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EPIFISIOLISI DELL'ANCA ( COXA VARA DELL'ADOLESCENZA)
Considerazioni generali
L'epifisiolisi del femore è una evenienza che rientra
nel capitolo delle osteo-condro-trofopatie dell'accrescimento ed è
caratterizzata dallo scollamento e dal successivo scivolamento e distacco della
cartilagine epifisaria superiore sulla metafisi femorale tale da costituire la
cosiddetta coxa vara dell'adolescenza.
E' una malattia poco frequente ( 0,1% di tutti i ricoveri in reparti Ortopedici
) di cui, attualmente, non se ne 141h72b conosce la causa principale. Esistono, però,
delle condizioni predisponenti che sono:
- l'età: colpisce tra i 10 - 16 anni, e cioè il periodo del rapido
accrescimento scheletrico con una incidenza particolare verso l'11 anno di vita
- il sesso: maggiormente colpito risulta essere quello maschile (58%)
- il lato: l'anca di sinistra risulta essere la più colpita rispetto alla
controlaterale, mentre solo nel 25% dei casi si ha un interessamento
bilaterale.
Eziopatogenesi
Il fenomeno riconosce come primo evento una
sofferenza della cartilagine di coniugazione. Le alterazioni istologiche che
sono responsabili del distacco epifisario compaiono in tutte le cartilagini di
accrescimento, ma il fatto che si manifestino clinicamente solo nell'epifisi
femorale è dovuto alla particolare conformazione dell'anca ed alle forze
meccaniche a cui essa è sottoposta.
E' giusto considerare l'epifisiolisi come una manifestazione a molteplice
eziologia, ma il fatto di riscontrare molto frequentemente tale patologia in
adolescenti affetti da obesità e da ipogonadismo, in soggetti a rapida crescita
con statura e peso corporeo superiore all'età corrispondente, sembra
avvalorare, da una parte, l'influenza del fattore prettamente meccanico di
sovraccarico e, dall'altro, quello endocrino specie di tipo gonadico; non è un
caso, infatti, che in letteratura non sia mai stato descritto un solo caso di
epifisiolisi in ragazze dopo la prima mestruazione. Alcuni autori ritengono che
anche una anomalia vascolare locale, nella fattispecie ora una lesione
dell'arteria del legamento rotondo, ora una probabile stasi metatraumatica dei
tessuti molli circostanti, ora una dilatazione delle anse vascolari a livello
della zona epifisaria-metafisaria possa considerarsi come causa scatenante.
Una teoria riconosce nel trauma, non come unico ed isolato su di una
cartilagine normale, ma inteso come una serie di microtraumatismi che si
ripercuotono su di una cartilagine con problemi di resistenza meccanica, una
delle cause della patologia in questione. In pratica l'epifisiolisi del femore
riconosce due eventi fondamentali:
1) la diminuzione di resistenza della cartilagine di coniugazione
2) l'intervento di fattori statici e dinamici (traumi compresi) che determinano
la dislocazione della epifisi femorale, proprio per la particolare
conformazione anatomica dell'articolazione stessa.
Anatomia patologica
La testa femorale slitta posteriormente ed in basso,
il collo risale in alto e ruota in avanti.
L'esito di questa migrazione è una deformazione in varismo del collo femorale,
una rotazione esterna e adduzione del femore. Lo slittamento avviene nel punto
in cui le cellule cartilaginee mature ed ipertrofiche incontrano lo strato di
cartilagine in via di calcificazione.
Lo spazio che si viene inevitabilmente a creare dalla separazione tra le due
strutture incomincia a riempirsi di tessuto fibroso e di cartilagine di tipo
embrionario; viene a formarsi anche callo osseo, specie nella zona
postero-inferiore. Quindi la testa rimane ancorata al collo femorale attraverso
tessuti molli, in particolare il periostio posteriore, attraverso il quale
passano i vasi più importanti per la vascolarizzazione epifisaria.
Nelle prime fasi la membrana sinoviale appare molle, edematosa, iperemica e
villosa.
Microscopicamente si nota tessuto abbondantemente vascolarizzato con la
presenza di ammassi di piccole cellule che circondano a manicotto i vasi. Dopo
parecchie settimane la membrana sinoviale perde la sua elasticità per la
scomparsa quasi totale dei vasi e diviene fibrotica. La giunzione epifisaria
cicatrizza solo dopo parecchi mesi e la porzione che rimane esposta del collo
femorale viene ricoperta da fibrocartilagine. Uno spesso periostio e la nuova
fibrocartilagine fissano posteriormente la testa al collo femorale. La
cartilagine di coniugazione si chiude al termine del periodo di accrescimento e
se lo scivolamento persiste negli anni si assiste a mutazioni in senso
degenerativo.
Clinica e radiologia
Dal punto di vista clinico e radiografico si
distinguono uno stadio iniziale, detto di pre-epifisiolisi, ed un secondo di
scivolamento vero e proprio. Nella prima fase di pre-epifisiolisi la
sintomatologia clinica non è sempre costante: il paziente accusa un dolore
sordo all'anca, a volte irradiato verso il ginocchio, mostra una modesta
claudicatio alla deambulazione; i sintomi peggiorano con gli sforzi fisici e
spariscono del tutto con il riposo. Alcune volte si può riscontrare una lieve
limitazione dell'abduzione e dell'intrarotazione dell'anca.Dal punto di vista
radiologico lo scivolamento della testa è rappresentato dalla diminuzione di
altezza della epifisi rispetto a quella controlaterale in proiezione
antero-posteriore. Solo la proiezione laterale permette di meglio evidenziare
l'alterazione in quanto l'asse della testa femorale e del collo si incrociano
tra di loro formando un angolo aperto posteriormente.
Dallo stato di pre-epifisiolisi si può passare alla epifisiolisi conclamata che
può evolvere in modo acuto o cronico.
L'epifisiolisi cronica è l'evenienza che si presenta più frequentemente: la
zoppia tende ad aggravarsi, il dolore all'anca a non scomparire solo con il
semplice riposo e l'arto viene atteggiato in adduzione ed extrarotazione.
L'arto può risultare accorciato di 1 o 2 cm e la muscolatura della coscia
presenta diminuzione del trofismo e del tono muscolare. L'indagine radiologica
mostra la dislocazione posteriore ed in basso della testa femorale.
Nell'epifisiolisi acuta, evenienza più rara, il quadro clinico si instaura
improvvisamente: la causa è da ricercarsi un un traumatismo che interessa il
collo femorale già displasico. Dolore improvviso e totale impotenza funzionale
caratterizzano la sintomatologia clinica.
Prognosi
La prognosi è molto riservata specie per le forme
acute rispetto a quelle croniche.
Si è soliti considerare dei buoni risultati solo per le forme iniziali, ma
capita di riscontrare forme di artrosi in soggetti trattati anche dopo 10 - 15
anni senza avere mai avuto dolore e problemi funzionali.
Complicanze
1) Necrosi avascolare della testa: avviene per la
torsione a cui è sottoposta la porzione posteriore epifisaria che determina lo
starngolamento dei vasi, anche nelle manovre di riduzione incruenta in narcosi
(60%).
2) Condrolisi: condizione caratterizzata dalla degenerazione ed erosione della
cartilagine articolare, infiammazione cronica, fibrosi capsulare e sinoviale
fino alla anchilosi totale dell'articolazione.Può essere causata anche da un
chiodo malposizionato che entri in articolazione.
3) Grave deformazione in varismo del collo femorale con segni precoci di
artrosi in età giovanile che limitano la funzionalità dell'anca e condizionano fortemente
la deambulazione.
Trattamento
Innanzitutto per poter visualizzare correttamente il
grado di scivolamento della testa è indispensabile una radiografia dell'anca in
proiezione assiale per permette di dividere i pazienti in due gruppi al fine di
una scelta di trattamento:
1) scivolamenti leggeri che richiedono l'inchiodamento in situ per via
extra-articolare
2) scivolamenti gravi in cui si rende necessaria una epifisiodesi primaria
(cioè introduzione di trapianto osseo prelevato dalla cresta iliaca in una
fenestratura dell'epifisi femorale appositamente preparata) attraverso un
accesso chirurgico anteriore all'articolazione.
Comunque, indipendentemente dalla scelta chirurgica,
bisogna impedire al giovane paziente il carico sull'anca interessata costringendolo
ad un lungo periodo di riposo a letto preferibilmente con trazione
longitudinale per allentare lo spasmo muscolare. Nell'epifisiolisi acuta
l'associare la trazione lungo l'arto ad una manovra di intrarotazione del
femore può ridurre la dislocazione della testa. Bisogna evitare assolutamente
l'immobilizzazione in abduzione ed in exrtarotazione. L'introduzione di fili
filettati per via extra-articolare, in una epifisiolisi grave, può risultare
molto difficile anche in mani esperte in quanto essendo l'epifisi dislocata
posteriormente rispetto al collo. si rischia che le punte dei fili finiscano
nel margine anteriore dell'epifisi o, addirittura, mancarla.
Nei casi di evoluzione in grave varismo del collo si può rendere necessaria una
osteotomia cuneiforme sottocapitata del collo del femore per ripristinare il
corretto asse cervico cefalico.
L'intervento di artroprotesi nei giovani non è da prendere in considerazione.
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