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Studiare e vivere a Bologna, in una città così multiculturale e plurilingue, dove è all'ordine del giorno incontrare gente proveniente da tutte le parti del mondo, mi ha spinto spesso e volentieri a riflettere su quanto la realtà italiana sia cambiata nel corso di pochi decenni.
Se all'inizio del secolo, e soprattutto in seguito alle difficoltà dei due periodi post-bellici, il popolo italiano era un popolo di migranti in cerca di lavoro e di opportunità all'estero, ora la situazione è del tutto cambiata e la penisola italiana è stata ed è, in questi ultimi periodi, la meta d'arrivo di popolazioni asiatiche, africane ed anche europee (basti pensare alla recente e massiccia migrazione di profughi albanesi).
L'argomento che più di tutti, tra quelli trattati durante le lezione di sociolinguistica e quelli presenti nei testi d'esame, mi ha colpito, per la sua attualità e per la sua larghezza di prospettiva, è quindi stato " l'italiano di stranieri".
Oltre alla forte pregnanza che questo tema ha nel presente in cui vivo, il mio interesse nasce da ragion 737h79h i strettamente personali ed affettive. Da circa 18 anni vive con me e la mia famiglia una ragazza filippina di nome Belen, la quale aveva inizialmente il compito di fare da "baby-sytter" a me e a mia sorella gemella e che è poi rimasta come cuoca e donna di servizio.
Conosco Belen da quando avevo 3 anni e posso affermare con certezza di considerarla una seconda madre. Molte volte mi sono chiesta, senza raggiungere una risposta definitiva, quale fosse realmente la sua identità sociale e culturale.:"Belen è italiana o filippina?". Ora che ho acquisito le basi fondamentali della Sociolinguisitca, mi trovo ad affrontare il problema con nuovi e significativi spunti di riflessione i quali si basano fondamentalmente sullo stretto legame fra lingua e identità e fra lingua e società. Partendo dal presupposto descritto da Schumann, relativo alla forte connessione, per quanto riguarda l'acquisizione di interlingue (IL), o lingue seconde (L2), fra conoscenze linguistiche e grado di integrazione, pongo come obiettivo di questa tesina la risoluzione dei miei dubbi attraverso l'analisi delle competenze che Belen ha raggiunto in italiano e dei fattori individuali e sociali che le hanno favorite o ostacolate.
Per inquadrare ed approfondire l'argomento con la maggiore precisione e chiarezza possibile, mi sono servita dei consigli bibliografici datimi dalla professoressa Marra. Solo dopo aver letto i saggi specifici di Banfi, Bernini, Giacalone-Ramat, Orletti e Vedovelli, sull'apprendimento dell'italiano come lingua seconda, sono riuscita a cogliere la reale profondità e complessità del tema e a far miei quei concetti guida e quelle linee metodologiche senza i quali non avrei mai potuto tentare una ricerca sociolinguistica sulla "questione Belen".
Il punto focale che caratterizza il pensiero e le riflessione di questi autori è la rappresentazione dell'italiano degli stranieri come un continuum di interlingue, che si estende da varietà iniziali molto semplici a varietà via via più complesse e vicine alla lingua d'arrivo. Anna Giacalone-Ramat ("Italiano di stranieri" pag.369-383) ed Emanuele Banfi ("L'altra Europa linguistica" pag. 45-46), in particolare, interpretano il fenomeno dell'acquisizione come una sequenza di stadi, ognuno dei quali è caratterizzato dalla presenza o meno di determinate competenze verbali per la prima, e da particolari competenze interazionali per il secondo. Mi appoggerò ai loro schemi concettuali per posizionare l'italiano di Belen all'interno del continuum, e per verificare se sono corrette le osservazioni di Orletti circa l'atteggiamento poco integrativo e molto fedele alla comunità di appartenenza dei filippini, dal quale deriverebbe una scarsa conoscenza della lingua d'arrivo anche da parte di coloro che risiedono in Italia da diversi anni. "dall'analisi delle produzioni dei soggetti (si è notato) innanzitutto la persistenza di certi usi semplificati quali, ad esempio l'infinito o la III persona del presente indicativo sostitutivi di altre forme verbali, in soggetti con oltre 10 anni di permanenza in Italia.(.)L'alto grado di enclosure contribuisce a creare uno stato di distanza sociale, limita i contatti fra i due gruppi ed influenza di conseguenza l'apprendimento linguistico.(..)Questa tendenza alla semplificazione potrebbe essere spiegata come un atto di identità attraverso cui il parlante comunica non la sua identificazione con un gruppo quanto la sua volontà di non identificarsi sino in fondo con la comunità ospite ." ("L'italiano dei filippini a Roma" pag. 156)
Prima di descrivere i dati linguistici raccolti attraverso un'intervista, molto generica e colloquiale registrata su nastro, presenterò brevemente alcune caratteristiche individuali e culturali importantissime e necessarie per individuare la personalità, la storia e il livello di integrazione di Belen.
"L'acquisizione è un fenomeno in gran parte individuale e differenziato.." (A. Giacalone-Ramat "L'altra Europa linguistica " pag. 38),ed è per questo motivo che analizzare l'italiano e l'integrazione di Belen significa in primo luogo riflettere sul suo passato e sulle sue esperienze di vita. Nel farlo prenderò in esame quei fattori individuali e socio culturali più importanti che Banfi e Giacolone-Ramat hanno individuato ai fini di un'indagine sociolinguistica sull'apprendimento di seconde lingue, ovvero l'età, il livello di istruzione, la motivazione, la personalità, il contatto con gente autoctona e la distanza tipologica fra lingua di partenza e lingua d'arrivo.
Belen Villalobos è nata il 18 Ottobre del 1956 a Bauan Batongas, in Filippine. La sua famiglia è piuttosto numerosa rispetto a quelle italiane ma rientra nella media di quelle filippine, ha infatti quattro fratelli, due dei quali, tra l'altro, vivono in Italia.
Per quanto riguarda il suo livello di istruzione, prima di emigrare ha raggiunto una buona conoscenza della lingua inglese ed ha ottenuto un diploma professionale di infermiera. All'età di 23 anni ha deciso di partire per l'Italia alla ricerca di guadagni più soddisfacenti e di nuove esperienze che arricchissero il suo bagaglio culturale. Nel 1979 è dunque arrivata ad Agrigento dove una famiglia benestante l'ha assunta come donna di servizio. Ricorda di non avere avuto problemi particolari nell'imparare l'italiano, prima di tutto perché la nonna di casa era molto disponibile nel correggerla ed aiutarla e poi perché era facilitata da un carattere decisamente aperto ed estroverso, grazie al quale aveva tanta voglia di conoscere e poca paura di sbagliare. Nel 1982 si è poi trasferita in Ancona, nella mia famiglia, dove è rimasta sino ad oggi. In questi 18 anni è tornata in Filippina tre volte, per sposarsi con Herny nel 1984 e per partorire i suoi due figli, Mildred nel 1986 e Julius nel 1995, ed è proprio per garantire loro una buona istruzione ed una buona condizione economica che lavora a tanti chilometri di distanza.
Solo recentemente si è formata anche in Ancona, come a Roma, una comunità di filippini, la quale si riunisce settimalmente per celebrare la messa, organizzare gite e discutere questioni legislative circa i diritti e i doveri degli extracomunitari, ma Belen non è solita partecipare ai loro incontri in quanto preferisce incontrarsi di tanto in tanto con qualche amico o parente che lavora in città. Dopo tutto questo tempo dice di amare l'Italia, gli italiani e le lasagne e dimostra di avere un alto grado di inculturazione e socializzazione, dal momento che frequenta regolarmente la nostra parrocchia, legge quotidiani e romanzi italiani, guarda volentieri la televisione ed è una grande tifosa della nazionale di calcio. Tuttavia, nonostante abbia vissuto ormai quasi metà della sua vita qui con noi, si pone come obiettivo quello di tornate, prima o poi, in patria.
La sua lingua d'origine è il Tagalog, la quale viene considerata dagli esperti come una lingua tipologicamente distante dall'italiano, in quanto appartenete alla famiglia "austronesiana". Molto interessante a questo punto, mi sembra introdurre alcune informazione relative alla concettualizzazione del tempo e della temporalità nella cultura Tagalog, in quanto, come afferma Puglielli, nel saggio presente all'interno del volume di Bernini, : "Una descrizione accurata di quello che potremmo chiamare il sistema di riferimento temporale è un prerequisito indispensabile per una giusta interpretazione dell'apprendimento". (Puglielli "La Temporalità nell'acquisizione di lingue seconde " pag. 351-363) La Puglielli presenta due modelli base di temporalità, quella occidentale, caratterizzata da un'origine naturale e da una configurazione continua , lineare e sequenziale , diametralmente opposta a quella primitiva, caratterizzata da un'origine sociale e da una configurazione circolare, discontinua e non sequenziale. Questi due modelli mi sono serviti da punti di riferimento e riflessione per descrivere la temporalità filippina, la quale appare, osservando l'organizzazione del calendario e l'ambito lessicale piuttosto vicina alla nostra, più lontana invece per quanto riguarda l'ambito grammaticale, in particolare per la categorizzazione del passato. Belen mi ha infatti riferito di utilizzare il nostro stesso calendario e di possedere termini corrispondenti ai nostri avverbi temporali e spaziali. Dal punto di vista dell'organizzare linguistica e concettuale del passato, mi ha detto invece di basarsi non tanto su distinzioni di tempo, come in italiano, quanto su distinzioni di aspetto (perfettività, imperfettività ). Questi dati spiegherebbero una possibile difficoltà di Belen, e dei filippini in generale, ad utilizzare correttamente i tempi italiani del passato, ipotesi che verificherò nella terza parte di questa ricerca, ovvero in quella relativa alle sue reali competenze grammaticali e lessicali .
QUALI SONO I VERBI E LE SEMPLIFICAZIONI DI BELEN ?
Dopo un'intervista di circa 30 minuti, nella quale ho cercato di dialogare con Belen nella maniera più colloquiale possibile su temi più o meno personali, quali la famiglia, il lavoro, le speranze, le difficoltà, le differenze culturali e sociali fra Italia e Filippine, sono riuscita a raccogliere dati interessanti. Per sistematizzare ed organizzare in modo soddisfacente le mie osservazioni, ho preso come punti di partenza le tabelle presenti nel saggio di A. Giacalone-Ramat ("La temporalità nell'acquisizione di lingue seconde" pag. 20-24) e le analisi di Orletti sulle semplificazioni tipiche dei filippini. Eccone i risultati:
FORME VERBALI REALIZZATE |
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PRESENTE |
234 |
PARTICIPIO PASSATO |
11 |
PASSATO PROSSIMO |
73 |
INFINITO |
56 |
C'E'/ CI SONO |
31 |
IMPERFETTO |
55 |
FUTURO |
4 |
IMPERATIVO |
13 |
GERUNDIO |
1 |
CONDIZIONALE |
1 |
TRAPASSATO PROSSIMO |
1 |
INVENTARIO DELLE FORME VERBALI CON DISTINZIONI MORFOLOGICHE |
|||||
INFINITO |
PRESENTE |
P. PROSSIMO |
P. PASSATO |
IMPERFETTO |
ALTRI |
Essere Abituati Aiutare Andare 6 Annoiarsi Aspettare Arrivare AvereAvvicinareCamminare Essere Capitati Capire 2 Cercare Chiacchierare Chiamarsi ChiedereComprareConoscereCorreggere"Cosare"Essere Cotto DareDovereDire DispiacersiEntrare EsserciEssereEvitareFare 12 FermarsiFinire Friggere GirareGuadagnare Guardare Imparare 2 IncontrareInsegnareInteressare Invitare LasciareLavorare 4 LeggereMandareMangiareMischiareMettere 2 Mescolare MischiareOrganizzarePagareParlarePartirePensarePiacerePortarePoterePreferirePrendere 2 Preparare Provare Pulire Ra(i)cattavaRaccontare Ricordarsi Riguardare Rimandare Rimanere Ritornare Riuscire Sacrificare Sapere Scappare Scaricare Scegliere Scendere Sciogliere Seguire Seminare Sentire Spaventarsi Sperare Sposare Suonare Succedere Stare Stendere Studiare 2 Toccare Tornare Tradurre Trattare Trovare UrlareUsareVedere Vergognarsi Venire Vivere Volere |
Aiuta Aiutano Vado Vai 2 Andiamo 2 Vanno 2 Mi Annoio Aspetta Arriva Ho 5 Abbiamo 4 Bisogna 2 Cammino 2 Sono Capitata Capisci Cerco Mi chiamo Ti chiami 2 Compriamo Conosci Coso 2 Cosano Da Devo 3 Devi 5 Dice Mi Dispiace Ci Sono 8 C'è 18 Ce n'è 2 Sono 17 Sei E' 34 Evita Faccio 2 Fai 4 Fa 2 Facciamo 2 Ci Fermiamo Giri Gira Guadagna Guadagnano Guardo 3 Guardiamo Guardano Impara Incontro Insegna 2 Interessa Lascia 2 Lavoro Lavora Mangia Mangiamo Mischiamo Metto 6 Mette Mischiamo Organizzano Ti Pago Li Pago Parli Parla 4 Penso Pensi Mi Piace 5 Piacciono Posso 3 Puoi Può 2 Possiamo Preferisco 2 Pulisco Racconta Si Ricorda Riguarda Rimanda Riesce 2 Non so 6 Mi sa 8 Sai Scarico Scelgo 2 Semina Senti Sentono E' Spaventata Speriamo Succede Sto Sta 2 Studiano Non ti Tocco Traducono Trattano Trova Usa Vedo Vedi Vediamo Vivo Vuoi 2 |
Sono abituata Sono Andata 3 E' Andato 2 Sono Andati Sono Arrivata 2 E'Arrivata Ha Avuto Abbiamo Avuto Sono Avvicinata Ho Cercato Ho conosciuto Ha cosato Ho detto 2 Ha detto 8 C'è Stata Sono Stata 2 E' Stato Ha Fatta 5 Ha Fatto 2 Mi sono fermata Si è fermato Ha imparata Hai Messo Ho Parlato E' Partita E' Partito Ho Portata Ho Preferita Ho Preso 2 Sono Rimasta E' Ritornata Sono Riuscita E' Scappato Sono Scesa Ho Sentito E' Sposata Ho Suonato L'Ho Steso Sono Tornata Abbiamo Trovato Ha Urlato E' Usato Ho Visto Sono Venuta L'ha Voluta |
ArrivataFatta Finito 2 Incontrato Lavorato Rimasta Studiato Visto Venuta |
Andavo 3 Aspettavo Camminavo 2 Cercava Chiedevo Chiedeva 2 Correggeva Dovevi C'erano Ero 4 Era 6 Erano 4 Facevo 2 Girava Insegnava 2 Lavorava Leggevo 2 Mandava Parlavo Parlava 2 Parlavano Prendeva Preparavo Racattava Raccontava Rimanevo Mi Seguiva Tornava Volevo 2 |
Ci Avevano Invitati Metti 4 Prenderò Proverò Sacrificherò Sciogli 4 Sentendo Non mi Toccare Vergognati |
I numeri alla destra dei verbi indicano le occorenze con le quali sono stati prodotti, mentre le voci verbali scritte in corsivo sono infiniti non presenti nel testo orale. |
ESEMPI DI SEMPLIFICAZIONI MORFOLOGICHE |
RIDUZIONE FLESSIONE TEMPORALE |
Uso del presente per indicare il passato: La collocazione temporale dell'evento narrato è assicurata dalla presenza nel discorso precedente di frasi che forniscono sia attraverso il verbo, che presenta la marcatura temporale, che attraverso l'uso di nomi di luogo, che fanno parte dell'esperienza passata del narratore, un riferimento temporale: a) frase temporale: "..dopo è partito" frase principale: ".. e io però è già quasi vicino a casa" b)frase temporale: "..quando sono arrivata" frase principale: "..è più facile imparare" Introduzione dell'evento che si vuole collocare nel passato con un verbum dicendi, regolarmente flesso con marca del passato: c)Verbum dicendi: "..ha detto" subordinata relativa: "..che lei parla le italiano bene" La scelta del tempo italiano sembra più determinata dal valore aspettuale dell'azione, così che azioni abituali nel passato vengono rese con l'indicativo presente: d)Azioni abituali nel passato: "..all'inizio ogni parola guardo il vocabolario" "..dove sono stata il dialetto non si parla" |
Uso del participio passato senza ausiliare per indicare il passato: e) "..dopo io venuta qui in Ancona" "..i figli quando finito aiutano a pagare" |
Uso dell'indicativo nelle ipotetiche: f) "..non so se sono capitata con altri non so se era la stessa cosa" "..se devo andare via da qui certamente cerco anche una vecchia e non prenderò una famiglia, se devo andare via da qui proverò a lavorare con una vecchia, vedo come me la cavo." |
MARCATURA DEL VERBO PER PERSONA E PER NUMERO |
Sovraestensione del femminile: g) "..(io) ha preferita Milano" "..Herni è stata cinque anni" "..Mildred ha imparata bene" "..molti che sono venuta qui" "..mi ha fatta" Sovraestensione del singolare: h) "..c'è i spaghetti" "..i film molte è filippino" "..solo adesso si trova tutti questi vecchi" |
FLESSIONE DEL NOME |
Errori nell'espressione del numero: i)"..qualche matti" "..un po' di problema" "..mia amiche" "..tutti (quei) lavoro" "..tante roba" "..quella due" "..lo stracci" Errori nel genere: l) "..film molte" "..la nostra diritto" "..quella due" |
Belen ha sicuramente delle grandi doti comunicative, che le consentono di interagire con chiunque e di affrontare qualsiasi argomento. La sua varietà di italiano è caratterizzata da una discreta competenza morfosintattica e da una buona fluidità, poche infatti sono le pause e le incertezze riscontrate nell'intervista. Prendendo in considerazione il continuum di interlingue descritto da Banfi e focalizzato sulle abilità interazionali dello straniero, posso affermare con certezza che l'interligua di Belen si colloca nel livello più avanzato.
Osservando le tabelle precedenti, relative all'uso dei verbi e alle semplificazioni più tipiche, non posso però giungere alle medesime conclusioni per quanto riguarda il continuum di interlingue descritto da Giacalone-Ramat. L'alto uso del presente, del passato prossimo e dell'imperfetto dimostra che Belen ha acquisito in maniera soddisfacente la capacità di esprimere il valore aspettuale del passato perfettivo e di quello imperfettivo, ma lo scarso uso del condizionale e l'assenza totale del congiuntivo dimostrano che non ha ancora imparato a distinguere la fattualità dalla non-fattualità, ovvero che non è ancora in grado di produrre correttamente le espressioni indicanti valutazioni ipotetiche su ciò che potrebbe accadere. Volendo posizionare la sua varietà di italiano mi trovo in questo caso costretta a non assegnarle il quarto ed ultimo stadio di acquisizione, ma quello immediatamente precedente, il terzo.
Se inizialmente ero scettica riguardo alle osservazioni di Orletti sulle limitazioni linguistiche dei filippini residenti in Italia da molti anni, dopo aver compilato la terza tabella, mi sono dovuta ricredere. Premettendo di aver evidenziato solo le parti errate e non quelle corrette, e che queste ultime hanno un'occorrenza notevole all'interno dell'intera intervista, appare tuttavia evidente, che anche dopo 21 anni di permanenza, l'italiano di Belen non è perfetto. Nonostante si trovi molto bene in Italia e si sia ormai abituata ad un tenore e ad un'agiatezza impensabili nel suo Paese, tuttavia proietta le sue speranze ed il suo futuro in Filippine, affermando : "Io non posso vivere qui per sempre, non me la sento. Preferisco andare a casa mia."
Solo ora mi accorgo che se ho avuto dubbi circa la sua reale identità nazionale è stato perché non sono mai riuscita, pima d'ora, ad ascoltarla e ad osservarla con il dovuto distacco, lasciandomi condizionare dall'affetto che provo per lei e dall'abitudine di ascoltare i suoi piccoli errori.
Solo ora mi accorgo che Belen non è un'italiana nata in Filippine, ma una filippina che lavora in Italia.
In Banfi, Emanuele "L'altra Europa linguistica. Varietà dell'apprendimento e interlingue nell'Europa contemporanea":
1)Banfi, Emanuele "Italiano come L2"
2)Vedovelli, Massimo "Note per una sociolinguistica dei movimenti migratori europei"
Giacalone-Ramat, Anna "Presentazione del progetto di Pavia sull'acquisizione di lingue seconde. Lo sviluppo di strutture temporali"
2)Gnerre, Maurizio "Il discorso e il linguaggio nel discorso: l'acquisizione del sistema verbale italiano da parte dei capoverdiani a Roma"
3)Puglielli, Annarita "Aspetti della temporalità"
In Giacalone-Ramat, Anna "L'italiano fra le altre lingue: strategie di acquisizione"
1)Orletti Franca "L'italiano dei filippini a Roma"
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