione C "do-while" ha la seguente forma:


do

statement;

while (expression);


(e' simile al Pascal repeat ... until, eccetto il fatto che l'espressione

dell'istruzione do-while e' vera)


Ad esempio:


int x=3;

main()

/* istruzione */

while (x>0);

}


Il cui output e':

x=3

x=2

x=1


Nota: l'operatore finale "x-" indica che viene usato il valore corrente

di x mentre stampa, e poi viene decrementato x.



08.07. Break e Continue



Il C fornisce due comandi per controllare i loop:


break - esce da un loop o da uno switch

continue - salta una iterazione del loop


Consideriamo il seguente esempio, dove leggiamo un valore integer e lo

elaboriamo in accordo con le seguenti condizioni. Se il valore che abbiamo

letto e' negativo, dovremo stampare un messaggio di errore ed abbandonare

il loop. Se il valore letto e' maggiore di 100, dovremo ignorarlo e

continuare con il successivo valore in input. Se il valore e' 0, dovremo

terminare il loop.


/* Viene letto un valore intero ed elaborato purche'

sia maggiore di 0 e minore di 100 */


while (scanf("%d".&value) == 1 && value !=0)

if (value>100)

/*Elabora il valore letto*/

/*che e' sicuramente tra 0 e 100 */

.

.

.

}



09. Arrays




09.01. Array singoli e multidimensionali



Un esempio di definizione di un array in C e' :


int elenco_numeri[50];


e si accede agli elementi dell'array nel seguente modo:


terzo_numero= elenco_numeri[2];

elenco_numeri[5]=100;


NB. In C gli Array subscripts iniziano da 0 e finiscono alla dimensione

dell'array meno uno. Nell'esempio precedente il range e' 0-49, cioe'

elenco_numeri e' un array di 50 elementi e si ha:

elenco_numeri[0],elenco_numeri[1],....elenco_numeri[49].

Questa e' una grossa differenza fra il C e gli altri linguaggi e

richiede un po' di pratica per raggiungere "la giusta disposizione

d'animo".


Array multidimensionali sono cosi definiti:


int tabella_numeri[50][50] => per due dimensioni

int big_D[20][30][10][40] => per piu' di due dimensioni


e si accede agli elementi nel seguente modo:


numero=tabella_numeri[5][32];

tabella_numeri[1][23]=100;



09.02. Stringhe



In C le stringhe sono definite come array di caratteri. Ad esempio, la

seguente istruzione definisce una stringa di 50 caratteri:


char name[50];


Il C non ha pero' un sistema maneggevole per costruire le stringhe, cosi

le seguenti assegnazioni non sono valide:

char firstname[50], lastname[50], fullname[50];

firstname = "Mario" /* illegale */

lastname = "Rossi" /* illegale */

fullname = "Sig."+firstname+lastname /* illegale */


Esiste pero' una libreria di routines per il trattamento delle stringhe

("< string.h >").


Per maneggiare le stringhe si possono usare puntatori ad array di char

(come vedremo piu' avanti).


Per stampare una stringa si usa printf() con lo speciale carattere di

controllo %s:


printf("%s",nome);


Nota: e' sufficiente avere il nome della stringa.


Al fine di permettere l'utilizzo di stringhe con lunghezza variabile,

il carattere \0 viene utilizzato per indicare la fine di una stringa.

In questo modo, se abbiamo una stringa dichiarata di 50 caratteri

(char name[50];), e la utilizziamo per memorizzare il nome "Dave", il

suo contenuto (a partire da sinistra) sara' la parola Dave immediatamente

seguita dal segno di fine stringa \0, e quindi tutti gli altri caratteri

(fino ad arrivare alla lunghezza di 50) risulteranno vuoti.



10. Funzioni



Il C fornisce delle funzioni anch'esse simili alla maggior parte degli

altri linguaggi. Una differenza e' che il C considera "main()" come una

funzione. A differenza di alcuni linguaggi, come il Pascal, il C non ha

procedure poiche' usa le funzioni per soddisfare entrambe le esigenze.


La forma generale di una funzione e':


returntype function_name (parameterdef1, parameterdef2, ...)



Se manca la definizione del tipo della funzione ("returntype", tipo della

variabile di ritorno della funzione), il C assume che il ritorno della

funzione e' di tipo integer; questo puo' essere una delle cause di problemi

nei programmi.


Esempio di una funzione che calcola la media tra due valori:


float calcolamedia(float a, float b)



Per richiamare tale funzione si procede nel seguente modo:


main()



Nota: l'istruzione "return" ritorna il risultato della funzione al

programma principale.



10.01. Funzioni "void"



Se non si vuole ritornare alcun valore da una funzione e' sufficiente

dichiararla di tipo void ed omettere il return.


Ad esempio:


void quadrati()



main()



Nota: e' obbligatorio mettere le parentesi () dopo il nome della funzione

anche se non ci sono parametri, a differenza di altri linguaggi.



10.02. Funzioni ed array



Possono essere passati alle funzioni come parametri anche array singoli o

multidimensionali.

Gli array monodimensionali possono essere passati nel seguente modo:


float trovamedia(int size,float list[])



In questo esempio la dichiarazione "float list[]" dichiara al C che

"list" e' un array di float. Non viene specificata la dimensione di un

array quando e' un parametro di una funzione.


Array multidimensionali possono essere passati alle funzioni nel seguente

modo:


void stampatabella(int xsize, int ysize,float tabella[][5])


}


In questo esempio "float tabella[][5]" dichiara al C che tabella e' un

array di float di dimensioni Nx5. E' importante notare che dobbiamo

specificare la seconda dimensione (e le successive) del vettore, ma non la

prima dimensione.


Quindi, riepilogando, nel caso di array singoli non e' necessario

specificare la dimensione dell'array nella definizione come parametro della

funzione, mentre nel caso di array multidimensionali si puo' non specificare

solo la prima dimensione.



10.03. Prototipi di funzioni



Prima di usare una funzione, il C deve riconoscere il tipo di ritorno e il

tipo dei parametri che la funzione si aspetta.


Lo standard ANSI del C ha introdotto un nuovo e migliore metodo per fare

questa dichiarazione rispetto alle precedenti versioni di C (ricordiamo

che tutte le nuove versioni del C aderiscono ora allo standard ANSI).


L'importanza della dichiarazione e' doppia:


- viene fatta per avere un codice sorgente piu' strutturato e percio'

facile da leggere ed interpretare;

- permette al compilatore C di controllare la sintassi delle chiamate di

funzioni.


Il modo in cui questo viene fatto dipende dallo scopo della funzione.

Fondamentalmente, se una funzione e' stata definita prima di essere usata

(call) allora e' possibile semplicemente usare la funzione. Nel caso

contrario, e' obbligatorio dichiarare la funzione; la dichiarazione

stabilisce in modo semplice il ritorno della funzione ed il tipo dei

parametri utilizzati da questa.


E' buona norma (e solitamente viene fatto) dichiarare tutte le funzioni

all'inizio del programma, sebbene non sia strettamente necessario.


Per dichiarare un prototipo di funzione bisogna semplicemente stabilire il

ritorno della funzione, il nome della funzione e tra le parentesi elencare

il tipo dei parametri nell'ordine in cui compaiono nella definizione di

funzione.


Ad esempio:

int strlen(char[]);


Questo dichiara che una funzione di nome "strlen" ritorna un valore integer

ed accetta una singola stringa come parametro.


Nota: le funzioni e le variabili possono essere dichiarate sulla stessa

linea di codice sorgente. Questa procedura era molto piu' diffusa

nei giorni del pre-ANSI C; da allora le funzioni solitamente vengono

dichiarate separatamente all'inizio del programma. La prima procedura

risulta ancora perfettamente valida, purche' venga rispettato l'ordine

in cui gli oggetti compaiono nella definizione della funzione.


Ad esempio:


int length, strlen(char[]);


dove "length" e' una variabile, e "strlen" e' la funzione (come

nell'esempio precedente).



11. Ulteriori tipi di dati




11.01. Strutture



Le strutture in C sono simili ai records in Pascal.

Ad esempio:


struct gun

;


struct gun arnies;


Viene cosi definita una nuova struttura gun e definita arnies di tipo struct

gun.


Nota: "gun" e' un'etichetta (tag) per la struttura che serve come

abbreviazione per le successive dichiarazioni. E' necessario solamente

dichiarare "struct gun" e il corpo della struttura e' implicito come

viene fatto per creare la struttura "arnies"; il tag e' opzionale.


Le variabili possono anche essere dichiarate tra "}" e ";" di una

dichiarazione di struttura; ad esempio:


struct gun

arnies;


che equivale al precedente esempio di definizione di una nuova variabile

strutturata di nome "arnies".


Una struttura puo' essere pre-inizializzata al momento della dichiarazione:


struct gun arnies=;


Per accedere ai membri (o campi) di una struttura il C fornisce l'operatore

".".


Ad esempio:

arnies.magazinesize=100;



Anche con le strutture si puo utilizzare typedef. La seguente istruzione

crea un nuovo tipo "agun" che e' di tipo "struct gun" e puo' essere

inizializzato come al solito:


typedef struct gun

agun;


agun arnies= ;


Qui "gun" e' ancora un'etichetta della struttura ed e' opzionale; agun e'

un nuovo tipo di dato e arnies e' una variabile di tipo agun (che e' una

struttura).


Il C permette anche la definizione array di strutture:


agun arniesguns[1000];


che si possono utilizzare nel seguente modo:


arniesguns[50].calibre=5;

dove il campo "calibre" del record 50 di arniesguns assume valore 5;


itscalibre= arniesguns[50].calibre;

dove viene assegnato alla variabile itscalibre il valore del campo

calibre del record 50 di arniesguns.



11.02. Unioni



Un'unione e' una variabile che puo' tenere (in momenti diversi) oggetti di

diversa dimensione e tipo.

Il C usa l'istruzione "union" per creare unioni; ad esempio:


union number

anumber


In questo modo viene definita un'unione chiamata number e un riferimento ad

essa chiamato anumber. "number" e' un'etichetta (tag) di unione e funziona

alla stessa maniera del tag delle strutture.

Si accede ai membri dell'unione come per i membri delle strutture.


Ad esempio:


printf("%ld\n",anumber.longnumber);


Questa istruzione visualizza semplicemente il valore di longnumber.


Quando il compilatore C alloca la memoria per le unioni, riserva sempre lo

spazio necessario per il membro piu' grande (nell'esempio sopra riportato,

sono 8 bytes per il tipo "double").


Per fare si che il programma possa tenere traccia del tipo della variabile

di unione usata in un determinato momento, e' diffusa l'abitudine di avere

una struttura (con registrate le unioni) e una variabile che indica il

tipo dell'unione.


Ad esempio:


typedef struct

jet;


typedef struct

helicopter;


typedef struct

cargoplane;


typedef struct

aircraft;


typedef struct

an_aircraft;


Questo esempio definisce una unione di base aircraft, che puo' essere sia

jet, helicopter o cargoplane.

Nella struttura an_aircraft c'e' un tipo di elemento che indica quale

struttura e' contenuta in quel momento.



11.03. Type-casting



Il C e' uno dei pochi linguaggi che permette la coercizione, e cioe'

permette di forzare una variabile di un tipo ad essere una variabile di

un'altro tipo utilizzando l'operatore "()".


Ad esempio:


int numerointero;

int numerointero2=10;

float numerofloat=6.34;

float numerofloat2;

char lettera='A';


numerointero=(int)numerofloat; /* assegna il valore 6 (parte intera) */

numerointero=(int)lettera; /* assegna il valore 65 (codice ASCII)*/

numerofloat2=(float)numerointero2 /* assegna 10.0 (valore float) */


Alcuni type-casting vengono fatti automaticamente, principalmente in

relazione alle capacita' dei numeri integer.


E' buona regola eseguire il type-casting tutte le volte che si e' in dubbio

sulla corrispondenza degli operatori nelle assegnazioni.


Altro uso che ne viene fatto e' all'interno delle divisioni, per assicurarsi

che dia il risultato voluto; se abbiamo due numeri integer come operatori e

vogliamo che il risultato sia un float, allora dovremo agire come segue:


int intnumber,anotherint;

float floatnumber;


floatnumber=(float)intnumber/(float)anotherint


Questa operazione assicura una divisione in floating-point.



11.04. Enumerated Types



Gli enumerated types contengono un elenco di costanti che possono essere

indirizzate con valori integer.

Per dichiarare tali tipi si utilizza "enum"; vengono dichiarati i tipi e le

variabili come nell'esempio che segue:


enum colori pennarello;

enum giorni (lun,mar,mer,gio,ven,sab,dom} settimana;

enum colori pulsante, nastro;


In tale esempio viene dichiarato colori come enumerated type e la variabile

pennarello con 4 valori accettabili definiti, mentre la variabile settimana

di tipo giorni ha 7 valori accettabili definiti. Le variabili pulsante e

nastro sono di tipo colori.

Ogni item nell'elenco di valori accettabili e' detto enumeration constant.

Il C mappa ogni enumeration constant ad un'intero, per cui e' ad esempio

possible scrivere:


settimana=verde;


che come risultato fa si che settimana abbia valore 2, perche' di default a

ogni membro dell'elenco di variabili e' assegnato un valore incrementale

partendo da 0 per il primo valore (come gia' visto per gli array).


E' possibile definire valori diversi agli elementi:


enum colori ;


Un ulteriore esempio relativo all'assegnazione di valori diversi e' il

seguente:


enum escapes ;


E' anche possibile annullare il valore iniziale 0:


enum months (jan=1,feb,mar,...dec);


dove e' implicito che febbraio=2, marzo=3 e cosi' via.



11.05. Variabili statiche



Una variabile statica e' locale ad una particolare funzione. E'

inizializzata una sola volta, la prima volta che tale funzione viene

chiamata e il suo valore resta inalterato quando si esce dalla funzione, per

cui quando si richiama nuovamente la funzione tale variabile ha ancora il

valore assegnatogli precedentemente.

Per definire statica una variabile e' sufficente anteporre la parola static

alla dichiarazione della variabile.


Ad esempio:


void stat(); /* prototype function */


main()



stat()



Il cui output sara':


auto_var=0, static_var=0

auto_var=0, static_var=1

auto_var=0, static_var=2

auto_var=0, static_var=3

auto_var=0, static_var=4


La variabile auto_var viene creata ogni volta, mentre la variabile

static_var e' creata una sola volta ed il suo valore memorizzato.



12. Errori comuni in C



Prima di procedere con l'analisi delle caratteristiche piu' avanzate del C,

e' importante analizzare le cause dei possibili errori nei programmi C.

Alcuni di questi errori vengono fatti facilmente, alcuni altri vengono fatti

nel caso in cui si conosca un linguaggio con una sintassi a volte simile al

C (come ad esempio il Pascal).



12.01. Assegnazione (=) al posto di confronto (==)



Il C utilizza l'assegnazione per valore, cosi':

if (a=b)

e' sintatticamente corretta.


Nota: b e' assegnato ad a,

l'espressione a=b prende il valore di b,

if (a=b) => if (b),

True se b != 0, False se b == 0.



12.02. Passaggio dell'indirizzo di puntatori



Vedremo meglio di cosa si tratta nel prossimo capitolo, anche se ne abbiamo

gia' accennato in relazione al scanf(). E' comunque fondamentale ricordare

di mettere la "&" nella funzione.



12.03. Mancanza di () per una funzione



Arrivando da precedenti esperienze con altri linguaggi, spesso ci si

dimentica di mettere () dopo una funzione; e' necessario farlo, anche se non

ci sono parametri passati alla funzione stessa.



12.04. Indici di array



E' importante ricordare che gli array in C sono dichiarati in maniera

diversa: gli array multidimensionali vengono dichiarati alla stessa maniera

di quelli semplici, ma con l'elenco dei valori massimi associati ad ogni

dimensione; la notazione che viene utilizzata per gli array

multidimensionali e' la seguente:


[][] ...


dove tra le [] va specificata la dimensione massima per ognuna delle

dimensioni dell'array stesso.


Un vettore di "n" elementi ha un intervallo indice che va da 0 a "n-1".



12.05. Array di caratteri e puntatori



Verranno trattati in maniera dettagliata nel prossimo capitolo.



12.06. C e' case-sensitive



Una regola fondamentale per l'utilizzo del C e' quella di ricordare che le

lettere maiuscole e quelle minuscole vengono trattate come fossero caratteri

diversi.



12.07. ";" chiude ogni istruzione



E' facile dimenticarsene, ma il compilatore riscontrera' questa mancanza e

la segnalera'.



13. Puntatori



I puntatori sono una delle piu' importanti caratteristiche del C. Se non si

e' in grado di usare i puntatori in maniera appropriata, non si riusciranno

a sfruttare completamente la potenza e la flessibilita' che il C permette;

infatti, il segreto del linguaggio C sta proprio nel modo in cui utilizza i

puntatori.


Il C usa molto i puntatori. Perche'?


- e' l'unico modo per esprimere alcune operazioni;

- produce codici sorgenti compatti ed efficienti;

- rappresenta uno strumento molto efficace.


Il C utilizza molto i puntatori in maniera esplicita con:


- vettori;

- strutture;

- funzioni.


Nota: i puntatori probabilmente sono la parte del C piu' difficile da

capire; le implementazioni in C sono leggermente diverse rispetto

agli altri linguaggi.



13.01. Cos'e' un puntatore



Un puntatore e' un tipo di dato, una variabile che contiene l'indirizzo

in memoria di un'altra variabile. Si possono avere puntatori a qualsiasi

tipo di variabile.

La dichiarazione di un puntatore include il tipo dell'oggetto a cui il

puntatore punta.

In C ogni variabile ha due tipi di valori: una locazione e un valore

contenuto in quella locazione.


L' operatore & (operatore unario, o monadico) fornisce l'indirizzo di una

variabile.

L' operatore * (operatore indiretto, o non referenziato) da' il contenuto

dell'oggetto a cui punta un puntatore.


Per dichiarare un puntatore ad una variabile, l'istruzione e':


int *pointer;


Nota: e' obbligatorio associare un puntatore ad un tipo particolare; per

esempio, non e' possibile assegnare l'indirizzo di uno short int ad

un long int.


Consideriamo gli effetti del seguente codice:


int *pointer; /* dichiara pointer come un puntatore a int */

int x=1,y=2;


(1) pointer= &x; /* assegna a pointer l'indirizzo di x */

(2) y=*pointer; /* assegna a y il contenuto di pointer */

(3) x=pointer /* assegna ad x l'indirizzo contenuto in pointer */

(4) *pointer=3; /* assegna al contenuto di pointer il valore 3 */


Vale la pena considerare cosa succede al "livello macchina" in memoria per

capire completamente come funzionano i puntatori.

Supponiamo che la variabile x si trovi nella locazione di memoria 100, y

nella 200 e pointer nella 1000 (ricordiamo che pointer e' una variabile a

tutti gli effetti, e cosi' il suo valore necessita di essere memorizzato da

qualche parte; e' la caratteristica del valore dei puntatori che risulta

nuova).


L'istruzione (1) fa si che pointer punti alla locazione di memoria 100

(quella di x).

La (2) fa si che y assuma valore 1 (il valore di x).

La (3) fa si che x assuma valore 100 (cioe' il valore di pointer).

La (4) fa si che il valore del contenuto di pointer sia 3 (quindi x=3).


Notate che le assegnazioni x=1 e y=2 ovviamente caricano questi valori nelle

variabili; pointer e' dichiarato come puntatore ad un intero e vi e'

assegnato l'indirizzo di x (&x), cosi' pointer verra' caricato con il valore

100.

Successivamente, y prende l'assegnazione del contenuto di pointer. In questo

esempio, pointer punta attualmente alla locazione di memoria 100 (la

locazione di x). Cosi' ad y viene assegnato il valore di x (che' e' 1).

Abbiamo gia' visto che il C non e' molto meticoloso riguardo

all'assegnazione di valori di tipo differente. Cosi' e' perfettamente legale

(sebbene non sia comune a tutti) assegnare il valore corrente di pointer ad

x; in questo momento il valore di pointer e' 100.

Alla fine possiamo assegnare un valore al contenuto di pointer (*ip).


Quindi in merito ai puntatori possiamo avre tre possibili valori:

pointer contenuto o valore della variabile pointer

(indirizzo della locazione di memoria a cui punta)

&pointer indirizzo fisico della locazione di memoria del puntatore

*pointer contenuto della locazione di memoria a cui punta


NB. Quando un puntatore viene dichiarato non punta a nulla!

Per poterlo utilizzare deve puntare a qualcosa!

E' infatti un errore comune non assegnare un indirizzo di memoria a un

puntatore prima di usarlo.

Cosi':


int *ip;


*ip=100;


generera' un errore (crash di programma).

L'utilizzo corretto e' il seguente:


int *ip;

int x;


ip=&x;

*ip=100;


Un metodo comune per ovviare al problema dell'assegnazione

dell'indirizzo e' quello di utilizzare la funzione di libreria standard

malloc(), che permette un'allocazione dinamica della memoria; e'

definita come char *malloc(int number_of_bytes).


Ad esempio:


int *p;

p = (int *) malloc(100);

oppure:

p= (int *) malloc(100*sizeof(int))


Si possono fare operazioni aritmetiche intere con i puntatori:


float *flp, *flq;

*flp=*flp+10;

++*flp;

(*flp)++;

flq=flp;


Nota: un puntatore ad una variabile di qualsiasi tipo e' un indirizzo in

memoria (il quale e' un indirizzo intero). Un puntatore per

definizione NON e' un intero.


La ragione per cui associamo un puntatore ad un tipo di dato e' quella per

cui e' possibile riconoscere quanti bytes contiene il dato. Quando si

incrementa un puntatore si cresce il puntatore di un "blocco" di

memoria.

Cosi' per un puntatore a char ++ch_ptr aggiunge 1 byte all'indirizzo,

per un intero o un float ++ip aggiunge 4 byte all'indirizzo.


Consideriamo una variabile float (fl) ed un puntatore ad un float (flp);

ricordiamo che ad un float corrispondono 4 bytes.

Assumiamo che flp punti ad fl; se poi incrementiamo il puntatore (++flp),

questo si sposta dalla posizione a cui puntava originariamente di 4 bytes in

avanti, e puntera' quindi al float successivo. D'altra parte, se aggiungiamo

2 al puntatore (flp+2), questo si sposta di due posizioni float, cioe' di 8

bytes.



13.02. Puntatori e funzioni



Esamineremo ora la stretta relazione tra i puntatori e le altre parti

principali del C, incominciando con le funzioni.


Il C passa argomenti alle funzioni per valore.

Ci sono molti casi in cui possiamo avere la necessita' di variare un

argomento passato in una funzione e ricevere di ritorno il nuovo valore una

volta che la funzione e' terminata. Gli altri linguaggi sono in grado di

fare questa operazione internamente (come ad esempio i parametri "var" in

PASCAL), mentre il C utilizza esplicitamente i puntatori per farlo.


Il miglior metodo per comprenderne il funzionamento e' quello di fare un

esempio in cui dobbiamo essere in grado di ricevere parametri cambiati.

Proviamo ad esempio a trovare un modo per effettuare uno scambio di

variabili (swap). La consueta chiamata di funzione:


swap(a, b)


non funziona. I puntatori forniscono quindi la possibile soluzione: passare

l'indirizzo delle variabili alla funzione ed accedere all'indirizzo della

funzione stessa. Cosi' la chiamata di funzione nel nostro programma potra'

apparire come segue:


swap(&a, &b)


Il codice sorgente della funzione swap e' abbastanza lineare:


void swap(int *px, int *py)



main()



Possiamo ritornare un puntatore dalle funzioni. Un esempio frequente e'

quello di ritornare strutture:


typedef struct COORD;


main()



COORD *coord_fn(...)


In questo esempio ritorniamo un puntatore il cui contenuto e' immediatamente

tradotto in una variabile. Dobbiamo pero' farlo contestualmente all'uscita

del valore dalla funzione, poiche' la variabile a cui puntiamo e' locale

alla funzione stessa che e' appena terminata. Questo significa che lo spazio

dell'indirizzo si rende subito libero e puo' essere sovrascritto.



13.03. Puntatori e array



Un'array di elementi puo' essere pensato come disposto in un insieme di

locazioni di memoria consecutive.


Consideriamo il seguente esempio:


int a[10],x;

int *ptr;


ptr=&a[0]; /* ptr punta all'indirizzo di a[0] */

x=*ptr; /* x = contenuto di ptr (in questo caso, a[0]) */


A questo punto potremo incrementare ptr con successive istruzioni

++ptr

ma potremo anche avere

(ptr + i)

che e' equivalente ad a[i], con i=0,1,2,3...9 .


Quindi per raggiungere un elemento qualsiasi dell'array utilizzando un

puntatore, l'istruzione puo' essere:

ptr + i = a[i]


Attenzione: non c'e alcun limite di controllo per array e pointer, cosi' e'

facilmente possibile oltrepassare la memoria prevista per un

array e sovrascrivere altre cose.


Il C comunque e' molto piu' sottile nei propri collegamenti tra vettori e

puntatori.

Ad esempio e' possibile scrivere

ptr=a;

invece di

ptr=&a[0];

ed a[i] puo' essere scritto come

*(a+i)

cioe' &a[i] = a+i.

Inoltre si possono esprimere puntatori nel seguente modo

ptr[i] = *(ptr+i)



Va comunque ricordato che puntatori e vettori sono diversi:


- un puntatore e' una variabile, per cui possiamo scrivere:

ptr=a ed ptr++

- un array non e' una variabile quindi:

a=ptr ed a++ sono istruzioni non valide


Ora siamo in grado di comprendere in che maniera gli array vengono passati

alle funzioni. Quando un array e' passato ad una funzione, quello che viene

effettivamente passato e' la locazione in memoria del suo elemento iniziale.

Cosi':


strlen(s)=strlen(&s[0])


Questo e' il motivo per cui dichiariamo la funzione:


int strlen(char s[]);


Una dichiarazione equivalente e':


int strlen(char *s);


poiche' char s[]=char *s.

strlen() e' una funzione della standard library che ritorna la lunghezza di

una stringa.


Vediamo ora come possiamo scrivere una funzione:


int strlen(char *s)



Ora scriviamo una funzione per copiare una stringa in un'altra stringa.

strcpy() e' una funzione della standard library che compie questa

operazione.


void strcpy(char *s, char *t)



In questo esempio vengono utilizzati puntatori ed assegnazioni per valore.


E' interessante notare l'utilizzo della frase "null" con while.



13.04. Array di puntatori



Visto che i puntatori sono variabili, si possono avere array di puntatori.


Ad esempio:


main(argc,argv)

int argc;

char *argv[];



utilizzato per passare argomenti dalla linea di comando.


Gli array di puntatori sono una rappresentazione di dati che puo' essere

convenientemente utilizzata per far fronte in maniera efficiente ai problemi

di trattamento di linee di testo con lunghezza variabile (ad esempio, nel

caso dell'ordinamento); va ricordato che un testo non puo' essere spostato o

confrontato in una singola operazione.


E' possibile risolvere questi problemi con le seguenti operazioni:


- memorizzare le linee end-to-end in un unico array char (\n va utilizzato

come separatore delle linee);

- memorizzare i puntatori in un diverso array dove ogni puntatore punta al

primo carattere di ogni linea nuova;

- confrontare due linee utilizzando la funzione strcmp() della libreria

standard;

- se due linee non sono ordinate, swappare il puntatore nell'array dei

puntatori (non in quello del testo).


Questa procedura elimina gli aspetti complicati della gestione della

memorizzazione e la dispendiosita' dell'operazione di spostamento di linee

di testo.



13.05. Array multidimensionali e puntatori



In C dobbiamo pensare agli array multidimensionali in un modo diverso: un

array a due dimensioni e' un array monodimensionale i cui elementi sono

a loro volta degli array.


Gli elementi degli array vengono memorizzati riga per riga.


Avevamo visto che per passare un array a una funzione si deve specificare il

numero di colonne, mentre non e' necessario specificare il numero di righe.

La ragione di questo e' dovuta ai puntatori, in quanto il C deve sapere il

numero di colonne per saltare di riga in riga in memoria.

Si consideri ad esempio di passare l'array a[5][35] ad una funzione f;

si puo' dichiarare:

f(int a[][35])

oppure

f(int(*a)[35])


Necessitano le parentesi per (*a) perche' il vettore abbia una precedenza

maggiore rispetto ad *.


Si noti cosi' la differenza tra:

int (*a)[35]; dichiara un puntatore ad un array di 35 int

int *a[35]; dichiara un array di 35 puntatori a int


Consideriamo ora la sottile differenza tra puntatori ed array.

Ad esempio:


char *name[10];

char Aname[10][20];


in C e' possibile dichiarare legalmente sia name[3][4] che Aname[3][4].


Comunque:


- "Aname" e' un vero array di char a due dimensioni, con 200 elementi;

- l'accesso agli elementi in memoria viene attuato tramite l'istruzione

20*riga+colonna+indirizzo_base;

- "name" ha 10 elementi pointer (quindi e' un array di puntatori).


Se ogni puntatore nel vettore "name" e' settato per puntare ad un array di

20 elementi, solo in quel caso verranno riservati 200 chars (+ 10 elementi).


Il vantaggio di una dichiarazione fatta nel secondo modo e' quello che ogni

pointer puo' puntare a vettori di lunghezza diversa.


Un tipico esempio di puntatore ad un array sono le stringhe.

Consideriamo un esempio:


#include <stdio.h>

main()




13.06. Inizializzazione statica degli array di puntatori



L'inizializzazione degli array di puntatori e' una delle ideali applicazioni

per un array interno statico.


Esempio:


some_fn()

;

}


Un array statico riserva un bit di memoria privato permanente.



13.07. Puntatori e strutture



Si tratta di strutture abbastanza lineari e facilmente definibili.

Consideriamo ad esempio:


struct COORD pt;

struct COORD *pt_ptr;


pt_ptr=&pt; /* assegna un puntatore a pt*/


L'operatore "->" permette l'accesso a un membro della struttura puntata

dal puntatore, cioe':


pt_ptr->x=1.0;

pt_ptr->y=pt_ptr->y - 3.1;


mentre avevamo visto che l'accesso ai membri di una struttra era dato

dall'operatore "." , e cioe':


pt.x=2.73;


Un esempio puo' essere costituito dalle Linked Lists:


typedef struct ELEMENT;


ELEMENT n1, n2;


n1.next = &n2;


con cui viene rappresentato il link tra due nodi (n1 ed n2) della struttura

ELEMENT; all'interno di ogni nodo di quest'ultima, oltre al valore c'e' un

puntatore "next" che viene settato all'indirizzo del nodo successivo.


E' importante notare che possiamo dichiarare "next" solo come un puntatore

ad ELEMENT; non e' possibile avere "next" come elemento del tipo della

variabile, poiche' questo creerebbe una definizione ricorsiva che non e'

permessa.

E' invece possibile settare una referenza del pointer poiche' vengono messi

da parte 4 bytes per ogni puntatore.


Nel prossimo capitolo verra' analizzato ulteriormente questo problema.



13.08. Le "trappole" piu' comuni dei puntatori



Vogliamo ora puntualizzare due errori solitamente riscontrati nell'utilizzo

dei puntatori.



13.08.01. Non assegnare un puntatore ad un indirizzo di memoria prima

di utilizzarlo



Un esempio di questo errore:


int *x;

*x=100;


E' necessario pero' dichiarare una locazione fisica, quindi avremo:


int *x;

int y;

x=&y;

*x=100;


Puo' essere difficile individuare questo tipo di errore, poiche' nessun

compilatore lo segnala. Comunque "x" potrebbe anche avere degli indirizzi

random come inizializzazione.



13.08.02. Assegnazione indiretta illegale



Supponiamo di avere una funzione malloc() che prova ad allocare

dinamicamente la memoria (in fase di esecuzione) e ritorna un puntatore al

blocco di memoria richiesto nel caso in cui termini con successo, oppure un

puntatore nullo nell'altro caso.


char *malloc() - una funzione della libreria standard (che vedremo poi)


Abbiamo un puntatore: char *p;


Consideriamo:


*p = (char *) malloc(100); /* richiesta di 100 bytes di memoria */

*p = `y';


C'e' un errore in queste istruzioni. Qual'e'? Nell'istruzione


*p = (char *) malloc(100);


non va messo il carattere "*" associato al puntatore.

Questo e' dovuto al fatto che la funzione malloc ritorna un puntatore.

Inoltre, "p" non punta a nessun indirizzo.


L'istruzione corretta dovrebbe essere:


p = (char *) malloc(100);


Questa istruzione rivela un ulteriore problema nel caso in cui non ci sia

memoria disponibile e "p" sia nullo; percio' non potremo fare

l'assegnazione:


*p = `y';


Un buon programma C dovrebbe controllare questa possibilita':


p = (char *) malloc(100);

if ( p==NULL)



*p=`y';



14. Allocazione dinamica della memoria



L'allocazione dinamica e' una graziosa e singolare caratteristica del C

(rispetto agli altri linguaggi di alto livello). Permette di creare tipi di

dati e strutture di qualsiasi dimensione e lunghezza per soddisfare le

necessita' all'interno dei programmi.


Affronteremo in particolare due applicazioni tra le piu' diffuse:


- array dinamici;

- strutture dinamiche di dati, cioe' linked lists.



14.01. Malloc



La funzione malloc viene comunemente utilizzata soprattutto per

"conquistare" una funzione di memoria. Viene definita con l'istruzione:


char *malloc(int number_of_bytes)


Questa funzione ritorna un puntatore a carattere che corrisponde al

punto di inizio in memoria della porzione riservata di dimensione

"number_of_bytes". Se la memoria richiesta non puo' essere allocata, ritorna

un puntatore nullo.


Cosi':


char *cp;

cp = malloc(100);


tenta di riservare 100 bytes ed assegna l'indirizzo di inizio a "cp".


Se si vuole avere un puntatore ad un altro tipo di dato, si deve utilizzare

la coercizione. Inoltre solitamente viene utilizzata la funzione sizeof()

per specificare il numero di bytes:


int *ip;

ip = (int *) malloc(100*sizeof(int));


Il comando (int *) simboleggia la coercizione ad un pointer integer. La

coercizione per correggere il tipo dei puntatori e' molto importante per

garantire che i puntatori aritmetici vengano rappresentati correttamente.


E' buona norma utilizzare sizeof anche nel caso in cui si sia gia' a

conoscenza della dimensione reale necessaria; questo garantisce codici

portabili (device independent).


"sizeof" puo' essere usata per trovare la dimensione di un qualsiasi tipo

di dato, variabile o struttura; e' possibile farlo semplicemente passando

uno di questi come argomento alla funzione.

Cosi':


int i;

struct COORD ;

typedef struct COORD PT;


sizeof(int), sizeof(i), sizeof(struct COORD) e sizeof(PT)


sono tutti accettabili.


Nell'esempio che segue possiamo utilizzare il collegamento tra pointer e

array per trattare la memoria riservata come un array, per poter cioe'

fare cose come:


ip[0] = 100;


oppure:


for(i=0;i<100;++i) scanf("%d",ip++);



14.02. Linked Lists



Riportiamo ora nuovamente un esempio di linked list:


typedef struct ELEMENT;


Possiamo ora provare a ridefinire la lista dinamicamente:


link = (ELEMENT *) malloc(sizeof(ELEMENT));


Questo allochera' memoria per un nuovo link.

Se vogliamo togliere la memoria assegnata ad un puntatore, e' necessario

utilizzare la funzione free():


free(link)



15. Input ed output



In questo capitolo verranno analizzate le varie strutture di input/output.

Abbiamo in precedenza accennato brevemente ad alcune di esse, ma le

analizzeremo ora piu' dettagliatamente.


I programmi C avranno la necessita' di includere il file header dello

standard I/O, cosi' l'istruzione sara':


#include <stdio.h>



15.01. Streams



Le streams costituiscono un mezzo efficace e flessibile per gestire l'I/O

(per lettura e scrittura di dati).


Una stream e' un file o un device fisico (es. printer o monitor) che viene

manipolato con un puntatore alla stream.

Esiste una struttura di dati interna al C, FILE, che rappresenta tutte le

stream ed e' definita nel file stdio.h. E' sufficiente fare riferimento

alla struttura FILE nei programmi C quando si realizza l'I/O utilizzando le

stream.


All'interno del programma si deve solamente dichiarare una variabile che

punti a tale tipo (non e' necessario conoscere alcuna ulteriore

specificazione relativa a questa definizione). Si deve aprire una stream

prima di eseguire l'I/O, quindi accedervi e poi richiuderla.


Le streams di I/O sono bufferizzate: questo significa che ogni volta viene

letto da un file o scritto su di esso un "pezzo" di dimensioni stabilite

attraverso alcune aree temporanee di immagazzinamento (e' importante notare

che il file puntatore punta effettivamente a questo buffer).

Questo metodo rende efficiente l'I/O, ma e' necessario fare attenzione: i

dati scritti in un buffer non compaiono nel file (o nel device) finche' il

buffer non e' riempito o scaricato ("\n" serve a questo). Qualsiasi uscita

anormale del programma puo' causare problemi.



15.01.01. Streams predefinite



Unix definisce 3 stream predefinite che sono (in stdio.h):

stdin, stdout, stderr.

e utilizzano tutte text come metodo di I/O.

"stdin" e "stdout" possono essere usate con files, programmi, device di I/O

(come tastiera, console, ...); "stderr" va sempre sulla console o sul video.


La console e' il default per stdout e stderr, mentre la keyboard e' il

default per lo stdin.


Le streams predefinite vengono aperte automaticamente.



15.01.01.01. Redirezione



Questa e' la maniera in cui e' possibile variare i default UNIX di I/O.

Non si tratta di una parte del C, ma questa operazione dipende dal sistema

operativo.


Siamo in grado di attuare la redirezione dalla linea di comando:


> - redireziona stdout (standard output) in un file.

Cosi', se abbiamo un programma (out) che normalmente visualizza

sullo schermo, con:

out > file1

l'output verra' inviato in un file (file1).


< - redireziona stdin (standard input) da un file.

Cosi', se stiamo aspettando un input da tastiera per un programma

(in), possiamo similmente leggere tale input da un file:

in < file2.


| - pipe: prende lo stdout da un programma e lo trasforma in stdin per

un altro:

prog1 | prog2.

Se, ad esempio, vogliamo inviare l'output di un programma

(solitamente sulla console) direttamente ad una stampante:

out | lpr



15.02. Funzioni comuni di I/O



Le piu' comuni funzioni che permettono I/O sono getchar() e putchar().

Esse sono definite ed usate nel seguente modo:


int getchar(void) - legge un char dallo stdin.

int putchar(char ch) - scrive un char sullo stdout.


Ad esempio:

int ch;


ch=getchar();

(void)putchar((char)ch);


Funzioni correlate sono:

int getc(FILE *stream), int putc(char ch,FILE *stream).


La funzione che permette l'output di un elenco di argomenti e'


int printf(char *format, arg list ...)


che stampa sullo stdout l'elenco di argomenti in accordo al formato

specificato. Ritorna il numero di caratteri stampati.

I formati possibili sono:

%c per il singolo carattere

%d per numeri decimali

%o per numeri ottali

%x per numeri esadecimali

%u per unsigned int

%f per float o double

%s per stringhe

%e per formato scientifico


Tra % e la lettera si puo' inserire un segno meno che significa

giustificazione a sinistra, un numero intero che da l'ampiezza del campo

che puo' essere seguito da un punto e da un altro intero che da il numero di

cifre decimali o il numero di caratteri per una stringa.


Ad esempio: printf("%-3.4f\n",123.987654);


da' come risultato:


123.9876


La funzione che permette l'input di un elenco di variabili e':


int scanf(char *format, args....)


che legge dallo standard input e assegna all'elenco di variabili i valori

letti. Ritorna il numero di caratteri letti.

NB. E' richiesto l'indirizzo della varibile o un puntatore.


Ad esempio: int i;

scanf("%d",&i);

oppure

char string[80];

scanf("%s",string);



15.03. Formattazione di I/O



Abbiamo gia' visto degli esempi di come il C utilizza l'I/O formattato.

Ora lo analizzeremo in maniera piu' dettagliata.



15.03.01. Printf



La funzione e' definita come segue:


int printf(char *format, arg list ...)


e stampa sullo stdout la lista di argomenti conformemente alla stringa di

formato specificata. Ritorna il numero di caratteri stampati.


La stringa di formato ha 2 tipi di oggetti:


- caratteri ordinari - questi vengono copiati in output;

- specificazioni di conversione - contraddistinte da "%" e di seguito

elencate.


La seguente tabella mostra i possibili formati dei caratteri per le

istruzioni printf/scanf:


Formato (%) Tipo Risultato

-------- ----- ------ -------- ----- ------ --------

c char singolo carattere

i,d int numero decimale

o int numero ottale

x,X int numero esadecimale

(notazione maiuscola o minuscola)

u int intero senza segno

s char * stampa una stringa terminata con \0

f double/float formato -m.ddd...

e,E " formato scientifico

-1.23e002

g,G " "e" o "f" ma piu' compatti

% - stampa il carattere %

-------- ----- ------ -------- ----- ------ --------


Tra il simbolo % ed il carattere di formato, e' possibile mettere:


- (segno meno) - giustificazione a sinistra;

numero intero - ampiezza del campo

m.d - m=ampiezza del campo, d=precisione del numero

di cifre dopo il punto decimale, o numero di

caratteri da una stringa


Cosi', ad esempio, potremo avere:


printf("%-2.3f\n",17.23478);


e l'output a video sara':


17.235


e:


printf("VAT=17.5%%\n");


dove l'output sara':


VAT=17.5%



15.04. Scanf



Questa funzione e' definita come segue:


int scanf(char *format, args ...)


Legge dallo stdin e mette l'input negli indirizzi delle variabili

specificate nella lista di args; ritorna il numero di caratteri letti.


La stringa di controllo del formato e' simile a quella vista per printf.


E' importante notare che la funzione scanf richiede di specificare

l'indirizzo di ogni variabile, oppure un puntatore ad essa:


scanf("%d",&i);


E' anche possibile dare solamente il nome di un array o di una stringa a

scanf, poiche' questo corrisponde all'indirizzo di partenza dell'array/

stringa:


char string[80];


scanf("%s",string);



15.05. Files



I files sono l'esempio piu' comune di stream.

Per aprire un puntatore al file si utilizza la funzione fopen() definita

come:


FILE *fopen(char *name, char *mode)


Tale funzione ritorna un puntatore a FILE. La stringa "name" e' il nome del

file su disco a cui vogliamo accedere; la stringa "mode" definisce il tipo

di accesso. Se per una qualsiasi ragione il file risulta non accessibile,

viene ritornato un puntatore nullo.

Le possibili modalita' di accesso ai files sono:


- "r" (read),

- "w" (write),

- "a" (append).


Per aprire un file dobbiamo avere una stream (puntatore al file) che punta

ad una struttura FILE.

Cosi', per aprire in lettura un file chiamato myfile.dat, dovremo avere:


FILE *stream, *fopen(); /* dichiarazione di una stream e

del prototipo fopen */


stream = fopen ("myfile.dat","r");


E' buona norma controllare l'esito dell'apertura del file:


if ((stream = fopen ("myfile.dat","r"))==NULL)


...



15.05.01. Lettura e scrittura su files



Le funzioni fprintf ed fscanf sono comunemente utilizzate per l'accesso ai

files:


int fprintf(FILE *stream, char *format, args ...)

int fscanf(FILE *stream, char *format, args ...)


Sono simili a printf e scanf, tranne per il fatto che i dati sono letti

dalla stream, che deve essere aperta con fopen().


Ad esempio:

char *string[80]

FILE *fp;

if ((fp=fopen("file.dat","r")) != NULL)

fscanf(fp,"%s",string);


Il puntatore alla stream viene incrementato automaticamente con tutte le

funzioni di lettura/scrittura su file, quindi non e' necessario preoccuparsi

di farlo manualmente.


char *string[80]:

FILE *stream, *fopen();


if ((stream=fopen(...)) != NULL)

fscanf(stream,"%s",string);


Altre funzioni di I/O da file sono:


int getc(FILE *stream), int fgetc(FILE *stream)

int putc(char ch, FILE *s), int fputc(char ch, FILE *s)


Queste funzioni sono come getchar e putchar. "getc" e' definita come

macro di preprocessore in stdio.h, "fgetc" e' una funzione di libreria C;

con entrambe si ottiene lo stesso risultato.


Esistono poi le funzioni:


fflush(FILE *stream) - per fare la "flush" di una stream

fclose(FILE *stream) - per fare la "close" di una stream


Ad esempio:


FILE *fp;

if ( (fp=fopen("file.dat","r")) == NULL)


...

fclose(fp);


E' possibile accedere alle streams predefinite utilizzando fprintf, etc.:


fprintf(stderr,"Cannot Compute!!n");

fscanf(stdin,"%s",string);



15.06. Sprintf ed Sscanf



Simili a fprintf() ed fscanf() sono anche le funzioni:


int sprintf(char *string, char *format, args..)

int sscanf(char *string, char *format, args..)


che scrivono/leggono su una stringa.


Alcuni esempi:


1) int x=10;

char messaggio[80];

sprintf(messaggio,"Il valore di x e' %d",x);


2) float full_tank = 47.0; /* litri */

float miles = 300;

char miles_per_litre[80];

sprintf(miles_per_litre,"Miles per litre = %2.3f", miles/full_tank);



15.07. Input dalla linea di comando



Il C permette di leggere argomenti dalla linea di comando, e questi possono

poi essere utilizzati all'interno dei programmi.

In fase di lancio del programma, possiamo scrivere gli argomenti dopo il

nome del programma da eseguire. Abbiamo visto un esempio di questa

possibilita' in relazione all'utilizzo dei compilatori:


c89 -o prog prog.c


dove "c89" e' il programma, mentre "-o prog prog.c" sono gli argomenti.


Al fine di essere in grado di utilizzare tali argomenti, e' necessario

definirli nel seguente modo:


main(int argc, char **argv)


cosi' la funzione main ha ora i propri argomenti; questi sono gli unici

argomenti main accettati.

In questa definizione:


- argc e' il numero degli argomenti digitati, incluso il nome del programma;

- argv e' un array di stringhe contenente ciascon argomento, compreso il

nome del programma come primo elemento.


Ad esempio:


#include <stdio.h>

main(int argc, char **argv)



Se si e' compilato,chiamandolo args e fatto eseguire scrivendo:


args f1 "f2" f3 4 stop!


l'output sara':


argc=6


argv[0]=args

argv[1]=f1

argv[2]=f2

argv[3]=f3

argv[4]=4

argv[5]=stop!


Va notato che:


- argv[0] e' il nome del programma;

- argc totalizza anche il nome del programma;

- tra gli argomenti, i caratteri "" vengono ignorati (sono considerati

solamente delimitatori di argomenti);

- gli spazi bianchi delimitano gli argomenti;

- nel caso in cui sia necessario mantenere spazi bianchi, occorre metterli

tra "".



15.08. I/O di basso livello



Tale forma di I/O e' UNBUFFERED, cioe' ogni richiesta di read/write comporta

un accesso diretto al disco (o device) scrivendo o leggendo uno specificato

numero di bytes.

Non ci sono facilitazioni di formato, poiche' a questo livello si lavora

con i bytes di informazione; questo significa che ora si usano binary (e non

text) files.

Invece di un puntatore a file si usa un trattamento del file di basso

livello, detto anche "descrittore del file" che da' un unico numero intero

per identificare ciascun file.

Per aprire un file si usa:


int open(char *filename, int flag, int perms)


che ritorna un file descriptor, oppure -1 se l'operazione fallisce.


Il flag controlla l'accesso al file ed ha i seguenti predefiniti

valori definiti nel file fcntl.h:


O_APPEND, O_CREAT, O_EXCL, O_RDONLY, O_RDWR, O_WRONLY ecc.


"perms" viene settato ottimamente a 0 per la maggior parte delle

applicazioni.


Per creare un file si puo' usare la funzione:


creat(char *filename, int perms)


Per chiudere un file si usa:


int close(int handle)


Per leggere/scrivere uno specificato numero di bytes da/su un file

immagazzinati in una locazione di memoria specificata da "buffer" si

utilizzano:


int read(int handle, char *buffer, unsigned length)

int write(int handle, char *buffer, unsigned length)


Queste due funzioni ritornano il numero di byte letti/scritti o -1 se

falliscono.


Per specificare la lunghezza si utilizza, in genere, la funzione sizeof().


Ad esempio:


/* legge un elenco di float da un file binario

il primo byte del file dice quanti float ci sono

nel file. Successivamente vengono elencati i float;

il nome del file e' letto dalla linea di comandi */

#include <stdio.h>

#include <fcntl.h>

float bigbuff[1000];


main(int argc,char **argv)


if ((bytes_read=read(fd,&file_length,sizeof(int))==-1)


if (file_length>999)


if((bytes_read=read(fd,bigbuff,

file_length*sizeof(float)))==-1)



}



16. Il preprocessore C



La chiamata al preprocessore e' il primo passo da compiere fra i passi per

la compilazione di un programma C (si tratta di una caratteristica presente

solo nei compilatori C).


Il preprocessore fornisce un proprio linguaggio, il quale puo' costituire

un potente strumento per i programmatori. Ricordiamo che tutte le istruzioni

e i comandi del preprocessore cominciano con un #.


L'utilizzo del preprocessore e' vantaggioso, poiche' rende:


- i programmi piu' facili da sviluppare,

- piu' facili da leggere,

- piu' facili da modificare,

- il codice C piu' trasportabile tra le diverse architetture macchina.


Il preprocessore permette anche di "customizzare" il linguaggio. Ad esempio,

per sostituire blocchi di istruzioni delimitati con la notazione

Pascal (come begin ... end), e' sufficiente dichiarare:


#define begin


Durante la compilazione tutte le occorrenze di begin/end vengono sostituite

con i corrispondenti ; cosi' la successiva fase di compilazione C non

riconoscera' alcuna differenza di linguaggio.



16.01. #define



Viene utilizzato per definire costanti, oppure qualsiasi sostituzione macro.

Va utilizzata come segue:


#define <macro> <nome-sostituzione>


Ad esempio:


#define FALSE 0

#define TRUE !FALSE


E' possibile anche definire delle piccole funzioni utilizzando l'istruzione

#define. Se, ad esempio, vogliamo trovare il massimo tra due variabili:


#define max(A,B) ((A)>(B) ? (A):(B))


(ricordiamo che "?" in C corrisponde all'operatore ternario).


Questa istruzione, pero', non definisce propriamente una funzione "max";

significa invece che in qualsiasi posto noi richiamiamo max(var1,var2), il

testo viene sostituito dalla definizione appropriata (var1 e var2 non devono

necessariamente essere i nomi delle variabili).


Cosi' se nel nostro codice C scriviamo ad esempio:


x=max(q+r,s+t);


dopo la chiamata al preprocessore, se fossimo in grado di vedere il codice,

questo apparirebbe nel seguente modo:


x=( (q+r) > (r+s) ? (q+r) : (s+t) );



16.02. #undef



Questo comando esegue l'undefine di una macro; per poterla ridefinire ad

un differente valore, una macro deve essere undefined.



16.03. #include



Questo comando include un file all'interno del codice.


Ci sono due possibili forme:


#include <file>


oppure


#include "file"


<file> indica al compilatore di cercare dove sono memorizzati i files di

include di sistema; solitamente i sistemi UNIX memorizzano i files nella

directory /usr/include;


"file" cerca un file nella directory corrente (quella da cui il programma

viene eseguito).


I files inclusi di solito contengono prototipi C e dichiarazioni da file

header e non codici C algoritmici.



16.04. #if - Inclusione condizionale



#if valuta una costante espressione intera; e' necessario utilizzare #endif

per delimitare la fine dell'istruzione.

E' possibile anche avere else (con #else) ed else if (con #elif).


Altro uso comune che puo' essere fatto con #if e' il seguente:


#ifdef - if defined

#ifndef - if not defined


Queste istruzioni sono utili per controllare se le macro sono settate,

magari da differenti moduli di programma e da file header.


Ad esempio:

#ifdef USESTRINGDOTH

#include <string.h>

#else USESTRINGDOTH

#include <strings.h>

#endif USESTRINGDOTH


Ad esempio, per settare la dimensione degli integer per un programma C

portabile tra TurboC (su MS-DOS) e il sistema operativo Unix (o altro);

ricordiamo che TurboC usa gli interi a 16 bit mentre Unix utilizza gli

interi a 32 bit.

Presumiamo che se TurboC sta girando, una macro "TURBOC" risultera'

definita; cosi' dobbiamo solamente preoccuparci di controllare questo:


#ifdef TURBOC

#define INT_SIZE 16

#else

#define INT_SIZE 32

#endif


Come ulteriore esempio, potremmo avere la necessita' di includere il file

msdos.h in sostituzione del file default.h nel caso in cui si stia eseguendo

il programma su una macchina MS-DOS.

Una macro "SYSTEM" e' settata al tipo di sistema, cosi' e' sufficiente

controllare:


#if SYSTEM == MSDOS

#include <msdos.h>

#else

#include "default.h"



17. Scrittura di grossi programmi



In questo capitolo verranno trattati gli aspetti teorici e pratici che

devono essere considerati quando si scrivono grossi programmi. In questi

casi e' consigliabile suddividere i programmi in moduli, che dovrebbero

essere in file sorgenti separati. L'istruzione main() sara' in un solo

file (rappresenta main.c), mentre tutti gli altri conterranno delle

funzioni.


E' possibile creare una propria libreria di funzioni scrivendo un gruppo

di subroutine in uno o piu' moduli. Infatti i moduli possono essere

condivisi da diversi programmi semplicemente includendoli in fase di

compilazione, come vedremo.


Ci sono molti vantaggi legati a questo modo di operare:


- i moduli verranno naturalmente divisi in gruppi comuni di funzioni;

- e' possibile compilare ogni modulo separatamente e linkarlo poi nei

moduli compilati (come vedremo piu' avanti);

- le utility UNIX, come make, aiutano a mantenere grossi sistemi (anche

questo verra' analizzato all'interno di questo capitolo).



17.01. File header



Se adottiamo un approccio modulare, allora risultera' spontaneo mantenere

all'interno di ogni modulo la definizione delle variabili, i prototipi di

funzioni, e cosi' via. Comunque sorge un problema nel caso in cui piu'

moduli necessitino la condivisione di tali definizioni.


E' consigliabile centralizzare la definizione in un file e condividerlo poi

con gli altri moduli. I file di questo tipo sono chiamati solitamente

"header file".


Le convenzioni stabiliscono che questi file abbiano un suffisso ".h".


Abbiamo gia' incontrato in precedenza file header delle librerie standard,

come ad esempio:


#include <stdio.h>


Siamo in grado di definire dei file header propri, ed includerli poi nei

programmi con un'istruzione del tipo:


#include "my_head.h"


E' importante notare che il file header solitamente contengono solo

definizioni di tipi di dati, prototipi di funzioni e comandi per il

preprocessore C.


Se abbiamo, ad esempio, tre moduli:


main.c

WriteMyString.c

header.h


solitamente ogni singolo modulo verra' compilato separatamente.


Alcuni moduli hanno un


#include "header.h"


per accedere alle definizioni comuni.


Alcuni altri, come main.c, includono anche file header standard.


Nell'esempio accennato, "main" richiama la funzione WriteMyString.c()

che e' nel modulo WriteMyString.c.

In quest'ultima funzione potrebbe essere richiamato un prototipo di

funzione "void" che viene definito in header.h.


Notiamo che in generale e' necessario decidere tra il desiderio che ogni

modulo ".c" possa accedere alle informazioni di cui necessita unicamente

per il proprio lavoro, e la realta' pratica di mantenere molti file

header.


Per i programmi di moderate dimensioni, probabilmente e' meglio mantenere

uno o due file header che condividano le definizioni di piu' di un modulo.


Un problema finora tralasciato in merito all'approccio modulare riguarda

le variabili di sharing.


Se abbiamo delle variabili globali dichiarate ed utilizzate nel modulo

corrente, in che modo e' possibile fare riconoscere tali variabili agli

altri moduli?

Possiamo passare i valori come parametri delle funzioni, ma:


- questa tecnica puo' risultare molto laboriosa se passiamo gli stessi

parametri a molte funzioni e/o se sono coinvolti elenchi di argomenti

piuttosto lunghi;

- e' difficile memorizzare localmente vettori molto grandi oppure strutture

(ci sono problemi di memoria con le pile).



17.02. Variabili esterne e funzioni



L'aggettivo "interno" implica che gli argomenti e le funzioni vengano

definite all'interno delle funzioni stesse (local).


Le variabili "esterne" sono definite al di fuori della funzione; queste

sono potenzialmente disponibili per l'intero programma (global), ma non

necessariamente lo sono.


Le variabili esterne sono sempre fisse.


Sottolineiamo il fatto che in C (a differenza del Pascal) tutte le

definizioni di funzioni sono esterne.



17.02.01. Scopo delle variabili esterne



Una variabile esterna (o funzione) non e' sempre completamente globale.


Il C applica la seguente regola:


l'estensione di una variabile (o di una funzione) esterna comincia dal suo

punto di dichiarazione e termina alla fine del file (modulo) in cui viene

dichiarata.


Consideriamo il seguente esempio:


main()



int what_scope;

float end_of_scope[10];


void what_global()



char alone;


float fn()



main non puo' vedere what_scope o end_of_scope, mentre le funzioni

what_global ed fn possono vederle. Solo la funzione fn puo' vedere la

variabile alone.


Questa e' anche la prima delle ragioni per cui dobbiamo creare prototipi

di funzioni prima che nel codice venga dichiarato il corpo della funzione.


In questo caso main non riconoscera' le funzioni what_global ed fn; a sua

volta what_global non riconosce fn, ma fn riconosce invece what_global,

poiche' e' stata dichiarata al di sopra di essa.


Facciamo presente che l'altra ragione per cui creiamo prototipi di funzioni

e' che possono essere fatti alcuni controlli sui parametri passati alle

funzioni.


Se abbiamo bisogno di riferirci ad una variabile esterna prima della sua

dichiarazione oppure nel caso in cui sia definita in un altro modulo,

dobbiamo dichiararla come una variabile esterna, cioe':


extern int what_global;


In questo modo ritorniamo all'esempio modulare. Abbiamo una stringa global

AnotherString dichiarata in main.c e condivisa con WriteMyString.c, dove

e' dichiarata come variabile esterna.


Attenzione: il prefisso "extern" e' una dichiarazione e non una definizione,

cioe' nessun blocco di memoria viene riservato per una variabile esterna (si

tratta solamente della dichiarazione della proprieta' della variabile).


La variabile vera e propria deve essere definita una sola volta all'interno

dell'intero programma, mentre e' possibile avere tutte le dichiarazioni

esterne che sono necessarie.


Le dimensioni degli array devono ovviamente essere date con le definizioni,

ma non sono richieste con le dichiarazioni esterne.


Ad esempio:


main.c: int arr[100];

file.c: extern int arr[];



17.03. L'utility Make



L'utility Make e' un intelligente program manager che mantiene l'integrita'

di un gruppo di moduli di programma, una raccolta di programmi oppure un

sistema completo. Nella pratica non e' possibile avere programmi che

appartengano ad un sistema di file qualsiasi (ad esempio, i capitoli di

testo in un libro, gia' passati in composizione).


Questa utility viene principalmente utilizzata come aiuto in fase di

sviluppo di sistemi.


Make e' stata originariamente sviluppata per UNIX, ma attualmente e'

disponibile sulla maggior parte dei sistemi.


Facciamo presente che make e' un'utility per la programmazione, e non una

parte del linguaggio C oppure un qualsiasi linguaggio per la soluzione di

un determinato problema.


Consideriamo il problema di mantenere un grosso numero di file sorgenti:


main.c f1.c ... fn.c


per cui potremmo normalmente compilare sul nostro sistema con il comando:


cc -o main main.c f1.c ... fn.c


Comunque, se siamo a conoscenza del fatto che alcuni file sono gia' stati

precedentemente compilati ed i loro sorgenti non sono variati da quando

possiamo aver provato, e vogliamo salvare la compilazione totale linkando

questi file nel codice oggetto, il comando sara' il seguente:


cc -o main main.c f1.c ... fi.o ... fj.o ... fn.c


Possiamo usare l'opzione "-c" del compilatore C per creare un file ".o"

per un modulo stabilito. Ad esempio:


cc -c main.c


creera' un file main.o. In questo caso non c'e' la necessita' di fornire

nessun link alle librerie, poiche' questo problema viene automaticamente

risolto nella fase di link della compilazione.


Comunque, esiste un problema per la compilazione dell'intero programma in

questo modo piuttosto lungo:


- e' tempo sprecato compilare un modulo .c: se il modulo e' gia' stato

compilato in precedenza e non e' stato successivamente variato, non c'e'

alcuna necessita' di ricompilarlo. E' sufficiente linkare i file oggetto.

Potrebbe comunque non essere facile ricordare quali file sono realmente

aggiornati; se li linkiamo in un vecchio file oggetto, il nostro programma

eseguibile finale potrebbe risultare errato.

- e' piuttosto laborioso (ed incline agli errori) digitare una lunga

sequenza di compilazione sulla linea di comando. Molti dei nostri file

potrebbero dover essere linkati, cosi' pure come molti file delle librerie

di sistema: puo' cosi' risultare molto difficile ricordare la corretta

sequenza delle operazioni. Anche nel caso in cui si faccia un cambiamento

minimo alla linea di comando utilizzando l'editing di sistema, si possono

facilmente fare errori.


Se usiamo l'utility make, questa provvede automaticamente a fare tutti

questi controlli. In generale, questa utility garantisce la ricompilazione

solamente dei moduli che hanno i file oggetto piu' vecchi rispetto ai file

sorgenti.



17.04. Programmazione di Make



La programmazione di make e' abbastanza lineare; fondamentalmente, dobbiamo

scrivere una sequenza di comandi che descrivano come il nostro programma

(o un sistema di programmi) puo' essere costruito a partire dai file

sorgenti.


La sequenza di costruzione viene descritta nel file "makefile", che contiene

regole di dipendenza e regole di interpretazione.


Una regola di dipendenza ha due parti (una parte destra ed una sinistra,

separate da ":"):


left_side : right_side


La parte sinistra e' formata dal nome di un target (nome del programma o del

file di sistema) che deve essere creato, mentre la parte destra fornisce i

nomi dei file da cui dipende il file di target (ad esempio, file sorgenti,

file header o file di dati).


Se il file target risulta non aggiornato rispetto alle parti che lo

costituiscono, e' necessario sottostare alle regole di interpretazione (o di

costruzione) che seguono le regole di dipendenza.


In questo modo, nel caso di un tipico programma C, quando di esegue il

makefile vengono seguiti questi passi:


- Viene letto il makefile: questo riporta quali oggetti e file di libreria

necessitano di essere linkati e quali file header e sorgenti devono essere

compilati per creare ogni file oggetto.

- Data e ora di ogni file oggetto vengono controllati con quelli di ogni

file sorgente e file header da cui dipende. Se un qualsiasi file sorgente

o header risulta piu' recente rispetto al file oggetto, allora i file sono

stati modificati dopo l'ultima compilazione e percio' viene ricompilato

il file oggetto.

- Una volta che tutti i file oggetto sono stati controllati, vengono

controllati data e ora di tutti i file oggetto e confrontati con quelli

del file eseguibile. Se uno qualsiasi dei file risulta piu' recente,

allora i file oggetto verranno ricompilati.


Facciamo presente che i file di make possono obbedire ad un qualsiasi

comando che venga digitato sulla linea di comando. Percio' possiamo usare

i makefile per fare molto piu' che compilare un modulo sorgente del sistema.

Per esempio, potremmo fare backup di file, eseguire programmi se i file di

dati risultano

variati, oppure ripulire directory.



17.05. Creazione di un makefile



Questa operazione risulta piuttosto semplice: si tratta di creare un file

di testo utilizzando un qualsiasi text editor. Il makefile contiene

solamente un elenco di file collegati ed i comandi necessari per soddisfare

tali collegamenti.


Riportiamo ora un esempio di makefile:


prog: prog.o f1.o f2.o

c89 prog.o f1.o f2.o -lm etc.


prog.o: header.h prog.c

c89 -c prog.c


f1.o: header.h f1.c

c89 -c f1.c


f2.o: ...

...


Make interpretera' il file nel seguente modo:


- prog dipende da 3 file: prog.o, f1.o ed f2.o. Se uno qualsiasi dei file

oggetto sono stati modificati dopo l'ultima compilazione, i file devono

essere linkati nuovamente.

- prog.o dipende da 2 file. Se questi risultano modificati, prog.o deve

essere ricompilato; la stessa cosa vale per f1.o ed f2.o.


Gli ultimi 3 comandi nel makefile sono chiamati "regole esplicite", poiche'

i file nei comandi vengono elencati con il proprio nome.


Possiamo anche usare "regole implicite", le quali ci permettono di

generalizzare le nostre regole e memorizzare cio' che e' stato digitato.


E' possibile prendere:


f1.o: f1.c

cc -c f1.c


f2.o: f2.c

cc -c f2.c


e generalizzarlo con il seguente comando:


.c.o: cc -c $<


Questo si legge come ".source_extension.target_extension: command".

"$<" e' l'abbreviazione per il nome file con estensione ".c".


E' possibile aggiungere commenti in un makefile utilizzando il simbolo "#";

in questo modo, tutti i caratteri che seguono # sulla linea vengono

ignorati.


Make ha molti comandi interni simili o addirittura uguali a quelli UNIX.

Alcuni esempi:


break, date, mkdir, type, chdir, mv (move o rename),

cd, rm (remove), cp (copy), path



17.06. Macro di Make



Utilizzando make e' possibile definire delle macro; queste vengono usate

solitamente per memorizzare i nomi dei file sorgenti, i nomi dei file

oggetto, le opzioni del compilatore ed i link alle librerie.


Le macro sono semplici da definire; ad esempio:


SOURCES = main.c f1.c f2.c

CFLAGS = -g -C

LIBS = -lm

PROGRAM = main

OBJECTS = (SOURCES: .c=.o)


dove (SOURCES: .c=.o) trasforma le estensioni ".c" dei file elencati in

SOURCES in estensioni ".o".


Per referenziare o richiamare una macro in make, e' necessario

$(macro_name); ad esempio:


$(PROGRAM) : $(OBJECTS)

$(LINK.C) -o $@ $(OBJECTS) $(LIBS)


E' importante notare:


- $(PROGRAM) : $(OBJECTS) - crea un elenco di dipendenze ed oggetti;

- l'utilizzo di una macro interna, cioe' $.


Ci sono molte macro interne; alcune delle piu' comuni sono:


- $star - parte del file name nella directory corrente (meno .suffisso)

- $@ - nome completo dell'oggetto corrente

- $< - file .c dell'oggetto



17.07. Esecuzione di Make



E' sufficiente digitare make dalla linea di comando.


UNIX cerca automaticamente un file di nome "Makefile" (notare l'iniziale

maiuscola, mentre tutto il resto e' minuscolo). Il Makefile presente nella

directory corrente verra' eseguito.


E' possibile annullare questa ricerca di un file semplicemente digitando

il comando "make -f make_filename". Ad esempio:


make -f my_make


Per quanto riguarda i makefile, esistono altre opzioni (-option) oltre a

quella appena vista.



18. UNIX e il C



C'e' un collegamento molto stretto tra il C e la maggioranza dei sistemi

operativi che eseguono i nostri programmi in C. In questo capitolo verranno

analizzate le modalita' con cui il C ed UNIX interagiscono.


Dobbiamo utilizzare UNIX per mantenere il nostro spazio per i file, per

editare, compilare ed eseguire programmi, e cosi' via. Ma UNIX porta molti

piu' vantaggi che questi.



18.01. Vantaggi di usare UNIX con il C



- Portabilita':

UNIX, o una delle varieta' di UNIX, e' disponibile su molte macchine.

I programmi scritti in standard UNIX e C possono essere eseguiti su

una qualsiasi macchina con minima difficolta'.

- Multiuser/Multitasking:

Molti programmi sono in grado di utilizzare le elevate capacita'

di elaborazione delle macchine.

- Trattamento dei File:

File system gerarchico, con molte routine per il trattamento dei file.

- Programmazione Shell:

UNIX fornisce un potente interprete di comandi che comprende oltre 200

comandi e puo' anche eseguire programmi sia UNIX che definiti dall'utente.

- Pipe:

L'output di un programma puo' essere utilizzato come input per un altro

programma. Questo puo' essere fatto dalla linea di comando, oppure

all'interno di un programma C.

- Utility UNIX:

Ci sono oltre 200 utility che permettono di realizzare molte routine

senza scrivere dei nuovi programmi (come, ad esempio: make, grep, diff,

awk, more, ...)

- Chiamate di sistema:

UNIX ha circa 60 chiamate di sistema residenti nel "cuore" del sistema

operativo, o kernel di UNIX. Le chiamate sono scritte in C, e sono

accessibili dai programmi C. Esempi di queste chiamate possono essere

gli I/O di base e il clock di sistema. La funzione open() e' un esempio

di una chiamata di sistema.

- Funzioni di libreria:

Aggiunte al sistema operativo.



18.02. Utilizzo delle chiamate di sistema UNIX e delle funzioni di libreria



Per utilizzare le chiamate di sistema e le funzioni di libreria in un

programma C e' sufficiente richiamare la funzione C appropriata.


Abbiamo gia' visto alcune chiamate di sistema trattando l'I/O di basso

livello (open(), creat(), read(), write() e close() sono esempi).


Abbiamo invece incontrato esempi di funzioni delle librerie standard nella

parte dedicata alle funzioni di I/O di alto livello (fopen(), fprintf(),

sprintf(), malloc(), ...).


Tutte le funzioni matematiche (come sin(), cos(), sqrt()) ed i generatori

di numeri random (random(), seed(), lrand48(), drand48(), ...) sono

funzioni della libreria standard math.


E' da notare il fatto che la maggior parte delle funzioni delle librerie

standard utilizzeranno delle chiamate di sistema all'interno di esse.


Per molte chiamate di sistema e funzioni di libreria, e' necessario

includere un file header appropriato, come ad esempio stdio.h o math.h.


Informazioni su quasi tutte le chiamate di sistema e le funzioni di

libreria sono disponibili sulle pagine del manuale. Queste sono disponibili

on-line; e' sufficiente digitare il nome della funzione "man".


Ad esempio:


man drand48


dara' informazioni in merito a questo generatore di numeri random.


Tutte le chiamate di sistema e le funzioni di libreria verranno elencate

in seguito. Abbiamo gia' visto esempi di funzioni di libreria per il

trattamento delle stringhe; piu' avanti vedremo l'applicazione di alcune

altre funzioni di libreria e di sistema.



18.03. Trattamento di file e directory



Ci sono molte utility UNIX che permettono la gestione di directory e file.

cd, ls, rm, cp, mkdir, etc. sono esempi solitamente molto noti.


Vedremo ora come sia possibile raggiungere un simile scopo dall'interno di

un programma C.



18.03.01. Funzioni di trattamento delle directory



Queste operazioni coinvolgono fondamentalmente chiamate ad appropriate

funzioni.


Ad esempio:


int chdir(char *path) - cambia la directory a quella specificata nella

stringa "path"


Esempio: emulazione C del comando UNIX "cd"


#include <stdio.h>


main(int argc, char **argv)


if (chdir(argv[1]) != 0)


}


char *getwd(char *path)

Restituisce il pathname completo della directory di lavoro corrente.

"path" e' un puntatore ad una stringa in cui viene ritornato il

pathname. "getwd" ritorna un puntatore alla stringa, oppure NULL nel

caso si verifichi un errore.


scandir(char *dirname, struct direct **namelist, int (*select)(),

int (*compar)())

Legge il dirname della directory e crea un array di puntatori ad ogni

voce contenuta della directory, oppure "-1" per un errore. "namelist"

e' un puntatore ad un array di puntatori alla struttura.

(*select)() e' un puntatore ad una funzione che viene richiamata con

un puntatore ad ogni voce della directory (definita in <sys/types>) e

potrebbe ritornare un valore diverso da 0 se la voce della directory

e' inclusa nell'array. Se il puntatore e' nullo, allora verranno

incluse tutte le voci della directory.

L'ultimo argomento e' un puntatore ad una routine che viene passato a

qsort (vedere "man qsort") - una funzione interna che sorta l'array

completo. Se il puntatore e' NULL, l'array non viene sortato.


alphasort(struct direct **d1, **d2)

"alphasort()" e' una routine interna che sorta alfabeticamente un

array.


Esempio: una semplice versione dell'utility UNIX "ls"


#include <sys/types.h>

#include <sys/dir.h>

#include <sys/param.h>

#include <stdio.h>


#define FALSE 0

#define TRUE!FALSE


extern int alphasort();


char PATHNAME[MAXPATHLEN];


main()

printf("Current Working Directory=%s\n",pathname);

count=scandir(pathname,&files,file_select,alphasort);


/* if no files found, make a non-selectable menu item */

if (count <= 0)


printf("Number of files=%d\n",count);

for (i=1;i<count+1;++i)

printf("%s",files[i-1]->d_name);

printf("\n"); /* flush buffer */

}


int file_select(struct direct *entry)




"scandir" ritorna la directory corrente (.) e la directory di livello

superiore (..), come pure tutti i files contenuti; cosi' e' necessario

controllare l'output, e ritornare FALSE in modo che le due directory

non vengano incluse nella lista di file.


Facciamo presente che "scandir" e "alphasort" hanno le definizioni nei files

sys/types.h e sys/dir.h. MAXPATHLEN e "getwd" sono definite in sys/param.h.


Possiamo avanzare ulteriormente e cercare files specifici. Modificheremo

ora file_select() in modo che scandisca solamente i file con suffisso .c,

.o o .h:


int file_select(struct direct *entry)




Facciamo notare che rindex() e' una funzione di trattamento delle stringhe,

che ritorna un puntatore all'ultima occorrenza del carattere "c" nella

stringa "s", oppure un puntatore NULL se "c" non e' presente nella stringa

(index() e' una funzione simile, ma assegna ad un puntatore la prima

occorrenza).



18.03.02. Routine di trattamento dei file



Esiste un modo per determinare le possibilita' di accesso ai file:


int access(char *path, int mode)


"path" punta ad un path-name che individua il file, "access()" controlla

il file nominato per verificarne l'accessibilita' conformemente a "mode",

definito in "#include <unistd.h>":


R_OK - test per il permesso di lettura;

W_OK - test per il permesso di scrittura;

X_OK - test per il permesso di esecuzione o ricerca;

F_OK - test sia per verificare che le directory di livello

superiore al file abbiano il permesso di ricerca, e

che il file esista.


"access()" ritorna: 0 in caso di successo, -1 in caso di insuccesso e

setta "errno" per indicare l'errore. Per l'elenco degli errori, vedere

le pagine di "man".



18.03.03. errno



Si tratta di una speciale variabile di sistema che viene settata nel caso in

cui una chiamata di sistema non possa eseguire l'insieme dei propri compiti.


Per utilizzare "errno" in un programma C, deve essere dichiarato con

l'istruzione:


extern int errno;


Puo' essere manualmente azzerato all'interno di un programma C, altrimenti

questo ritorna semplicemente il proprio ultimo valore.


int chmod(char *path, int mode)


cambia il modo di accesso di un file, specificato da "path", al "mode"

stabilito.


chmod() ritorna 0 in caso di successo, -1 nel caso contrario e setta "errno"

ad indicare l'errore riscontrato. Gli errori sono definiti in

"#include <sys/stat.h>".


Il modo di accesso di un file puo' essere settato utilizzando macro

predefinite in sys/stat.h (vedere le pagine "man"), oppure settando la

modalita' in un numero ottale di 3 cifre.


La cifra piu' a sinistra specifica i privilegi del proprietario, quella

centrale i privilegi del gruppo e quella piu' a destra i privilegi degli

altri utenti.


Per ogni cifra ottale intendiamo un numero binario di 3 bit. Il bit piu' a

sinistra corrisponde all'accesso per la lettura (on/off), quello centrale

alla scrittura, quello a destra all'esecuzione.


Cosi':


4 (ottale 100) = sola lettura

2 (010) = scrittura

6 (110) = lettura e scrittura

1 (001) = esecuzione


Con modalita' di accesso 600 daremo i permessi di lettura e scrittura al

proprietario, mentre gli altri non avranno nessun permesso. 666 da' a

tutti l'accesso in lettura/scrittura.


Ricordiamo che esiste anche un comando UNIX "chmod".


int stat(char *path, struct stat *buf),

int fstat(int fd, struct stat *buf)


Con "stat()" si ottengono informazioni in merito al file nominato con

"path". Il permesso di lettura, scrittura o esecuzione del file specificato

non e' richiesto, ma tutte le directories elencate nel path-name per

arrivare al file devono avere il permesso di ricerca.


Con "fstat()" si ottengono le stesse informazioni riguardo ad un file aperto

indicato con la descrizione dell'argomento della funzione, allo stesso modo

di come potrebbero essere ottenute con una chiamata "open" (I/O di basso

livello).


"buf" e' un puntatore ad una struttura "stat" in cui vengono memorizzate le

informazioni relative al file. Una struttura stat e' definita in

"#include <sys/types.h>" (vedere le pagine "man" per ulteriori

informazioni).


"stat()" e "fstat()" ritornano 0 in caso di successo, -1 in caso di

insuccesso e settano "errno" per indicare l'errore verificatosi. Anche gli

errori sono definiti in "#include <sys/stat.h>".


int unlink(char *path)


elimina il link esistente relativo alla directory indicata con "path".


"unlink()" ritorna 0 in caso di successo, -1 in caso di insuccesso e setta

"errno" per indicare l'errore. Gli errori sono elencati in

"#include <sys/stat.h>".



18.04. Controllo e gestione dei processi



Un processo puo' essere definito fondamentalmente come "ogni singolo

programma in esecuzione". Puo' essere un programma di sistema (come login,

update e csh), oppure programmi lanciati dall'utente (textedit, dbxtool o

un programma scritto dall'utente stesso).


Quando UNIX esegue un processo, assegna ad ognuno un numero unico ed

univoco, cioe' un "process ID" o "pid".


Il comando UNIX "ps" elenca tutti i processi in esecuzione in quel momento

sulla propria macchina, elencandone anche i pid.


La funzione C


int getpid()


restituira' il pid del processo che richiama questa funzione.


Solitamente un programma esegue un singolo processo; comunque piu' avanti

verra' analizzata la maniera di eseguire programmi come parecchi processi

separati e comunicanti.



18.04.01. Esecuzione di comandi UNIX da C



E' possibile eseguire comandi da un programma C semplicemente come fossero

digitati dalla linea di comando UNIX, grazie all'utilizzo della funzione

system(). Questo puo' farci risparmiare molto tempo e molti problemi;

infatti in questo modo e' possibile eseguire altri programmi di prova,

script, e cosi' via, qualora i compiti attualmente svolti ne comportino

il lancio.


int system(char *string)


in cui "string" puo' essere il nome di una utility unix, uno script shell

eseguibile oppure un programma dell'utente. System ritorna lo stato di

uscita della shell.


Esempio: chiamata di "ls" da un programma


main()



"system" e' una chiamata composta da 3 altri comandi:


execl(), wait() e fork()



18.04.01.01. execl()



"execl" ha altre 5 funzioni correlate (vedere le pagine "man").


"execl" sta' per "execute and leave", che significa che un processo sara'

eseguito e poi terminato dalla stessa execl.


Viene definita con:


execl(char *path, char *arg0, ..., char *argn, 0);


L'ultimo parametro deve sempre essere 0. E' un termine NULL. Poiche' la

lista degli argomenti e' variabile, e' necessario avere un modo per dire

al C dove termina; il termine nullo serve a questo.


"path" punta al nome di un file contenente un comando che deve essere

eseguito, "argo" punta ad una stringa che e' la stessa di "path" (o

almeno il suo ultimo componente).


"arg1, ..., argn" sono puntatori agli argomenti per il comando, e 0 segna

semplicemente la fine dell'elenco (di lunghezza variabile) degli argomenti.


Cosi' l'esempio in precedenza riportato risultera' ora:


main()




18.04.01.02. fork()



"int fork()" trasforma un singolo processo in due processi identici,

riconoscibili come processo padre e processo figlio.

In caso di successo, fork() ritorna 0 al processo figlio ed il process ID

del processo figlio al processo padre; in caso di esito negativo, fork()

ritorna -1 al processo padre, settando errno per indicare l'errore

verificatosi, e non viene creato nessun processo figlio.


NOTA: il processo figlio avra' un suo proprio ed unico PID.


Il seguente programma illustra un utilizzo semplice di fork(), dove vengono

create due copie del processo ed eseguite assieme (multitasking):


main()



L'output risultante sara':


Forking process

The process id is 6753 and return value is 0

The process id is 6754 and return value is 0

"two lists of files in current directory"


NOTA: i processi hanno ID unici, che risulteranno diversi ad ogni

esecuzione.


E' anche impossibile stabilire in anticipo quale processo utilizzera' il

tempo di CPU (cosi', ogni esecuzione puo' essere diversa dalla successiva).


Quando vengono generati due processi, possiamo facilmente scoprire (in ogni

processo) quale sia il figlio e quale il padre, poiche' fork ritorna 0 al

figlio. Possiamo catturare qualsiasi errore se fork ritorna un -1, cioe':


int pid; /* process identifier */


pid=fork();

if (pid < 0)


if (pid == 0)


else




18.04.01.03. wait()



int wait (int *status_location) - forza un processo padre ad aspettare che

un processo figlio si fermi oppure termini.


wait() ritorna il pid del figlio, oppure -1 in caso di errore. Lo stato di

uscita del figlio viene ritornato come "status_location".



18.04.01.04. exit()



int exit (int status) - termina il processo che richiama questa funzione e

ritorna il valore di uscita "status". Sia i programmi UNIX che quelli C

(forked) sono in grado di leggere il valore dello stato.


Per convenzione, uno stato uguale a 0 significa "fine normale", mentre

qualsiasi altro valore indica un errore o un evento insolito. Molte

chiamate alle librerie standard hanno la definizione degli errori nel

file header sys/stat.h. Possiamo quindi facilmente derivare le nostre

proprie convenzioni.



18.04.02. Utilizzo di pipe in un programma C



Il "piping" e' un processo dove l'output di un processo viene trasformato

nell'input di un altro. Abbiamo gia' visto in precedenza esempi di questo

dalla linea di comando UNIX, con l'utilizzo di "|".


Vedremo ora come e' possibile farlo all'interno del programmi C.


Avremo due o piu' processi "forked" che cominicheranno fra di loro.


Per prima cosa, e' necessario aprire una pipe. UNIX permette di aprire una

pipe in due maniere.



18.04.02.01. popen() - Piping formattato



FILE *popen(char *command, char *type) - apre una pipe per I/O dove

"command" e' il processo che deve essere connesso al processo chiamante,

creando cosi' la pipe. Il "type" puo' essere sia "r" per reading (lettura)

che "w" per writing (scrittura).


Il return di popen() e' un puntatore ad una stream oppure NULL per un

qualsiasi errore.


Una pipe aperta con popen() deve sempre essere chiusa con


pclose(FILE *stream)


E' possibile comunicare con la "stream" della pipe tramite fprintf() ed

fscanf().



18.04.02.02. pipe() - Piping di basso livello



int pipe(int fd[2]) - crea una pipe e ritorna due file descrittori, fd[0]

e fd[1]. fd[0] e' aperto per la lettura, fd[1] per la scrittura.


pipe() ritorna 0 in caso di successo, -1 in caso di fallimento e di

conseguenza setta errno.


Il modello standard di programmazione prevede che, dopo la creazione della

pipe, due o piu' processi che cooperano verranno creati da una fork ed i

dati verranno passati mediante l'utilizzo di read() e write().


Le pipe aperte con pipe() dovranno essere chiuse con "close (int fd)".


Esempio: il processo padre invia delle write al processo figlio


int pdes[2];


pipe(pdes);

if (fork == 0)


else




18.04.03. Interruzioni e segnali



In questa sezione verranno affrontati i modi in cui due processi possono

comunicare fra di loro. Quando un processo termina in modo anormale,

solitamente prova ad inviare un segnale che indichi cosa e' andato a

monte. I programmi C (e UNIX) sono in grado di catturare questi segnali

ed utilizzarli come diagnostica. Anche le comunicazioni specificate

dall'utente possono aver luogo in questo modo.


I processi utilizzano dei segnali, che possono essere numerati da 0 a 31.

Le macro sono definite nel file header signal.h per quanto riguarda i

segnali piu' comuni.


Queste includono:


SIGHUP 1 /* hangup */

SIGINT 2 /* interrupt */

SIGQUIT 3 /* quit */

SIGILL 4 /* illegal instruction */

SIGABRT 6 /* used by abort */

SIGKILL 9 /* hard kill */

SIGALRM 14 /* alarm clock */

SIGCONT 19 /* continue a stopped process */

SIGCHLD 20 /* to parent on child stop or exit */



18.04.03.01. Invio di segnali - kill()



int kill(int pid, int signal) - manda un "signal" ad un processo "pid". Se

pid e' maggiore di 0 il segnale viene inviato al processo il cui process

ID corrisponde a pid; se pid e' 0, il segnale e' mandato a tutti i

processi, eccetto i processi di sistema.


kill() ritorna 0 per le chiamate che hanno successo, -1 negli altri casi

settando conseguentemente "errno".


Esiste anche un comando UNIX chiamato kill (vedere le pagine "man").


NOTA: a meno che non si blocchi o venga ignorato, il segnale kill termina

il processo. Percio' le protezioni sono incorporate all'interno del

sistema.


E' possibile eliminare solamente i processi con determinati privilegi di

accesso.

Una regola di base e' quella per cui solamente i processi che appartengono

allo stesso utente possono inviare/ricevere messaggi.


Il segnale SIGKILL non puo' bloccarsi o essere ignorato, e terminera'

sempre il processo.


Per esempio:


kill(getpid(),SIGINT);


inviera' un segnale di interrupt all'ID del processo chiamante.


Questo avrebbe un effetto simile al comando exit(). Anche CTRL-C, digitato

dalla linea di comando, invia un SIGINT al processo correntemente in

essere.


unsigned int alarm(unsigned int seconds) - dopo "seconds" secondi, invia il

segnale SIGALRM al processo che ha effettuato la chiamata.



18.04.03.02. Ricezione di segnali - signal()



int (*signal(int sig, void (*func)()))() - questo sta' ad indicare che la

funzione signal() richiamera' la funzione func se il processo ricevera' un

segnale sig. Signal ritorna un puntatore alla funzione func in caso di

successo, oppure ritorna un errore ad errno, e -1 negli altri casi.


func() puo' avere tre valori:


SIG_DFL - un puntatore alla funzione di default del

sistema SID_DFL(), la quale terminera' il

processo al ricevimento di "sig".

SIG_IGN - un puntatore alla funzione di sistema

ignore SIG_IGN(), che ignorera' l'azione

"sig" (a meno che non sia SIGKILL)

Un indirizzo di funzione - una funzione specificata dall'utente


SIG_DFL e SIG_IGN sono definiti nel file header signal.h (libreria

standard).


Cosi' per ignorare un comando CTRL-C dalla linea di comando, dovremo fare:


signal(SIGINT, SIG_IGN);


Per resettare un sistema, cosicche' SIGINT comporti l'uscita da qualsiasi

posizione del nostro programma, dovremo fare:


signal(SIGINT, SIG_DFL);


Vediamo ora un programma per catturare un CTRL-C, ma non uscire con questo

segnale. Abbiamo una funzione "sigproc()" che viene eseguita quando

catturiamo in CTRL-C. Possiamo anche settare un'altra funzione per

abbandonare il programma se riceve il segnale SIGQUIT, cosi' possiamo

terminare il nostro programma:


#include <stdio.h>


void sigproc(void);


void quitproc(void);


main()



void sigproc()



void quitproc()




18.05. Times Up!!



L'ultimo argomento che verra' affrontato in questo corso e' quello degli

accessi al time del clock con le chiamate di sistema UNIX.


L'utilizzo delle funzioni di time include:


- dire l'ora;

- fornire il tempo a programmi e funzioni;

- settaggio di numeri casuali.



time_ttime(time_t*tloc) - ritorna il tempo, misurato in secondi, a partire

da 00:00:00 GMT, Jan. 1, 1970.


Se "tloc" non e' nullo, il valore di ritorno viene anche memorizzato nella

locazione a cui punta tloc.


time() ritorna il valore del tempo, in caso di successo.


In caso di insuccesso, ritorna (time_t) -1. "time_t" risulta definito come

tipo long(int) nei file header <sys/types.h> e <sys/time.h>.


int ftime(struct timeb *tp) - riempie una struttura puntata da tp, come

definito in <sys/timeb.h>:


struct timeb

;


La struttura contiene il tempo espresso in secondi a partire dall'epoca,

con l'intervallo di massima precisione che arriva fino a 1000 millisecondi,

il fuso orario locale (misurata in minuti in direzione ovest a partire da

Greenwich) ed un flag che, se non e' uguale a 0, indica l'ora legale

applicata localmente negli appropriati periodi dell'anno.


In caso di successo, ftime() non ritorna alcun valore utile, mentre ritorna

-1 in caso di errore.


Altre due funzioni definite in "#include <time.h>" sono:


char *ctime(time_t*clock)

char *asctime(struct tm *tm)


ctime() converte un long integer (puntato da clock) ad una stringa di 26

caratteri nella forma:


Sun Sep 16 01:03:52 1973


asctime() ritorna un puntatore alla stringa.


Esempio 1: Tempo (in secondi) per eseguire alcune operazioni:


/* timer.c */


#include <stdio.h>

#include <sys/types.h>

#include <time.h>


main()



Esempio 2: Settaggio di un gruppo di numeri casuali:


/* random.c */


#include <stdio.h>

#include <sys/types.h>

#include <time.h>


main()



lrand48() ritorna dei log integers non negativi uniformemente distribuiti

nell'intervallo (0, 2**31).


Una funzione simile drand48() ritorna numeri a doppia precisione compresi

nel range [0.0, 1.0].


srand48() setta l'origine per questi generatori di numeri random. E'

importante avere gamme diverse quando si richiamano le funzioni, altrimenti

verra' generato lo stesso set di numeri pseudo-random.

time() fornisce sempre un'unica gamma d'origine.



19. Opzioni comuni del compilatore C



Qui verranno elencate le opzioni del compilatore C piu' comuni. Queste

possono essere aggiunte alle direttive per il compilatore. Alcune

richiedono un argomento addizionale.


Ad esempio:


c89 -c -o prog prog.c


L'opzione -o richiede un argomento, -c invece no.



19.01. Opzioni di compilazione



-c Sopprime i link con ld(1) e produce un file .o per ogni file

sorgente. Ogni singolo file oggetto puo' essere nominato

esplicitamente utilizzando l'opzione -o.

-C Evita che il preprocessore C rimuova i commenti.

-E Esegue il file sorgente solamente attraverso il preprocessore

C. Invia l'output allo standard output, oppure ad un file a

cui viene dato un nome con l'opzione -o. Include le

informazioni di cpp sulla numerazione delle linee (vedere

anche l'opzione -P).

-g Produce una tavola informativa dei simboli supplementari per

dbx(1) e dbxtool(1). Quando viene data questa opzione, le

opzioni -O e -R sono soppresse.

-help Visualizza informazioni di aiuto relative al compilatore.

-Ipathname Aggiunge "pathname" alla lista di directory in cui cercare

i file #include con il relativo filename (che non inizi con

slash "/"). Il preprocessore cerca i file #include

principalmente nella directory contenente il file sorgente,

poi nelle directory specificate con l'opzione -I (se ce ne

sono) e, alla fine, in /usr/include.

-llibrary Linka con la libreria oggetto "library" (for ld(1)). Questa

opzione deve seguire l'argomento del nome del file sorgente.

-Ldirectory Aggiunge "directory" alla lista di directory che contengono

routine di librerie oggetto (per il link usando ld(1)).

-M Esegue solamente il preprocessore delle macro sui programmi

C elencati, richiedendo che questo generi le dipendenze con

il makefile ed invii il risultato sullo standard output

(vedere make(1) per dettagli su makefile e sulle regole di

dipendenza.

-o outputfile Viene nominato l'output come "outputfile"; quest'ultimo

deve avere l'appropriato suffisso per il tipo di file che

viene prodotto dalla compilazione (vedere FILES, piu'

avanti). "outputfile" non puo' essere lo stesso del file

sorgente (il compilatore non sovrascrivera' il file

sorgente).

-O[level] Ottimizza il codice oggetto. Viene ignorato nel caso in

cui siano usate le opzioni -g o -a. "-O" omettendo il

livello, e' equivalente a "-O2". "level" puo' assumere

uno dei seguenti valori:

1 Esegue solamente un'ottimizzazione sul punto

critico del livello assembly.

2 Esegue un'ottimizzazione globale prioritaria sulla

generazione del codice, che include l'ottimizzazione

dei loop, l'eliminazione delle sottoespressioni

comuni, la propagazione delle copie, e l'allocazione

automatica nei registri. "-O2" non ottimizza i

riferimenti o le definizioni delle variabili

esterne o indirette.

Se l'ottimizzatore in fase di esecuzione va in "out of

memory", questo tenta di eseguire un ripristino riportando

la procedura corrente ad un livello piu' basso di

ottimizzazione e riprendendo le procedure successive al

livello originale.

-P Esegue il file sorgente solo attraverso il preprocessore C.

Mette l'output in un file con un suffisso ".i". Non include

nell'output le informazioni cpp-type sulla numerazione delle

linee.



20. Funzioni della libreria standard C



Di seguito troverete elencate quasi tutte le funzioni della libreria

standard dell'ANSI C.


Nel caso di definizioni relazionate alle funzioni, verra' riportato anche il

file header. Questi possono pero' variare su alcuni sistemi, per cui si

consiglia di controllare i manuali di riferimento locali.


Viene inclusa una breve descrizione con tutti i tipi dei parametri. Maggiori

informazioni possono essere ottenute dalle chiamate online di man o dai

manuali di consultazione.



20.01. Manipolazione dei buffer



#include <memory.h>


void *memchr (void *s, int c, size_t n) - Cerca un carattere in un buffer.


int memcmp (void *s1, void *s2, size_t n) - Paragona due buffers.


void *memcpy (void *dest, void *src, size_t n) - Copia un buffer in un

altro.


void *memmove (void *dest, void *src, size_t n) - Sposta un determinato

numero di bytes da un buffer ad un altro.


void *memset (void *s, int c, size_t n) - Setta tutti i bytes di un buffer

ad un dato carattere.



20.02. Classificazione dei caratteri e conversione



#include <ctype.h>


int isalnum(int c) - Vero se "c" e' alfanumerico.


int isalpha(int c) - Vero se "c" e' una lettera dell'alfabeto.


int isascii(int c) - Vero se "c" e' ASCII .


int iscntrl(int c) - Vero se "c" e' un carattere di controllo.


int isdigit(int c) - Vero se "c" e' un numero decimale.


int isgraph(int c) - Vero se "c" e' un carattere grafico.


int islower(int c) - Vero se "c" e' una lettera minuscola.


int isprint(int c) - Vero se "c" e' un carattere stampabile.


int ispunct (int c) - Vero se "c" e' un carattere di punteggiatura.


int isspace(int c) - Vero se "c" e' un carattere spazio.


int isupper(int c) - Vero se "c" e' una lettera maiuscola.


int isxdigit(int c) - Vero se "c" e' un numero esadecimale.


int toascii(int c) - Converte "c" in ASCII.


tolower(int c) - Converte "c" in minuscolo.


int toupper(int c) - Converte "c" in maiuscolo.



20.03. Conversione dei dati



#include <stdlib.h>


double atof(char *string) - Converte una stringa in un valore in floating

point.


int atoi(char *string) - Converte una stringa in un valore integer.


int atol(char *string) - Converte una stringa in un valore long integer.


char *itoa(int value, char *string, int radix) - Converte un valore integer

in una stringa utilizzando il "radix" dato.


char *ltoa(long value, char *string, int radix) - Converte un valore long

integer in una stringa in un dato "radix".


double strtod(char *string, char *endptr) - Converte una stringa in un

valore in floating point.


long strtol(char *string, char *endptr, int radix) - Converte una stringa

in un valore long integer utilizzando un dato "radix".


unsigned long strtoul(char *string, char *endptr, int radix) - Converte

una stringa in un valore long senza segno.



20.04. Manipolazione delle directory



#include <dir.h>


int chdir(char *path) - Cambia la directory corrente a quella contenuta nel

"path" dato.


char *getcwd(char *path, int numchars) - Ritorna il nome della directory di

lavoro corrente.


int mkdir(char *path) - Crea una directory utilizzando il nome "path"

specificato.


int rmdir(char *path) - Rimuove la directory specificata.



20.05. Manipolazione dei file



#include <sys/stat.h> e #include <sys/types.h>


int chmod(char *path, int pmode) - Cambia il settaggio dei permessi di un

file.


int fstat(int handle, struct stat *buffer) - Ottiene informazioni sul file

status.


int remove(char *path) - Cancella il file indicato.


int rename(char *oldname, char *newname) - Rinomina un file.


int stat(char *path, struct stat *buffer) - Ottiene informazioni sul file

status del file indicato.


unsigned umask(unsigned pmode) - Setta il mask dei permessi di un file.



20.06. Input e Output




20.06.01. Stream I/O



#include <stdio.h>


void clearerr(FILE *file_pointer) - Cancella l'indicatore di errore della

stream.


int fclose(FILE *file_pointer) - Chiude un file.


int feof(FILE *file_pointer) - Controlla se e' stato incontrato un

end-of-file in una stream.


int ferror(FILE *file_pointer) - Controlla se e' stato riscontrato un

qualsiasi errore durante il file di I/O.


int fflush(FILE *file_pointer) - Scarica (flush) il buffer in un file.


int fgetc(FILE *file_pointer) - Prende un carattere da una stream.


int fgetpos(FILE *file_pointer, fpos_t current_pos) - Ottiene la posizione

corrente all'interno di una stream.


char *fgets(char *string, int maxchar, FILE *file_pointer) - Legge una

stringa da un file.


FILE *fopen(char *filename, char *access_mode) - Apre un file per l'I/O

bufferizzato.


int fprintf(FILE *file_pointer, char *format_string, args) - Scrive output

formattato in un file.


int fputc(int c, FILE *file_pointer) - Scrive un carattere in una stream.


int fputchar(int c) - Scrive un carattere sullo "stdout".


int fputs(char *string, FILE *file_pointer) - Scrive una stringa in una

stream.


size_t fread(char *buffer, size_t size size_t count, FILE *file_pointer) -

Legge dati non formattati da una stream in un buffer.


FILE *freopen(char *filename, char *access mode, FILE *file_pointer) -

Riassegna un file puntatore ad un file diverso.


int fscanf(FILE *file_pointer, char *format string, args) - Legge input

formattato da una "stream".


int fseek(FILE *file_pointer, long offset, int origin) - Setta la

posizione corrente nel file ad una nuova locazione.


int fsetpos(FILE *file pointer, fpos_t *current pos) - Setta la posizione

corrente nel file ad una nuova locazione.


long ftell(FILE *file_pointer) - Ottiene la locazione corrente nel file.


size_t fwrite(char *buffer, size_t size, size_t count FILE *file_pointer) -

Scrive dati non formattati da un buffer ad una stream.


int getc(FILE *file_pointer) - Legge un carattere da una "stream".


int getchar(void) - Legge un carattere da "stdin".


char *gets(char *buffer) - Legge una linea da "stdin" in un buffer.


int printf(char *format _string, args) - Scrive output formattato su

"stdout".


int putc(int c, FILE *file_pointer) - Scrive un carattere in una "stream".


int putchar(int c) - Scrive un carattere su "stdout".


int puts(char *string) - Scrive una stringa su "stdout".


void rewind(FILE *file_pointer) - Esegue il rewind di un file.


int scanf(char *format_string, args) - Legge input formattato da "stdin".


void setbuf(FILE *file_pointer, char *buffer) - Costruisce un nuovo buffer

per la stream.


int setvbuf(FILE *file_pointer, char *buffer, int buf_type, size_t buf size)

- Costruisce un nuovo buffer e controlla il livello di bufferizzazione

in una stream.


int sprintf(char *string, char *format_string, args) - Scrive output

formattato su una "string".


int sscanf(char *buffer, char *format_string, args) - Legge input formattato

da una "string".


FILE *tmpfile(void) - Apre un file temporaneo.


char *tmpnam(char *file_name) - Ottiene un file name temporaneo.


int ungetc(int c, FILE *file_pointer) - Respinge un carattere nel buffer

della "stream".



20.06.02. I/O di basso livello



#include <stdio.h> e possono essere necessari anche alcuni dei seguenti:

#include <stdarg.h>, #include <sys/types.h>,

#include <sys/stat.h>, #include <fcntl.h>.


int close (int handle) - Chiude un file aperto per I/O non bufferizzato.


int creat(char *filename, int pmode ) - Crea un nuovo file con il settaggio

dei permessi come specificato.


int eof (int handle) - Controlla l'end-of-file.


long lseek(int handle, long offset, int origin) - Va ad una specifica

posizione in un file.


int open(char *filename, int oflag, unsigned pmode) - Apre un file per I/O

di basso livello.


int read(int handle, char *buffer, unsigned length) - Legge dati binari da

un file ad un buffer.


int Write(int handle, char *buffer, unsigned count ) - Scrive dati binari da

un buffer ad un file.



20.07. Matematica



#include <math.h>


int abs (int n) - Get absolute value of an integer.


double acos(double x) - Compute arc cosine of x.


double asin(double x) - Compute arc sine of x.


double atan(double x) - Compute arc tangent of x.


double atan2(double y, double x) - Compute arc tangent of y/x.


double ceil(double x) - Get smallest integral value that exceeds x.


double cos(double x) - Compute cosine of angle in radians.


double cosh(double x) - Compute the hyperbolic cosine of x.


div_t div(int number, int denom) - Divide one integer by another.


double exp(double x - Compute exponential of x.


double fabs (double x ) - Compute absolute value of x.


double floor(double x) - Get largest integral value less than x.


double fmod(double x, double y) - Divide x by y with integral quotient

and return remainder.


double frexp(double x, int *expptr) - Breaks down x into mantissa and

exponent of no.


labs(long n) - Find absolute value of long integer n.


double ldexp(double x, int exp) - Reconstructs x out of mantissa and

exponent of two.


ldiv_t ldiv(long number, long denom) - Divide one long integer by another.


double log(double x) - Compute log(x).


double log10 (double x ) - Compute log to the base 10 of x.


double modf(double x, double *intptr) - Breaks x into fractional and integer

parts.


double pow (double x, double y) - Compute x raised to the power y.


int rand (void) - Get a random integer between 0 and 32.


int random(int max_num) - Get a random integer between 0 and max_num.


void randomize(void) - Set a random seed for the random number generator.


double sin(double x) - Compute sine of angle in radians.


double sinh(double x) - Compute the hyperbolic sine of x.


double sqrt(double x) - Compute the square root of x.


void srand(unsigned seed) - Set a new seed for the random number generator

(rand).


double tan(double x) - Compute tangent of angle in radians.


double tanh(double x) - Compute the hyperbolic tangent of x.



20.08. Allocazione di memoria



#include <malloc.h>


void *calloc(size_t num elems, size_t elem_size) - Alloca un vettore ed

inizializza tutti gli elementi a zero.


void free(void *mem address) - Libera un blocco di memoria.


void *malloc(size_t num bytes) - Alloca un blocco di memoria.


void *realloc(void *mem address, size_t new size) - Alloca nuovamente

(aggiustando la dimensione) un blocco di memoria.



20.09. Controllo dei processi



#include <stdlib.h>


void abort(void) - Interrompe l'esecuzione di un processo.


int execl(char *path, char *argO, char *arg1,..., NULL) - Lancia un processo

figlio (passaggio della linea di comando).


int execlp(char *path, char *argO, char *arg1,..., NULL) - Lancia un

processo figlio (utilizzando PATH, passaggio della linea di comando).


int execv(char *path, char *argv[]) - Lancio di un processo figlio

(passaggio del vettore argument).


int execvp(char *path, char *argv[]) - Lancio di un processo figlio

(utilizzando PATH, passaggio del vettore argument).


void exit(int status) - Termina un processo dopo aver svuotato tutti i

buffers.


char *getenv(char *varname) - Ottiene la definizione di una variabile di

environment.


void perror(char *string) - Stampa il messaggio di errore corrispondente

all'ultimo errore di sistema.


int putenv(char *envstring) - Inserisce una nuova definizione nella

environment table.


int raise(int signum) - Genera un segnale C (exception).


void (*signat(int signum, void(*func)(int signum [, int subcode])))

(int signum) - Stabilisce un signal handler per il numero signal

"signum".


int system(char *string) - Esegue un comando UNIX (o comunque del sistema

operativo residente).



20.10. Ricerca e ordinamento



#include <stdlib.h>


void *bsearch(void *key, void *base, size_t num, size_t width,

int (*compare)(void *elem1, void *elem2)) - Esegue una ricerca binaria.


void qsort(void *base, size_t num, size_t width, int (*compare)

(void *elem1, void *elem2)) - Utilizza l'algoritmo di ordinamento

veloce per ordinare un vettore.



20.11. Manipolazione di stringhe



#include <string.h>


char *stpcpy (char *dest, char *src) - Copia una stringa in un'altra.


int strcmp(char *string1, char *string2) - Confronta string1 e string2 per

determinare l'ordine alfabetico.


char *strcpy(char *string1, char *string2) - Copia string2 in stringl.


char *strerror(int errnum) - Ottiene il messaggio di errore corrispondente

al numero di errore specificato.


int strlen(char *string) - Determina la lunghezza di una stringa.


char *strncat(char *string1, char *string2, size_t n) - Aggiunge "n"

caratteri di string2 in string1.


int strncmp(char *string1, char *string2, size_t n) - Confronta i primi "n"

caratteri di due stringhe.


char *strncpy(char *string1, char *string2, size_t n) - Copia i primi "n"

caratteri di string2 in string1.


char *strnset(char *string, int c, size_t n) - Setta i primi "n" caratteri

di string a "c".


char *strrchr(char *string, int c) - Cerca l'ultima occorrenza del carattere

"c" in string.



20.12. Time



#include <time.h>


char *asctime (struct tm *time) - Converte time da "struct tm" a stringa.


clock_t clock(void) - Ottiene l'elapsed processor time in clock ticks.


char *ctime(time_t *time) - Converte il binary time in una stringa.


double difftime(time_t time2, time_t time1) - Calcola la differenza in

secondi tra due orari.


struct_tm *gmtime (time_t *time) - Ottiene il Greenwich Mean Time (GMT) in

una "tm structure".


struct tm *localtime(time_t *time) - Ottiene l'orario locale in una

"tm structure".


time_t time(time_t *timeptr) - Ottiene l'orario corrente come secondi

trascorsi dall'ora 0 GMT 1/1/70.




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