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(ant. o lett. sòno), sm. [sec. XIII; latino sonus].
Perturbazione di tipo ondulatorio che si propaga in un mezzo elastico e che genera una sensazione uditiva e, insieme, la corrispondente percezione da parte di un essere vivente.
Le onde sonore sono onde elastiche e hanno bisogno di un mezzo di propagazione
1° Esperimento
Materiale:
Macchina del vuoto
Un cellulare per produrre il suono
Scopo:
Vedere la necessità del mezzo di propagazione senza il quale l'onda sonora non si propaga.
Elaborazione:
Se mettiamo il cellulare, che squilla, all'interno della macchina del vuoto e togliamo l'aria non si sente più il suono perché non vi è più il mezzo di propagazione. Rimettendo l'aria si sente nuovamente l'onda sonora emessa dal cellulare attraverso l'aria.
Macchina del vuoto
2° Esperimento
Materiale:
Sirena di Savart (medico
e fisico francese, Mézières 1791-Parigi 1841. Costruì un sonometro e un
polariscopio, ma è ricordato soprattutto per il dispositivo che porta il suo
nome (ruota o sirena di Savart) per determinare la frequenza dei
suoni.)
Scopo:
Vedere la diversa frequenza dei suoni.
Elaborazione:
Toccando con una carta di credito o una scheda simile i denti della sirena, dai più radi fino ai più fitti, il suono cambia. Inoltre possiamo anche verificare che i suoni ottenuti appartengono al pentagramma musicale e sono: DO, MI, SOL, DO.
3°ESPErimento
Materiale:
Ruota di Seebeck (Fisico
tedesco, Reval 1770-Berlino 1831. Svolse ricerche notevoli in vari campi della
fisica e, sotto l'influsso della filosofia della natura, cercò di trovare una
connessione tra il calore e l'elettricità; giunse così a scoprire, nel 1821,
l'effetto termoelettrico noto sotto il suo nome)
Soffietto
Scopo:
Vedere la necessità del mezzo di propagazione senza il quale l'onda sonora non si propaga.
Elaborazione:
Come per il precedente esperimento anche in questo caso variando il numero dei fori si ottengono suoni diversi. Più precisamente utilizzando un soffietto si fa passare l'aria attraverso i vari fori mentre gira la ruota.
Ruota di Seebeck
4° Esperimento
Materiale:
Fischietto di Galton (statistico,
psicologo e naturalista inglese, presso Sparkbrook, Birmingham, Warwickshire,
1822-Haslemere 1911. Di interessi vastissimi, fu
esploratore in Africa, condusse ricerche di meteorologia, si occupò di
antropologia subendo l'influsso del cugino, Ch. Darwin, ma soprattutto fornì
importanti contributi in statistica e in psicologia.
Scopo:
Vedere la necessità del mezzo di propagazione senza il quale l'onda sonora non si propaga.
Elaborazione:
Nel fischietto di
Galton un getto d'aria di portata regolabile mediante la ghiera effluisce
dal foro a cui è affacciato un tubo aperto di lunghezza l regolabile
mediante lo stantuffo. Si origina un fischio la cui frequenza è ca. , in cui c è
la velocità del suono nell'aria. Infatti, il tubo aperto è un risonatore la cui
frequenza principale di risonanza corrisponde a una lunghezza d'onda pari a 4l.
In questo esperimento abbiamo notato che all'aumentare della distanza tra il
tubino e il fischietto aumenta il suono. Inoltre abbiamo aumentato la distanza
nella massima misura possibile e abbiamo raggiunto gli ultrasuoni.
Un esempio del meccanismo del fischietto è l'aria che espirata dai polmoni, fuoriesce attraverso il sottile orifizio formato dalle labbra, il quale è preceduto dal risonatore costituito da una cavità che si viene a creare fra i denti e le labbra. È stato infatti constatato che il volume di tali cavità è circa inversamente proporzionale alla frequenza del fischio, in accordo con i principi dei risonatori acustici a cavità
5° Esperimento
Materiale:
Diapason [sm. inv. (sec. XVI; dal
greco diapason (chordon), attraverso tutte (le corde).
Lo strumento (anche corista) usato dagli accordatori per produrre tale nota: campione di frequenza acustica costituito da una sbarra di acciaio a forma di forchetta o di lunga U, i cui bracci (o rebbi), se posti in vibrazione, emettono un suono puro, con ampiezza lentamente decrescente con legge armonica smorzata. Si è provveduto a rendere persistente il fenomeno oscillatorio nei diapason elettromagnetici, dove l'oscillazione dei rebbi (R , R ) è mantenuta ad ampiezza costante mediante due elettromagneti (M , M ) alimentati da un oscillatore.
Scopo:
Vedere la necessità del mezzo di propagazione senza il quale l'onda sonora non si propaga.
Elaborazione:
Quando si colpisce con un martelletto il diapason, le vibrazioni tra i due rebbi producono il suono che è il "LA", il quale serve per accordare gli strumenti.
Abbiamo ottenuto che i due diapason l'uno accanto all'altro hanno la stessa frequenza. Il mezzo di propagazione è l'aria circostante.
Colpendo l'1 la vibrazione passa al 2 con la stessa frequenza.
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