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BREVE STORIA DELL'ELABORATORE
1. Il calcolo meccanico.
L'esigenza di semplificare i calcoli e di memorizzare i conteggi è stata
avvertita dall'uomo sin dall'antichità.
Il primo strumento di calcolo di cui si ha notizia è l'abaco (o
pallottoliere), certamente in uso già nel 2000 a.C. Si tratta di uno strumento
di calcolo meccanico, strettamente legato all'affermarsi della numerazione
indo-arabica, con le cifre da 0 a 9, una numerazione di tipo 'posizionale', in
cui cioè il valore della cifra dipende dalla collocazione di essa all'interno
del numero.
In sostanza, l'abaco è costituito da un telaio con aste verticali su cui
scorrono piccole sfere di colore diverso, che rappresentano le unità, le
decine, le centinaia, ecc. Si tratta, pertanto, di una 'macchina da calcolo'
assai semplice, essenziale, che tuttavia ancora oggi suggerisce a tutti noi
l'idea stessa di calcolo.
Per trovare il primo tentativo riuscito di costruire una macchina da
calcolo in senso moderno bisogna però attendere sino al 1642. Il merito fu
del matematico francese Blaise Pascal che costruì la ' Pascalina', una
macchina addizionatrice fondata su un complesso sistema di ruote ed
ingranaggi azionato da pesi e contrappesi, molto simile a quello utilizzato
all'interno di alcuni orologi. Ogni ruota, secondo la posizione, assume un
valore numerico e la combinazione di determinati spostamenti rende
Breve storia dell'elaboratore
possibile l'esecuzione di calcoli. La combinazione di più ruote e del
movimento dell'una rispetto all'altra porta la macchina a formulare
meccanicamente il risultato.
Qualche anno più tardi, ancora un matematico, Gottfried Leibnitz, creò
lo 'Stepped Reckoner', un sistema meccanico di calcolo in grado di
addizionare, sottrarre, moltiplicare, dividere ed estrarre la radice quadrata,
gestendo numeri fino a 16 cifre.
Un successivo passo in avanti, per quanto riguarda l'evoluzione del
calcolo meccanizzato, si fece soltanto all'inizio del XIX secolo, sfruttando
uno spunto - tanto importante quanto inatteso - proveniente dal settore
tessile (un settore che era in quelli assai avanzato dal punto di vista
tecnologico e che vedeva il concentrarsi di notevoli sforzi di ricerca). In tale
contesto industriale, Joseph Jacquart partorì un'idea originale, consistente
nell'adozione di schede per 252c29c forate con la funzione di programmare i telai: la
macchina tessile di Jacquart veniva cioè controllata in modo automatico
attraverso la presenza o l'assenza di un foro sulla scheda; la presenza del
foro lasciava passare il filo colorato, la sua assenza manteneva il tessuto
bianco.
Lo spunto di Jacquart, e cioè l'adozione di supporti su cui memorizzare
istruzioni, finì col condizionare gli studi del matematico inglese Charles
Babbage, studi rivolti al superamento di un evidente limite dei calcolatori
fino ad allora realizzati: le macchine da calcolo eseguivano una sola
istruzione per volta, lasciando all'operatore il compito di annotare il
risultato ed impostare l'operazione successiva. In altri termini, le prime
macchine da calcolo non erano in grado di ripetere più volte la stessa
operazione, non potevano eseguire sequenze preordinate né potevano
memorizzare dati; ciò portava ad un processo di calcolo piuttosto complesso
e lento e quindi inevitabilmente esposto ad errori.
Nel 1821, Babbage concepì una macchina in grado di memorizzare al
suo interno una sequenza di operazioni attraverso un sistema basato sul
movimento di ruote. In seguito (nel 1835), il matematico introdusse nel suo
progetto l'adozione di schede perforate per memorizzare il programma atto
a regolare la sequenza di operazioni. Di qui, la 'macchina analitica', in
grado di effettuare, l'una di seguito all'altra, diverse operazioni del tutto
automatiche, utilizzando i risultati di un calcolo come base di partenza per
quello successivo.
Sfortunatamente, lo strumento concepito da Babbage non poté
funzionare, e ciò per un motivo che oggi potrebbe sembrare banale, ma che
nella prima metà del XIX secolo si rivelò fatale: mancava un meccanismo
che azionasse il movimento, che non era continuo ma si attivava o si
arrestava secondo la posizione del foro sulla scheda. La manovella non era
Informatica generale
più sufficiente a muovere i complessi ingranaggi ed il motore elettrico non
era ancora stato inventato; l'unica alternativa dell'epoca restava la caldaia a
vapore, che mal si adattava allo scopo. Il progetto venne presto accantonato
e gli studi di Babbage furono momentaneamente abbandonati.
Malgrado l'insuccesso, va tuttavia riconosciuto a Babbage il merito di
avere progettato una macchina, il cui schema generale di funzionamento può
dirsi analogo a quello dei moderni calcolatori elettronici.
2. Il calcolo elettromeccanico ed il calcolo elettronico.
Nonostante la scoperta dell'elettricità, passarono più di cento anni
prima che le intuizioni di Babbage fossero messe in pratica. Nel 1944, il
primo calcolatore elettromeccanico, denominato Mark I, fu sviluppato da
Haward Aiken presso la Harvard University; si trattava di una macchina di
grandi dimensioni, lunga circa 15,5 metri e alta 2,5. Le istruzioni venivano
caricate per mezzo di una banda di carta perforata e i dati tramite schede
perforate; i risultati erano registrati su schede per mezzo di una macchina da
scrivere elettrica. Mark I poteva eseguire moltiplicazioni in circa tre
secondi. La struttura logica era basata sul funzionamento del relè, una sorta
di interruttore elettrico che apriva e chiudeva il circuito in cui passavano i
dati. Mark I, inoltre, era il primo elaboratore in grado di lavorare su
programmi registrati nella sua memoria.
Nel 1947, fu realizzato Mark II, una nuova macchina a relè, in grado di
effettuare una moltiplicazione in meno di un quarto di secondo. Mark II era
pertanto dodici volte più veloce del suo predecessore, e tuttavia il
funzionamento a relè non consentiva il pieno superamento di alcuni limiti
già presenti in Mark I: i tempi di calcolo restavano comunque relativamente
lenti, le apparecchiature avevano dimensioni enormi ed erano soggette ad
una forte usura, il che rendeva molto frequenti i guasti. Nel complesso si
trattava di macchine rumorose che producevano molto calore ed
imponevano un potente sistema di raffreddamento, anch'esso rumoroso e
dispendioso in termini di consumi energetici.
Un salto di qualità si ebbe soltanto con l'introduzione di meccanismi
basati sull'uso della valvola. Con la valvola, costituita da un involucro di
vetro sottovuoto, si riuscì a realizzare il circuito prodotto dal relè,
eliminando le parti meccaniche in movimento. La velocità operativa crebbe
di circa mille volte: l'unità di tempo che misura una singola operazione
cessò così di essere il secondo e divenne il millisecondo.
Nel 1946, l'ingegnere J. Presper Eckert ed il fisico John Mauchly
dell'Università della Pennsylvania, con il sostegno dell'esercito americano,
Breve storia dell'elaboratore
portarono a compimento l'ENIAC, acronimo di Electronic Numerical
Integrator And Computer: fu il primo vero elaboratore della storia. Questa
macchina era composta da più di 17.000 valvole ed occupava oltre 100 mq
di superficie per un peso complessivo che sfiorava le 30 tonnellate. Era 500
volte più veloce del Mark I.
Un ulteriore passo in avanti si deve al matematico americano di origine
ungherese John Von Neumann, ricercatore presso l'Institute for Advanced
Study di Princeton (New Jersey), grazie al quale le prestazioni dell'ENIAC
migliorarono sensibilmente. Il suo apporto fu determinante per una serie di
ragioni; in particolare Von Neumann pubblicò una relazione nella quale
introdusse due sostanziali novità. La prima fu quella di muovere o copiare i
dati in parallelo invece che in serie: in una macchina seriale i dati si
muovono uno alla volta e finché il primo dato non è giunto a destinazione, il
secondo non può partire; in un sistema parallelo, invece, i dati si spostano a
gruppi. La seconda intuizione, ancora più importante, fu quella di prevedere
la conservazione del programma nella memoria interna dell'elaboratore.
Quando Von Neumann approdò al progetto ENIAC, trovò che erano
presenti ancora gravi carenze di programmazione. I dati erano memorizzati
nella macchina, mentre le istruzioni venivano elencate su un supporto
esterno ed entravano nel calcolatore soltanto con una serie di operazioni
manuali; di conseguenza per impostare un problema diverse persone
dovevano lavorare per giorni. Von Neumann introdusse all'interno dei
circuiti stessi, distinti da un numero, le operazioni fondamentali. Il
programma non faceva altro che 'citare' una sequenza di numeri, i quali
richiamavano le relative operazioni, con un notevole risparmio di tempo:
l'ENIAC così modificato poteva compiere una moltiplicazione in 2,8
millesimi di secondo.
Eckert e Mauchly lasciarono l'Università per dedicarsi all'industria
privata e, nel 1951, realizzarono il primo computer commerciale chiamato
UNIVAC I (UNIVersal Automatic Computer). Era il primo calcolatore
elettronico digitale prodotto su scala industriale. Ideato per essere impiegato
presso l'Ufficio dello Stato Civile americano soprattutto per le operazioni di
censimento, l'apparecchio venne commercializzato su larga scala dando così
origine alla prima generazione dei calcolatori moderni. Si trattava, tuttavia,
di macchine che risentivano di un limite tecnologico di base: le valvole,
infatti, garantivano una scarsa memoria ed erano di breve durata perché
soggette a guasti frequenti.
Tale limite poté essere superato soltanto in seguito all'invenzione dei
transistor (1954) ed all'adozione degli stessi, in sostituzione delle valvole,
nei calcolatori della seconda generazione (1956). Per tale via, si
accorciarono notevolmente i tempi di elaborazione e si allungarono quelli di
Informatica generale
durata delle macchine: i calcolatori della seconda generazione erano in
grado di operare nell'ambito dei microsecondi, cioè dei milionesimi di
secondo.
Per ridurre ulteriormente le dimensioni e i tempi operativi degli
elaboratori, venne ridotta la distanza fisica fra le singole parti che li
componevano dando modo agli impulsi elettrici di raggiungere più
velocemente i punti prefissati. Nel 1958, l'ingegnere Jack Kilby della Texas
Instruments mise a punto un progetto per assemblare transistor, resistenze e
condensatori in un unico 'chip' (un microcircuito integrato su una piastrina).
In tal modo, si raggiunsero velocità maggiori e si ebbero minori guasti
grazie all'assenza di saldature tra le varie parti. Nacquero così i calcolatori
di terza generazione.
Nel 1971, l'azienda Intel mise a punto un congegno destinato a
cambiare il mondo degli elaboratori. Si trattava del microprocessore, che
riusciva a sprigionare la stessa potenza di calcolo dell'ENIAC in uno spazio
più piccolo di un francobollo ed era in grado di elaborare 0,75 milioni di
informazioni al secondo. Nel 1979, i microprocessori dell'Intel
cominciarono ad essere utilizzati nei sistemi per l'utenza domestica: il Vic
20, il Commodore 64, la serie 400 di Atari, il TI 99 di Texas Instruments, lo
ZX 81 e lo Spectrum della Sinclair, l'Apple II. Quest'ultimo, dotato di
schermo, di tastiera e soprattutto di un lettore di floppy disk, divenne un
vero e proprio standard per lungo tempo.
Nel 1980, introdotto da una massiccia campagna pubblicitaria, la IBM
presentò il primo PC (Personal Computer). Il primo modello era dotato di
16 Kb di memoria RAM (che diventarono 64 entro la fine di quell'anno) e
di un lettore di floppy disk da 5,25" a singola faccia e singola densità con
una capacità di 160 Kb. Il monitor era da 12 pollici monocromatico.
Sul versante software, Bill Gates fondò in quegli anni la Microsoft
Corporation e realizzò il sistema operativo denominato QDOS (Quick Disk
Operating System). Concesso in licenza alla IBM, venne da questa
ribattezzato PC-DOS o MS-DOS. Il PC della IBM si rivelò un grande
successo, anche per i tanti produttori di hardware che invasero il mercato
con l'offerta di macchine 'IBM compatibili'.
Da qui in poi è storia dei nostri giorni, con la febbrile corsa
all'introduzione di nuove tecnologie e di nuovi marchi. Di questa recente
evoluzione, ci limiteremo a ricordare alcuni momenti salienti:
a) nel corso degli anni '80, una forte azione volta a rendere più
semplice ed intuitivo l'uso del computer viene svolta da un'azienda
concorrente dell'IBM, la Apple Computer, che, con il suo Macintosh, riesce
a realizzare per prima un sistema operativo (il Mac OS) fondato sull'uso
delle finestre di dialogo, delle icone e del mouse. Nonostante la superiorità
Breve storia dell'elaboratore
tecnica rispetto al DOS , il fatto che la Apple decide di non cedere la licenza
del suo progetto ad altre aziende produttrici di computer finisce col
decretare l'affermazione commerciale delle macchine 'IBM compatibili';
b) nel corso degli anni '80 e '90, i microprocessori incrementano in
maniera esponenziale la loro velocità, i dischi fissi diventano sempre più
grandi; le schede video migliorano le funzionalità grafiche; i computer
portatili non hanno più nulla da invidiare ai colleghi da tavolo; vengono
introdotti nuovi supporti di tipo ottico per la memorizzazione di dati - i CDROM
- in aggiunta ai dischi magnetici;
c) il sistema operativo Windows della Microsoft, a partire dalla
versione 95, adotta un'interfaccia grafica sofisticata, che riprende e sviluppa
molte delle innovazioni introdotte dalla Apple già all'inizio degli anni '80 e
che segna il definitivo abbandono dell'interfaccia DOS.
Immaginare cosa ci riservi il futuro è cosa allo stesso tempo
affascinante ed ardua. Certo è che i dischi fissi aumenteranno la capacità di
memorizzare dati; ognuno di noi godrà di stabili collegamenti alla rete
Internet; ai CD-ROM ed ai DVD-ROM si accompagneranno altri supporti
per archiviare dati più capaci, meno ingombranti e duraturi; si svilupperanno
nuovi standard di comunicazione; ogni attività umana sarà condizionata
dalle tecnologie informatiche e telematiche. Tutto ciò non rappresenta
un'incognita dalla quale è bene rimanere distanti, bensì il naturale e
sorprendente continuum innovativo della scienza, da orientare nel senso più
utile alle attività umane. Tutto ciò che potrebbe rivelarsi come
autenticamente nuovo nascerà sia nel campo dell'hardware, grazie
all'utilizzazione di tecnologie con architetture in miniatura ed
all'integrazione con le biotecnologie, sia nel campo del software, in cui
saranno sviluppate tecniche e modalità di sfruttamento delle potenzialità
elaborative di un computer in modo sempre più diffuso, naturale ed
invisibile.
IL SISTEMA OPERATIVO WINDOWS
1. Introduzione.
Il software di sistema è costituito dall'insieme dei programmi
predisposti al fine di consentire il funzionamento ottimale dell'elaboratore.
Il più importante componente del software di sistema è il c.d. sistema
operativo. Il sistema operativo non è un singolo programma, bensì una serie
di programmi (considerati come un tutt'uno, tenendo conto della loro
funzione generale), ai quali è complessivamente affidata la gestione del
computer. Più specificamente, il sistema operativo: 1) coordina le diverse
componenti hardware e software del computer, gestendo, in sostanza, tutte
le risorse dell'elaboratore ; 2) offre un ambiente di supporto ai programmi
applicativi e pianifica l'esecuzione degli stessi; 3) dispone le procedure di
correzione degli errori; 4) registra il lavoro eseguito. Fin qui, si tratta, nel
complesso, di funzioni - per così dire - 'trasparenti' all'utente, che la
macchina svolge in modo automatico, senza alcuna significativa interazione
con il comune utilizzatore del computer. Sono funzioni di estremo interesse
'informatico', oggetto di studio approfondito da parte degli specialisti, che
tuttavia risultano di modesto interesse per i non specialisti (quali sono, ad
esempio, gli studenti di un corso di laurea in giurisprudenza), che utilizzano
il computer come un qualsiasi altro strumento di lavoro.
Procediamo nel nostro esempio: il giurista utilizza da sempre strumenti
distribuiti su supporto cartaceo (i codici, i repertori, ecc.); conoscere la
tecnologia utilizzata per 'costruire' tali strumenti è tutt'altro che
fondamentale: obiettivamente, nessuno studioso del diritto è
professionalmente interessato a conoscere le tecniche tipografiche! E
tuttavia, il nostro giurista, tipico utente dei tradizionali strumenti cartacei,
non può trascurare di apprendere come 'interagire' coi suoi strumenti di
lavoro, come utilizzarli al meglio, come 'dialogare' con essi. Si tratta di
informazioni elementari, che impongono un minimo sforzo, indubbiamente
necessario per trovare, poi, efficacemente e rapidamente, una norma
all'interno di una raccolta di leggi, una massima all'interno di un repertorio.
Un discorso analogo può farsi per il sistema operativo di un personal
computer. Il sistema operativo, al di là delle funzioni tecniche sopra
illustrate, assolve ad un ruolo fondamentale sul 'versante utente'. È, infatti,
Il sistema operativo Windows
proprio il sistema operativo che consente all'utente di 'comunicare' con la
macchina. Ciò, mediante la c.d. 'interfaccia utente', una componente
fondamentale del sistema operativo, che, da un canto, interpreta i comandi,
le istruzioni che l'utente intende dare alla macchina, dall'altro, traduce per
l'utente i messaggi provenienti dal computer. L'interfaccia utente è pertanto
uno strumento decisivo per l'interazione uomo-macchina e da essa dipende
la facilità con cui l'utente può avvalersi dello strumento informatico.
Se, quindi, è vero che un 'umanista' può trascurare di conoscere gli
aspetti tecnici relativi alle funzioni 'interne' del sistema operativo,
altrettanto vero è che potrà avvalersi adeguatamente dello strumento
informatico soltanto se avrà fatto lo sforzo necessario per apprendere come
si 'dialoga' con un computer. Il prosieguo della nostra trattazione sarà
pertanto dedicato alla descrizione delle principali funzioni non del sistema
operativo in generale, bensì dell'interfaccia utente. Più specificamente,
oggetto di analisi sarà l'interfaccia utente del sistema operativo Microsoft
Windows, un'interfaccia utente di tipo grafico (GUI, Graphical User
Interface), il cui avvento ha reso più semplice (più amichevole, friendly)
l'uso del personal computer, eliminando la necessità di ricordare a memoria
la sintassi dei comandi, tutt'altro che intuitiva, del vecchio sistema operativo
Microsoft Disk Operating System (MS-DOS), il software di base dei
personal computer più diffuso a livello planetario prima della comparsa di
Windows.
Si impone, tuttavia, una precisazione: la scelta di occuparci soltanto di
Windows non significa che chi scrive lo ritiene il miglior sistema operativo
fino ad oggi realizzato, né tanto meno l'unico; se è vero che la Microsoft di
Bill Gates ha da tempo imposto i suoi prodotti software, invadendo il
mercato con politiche che possono anche essere messe in discussione, è
altrettanto vero che oggi, in qualsiasi parte del mondo dove vi sia un
computer, il 90% degli utenti parla la stessa 'lingua', perché dialoga con il
suo PC proprio attraverso Windows, con tutti i vantaggi che ne derivano. La
nostra scelta è pertanto mossa dall'opportunità di conoscere il linguaggio
comune, il 'gergo informatico planetario', che ci consente di utilizzare con
sufficiente familiarità uno qualsiasi dei tanti milioni di computer presenti
nel nostro pianeta.
2. Il desktop.
All'avvio di Windows, vengono visualizzati vari oggetti su una
scrivania virtuale (c.d. desktop), liberamente configurabile da ciascun
utente.
Informatica generale
Nella configurazione standard, sul lato sinistro dello schermo sono
presenti alcune icone (piccole immagini) di sistema. Si tratta di oggetti che
vengono creati automaticamente durante l'installazione del sistema
operativo.
L'icona 'Risorse del computer' consente di esplorare tutte le risorse del
sistema. Con un doppio clic del mouse sull'icona (e cioè premendo e
rilasciando due volte, in rapida successione, il pulsante sinistro del mouse,
allorquando il puntatore del mouse - solitamente una freccia - è in
corrispondenza dell'icona), viene aperta sul desktop una finestra (un'area
delimitata dello schermo tipica di Windows, il cui nome significa appunto
'finestre'), che visualizza tutte le risorse del computer: fondamentalmente,
le unità di archiviazione (le memorie di massa) di cui l'elaboratore dispone,
nonché i documenti ed i programmi (i file) presenti in ciascuna unità.
Il 'Cestino' è un'area di memoria temporanea per i file eliminati, che
possono essere recuperati e riportati nella posizione di partenza.
Attraverso l'icona 'Internet Explorer', si avvia il web browser
Microsoft Internet Explorer, per la visualizzazione delle pagine ipertestuali
ed ipermediali di Internet.
Nella parte inferiore del desktop, è presente la 'barra delle applicazioni'
Il sistema operativo Windows
che contiene il pulsante 'Start', i pulsanti delle applicazioni attive in quel
momento, la barra di avvio rapido e l'area di notifica.
Il pulsante 'Start' è posto sul lato sinistro della barra delle applicazioni.
Cliccando su questo pulsante, viene visualizzato un menu che propone un
insieme di opzioni per accedere a programmi, documenti, guida in linea,
impostazioni del computer, ecc..
Ogni volta che si avvia un programma, si apre una finestra e sulla barra
delle applicazioni viene visualizzato un pulsante - detto pulsante
dell'applicazione - che rappresenta quella finestra. Se sono aperte più
finestre, per passare da una finestra all'altra, è sufficiente fare clic sul
pulsante corrispondente. Quando si chiude una finestra, il pulsante
corrispondente scompare dalla barra delle applicazioni.
La barra di avvio rapido contiene un insieme di icone o pulsanti che
semplificano lo svolgimento di attività comuni. Nel caso riportato
nell'immagine, la barra di avvio rapido contiene, fra l'altro, i pulsanti per
l'avvio di Internet Explorer (web browser) e di Outlook Express
(programma di posta elettronica).
All'estremità destra della barra delle applicazioni (area di notifica),
sono disponibili informazioni sullo stato del sistema e l'orologio. Quando,
ad esempio, si sta stampando un documento, nell'area di notifica compare
l'icona che rappresenta la stampante; quando si è connessi a Internet tramite
modem, viene visualizzata l'icona di due computer connessi. Per conoscere
la funzione dell'icona, basta posizionare il puntatore del mouse su di essa;
ciò consentirà di leggerne la descrizione, attraverso la didascalia che
comparirà a video.
3. Il menu 'Start'.
Facendo clic sul pulsante 'Start', viene visualizzato un menu
contenente i comandi necessari per iniziare a lavorare in Windows.
Nella tabella che segue viene fornita una breve descrizione di alcuni
comandi del menu 'Start'.
Informatica generale
Programmi: visualizza l'elenco dei programmi
installati nel computer.
Dati recenti: visualizza l'elenco dei documenti
utilizzati di recente.
Impostazioni: visualizza un elenco di impostazioni
del sistema che è possibile modificare.
Trova: consente di trovare una cartella o un file
all'interno di tutte le risorse disponibili.
Guida in linea: avvia la guida di Windows, per
ottenere informazioni su come eseguire le varie
operazioni.
Esegui: consente di avviare un programma
digitando direttamente il suo nome.
Chiudi sessione: consente di arrestare il sistema o
di riavviare il computer.
Il menu 'Start' può contenere altri comandi oltre a quelli elencati, in
funzione della configurazione del sistema e dei programmi installati. È
possibile personalizzare il menu, sulla base delle esigenze dell'utente.
4. Risorse del computer.
'Risorse del computer' offre una rappresentazione grafica del contenuto
del computer. Un doppio clic del mouse sull'icona presente sul desktop farà
comparire a video una finestra, contenente un'icona per ogni unità disco del
computer (disco floppy, disco rigido, CD-ROM). Sono presenti anche delle
cartelle di sistema, che consentono l'accesso al 'Pannello di controllo' ed
alle stampanti.
Il sistema operativo Windows
Entriamo in dettaglio:
- il disco rigido (hard disk) è l'unità di memoria di massa formata da
uno o più dischi magnetici installati all'interno dell'unità centrale. È
contraddistinto con la lettera 'C';
- il floppy da 3,5 pollici indica il driver del floppy disk, un'unità di
memoria rimovibile, contrassegnata con la lettera 'A';
- il CD-ROM è l'unità di lettura dei Compact Disc. In genere, è
contraddistinto con la lettera 'D', se è presente solo un disco rigido 'C',
altrimenti con la prima lettera successiva disponibile;
- il pannello di controllo contiene l'insieme dei programmi utilizzati da
Windows per modificare o personalizzare le periferiche del computer
(monitor, tastiera, mouse, ecc.) o l'aspetto dell'interfaccia utente (colori,
desktop, ecc.);
- la cartella stampanti consente di aggiungere nuove stampanti locali o
di rete, o di modificare le impostazioni delle stampanti esistenti. Permette
anche di visualizzare informazioni sullo stato dei documenti in fase di
stampa.
Un doppio clic sull'icona dell'hard disk 'C', determinerà l'apertura di
una finestra simile a quella qui di seguito riportata.
Informatica generale
La finestra presenta vari tipi di icone:
- Cartelle. Una cartella (o directory) può contenere file e altre cartelle.
Per una migliore organizzazione del proprio lavoro, i file creati dalle
applicazioni possono essere memorizzati in cartelle diverse, in funzione
dalla loro differente tipologia.
- File. Un file è l'unità di memorizzazione fondamentale in Windows. I
documenti creati e utilizzati in Windows, così come i programmi, sono file.
Icone di aspetto diverso possono indicare file di tipo diverso. Ogni file è
contraddistinto da un nome e da una estensione, costituita da tre caratteri
separati, rispetto al nome, da un punto. L'estensione è legata al tipo di
applicazione, installata nel computer, che ha generato il file.
Vediamo adesso alcune operazioni che possono essere effettuate
mediante 'Risorse del computer'.
a) Creare una cartella.
Per gestire al meglio il proprio 'lavoro informatico', è preferibile che
l'hard disk sia organizzato in distinte cartelle di lavoro, dove verranno
Il sistema operativo Windows
memorizzati i singoli file. Per creare una cartella, dopo avere visualizzato il
contenuto di 'C', basta scegliere la voce Nuovo-Cartella dal menu 'File'.
Verrà così creata una nuova cartella, alla quale l'utente potrà attribuire
un nome da lui prescelto.
b) Creare un file.
La creazione di un file, a differenza delle cartelle, è legata ad una
applicazione, cioè ad un programma installato nel computer.
Per creare un file, bisogna scegliere dal menu 'File', la voce Nuovo, per
selezionare, poi, l'icona corrispondente all'applicazione con cui si vuole
creare il file. Verrà così creato un nuovo file (ad esempio, un nuovo
documento di testo editabile attraverso il programma Microsoft Word), al
quale l'utente potrà attribuire un nome da lui prescelto.
c) Spostare file e cartelle.
I file e le cartelle che si riferiscono ad uno stesso lavoro, o che
comunque riguardano lo stesso argomento, è opportuno che vengano
Informatica generale
collocati all'interno della stessa cartella generale.
Lo spostamento di un file (o di una cartella) in una diversa posizione
dell'hard disk può essere effettuato attraverso tre diversi procedimenti.
1) Il primo procedimento si basa sulla tecnica del c.d. 'drag and drop'
(trascina e lascia): visualizzata la finestra contenente il file, e selezionato
con il mouse il file da spostare, occorre 'trascinare' il file - tenendo premuto
il tasto sinistro del mouse - nella cartella di destinazione.
2) Il secondo procedimento prevede l'utilizzazione della barra degli
strumenti, posta nella parte superiore della finestra 'Risorse del computer':
selezionato il file da spostare, l'utente cliccherà il pulsante 'Taglia'
(contrassegnato dalle forbici); si sposterà quindi nella cartella di
destinazione e cliccherà il pulsante 'Incolla'.
3) Il terzo procedimento prevede l'utilizzazione del c.d. 'menu di scelta
rapida', attivabile, in corrispondenza di ciascun file, attraverso il tasto destro
del mouse: selezionato il file da spostare ed attivato il menu di scelta rapida,
l'utente sceglierà la voce 'Taglia'; si sposterà quindi nella cartella di
destinazione, attiverà il menu di scelta rapida, ove sceglierà la voce
'Incolla'.
Quello appena illustrato costituisce un esempio classico del
funzionamento di Windows, che spesso consente dall'utente di compiere la
stessa operazione in modi diversi. Si tratta di soluzioni perfettamente
alternative: sperimentate le varie soluzioni, l'utente finirà per lo più con
l'adottarne una soltanto, quella a lui più congeniale, che sarà poi
costantemente ripetuta nelle utilizzazioni successive del sistema.
Il sistema operativo Windows
d) Copiare file e cartelle.
Per copiare un file in un'altra cartella, appare preferibile il seguente
procedimento: selezionato il file da copiare, l'utente cliccherà il pulsante
'Copia' presente nella barra degli strumenti; si sposterà quindi nella cartella
di destinazione e cliccherà il pulsante 'Incolla'.
La stessa procedura è valida anche per copiare intere cartelle: la copia
riguarderà tutti i file (ed anche le eventuali sottocartelle) presenti nella
cartella copiata (ciò vale anche per l'operazione di spostamento di una
cartella).
e) Copiare file e cartelle nel floppy disk.
Spesso si ha la necessità di copiare dei file, memorizzati all'interno
dell'hard disk, in un floppy disk, per tenerne copia di archivio o per
trasportali in un altro computer. Il procedimento più semplice per realizzare
tale operazione è il seguente: 1) inserire il floppy disk nell'apposita unità di
lettura; 2) selezionare il file da copiare; 3) attivare il menu di scelta rapida e
selezionare la voce 'Invia a', seguita da 'Floppy da 3,5 pollici'.
f) Formattare un floppy disk.
Se si acquistano dischetti non 'preformattati' o si desidera eliminare
rapidamente l'intero contenuto di un floppy disk per riutilizzarlo, è
necessario svolgere la procedura di 'formattazione'. Per formattare un
Informatica generale
floppy disk, l'utente dovrà innanzitutto inserire il dischetto nell'apposita
unità di lettura; dovrà poi cliccare col tasto destro del mouse sull'icona del
floppy disk presente nella finestra principale di 'Risorse del computer';
sceglierà quindi la voce 'Formatta' del menu di scelta rapida.
g) Eliminare un file o una cartella.
Per eliminare un file o una cartella, occorre selezionare il file o la
cartella da eliminare, cliccare sul pulsante 'Elimina' presente nella barra
degli strumenti (ovvero il tasto 'Canc' della tastiera) e confermare lo
spostamento nel cestino attraverso il pulsante 'Sì'.
Nel caso in cui un file sia stato eliminato per errore è sempre possibile
recuperarlo. In realtà, i file eliminati vengono spostati in una cartella detta
'Cestino' e non vengono persi definitivamente. La procedura per il recupero
è la seguente: eseguire il doppio clic sull'icona del 'Cestino', presente sul
desktop; selezionare il file da recuperare all'interno della finestra che
visualizza il contenuto del 'Cestino'; scegliere la voce 'Ripristina' dal menu
'File'.
Se si desidera eliminare definitivamente un file contenuto nel 'Cestino',
basta selezionare tale file e scegliere la voce 'Elimina' dal menu 'File'.
h) Rinominare un file o una cartella.
Il nome di un file o di un cartella può contenere fino a 255 lettere,
inclusi gli spazi, ma non può contenere i seguenti caratteri: \, /, :, *, ?, ", <,
>, |.
La procedura per cambiare nome ad un file è la seguente: selezionare il
Il sistema operativo Windows
file o la cartella che si desidera rinominare; scegliere 'Rinomina' dal menu
'File'; digitare il nuovo nome e premere il tasto INVIO.
5. Trovare un file.
Se non si conosce la posizione di un file o di una cartella all'interno
delle unità di archiviazione (hard disk, floppy disk, ecc.), è possibile
recuperarlo attraverso il comando 'Trova' del menu 'Start', digitando il
nome del file o della cartella da ricercare (o parti del nome) nella casella
'Nome'.
Se il file che si sta cercando è stato utilizzato di recente, potrà essere
agevolmente individuato attraverso la voce 'Dati recenti' del menu 'Start'.
6. Chiudere un'applicazione 'bloccata'.
Se un'applicazione non lavora correttamente e non risponde quando si
tenta di chiuderla, Windows fornisce una via di uscita chiamata 'Termina
applicazione'.
Per forzare la chiusura dell'applicazione, l'utente deve utilizzare i tasti
CTRL+ALT+CANC (che vanno premuti contemporaneamente). Ciò
produrrà l'apertura di una particolare finestra di dialogo. In essa, dopo avere
selezionato l'applicazione che non funziona correttamente, bisogna premere
il pulsante 'Termina applicazione'.
Informatica generale
Se tale operazione non dovesse produrre il risultato sperato, e
l'applicazione quindi continuasse a non chiudersi, all'utente non resta che
arrestare il sistema. Potrà farlo mediante il pulsante 'Arresta il sistema',
ovvero - in ultima ipotesi - premendo due volte i tasti CTRL+ALT+CANC
o spegnendo il computer. In quest'ultimo caso, il sistema operativo, al
successivo avvio, riconoscerà il precedente arresto anomalo del computer ed
eseguirà automaticamente una verifica del sistema prima di riavviarsi.
7. Arrestare il sistema.
Prima di spegnere il computer è necessario avviare la corretta
procedura di arresto del sistema: bisogna chiudere tutte le applicazioni
aperte, cliccare sul pulsante 'Start' e scegliere 'Chiudi sessione'. Nella
finestra di dialogo che appare a video, occorre selezionare la voce 'Arresta il
sistema' e cliccare su 'OK'. A questo punto il computer dovrebbe spegnersi
da solo. Se ciò non avviene, attendere il messaggio di conferma per potere
spegnere il computer attraverso l'interruttore apposito.
INTRODUZIONE ALL'USO DI WORD
1. I programmi di videoscrittura.
Una delle ragioni fondamentali che ha indotto nel recente passato - e
che induce ancora oggi - gran parte delle persone ad avvicinarsi ad un
personal computer è quella di potere utilizzare la 'macchina' quale
strumento per l'elaborazione dei testi e per la videoscrittura. Per soddisfare
tale esigenza, le maggiori case produttrici di software applicativo hanno
sviluppato i c.d. 'word processor' (letteralmente, 'processore di testi'),
programmi dotati di funzioni di 'editing' sempre più sofisticate, che
consentono all'utente di creare, di modificare e di stampare un documento
di testo (una semplice lettera, un curriculum, un volantino, una brochure
commerciale, un libro) in modo semplice, ordinato, esteticamente piacevole
ed in alcuni casi professionale.
In tal senso, il computer ha rimpiazzato tanto la macchina da scrivere
quanto il dattilografo. Ciascuno di noi, infatti, può curare autonomamente la
produzione dei suoi documenti, sfruttando i vantaggi fondamentali offerti
dall'uso del calcolatore abbinato ad un word processor: a) la possibilità di
redigere rapidamente un testo, che potrà essere corretto e curato
graficamente anche a redazione ultimata; b) l'opportunità di archiviare il
documento, in formato elettronico, nella memoria dell'elaboratore e di
trasportarlo su supporto informatico; c) la facoltà di riutilizzare parti di testo
già scritte per la produzione di altri documenti; d) il beneficio di potere
ripetere, facilmente ed in ogni tempo, una stampa del documento su carta.
Tali funzioni fondamentali sono oggi garantite da tutti i word processor
in commercio, unitamente ad altre funzioni avanzate, così complesse da
essere sfruttate solo parzialmente dagli utenti 'comuni'.
La fascia alta del mercato è dominata da tre programmi, sviluppati da
'software houses' concorrenti: Microsoft Word per Windows, Corel
WordPerfect e Lotus Word Pro. I tre maggiori word processor operano
sostanzialmente nello stesso modo, e pertanto chi impara ad utilizzarne uno
è - in linea di massima - in grado di utilizzare gli altri. Si tratta quindi di
strumenti perfettamente alternativi, il cui uso esclusivo dipende più
dall'abitudine che da reali differenze funzionali. Per ragioni di politica
commerciale, tuttavia, il prodotto della Microsoft è riuscito a prevalere - in
Introduzione all'uso di Word
termini di diffusione - rispetto ai software concorrenti. Di qui, la nostra
scelta di occuparci proprio del programma Word per Windows, il
programma di elaborazione testi della Microsoft, ormai divenuto un
'classico' tra i programmi della c.d. 'informatica di consumo'. Il prosieguo
della trattazione sarà pertanto dedicato alla descrizione delle funzioni
fondamentali di Word. Si tratta, lo precisiamo subito, di un primissimo
approccio al tema, che intende fornire le istruzioni di partenza per l'uso
elementare del programma, e che trascurerà - volutamente e del tutto - le
mille e più 'diavolerie' rese possibili dall'uso avanzato di Word.
2. L'interfaccia utente di Word.
L'immagine sottostante riproduce l'interfaccia utente di Word, che
appare a video subito dopo l'avvio del programma.
Barra dei menu Righelli Barre degli strumenti
Barre di scorrimento del
documento
Barra di stato
Area del testo
Barra del titolo
All'interno dell'immagine, sono stati evidenziati alcuni oggetti che
caratterizzano lo schermo di Word. Partendo dall'alto, si notano:
A) La 'barra del titolo': contiene il nome dell'applicazione, nonché
quello del file su cui si sta lavorando.
Informatica generale
B) La 'barra dei menu': è costituita da un elenco di voci; cliccando
sulle singole voci con il mouse, viene aperto un menu a tendina, contenente
una serie di comandi che attivano determinate funzioni di Word. Più
specificamente: a) il menu 'File' contiene i comandi per aprire, chiudere,
salvare e stampare i documenti; b) il menu 'Modifica' contiene i comandi
per copiare e spostare una porzione di testo, nonché per annullare e
ripristinare le eventuali modifiche apportate al documento. Contiene inoltre
i comandi per cercare una parola od una frase presente nel documento, e per
sostituire entrambe automaticamente con altra parola o frase; c) il menu
'Visualizza' contiene i comandi che consentono all'utente di selezionare una
delle possibili modalità di visualizzazione del documento offerte da Word
(modalità che presentano differenti livelli di dettaglio); d) il menu 'Inserisci'
contiene i comandi per inserire nel documento le interruzioni di pagina, i
numeri di pagina, eventuali note (a piè di pagina o alla fine del documento),
immagini, ecc.; e) il menu 'Formato' contiene i comandi per 'formattare' il
documento (vedi infra); f) il menu 'Strumenti' contiene i comandi per
accedere a funzioni particolari di Word: controllo ortografico e
grammaticale, correzione automatica, sillabazione, ecc.; g) il menu 'Tabella'
contiene i comandi per l'inserimento e la gestione di tabelle all'interno del
documento; h) il menu 'Finestra' contiene i comandi per gestire
contemporaneamente, in finestre distinte, più documenti, al fine di lavorare
con ciascuno di essi; i) il menu '?' contiene i comandi per accedere alla
guida in linea di Word.
C) Le 'barre degli strumenti': sono costituite da pulsanti, contrassegnati
con un'icona, che consentono di attivare i comandi maggiormente utilizzati
in Word attraverso un semplice clic del mouse.
D) I 'righelli': si tratta di due barre (orizzontale e verticale), con le
quali si regolano i margini del documento e si impostano i rientri dei
paragrafi.
E) 'Area del testo': è la riproduzione virtuale - anche a livello grafico -
del tradizionale foglio di carta in bianco, ed è pertanto destinata a contenere
la scrittura (sotto forma di flusso di bit, piuttosto che di inchiostro!). In essa
è presente una barra verticale lampeggiante: si tratta del c.d. 'punto di
inserimento', che indica il punto in cui verrà inserito il testo quando ha
inizio la digitazione.
F) Le 'barre di scorrimento' (orizzontale e verticale): permettono di
scorrere il documento (cliccando con il mouse sulle frecce poste ai loro
estremi) in alto o in basso, a destra o a sinistra.
G) La 'barra di stato': contiene una serie di informazioni relative alla
pagina dove si trova il punto di inserimento (numero di pagina, numero di
sezione, posizione del punto di inserimento, numero di riga, ecc.).
Introduzione all'uso di Word
3. L'elaborazione dei testi.
a) Digitare ed eliminare il testo di un documento.
La digitazione dei testi avviene tramite la tastiera, e più specificamente
tramite la c.d. 'tastiera alfanumerica', cioè la parte della tastiera di un
computer comune a quella di una macchina da scrivere. La redazione di un
testo con Word impone altresì l'utilizzazione dei più comuni 'tasti di
controllo'.
Scrivere con Word
Shift
Caps lock
AltGr
Invio
Barra spaziatrice
BackSpace
Canc
Tab
In senso orario, nell'immagine sopra riportata, sono evidenziati i
seguenti tasti di controllo:
A) 'Shift': permette di ottenere le lettere maiuscole e di digitare il
carattere superiore presente nei tasti multicarattere.
B) 'Caps lock': permette di scrivere in 'tutto maiuscole' (rendendo, in
sostanza, fissa la funzione del tasto 'Shift').
C) 'Tab': consente l'inserimento di una tabulazione.
D) 'BackSpace': cancella singoli caratteri a sinistra del punto di
inserimento.
E) 'Canc': cancella singoli caratteri a destra del punto di inserimento.
Informatica generale
F) 'Invio': consente di dare inizio ad un nuovo paragrafo. Word ha il
ritorno a capo automatico a fine riga ed il testo può essere quindi digitato
senza interruzioni di riga poiché viene disposto automaticamente all'interno
dei margini. Il tasto 'Invio' va pertanto utilizzato soltanto quando si intende
spezzare una riga per iniziare un nuovo capoverso (ed anche per lasciare
righe vuote).
G) 'Alt Gr': permette la digitazione di alcuni caratteri speciali (@, #, [,
H): 'Barra spaziatrice': inserisce uno spazio tra i caratteri del
documento.
b) Selezionare il testo di un documento.
Prima di eseguire una qualsiasi operazione sul testo di un documento
(copiare, spostare, formattare, ecc.), è necessario selezionare la porzione di
testo con cui si vuole lavorare. Il testo selezionato verrà evidenziato ed
apparirà in bianco su sfondo nero.
Per selezionare rapidamente le porzioni di testo desiderate, bisogna
seguire le procedure riportate sinteticamente nella tabella sottostante
Per togliere la selezione da una testo (precedentemente selezionato),
basta cliccare in un punto qualsiasi del documento.
c) Tagliare, copiare ed incollare blocchi di testo.
Il testo selezionato può essere tagliato, copiato o incollato in una
Introduzione all'uso di Word
qualsiasi nuova posizione del documento. La copia del testo selezionato può
essere anche incollata più volte, finché non viene sostituita da una nuova
operazione di taglio o di copia.
Il modo più semplice per spostare (tagliare ed incollare) o duplicare
(copiare ed incollare) una porzione del testo di un documento (un blocco di
testo) prevede l'utilizzazione della barra degli strumenti ed impone il
rispetto del seguente procedimento:
1) Selezionare il testo che si vuole spostare o duplicare.
2) Fare clic sul pulsante 'Taglia' o 'Copia'.
3) Fare clic nella nuova posizione.
4) Fare clic sul pulsante 'Incolla'.
Informatica generale
d) Formattare un documento.
'Formattare un documento' ('eseguire la formattazione di un
documento') significa modificare l'aspetto del testo di un documento,
operando sul formato dei caratteri o sull'allineamento dei paragrafi.
Gran parte della formattazione avviene a livello di paragrafo. Per
impostazione predefinita, il testo dei documenti viene di norma allineato
rispetto al margine sinistro, lasciando irregolare ('a bandiera') il margine
destro. L'utente, tuttavia, può agire su singole porzioni di testo, al fine di
modificare l'allineamento standard. Ad esempio: a) può allineare a destra
(cioè soltanto rispetto al margine destro) la data di una lettera; b) può
imporre l'allineamento giustificato (cioè regolare rispetto ad entrambi i
margini) ai documenti che intende stampare nella forma più elegante (un
curriculum, una dispensa.); c) può stabilire l'allineamento centrato
(rispetto ai margini) per le intestazioni.
Per modificare l'allineamento dei paragrafi, il procedimento più
semplice è il seguente.
1) Selezionare almeno una riga del paragrafo di cui si vuole modificare
l'allineamento.
2) Per allineare a destra, fare clic sul pulsante 'Allinea a destra' della
barra degli strumenti.
3) Per allineare a sinistra, fare clic sul pulsante 'Allinea a sinistra' della
barra degli strumenti.
Introduzione all'uso di Word
4) Per allineare al centro, fare clic sul pulsante 'Centra' della barra
degli strumenti.
5) Per giustificare (allineamento giustificato), fare clic sul pulsante
'Giustifica' della barra degli strumenti.
L'aspetto del testo, oltre che dall'allineamento dei paragrafi, è
determinato anche dal formato dei caratteri, che si differenziano per stile
(normale, grassetto, corsivo, sottolineato), tipo (il font: una famiglia, un
insieme di caratteri - lettere, numeri, simboli, segni diacritici e
d'interpunzione - dotati delle medesime caratteristiche estetiche, ad
esempio 'Times New Roman') e dimensioni (il corpo del carattere, misurato
in punti, un'unità di misura dell'altezza del carattere derivante dalla pratica
tipografica ed equivalente a 0,036 centimetri).
Per modificare rapidamente lo stile di un carattere, si può ricorrere alla
barra degli strumenti.
1) Selezionare la porzione di testo di cui si vuole modificare lo stile.
2) Fare clic sui pulsanti 'Grassetto', 'Corsivo', 'Sottolineato' (è
possibile selezionare contemporaneamente più stili).
3) Fare clic in un punto qualunque del documento per deselezionare il
testo formattato.
Anche il tipo e le dimensioni del carattere possono essere modificati
rapidamente attraverso la barra degli strumenti, sulla base della seguente
procedura.
1) Selezionare il testo che si vuole formattare.
2) Fare clic sulla freccia della casella 'Tipo di carattere' e poi sul tipo
di carattere prescelto.
Informatica generale
3) Fare clic sulla freccia della casella 'Dimensione carattere' e poi sulla
dimensione in punti prescelta.
e) Impostare la dimensione delle pagine.
Attraverso la finestra di dialogo 'Imposta pagina', che viene richiamata
a video cliccando sulla voce omonima del menu 'File', Word consente
all'utente di specificare la dimensione delle pagine su cui sarà stampato il
documento (di norma pari a 29, 7 centimetri in altezza per 21 centimetri in
Introduzione all'uso di Word
larghezza: c.d. formato A4).
L'impostazione della pagina va effettuata attraverso il seguente
procedimento.
1) Selezionare la voce 'Imposta pagina' del menu 'File'.
2) Cliccare sulla scheda 'Dimensioni'.
3) Indicare le dimensioni dei fogli che saranno utilizzati per la stampa.
4) Indicare l'orientamento della stampa (verticale o orizzontale).
5) Nella casella 'Applica a', indicare la porzione del documento a cui si
riferisce l'impostazione di pagina.
6) Verificare nel riquadro 'Anteprima' il risultato delle selezioni
effettuate.
7) Per modificare le impostazioni standard per tutti i nuovi documenti,
fare clic sul pulsante 'Predefinito'.
8) Per finire, fare clic sul pulsante 'OK'.
f) Anteprima e stampa di un documento.
Ultimata la redazione di un documento, l'utente ha normalmente
Informatica generale
l'esigenza di stamparlo su supporto cartaceo. Prima di realizzare la stampa
definitiva del documento, è consigliabile attivare la funzione 'Anteprima di
stampa', per vedere esattamente come verrà stampato il documento su cui si
è lavorato. Tale funzione è resa possibile da una particolare caratteristica di
Word, comune a tutti i moderni sistemi di videoscrittura. Tale caratteristica
è detta WYSIWYG, acronimo di 'What You See Is What You Get', il che
significa che tutto ciò che appare sullo schermo corrisponde esattamente a
ciò che si otterrà come risultato finale della stampa. Per vedere l'anteprima
del documento, è sufficiente cliccare il pulsante 'Anteprima di stampa',
presente nella barra degli strumenti.
Apprezzata l'anteprima del documento, l'utente passerà alla fase di
stampa. Per stampare velocemente l'intero documento attivo (quello su cui
si sta lavorando) senza modificare le opzioni standard di stampa, basta
premere il pulsante 'Stampa' della barra degli strumenti. Per modificare le
opzioni di stampa, l'utente dovrà invece seguire la seguente procedura.
1) Selezionare la voce 'Stampa' del menu 'File'. Si aprirà a video la
finestra di dialogo 'Stampa'
2) Controllare che nella casella 'Nome' del riquadro 'Stampante'
compaia il nome della stampante attiva.
3) Selezionare un'opzione nel riquadro 'Pagine da stampare': 'Tutte',
per stampare tutto il documento; 'Pagina corrente', per stampare la pagina
Introduzione all'uso di Word
in cui si trova il punto di inserimento; 'Selezione', per stampare un blocco
di testo già selezionato; 'Pagine', per stampare solo le pagine indicate
specificamente nella casella di controllo.
4) Indicare, nel riquadro 'Copie', il numero delle copie del documento
che devono essere stampate, specificando se le diverse copie devono essere
fascicolate.
5) Fare clic sul pulsante 'OK'.
g) Salvare un documento.
Per salvare un documento - cioè per memorizzarlo su disco - Word
mette a disposizione dell'utente due diversi comandi, 'Salva' e 'Salva con
nome'.
Il comando 'Salva' - attivato mediante il pulsante 'Salva' della barra
degli strumenti - viene di norma utilizzato allorquando l'utente deve salvare
le modifiche apportate ad un documento già salvato in una precedente
sessione di lavoro ed intende mantenere il nome già attribuito al file.
Viceversa, si ricorre al comando 'Salva con nome' - presente all'interno del
menu 'File' - tutte le volte in cui l'utente deve salvare il documento per la
prima volta ovvero vuole memorizzarlo con un diverso nome o in un
formato (tipo file) diverso da quello prodotto normalmente da Word (ciò, ad
esempio, al fine di consentirne l'utilizzazione ottimale mediante un altro
software di videoscrittura).
Per riprendere il proprio lavoro su un documento salvato, nonché per
apportarvi modifiche o per eseguire nuove stampe, il documento già
memorizzato su disco dovrà essere riaperto. A tal fine, l'utente di Word
cliccherà il pulsante 'Apri' presente nella barra degli strumenti, localizzerà
il documento di proprio interesse tra i file contenuti nel proprio disco e
provvederà quindi a richiamare a video il documento mediante il pulsante
'Apri' della finestra di dialogo.
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