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" Prevenzione e cura delle piaghe da decubito in terapia intensiva"
PREMESSA
L' ulcera da pressione è una lesione cutanea ad evoluzione necrotica che
interessa la cute, il derma e gli strati sottocutanei fino a raggiungere i
muscoli, quindi tutti gli strati che sono tra la superficie di appoggio e
l'osso sottostante ed è il risultato della continua e costante compressione
locale che interferisce con l'apporto ematico dei tessuti e provoca ischemia e
necrosi.
Per meglio comprendere come ciò avvenga, va detto che la pressione sanguigna
nel distretto microvascolare è di 30-35 mm 252d37c Hg all'estremità arteriolare mentre
discende a 14-16 mmHg all'estremità venosa con una pressione capillare media di
circa 20 mmHg. Quando la pressione nel punto di appoggio supera i 35 mmHg si ha
arresto della circolazione ed ischemia tissutale. E' stato dimostrato che per
una persona sdraiata su un comune materasso la pressione media a livello delle
varie zone di appoggio e soprattutto in corrispondenza delle prominenze ossee
(sacro, trocantere, talloni) varia tra i 21 e i 71 mmHg. In condizioni normali
il limite della tolleranza alla compressione viene raramente oltrepassato
perchè il fastidio provocato dall'ischemia sollecita il soggetto al cambiamento
di posizione. E' altresì dimostrato che risulta essere più dannosa una
pressione lieve esercitata per lungo tempo che una pressione forte per brevi
periodi di tempo. Oltre che per la pressione, le piaghe da decubito possono
formarsi anche per effetto di forze di stiramento che facendo scorrere i piani
molli rispetto alle superficie scheletriche, strozzano, in un certo senso, le
arterie perforanti che nutrono la pelle.
La comprensione delle modalità di insorgenza, la precoce prevenzione, la
conoscenza del tipo di trattamento da porre in atto, riducono i rischi e
limitano l' incidenza delle piaghe contribuendo in modo determinante alla cura,
alla riabilitazione ed al recupero totale della persona.
PROBLEMATICHE
ASSISTENZIALI
Le problematiche cliniche inerenti all'ulcera da pressione riguardano
sostanzialmente tre aspetti: l' individuazione dei pazienti a rischio,
l'attenta sorveglianza delle aree a rischio e l'esatta identificazione dello
stadio evolutivo della lesione ulcerativa.
Pazienti a rischio |
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Per una corretta identificazione e valutazione del paziente a rischio, al momento del ricovero, esistono alcune scale o indici che consentono di valutare il rischio di decubito. Noi nel nostro reparto abbiamo adottato la scala a punteggio di Norton, modificandola secondo le caratteristiche dei nostri pazienti.
SCALA A PUNTEGGIO DI NORTON (modificata UTIR - Osp. B.L.F. - Palermo) |
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INDICATORI |
VARIABILI |
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CONDIZIONI GENERALI |
BUONE |
DISCRETE |
SCADENTI |
GRAVI |
STATO MENTALE |
LUCIDO |
APATICO |
COMA APALLICO |
COMA |
MOBILITA' |
AUTONOMA |
POCO LIMITATA |
MOLTO LIMITATA |
IMMOBILITA' |
INCONTINENZA FECALE |
ASSENTE |
OCCASIONALE |
CONTROLLATA DA FARMACI |
CONTINUA |
punteggio indicatore |
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Punteggio finale |
RISCHIO ASSENTE: da 16 a 15 |
RISCHIO LIEVE: da 14 a 12 |
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RISCHIO ELEVATO: uguale o inferiore a 11 |
PREVENZIONE
L'insieme delle norme preventive, fondamentali e necessarie più della terapia
stessa, vanno adottate dal momento del ricovero anche per i soggetti che
presentano un rischio assente. Molto importante è il monitoraggio di tutte le
manovre eseguite.
PIANO DI ASSISTENZA per il paziente a rischio di piaghe da decubito. |
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OBIETTIVI degli INTERVENTI |
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Valutazione del rischio: |
Al
momento del ricovero utilizzare la scala di valutazione per l'individuazione
del rischio "scala di Norton". |
Controllo dello stato della cute: |
Ispezionare giornalmente ed in modo accurato la cute del paziente per verificarne l'integrità. |
Riduzione della pressione a livello delle superfici di appoggio: |
Sistematico cambio di posizione almeno ogni 4 ore (vedi tabella posizionamento). |
Prevenzione delle forze di stiramento: |
Evitare, durante la posizione semiseduta, lo scivolamento verso il basso. |
Prevenzione dell'attrito: |
Curare
la pulizia e il rifacimento del letto facendo attenzione ai: |
Prevenzione della macerazione cutanea: |
-
Pulizia accurata del paziente dopo ogni : evacuazione o secondo necessità, |
Un'efficace procedura per la prevenzione delle lesioni da decubito è sicuramente offerta dall'applicazione del piano di posizionamento sotto indicato:
Piano di posizionamento per
pazienti non piagati: |
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ore |
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posizione |
lato destro |
supina |
lato sinistro |
lato destro |
supina |
lato sinistro |
Nel caso il paziente si presenti alla nostra osservazione con delle lesioni già formate è imperativo evitare le posizioni che favoriscono l'aggravarsi delle lesioni stesse, mentre vanno perseguite quelle posizioni che danno ai tessuti danneggiati la possibilità di volgere a guarigione.
Posizioni da evitare assolutamente se una lesione è già presente: |
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sede lesione |
posizioni consigliate |
posizioni da evitare |
sacro |
laterale dx-sn |
seduta |
ischio |
laterale dx-sn |
seduta |
trocantere dx |
supina-laterale sn |
laterale dx |
trocantere sn |
supina-laterale dx |
laterale sn |
tallone |
laterale dx-sn |
supina |
La tabella che segue esemplifica le zone corporee maggiormente esposte a pressione prolungata in relazione alla posizione del paziente.
SEDI ANATOMICHE ED INCIDENZA |
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POSIZIONE SUPINA: regione del sacro, apofisi spinose vertebrali, spina della scapola, nuca, talloni. |
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POSIZIONE PRONA: zigomo, regione temporale, padiglione auricolare, arcate costali, (zone antero-laterali del torace), spina iliaca antero-superiore, ginocchia. |
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POSIZIONE LATERALE: regione del trocantere, cresta iliaca, malleoli, bordo esterno del piede, ginocchio, spalla, regione del scapola, gomito, padiglione auricolare, zigomo. |
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POSIZIONE SEDUTA: gomito, regione del coccige, regione ischiatica, aree compresse dai bordi della sedia, da ciambelle, cuscini, padelle, angoli di sporgenza costale nei cifoscoliotici. |
E' importante che gli infermieri sappiano individuare e quindi adeguatamente prevenire e correggere quei meccanismi patogenetici che ostacolano la guarigione di una lesione da decubito e che in realtà rappresentano le fasi evolutive della lesione stessa.
EVOLUZIONE DELLA LESIONE Il normale processo di guarigione dell'ulcera può essere ritardato da cinque fattori:
IPOSSIA
TISSUTALE
L'ipossia produce grandi quantità di radicali liberi dell'Ossigeno, che danno
il via a processi infiammatori. Inoltre, i radicali liberi, producendo istamina
e prostaglandine, danno vasodilatazione, eritema, edema ed emorraggie.
LESIONE LOCALE
Le alterazioni indotte dalla compressione iniziano apparentemente dalla
superficie cutanea per poi estendersi in profondità. Per le lesioni di 1° e 2°
grado, in condizioni normali contemporaneamente ai processi degenerativi, si
attivano processi di riparazione e detersione (granulazione).
NECROSI TISSUTALE
Nelle lesioni di 3° e 4° grado esistono processi infiammatori fortissimi con
scarsa capacità riparativa. Tutto ciò in definitiva porta ad ulcerazione,
escara e necrosi.
INFEZIONE LOCALE DELLA LESIONE
La presenza di escara e necrosi conduce facilmente all'insorgenza di infezioni
della lesione.
COMPROMISSIONE DELLE CONDIZIONI
GENERALI DEL PAZIENTE
Tanto più sono compromesse le condizioni generali del paziente, tanto minore è
la percentuale di guarigione delle lesioni.
CLASSIFICAZIONE IN STADI E PIANO DI ASSISTENZA |
- nel caso di
fallimento della prevenzione con conseguente comparsa di piaghe da decubito -
Sia se presente al momento del ricovero che nel caso di insorgenza successiva,
la lesione cutanea va classificata in relazione allo suo stadio evolutivo.
La classificazionein stadi più usata e quella di Shea, sotto descritta.
STADIO I |
TRATTAMENTO |
Iperemia
attiva (scompare alla digitopressione) e/o abrasione a livello epidermico. |
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Non posizionare il paziente sulla lesione (vedi tab.) |
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STADIO II |
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TRATTAMENTO |
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STADIO III Necrosi tessutale e/o escara a livello epidermico e del derma. Possono essere presenti delle infezioni locali, in quanto i focolai spesso si infiltrano negli spazi intermuscolari. |
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TRATTAMENTO |
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STADIO IV |
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TRATTAMENTO |
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CONSIDERAZIONI
La disinfezione delle piaghe da decubito rappresenta il momento più importante
della terapia: solo quando sarà ben detersa e libera da pus e da tessuto
necrotico, la lesione arresterà la sua espansione ed inizierà la formazione di
tessuto di granulazione. L'infezione batterica ritarda notevolmente la
guarigione della lesione ma la suscettibilità all'infezione può essere ridotta
ripristinando un normale apporto di ossigeno alla ferita e rimuovendo i tessuti
ischemici devitalizzati.
Nelle ulcere libere da necrosi e con un'ossigenazione ottimale, l'infezione
locale si può controllare con un disinfettante locale non irritante, è
consigliabile l'utilizzo di Amuchina diluita al 5% (12,5 ml in 250ml di NaCl).
Questo non deve colorare la cute, cambiare l'apparenza della piaga, causare
dolore o danneggiare la formazione del tessuto di granulazione.
Nel caso di piaghe di III e IV grado è utile praticare una specifica terapia
antimicrobica locale previa identificazione delle colonie batteriche nelle
colture cutanee e del tessuto osseo.
L'escissione dell'escara necrotica deve essere sempre attuata per consentire la
granulazione e la riepitelizzazione del tessuto sottostante. L'escara è un buon
terreno di coltura e ritarda la guarigione della lesione. E' necessario
rimuoverla qualora sia stata raggiunto il giusto periodo di demarcazione. La
toilette chirurgica per la rimozione dell'escara e del tessuto necrotico può
essere eseguita al letto dei pazienti, rispettando tutte le regole dell'asepsi
chirurgica. L'intervento mira a raggiungere il tessuto normotrofico e
provocarne il sanguinamento.
CONCLUSIONI
L'esperienza di ogni giorno ci insegna quanto sia di fondamentale importanza
l'adozione di protocolli assistenziali sia per la prevenzione che per la cura
delle piaghe da decubito.
Di ciò l' Infermiere deve farsene carico, perchè in questo specifico ambito
rimane il principale garante dell'assistenza al paziente, contribuendo in modo
determinante al recupero totale della persona malata, in particolare in quei
reparti come le Terapia Intensive dove il paziente è particolarmente colpito
dall'evento morboso.
Bibliografia:
- Le piaghe da decubito e le ulcere degli arti inferiori. Manuale per operatori
sanitari. Conva Tec
- Team. Lesioni da pressione. Smith + Nephew.
- Assistenza infermieristica e piaghe da decubito. Scenario 2/94.
- Protocollo e standard nella prevenzione e cura delle piaghe da decubito.
Scenario 1/94.
Articolo informazione
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