![]() | ![]() |
|
|
TESI: Il nucleare non solo come mezzo di distruzione di massa ma anche come
strumento diagnostico, terapeutico ed industriale
La questione del nucleare e soprattutto il problema della produzione di energia nucleare è uno dei tanti dilemmi che affligge l'umanità da molti anni.
E' indispensabile per il pianeta Terra trovare al più presto un'energia alternativa rinnovabile prima che le risorse naturali si esauriscano.
L'inizio dello sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione di energia risale agli anni 50 del XX secolo.
Di decennio in decennio si è andata affermando come una promettente forma di energia alternativa alle fonti energetiche non rinnovabili, soprattutto grazie alla sua convenienza economica. Poi in seguito a storici incidenti come quello di Cernobyl, la crescita dei reattori nucleari ha subito un rallentamento.
Oggi solo il 17% di energia elettrica è di origine nucleare, una percentuale bassissima se si tiene conto che l'altro 83% viene fornito da fonti energetiche non rinnovabili.
Molti paesi non hanno aderito alla produzione di energia nucleare; in Italia per esempio, non si produce energia nucleare dal 1987; data del referendum popolare che ha bocciato questa alternativa.
Produzione di energia nucleare nel mondo
Energia nucleare: produzione
STATO |
PRODUZIONE |
ANNO |
Belgio |
|
2002 |
Bulgaria |
|
|
Canada |
|
|
Corea del Sud |
|
|
Finlandia |
|
|
Francia |
|
|
Germania |
|
|
Giappone |
|
|
Lituania |
|
|
Regno Unito |
|
|
Repubblica Ceca |
|
|
Repubblica Slovacca |
|
|
Russia |
|
|
Slovenia |
|
|
Spagna |
|
|
Svezia |
|
|
Svizzera |
|
|
Ucraina |
|
|
Ungheria |
|
|
USA |
|
|
Fonte:
I pro e i contro sono alla base della questione del nucleare.
PRO:
Ma a tanti vantaggi corrispondono altrettanti svantaggi.
SVANTAGGI:
Tutta questa radioattività impone una serie di rigorosissime misure di controllo e
protezione nelle diverse fasi di produzione.
Inoltre bisogna tener conto, anche se i sistemi di sicurezza e controllo sono sempre più affidabili, che c'è sempre il rischio di gravi incidenti come quello di Cernobyl.
Una delle questioni più delicate riguardanti la produzione di energia nucleare è quella poi dell'immagazzinamento a lungo termine delle scorie. Per scorie radioattive si intende tutto il complesso dei materiali entrati in qualche misura nel processo di produzione dell'energia nucleare, già radioattivi in origine o contaminati successivamente. Questi materiali rimangono radioattivi per tempi lunghissimi, dell'ordine di milioni di anni, il che impone che vengano stipati in siti geologicamente stabili, e protetti da strutture capaci di schermare tutti i tipi di radiazione. La quantità di scorie prodotte non è eccessiva. Le attuali tecniche di smaltimento delle scorie prevedono un primo trattamento chimico o meccanico di riduzione del volume e un successivo stoccaggio in contenitori di acciaio inox, all'interno di cavità sotterranee. I ricercatori stanno vagliando altre possibilità, quali l'eliminazione delle scorie mediante invio nello spazio. I siti geologici più adatti ad accogliere materiali radioattivi potrebbero essere formazioni granitiche molto compatte o formazioni argillose a permeabilità molto bassa. I ricercatori stanno vagliando altre possibilità, quali l'eliminazione delle scorie mediante invio nello spazio (su un'orbita solare) o il riciclo del materiale radioattivo più pericoloso, mediante irraggiamento con neutroni e produzione di materiale fissile riutilizzabile
Con energia nucleare si intendono tutti quei fenomeni in cui si ha la produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici. L'energia nucleare è data dalla fissione o dalla fusione del nucleo di un atomo. La prima persona che intuì la possibilità di ricavare energia dal nucleo dell'atomo fu lo scienziato Albert Einstein, che dimostrò attraverso questa legge fisica E = m . C2 che la materia può trasformarsi in energia Da essa si ricava che la quantità di energia prodotta (E) è uguale alla massa di materia trasformata (m) moltiplicata per una costante (C2 ) che corrisponde al quadrato della velocità della luce (300.000 km/s)2. Con un calcolo puramente aritmetico si può constatare come, anche con un valore di massa (m) molto piccolo, moltiplicato però per un numero molto grande (C2), si può ricavare una quantità di energia elevatissima Per ricavare energia dal nucleo dell'atomo esistono due procedimenti opposti: fissione e fusione.
FISSIONE:
Nelle reazioni di fissione, il
nucleo di un atomo con alto numero atomico(pesanti) come, ad esempio l'uranio, si scinde producendo nuclei con numero atomico
minore, sviluppando grandi quantità di energia. Uno degli elementi fissili più comuni è l'Uranio 235, il cui nucleo
contiene 235 particelle tra protoni e neutroni. Nei
campioni di Uranio naturale la percentuale di nuclei di Uranio 235, è molto
bassa e la probabilità che si sviluppi spontaneamente una reazione di fissione
è ridottissima. Può
accadere che l'urto di un neutrone provochi la fissione di un nucleo di uranio. La reazione sviluppa
energia e provoca l'emissione di 2 o 3 neutroni liberi. Tali neutroni si
disperdono e non instaurano alcune reazioni a catena. L'Uranio usato nei reattori nucleari viene appositamente arricchito di
Uranio 235. I neutroni emessi in ogni reazione di fissione hanno quindi
probabilità maggiore di colpire un altro nucleo di Uranio 235 provocandone le
fissione. La reazione a catena si sostiene quando
ogni fissione ne innesca almeno un'altra. In un reattore la velocità della reazione è controllata e l'energia
sprigionata viene convertita in energia elettrica. Se in media ogni fissione ne provoca più di una, si innesca una reazione
a catena incontrollata; come conseguenza si sviluppa un'enorme quantità di
energia in tempi brevissimi dando luogo a un'esplosione.
FUSIONE:
Nelle reazioni di fusione, atomi
con nuclei con basso numero atomico, come l'idrogeno, si fondono dando origine a nuclei più pesanti e rilasciando una
notevole quantità di energia.
In natura le reazioni di fusione le troviamo per esempio nel Sole e nelle
stelle. L'energia irradiata dal Sole è sprigionata dalle
reazioni di fusione tra nuclei di idrogeno che avvengono all'interno del suo
nucleo. Finora,
malgrado decenni di sforzi da parte dei ricercatori di tutto il mondo, non è
ancora stato possibile realizzare, in modo stabile, reazioni di fusione
controllata sul nostro pianeta, anche se è in sviluppo il progetto ITER,
un progetto che darà vita alla prima centrale nucleare a fusione del mondo.
Una centrale nucleare brucia Uranio e
produce energia Elettrica, ma a differenza di una normale centrale
termoelettrica, che brucia carbone, petrolio o gas, non sfrutta reazioni
chimiche, ma reazioni di fissione, circa un milione di volte più energetiche
a parità di massa di combustibile. CENTRALI NUCLEARI A FISSIONE: Sono centrali che utilizzano uno o più reattori nucleari a fissione. Sono le uniche centrali in cui l'uomo riesce a controllare l'energia che si sviluppa all'interno di ogni singolo reattore. VANTAGGI:
SVANTAGGI: Gli svantaggi maggiori di una centrale nucleare sono il combustibile nucleare residuo, le famose scorie radioattive; quindi è necessario prevedere sia delle aree di stoccaggio in cui gli isotopi più radioattivi abbiano il tempo di decadere, sia dei siti di immagazzinamento definitivo in cui riporre il restante materiale radioattivo a lunga vita (almeno per alcuni secoli). Un altro problema che accomuna questo tipo di centrali con quelle termoelettriche è l'elevata quantità di acqua necessaria per il raffreddamento, acqua che dopo il processo viene rilasciata a temperature più elevate rispetto a quella dell'ambiente creando uno sbilanciamento termico con impatti ambientali rilevanti soprattutto sulla fauna e flora dei fiumi. Un altro problema delle centrali nucleari è dovuto al progressivo esaurimento del combustibile nucleare, con i ritmi attuali di aumento della produzione (+40% negli ultimi venti anni) si stima che l'uranio presente sia in grado di assicurare circa 50 anni di attività delle centrali nucleari. Per far fronte a questo problema sono state sviluppate inoltre delle centrali nucleari che utilizzano il torio al posto dell'uranio come combustibile nucleare. Poiché il torio è molto più comune dell'uranio potrebbe fornire combustibile per moltissimi secoli, anche se è necessario un procedimento di fertilizzazione del torio per trasformarlo in uranio fissile. Le centrali nucleari a fissione seguono oggi standard di sicurezza di livello molto elevato e normalmente condensano al loro interno un bagaglio tecnologico molto avanzato per la gestione di tutti i processi. Le centrali nucleari a fissione sono di fatto tra gli impianti più sicuri in uso odiernamente anche se storicamente si sono verificati diversi incidenti di gravità più o meno seria che hanno permesso di affinare procedure e tecniche costruttive. CENTRALI NUCLEARI A FUSIONE La centrale a fusione nucleare si basa su un principio differente: quello della fusione di due atomi leggeri, generalmente trizio e deuterio ottenendo dal processo una enorme quantità di energia. È lo stesso processo utilizzato dal Sole. Questo tipo di centrale è da anni allo studio di diversi gruppi di scienziati e tecnici, ma sembra non aver ancora dato risultati apprezzabili, in quanto pur essendo riusciti ad avviare la reazione di fusione a oggi non si è in grado di mantenerla stabile per tempi significativi. Attualmente si attende la realizzazione del progetto ITER, un impianto che vorrebbe dimostrare la possibilità di ottenere un bilancio energetico positivo (ma senza produzione di energia elettrica). Attualmente si attende la realizzazione del progetto DEMO che prevede la realizzazione di una vera e propria centrale a fusione nucleare. Le stime attuali non prevedono l'utilizzo effettivo di energia da fusione nucleare prima del VANTAGGI: |
Le centrali a fusione nucleare produrrebbero, come principale tipo di scoria, elio 4 che è un gas inerte e assolutamente non radioattivo
inoltre non userebbero sistemi a combustione e quindi non inquinerebbero l'atmosfera (di fatto non avrebbero emissioni di pericolosità rilevante).
In più dovrebbero essere in grado di ottenere grandi quantità di energia, anche superiori rispetto alle centrali a fissione odierne.
SVANTAGGI:
La fusione richiede temperature di lavoro elevatissime, tanto elevate da non poter essere contenuta in nessun materiale esistente.
La prima unità di misura introdotta per esprimere l'attività di una sostanza radioattiva fu il Curie (Ci), che misura quanto è attivo in assoluto un oggetto. In realtà il problema è complesso, ma tanto per capirci un microcurie non crea problemi, un millicurie (mCi) va trattato con rispetto, e una sorgente di un Curie può fare seriamente male.
Per quantificare la dose di radiazioni necessaria a produrre effetti visibili sulla materia, si misura l'energia assorbita per unità di massa; l'unità di misura del Sistema Internazionale di questa grandezza è il Gray (Gr), definito come l'energia di un Joule assorbito da 1 Kg di massa: 1Gr = 1 J/Kg.
Nel caso specifico della dose di radiazione
necessaria per produrre effetti biologici significativi si usa invece il
Sievert (Sv), dato dalla dose in Gray moltiplicata per un opportuno fattore di
qualità. Un
millisievert in tempi brevi è una cosa che è meglio evitare, ma che non crea
minimamente problemi .
Un millisievert all'anno è la dose che un milanese assorbe per il fondo
di radioattività naturale.
Il massimo ammesso per un lavoratore esposto (Es. Uno che lavora in una
centrale) è 6 millisievert all'anno. Quattro
sievert hanno ottime probabilità di mandare al creatore la persona che li
assorbe nel giro di qualche settimana. Gli
effetti delle radiazioni prodotte, per esempio in seguito a un'esplosione
nucleare, sono disastrosi. Le radiazioni prodotte da un radioisotopo
possono danneggiare le cellule viventi e quindi gli organismi viventi. I
danni possono essere di due tipi: a carico del soggetto esposto alle
radiazioni e a carico anche dei suoi discendenti.
L'esposizione alle radiazioni può causare l'alterazione di composti organici,
proteine, enzimi, acidi nucleici; i tessuti più esposti agli effetti delle
radiazioni sono quelli a più rapido sviluppo come quelli del midollo osseo e
del feto. Per quello che riguarda gli effetti generatrici, cioè a carico dei Fig.3 discendenti, le
radiazioni possono alterare i cromosomi, per cui le cellule figlie non sono più
uguali alle cellule madri: i figli delle persone molto esposte alle radiazioni
possono nascere handicappati.
Fig.3 "Vittime delle radiazioni"
Le bombe nucleari rilasciano radiazioni penetranti che possono causare seri danni a breve e lungo termine alle persone sopravvissute alla fase esplosiva. La foto si riferisce agli effetti della bomba atomica di Nagasaki, sganciata il 9 agosto 1945.
26 Aprile 1986
Chernobyl era ( l'hanno chiusa recentemente)
una centrale nucleare che generava
4000Mw elettrici. Fu
costruita nell' '83. Il 26 Aprile del 1986 si stava facendo una prova tecnica,
per vedere il comportamento di un sistema di sicurezza in condizioni critiche.
Si erano quindi esclusi per vari motivi i sistemi sia di spegnimento automatico
che di raffreddamento di emergenza del nocciolo (la parte centrale del reattore
nucleare), e si era portato il reattore a funzionare a una potenza molto
inferiore di quella di targa, condizione in cui il nocciolo diventa instabile. Nel
caso specifico, instabile vuol dire che, in caso di una fluttuazione di potenza,
la reazione a catena tende a salire in modo incontrollato.
In Europa occidentale e in America è vietatissimo produrre reattori che abbiano
una zona di funzionamento di questo tipo. Quel giorno
il reattore è arrivato, nel giro di 20 secondi, a 100 volte la sua potenza
nominale.
La temperatura all'interno si è quindi alzata notevolmente l'acqua di raffreddamento
ha iniziato a bollire e ha alzato la pressione interna. L'esplosione è stata
violentissima. Si è creata una colonna
di fumo che ha trasportato in aria tonnellate di frammenti radioattivi. Il 15%
è ricaduto sulla centrale, il 50% nella "Zona rossa" intorno alla
centrale stessa, e il resto è stato trasportato dalle correnti.
Il grosso della nube radioattiva è passato sul nord Europa, ed è poi sceso
sull'Europa centrale e meridionale.
Gli effetti disastrosi
prodotti dalle radiazioni sull'uomo sono ancora registrabili a distanza
ormai di 20 anni.
Altri
incidenti simili a quelli di Chernobyl sono quelli che si sono verificati nel
1999 a Tokaimura in Giappone e a Three Mile Island nel 1979.
Le armi nucleari
sfruttano la fissione di nuclei pesanti o la fusione di nuclei leggeri per
produrre un'esplosione. Visto che le reazioni nucleari sono molto più
energetiche di quelle chimiche, a parità di massa un ordigno di questo tipo,
con poche decine o centinaia di chilogrammi di esplosivo, libera un'energia che
può essere pari a quella liberata da diverse tonnellate di tritolo. In generale
i materiali usati come esplosivi nucleari sono Uranio fortemente arricchito o
Plutonio per le bombe a fissione, a cui vengono aggiunti Deuterio e Trizio per
quelle a fusione. L'energia di un'esplosione si ripartisce in tre modi diversi.
Per il 15% circa va in radiazioni: vengono liberati sia raggi
gamma che neutroni, che irraggiano le zone circostanti.
Il 50% circa forma un'onda d'urto che si espande a una velocità
che all'inizio è molto superiore a quella del suono. Sul suo fronte si genera
un fortissimo sbalzo di pressione, che danneggia meccanicamente cose e persone. Il restante va invece in un'onda di calore,
che si propaga più lentamente, vaporizzando i materiali più vicini
all'epicentro dell'esplosione e incendiando quelli più lontani.
Il materiale che è stato fatto reagire, dopo l'esplosione, è formato da
un gran numero di elementi, la maggior parte del quali radioattivi. Questi
(se l'esplosione è avvenuta nell'atmosfera) sono stati liberati nell'ambiente,
e si depositano a terra, in modo variabile a seconda del vento e di una serie
di fattori. Esistono
svariati tipi di armi nucleari, per impieghi diversi.
Le armi a fissione, tipo quella di Hiroshima, sono state le prime
ad essere costruite. Altre
invece sfruttano anche la fusione e possono liberare un'energia ancora maggiore
rispetto alle prime.
Questi due tipi sono generalmente considerate armi strategiche. Le testate tattiche, invece, sono
pensate per essere utilizzate in battaglia. hanno un potere esplosivo minore, ma
emettono un quantitativo di neutroni molto più alto del normale, per arrestare
in tempi brevi truppe ed equipaggi di mezzi corazzati.
Alcune di queste possono avere dimensioni molto ridotte, ed essere sparate da
un cannone di medio calibro. Una diffusione indiscriminata delle armi nucleari,
potrebbe essere, come si può facilmente immaginare, un grosso problema.
Costruire una bomba atomica non è facile, e richiede capacità industriali
notevoli per trattare il materiale fissile, che si ottiene o arricchendo uranio ad altissime
percentuali (oltre l'80%), o separando per via chimica il plutonio
da combustibile materiale utilizzato in una centrale nucleare. Un volta ottenuto il materiale, bisogna assemblare la bomba secondo determinati
criteri. Al momento le potenze nucleari dichiarate
sono otto: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, India,
Pakistan e Israele. A queste si affiancano Sudafrica,
Iran, Iraq e Corea del Nord, che si pensa abbiano un
certo numero di testate, o che sicuramente hanno intrapreso dei programmi
nucleari per fabbricarle.
Esiste una grossa branca della medicina che
si occupa dell'utilizzo di radiazioni e di sostanze radioattive per fini
diagnostici e terapeutici. Le applicazioni diagnostiche più diffuse sono
le radiografie, la Tac, la scintigrafia e la Pet.
Le applicazioni terapeutiche sono utilizzate soprattutto nella cura dei tumori:
le più note sono la radioterapia e l'adroterapia.
I metodi diagnostici che utilizzano radiazioni sono generalmente utilizzati
perché permettono di ricostruire immagini molto buone di parti interne del
corpo, senza fare praticamente danni al paziente.
Rispetto a molti altri tipi di esami (spesso abbastanza invasivi) danno
migliori risultati creando un disagio minimo.
Le terapie che utilizzano radiazioni per la cura dei tumori sono in generale
utilizzate perchè le radiazioni, potendo essere concentrate in zone abbastanza
piccole, permettono di distruggere le cellule malate con una notevole
precisione, permettendo di ridurre le masse tumorali in modo spesso efficace e
riducendo l'impatto degli interventi chirurgici.
L'impatto di queste pratiche sull'organismo è di solito molto basso.
Le radiografie comportano per un paziente una dose che, di solito, è
nell'ordine di un millisievert, altri esami comportano
dosi che vanno dai 3-4 millisievert per una Tac, ai circa 10-20 per una Pet o
per una scintigrafia. Sono
dosi che potrebbero essere considerate abbastanza alte, se confrontate con
quelle ricevute dai lavoratori in campo nucleare, ma, considerando che vengono
spesso date a persone che necessitano di una diagnosi, eventuali danni sono
ampiamente controbilanciati dai benefici. In radioterapia si danno dosi di
parecchi Sievert (o decine di sievert) ad alcune
zone del corpo.
Queste dosi, che sarebbero mortali se date a tutto il corpo, date in una piccola
zona interessata da un tumore servono ucciderne le cellule.
Mentre un tempo le radioterapie erano molto pesanti per il pazienti, visto che
difficilmente si riusciva a evitare di dare dosi elevate anche alla pelle e
agli organi intorno al tumore da distruggere, al giorno d'oggi si riesce
a sagomare la zona da distruggere molto bene, tanto che l'invasività di queste
terapie è, in pratica, molto bassa.
La probabilità di provocare tumori con l'irraggiamento, in questo caso, è di
qualche punto percentuale, ma bisogna considerare che queste terapie vengono
somministrate e persone che hanno già un tumore, che non hanno alte probabilità
di sopravvivenza senza radioterapia e che resteranno sempre sotto controllo,
una volta guariti, per diagnosticare sul nascere eventuali altri tumori.
Le radiazioni nucleari hanno un'enorme
quantità di applicazioni nella produzione industriale.
Vengono usate spesso per rendere sterili prodotti medicali e alimentari, per
uccidere eventuali parassiti dei cereali, per conservare più a lungo i cibi o
per trattare rifiuti che potrebbero essere inquinati da batteri. In moltissimi casi si usano radiazioni per
sintetizzare prodotti chimici che richiederebbero altrimenti trattamenti
lunghi, costosi ed estremamente inquinanti.
Il trattamento con radiazioni è in generale, molto più "pulito" ed
efficiente dei processi chimici che potrebbero ottenere gli stessi risultati. Contrariamente a quanto
si ritiene di solito, gli articoli trattati con radiazioni non diventano
radioattivi.
Le dosi impiegate vanno dalle poche migliaia di sievert per il trattamento dei cibi ai
25-45 mila sievert per la sterilizzazione dei prodotti medicali ai milioni di
sievert per la sintesi chimica.
Ricordando che quattro sievert bastano di solito ad uccidere un uomo si capisce
che le dosi impiegate sono enormi, rispetto a quelle impiegate normalmente per
altri usi. Il
problema sta nel fatto che, per sterilizzare, si deve essere sicuri di uccidere
tutti i microrganismi, che, essendo molto semplici, sono molto resistenti alle
radiazioni.
In media, se bastano 4 sievert per avere il 50 % di probabilità di uccidere un
uomo, ne servono circa 1000 per avere la stessa probabilità di uccidere un
batterio.
Per sterilizzare un oggetto si deve essere sicuri a meno di una probabilità su
un milione che non ci sia nessun batterio o virus attivo nel materiale.
Se si devono cambiare le caratteristiche del materiale, cosa che capita se si
vuole fare sintesi chimica con radiazioni, servono dosi enormi, che danno
reazioni che possono essere impressionanti. Con qualche centinaio di migliaia
sievert si può curvare il metallo, vulcanizzare la gomma, brunire il vetro,
smontare la struttura della plastica.
Per dare dosi così alte al materiale servono sorgenti estremamente attive.
Sorgenti enormi, se confrontate con i millicurie (o microcurie) usati per la
diagnostica e per le misure nucleari, e con le decine di curie usate in
radioterapia. Ovviamente, dovendo dare dosi grosse in tempi brevi, servono
sorgenti molto attive.
Le sorgenti sono di solito costituite da "matite" in cui si mettono
il cobalto e il cesio, sigillati in acciaio inossidabile. Installazioni di
sorgenti come queste richiedono grossi impianti, e notevoli misure di sicurezza,
visto che un uomo che resta esposto alla sorgente morirebbe in pochi secondi.
Per ovviare a questi problemi si installano spesso acceleratori di elettroni,
che danno dosi notevoli quando sono accesi, e che sono del tutto innocui quando
sono spenti.
La maggioranza degli impianti moderni si sta avviando in questa direzione, visto
che richiede meno costi per la sicurezza, e procedure burocratiche più veloci
per le autorizzazioni.
La pagina conclusiva del romanzo "La coscienza di Zeno" contiene una sconvolgente riflessione di Zeno sulla vita della Terra e sulla catastrofe apocalittica a cui sembra destinata, per l'inquinamento che la minaccia e per la follia sempre latente nell'uomo d'oggi.
<< Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo, chiuso in una stanza di questo mondo, inventerà un ordigno esplosivo incomparabilmente più potente di quelli esistenti, e un altro uomo ruberà tale esplosivo e lo porrà al centro della Terra, nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un'esplosione enorme che nessuno udrà e la Terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.>>
Da: L'ultimo capitolo de "La coscienza di Zeno"
Nel 1923 dunque Svevo prevedeva, con agghiacciante chiaroveggenza, la catastrofe atomica e la fine della vita sul nostro pianeta, resa possibile oggi, dopo la distruzione di Hiroshima e Nakasaki e gli esperimenti di Bikini, dalla folle proliferazione delle armi nucleari. Ma il motivo di fondo del romanzo non è soltanto l'intuizione della conseguente catastrofe cosmica, ma anche la coscienza acquisita, attraverso lo scavo interiore, della precarietà della condizione umana, della solitudine e dell'angoscia esistenziale conseguente alla crisi dei valori della civiltà romantica e positivistica. Questa coscienza dà il titolo al romanzo e a mano a mano che si chiarisce, spinge Zeno ad assumere di fronte alla realtà un atteggiamento divertito ed ironico, proprio di chi l'accetta nella sua verità e inesorabilità, senza nutrire più nessuna illusione di salvezza.
https://www.peacelink.it/webgate/ecologia/msg00301.html
Enciclopedia multimediale "Microsoft Encarta 2006"
C.Rubbia, "Il dilemma nucleare",1987
M.Rippa, "Fondamenti di chimica",2000
Cristoforo Attalienti "Nuovo sprint finale"- L'italiano per l'ultimo anno
Privacy |
Articolo informazione
Commentare questo articolo:Non sei registratoDevi essere registrato per commentare ISCRIVITI |
Copiare il codice nella pagina web del tuo sito. |
Copyright InfTub.com 2025