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VENE
Le vene o VASI SERBATOIO si chiamano così perché servono come sistema di raccolta del sangue. Il sistema venoso prende origine dai capillari con le vene, continua con vene di calibro sempre maggiore, e termina con le VENE CAVE che sboccano nell'atrio destro. Questo per quanto riguarda il grande circolo.
Nel sistema polmonare le vene che si originano nei capillari, confluiscono in vasi sempre più grandi fino alla formazione delle VENE POLMONARI che sboccano nell'atrio sinistro.
Le vene si differenziano dalle arterie per lo spessore delle loro pareti che sono molto più sottili. Istologicamente sono costituite da:
una TONACA AVVENTIZIA formata da fasci di fibre collagene ed elastiche, tra le quali si trovano fasci di fibra muscolare a decorso longitudinale
una TONACA MEDIA formata d a fasci di fibre collagene ed elastiche, tra le quali si possono trovare fascetti muscolari orientati circolarmente
una TONACA INTIMA costituita da uno strato endoteliale e da uno strato sottoendoteliale che prende contatto con i tessuti
Grazie a questa struttura, e malgrado la scarsa presenza di fibre elastiche, le vene possono accogliere grandi quantità di sangue. Grazie al loro diametro e grazie al fatto che di norma sono parzialmente collassate, piccolissime variazioni di pressione comportano grandi variazioni del contenuto di sangue nelle vene, diversamente da quanto succede nelle arterie. Per permettere il normale defluire del sangue, ha notevolissima importanza funzionale la presenza di VALVOLE A NIDO DI RONDINE che interrompono la colonna liquida, impedendo che si stabilisca una elevata pressione all'interno dei vasi.
30 ottobre
PRESSIONE ARTERIOSA
Si indica come pressione sanguigna arteriosa la spinta che il sangue in circolo integro esercita sulle pareti delle arterie. Tale pressione è fondamentale per lo studio della funzione cardio-circolatoria. Per la misurazione si possono usare dei metodi diretti o cruenti, e dei metodi indiretti.
Il primo esperimento di misurazione della pressione fu effettuato su di una cavalla dal reverendo HEles che dopo aver occluso una arteria con una legatura temporanea, vi inserì un tubo verticale di bronzo connesso ad un tubo di vetro lungo circa tre metri, osservò che allentando la legatura dell'arteria il sangue entrava con violenza e saliva nel tubo fino ad una altezza di circa due metri per poi stabilizzarsi. Nel tubo cmq si osservavano delle piccole escursioni del livello del sangue che corrispondevano alle pulsazioni e alte più ampie in corrispondenza dei movimenti respiratori. Fu inventato così il primo manometro a sangue.
Poiseuille inventò il primo manometro effettivamente valido. Un manometro a mercurio, infatti osservò che per l'elevata densità del Hg (1mmHg=13mmH2O), l'altezza del liquido nel manometro poteva essere molto più limitata.
Egli usò un tubo a U collegato mediante un tubo di gomma che si continuava con una cannula di vetro, collegata a d una arteria recisa. Finché l'arteria era occlusa da una legatura si osservava che il livello del mercurio nelle due branche del tubo era uguale, si notava però alla apertura della arteria che il sangue penetrando con forza prima nella cannula e poi nel tubo a U, spostava la colonna di Hg producendo un dislivello tra le due branche. Tale dislivello, se il tubo a U veniva adagiato su di un supporto millimetrato indicava direttamente il valore della pressione sanguigna arteriosa.
Una modificazione di questo apparato fu apportata da Lubuin che inserì una penna collegata ad un galleggiante nel tubo libero del manometro, la penna a sua volta veniva collegata a un cilindro di carata affumicato e su di esso veniva registrato graficamente un tracciato.
Con un sistema di questo tipo si poteva così registrare un tracciato della persona. In esso si distinguevano tre tipi di onde:
le oscillazioni di PRIMO ORDINE più piccole e più brevi, prodotte dall'alternanza di sistole e diastole catodica
le oscillazioni di SECINDO ORDINE anche esse ritmiche ma più ampie e meno frequenti corrispondenti al ciclo respiratorio
oscillazioni di TERZO ORDINE molto ampie e senza un ritmo proprio dovute a variazioni cicliche delle resistenze periferiche, ma legate anche alla spremitura della milza, nel momento in cui viene immessa una certa quantità di sangue in circolo
Attualmente si possono ottenere registrazioni accurate e continue della pressione con metodi incruenti, per le quali si usano manometri elettronici in cui le variazioni di pressione fanno muovere un diaframma che trasforma le variazioni presso rie in segnali elettrici.
LO SFIGMOMANOMETRO
Il più noto apparecchio per la misurazione della pressione si chiama APPARECCHIO DI RIVA-ROCCI o SFIGMOMETRO, costituito di un manicotto di gomma rivestito di tessuto che si avvolge e contiene una camera d'aria a doppia parte collegata a due tubicini, uno di questi tubi è collegato direttamente al manometro, l'altro è collegato a una pompetta munita di una valvola. La polpetta serve per insufflare l'aria all'interno del manicotto. Il manometro indica la pressione dell'aria all'interno del manicotto.
L'apparecchio è correlato da un FONENDOSCOPIO (NO STETOSCOPIO!!!), cioè l'apparecchio di AUSCULTAZIONE del torace.
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