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DIFTERITE

cultura medica



DIFTERITE


AGENTE CAUSALE: colyne bacterium diphterie (bacillo difterico-tossina). I batteri si raggruppano in colonie simili a lettere cinesi. FONTE D'INFEZIONE: uomo malato - portatore sano e convalescente. PERIODO D 626i83g 'INCUBAZIONE: da 2 a 7 giorni. MODALITA' DI TRASMISSIONE: aerea, tosse e secrezioni, oggetti e alimenti contaminati. MANIFESTAZIONE ED EVOLUZIONE: i bacilli difterici solitamente rimangono localizzati nel punto di penetrazione (naso, faringe, tonsille) senza invadere il torrente circolatorio o gli organi vicini. È la tossina che producono che diffonde per via ematica in tutto l'organismo provocando lesioni. Ci sono diversi sintomi in base al punto di localizzazione. 1) forma faringeo angina difterica: febbre, debolezza, tachicardia, faringe arrossata, secrezioni tonsillari. 2) forma faringea o laringe difterica: infiammazione e restringimento delle vie aeree superiori, difficoltà respiratoria, insufficienza cardiocircolatoria, morte. 3) forma nasale o rinite difterica: tipico dei neonati. La muscolatura nasale infiammata va incontro a necrosi ed è sostituita da tessuti più spessi o cicatriziali. 4) paralisi post difterite: si presentano quando è presente lesione dei nervi cranici o spinali. PREVENZIONE: denuncia, accertamento diagnostico, isolamento ospedaliero (dopo la guarigione clinica 3 esami di laboratorio sul secreto rinofaringeo devono risultare negativi), 4 chemioterapici e 5 siero profilassi. Disinfezione continua e finale; sorveglianza sanitaria (7 giorni per i conviventi). VACCINOPROFILASSI: anatossina difterica associata all'anatossina tetanica (DT). TERAPIA: i corinnobatteri sono sensibili agli antibiotici ma questo non garantisce la guarigione perché è la tossina difterica la vera e propria causa selle lesioni. E' necessario perciò impedire che la tossina si leghi alle cellule e questo è possibile con la somministrazione di sieri con anticorpi preformati. 1) A si lega alla membrana e permette l'ingresso A nella cellula. 2) A blocca la sintesi proteica e determina la morte cellulare.







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