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ORIENTAMENTO E SELEZIONE PROFESSIONALE

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ORIENTAMENTO E SELEZIONE PROFESSIONALE



I) L'orientamento e la selezione professionale costituiscono l'argomento centrale della psicologia applicata al lavoro: l'uno studia le inclinazioni e le attitudini relativamente alla vocazione professionale dell'individuo e consiglia la strada da seguire; l'altra seleziona tra gli aspiranti ad un'attività 212e48c lavorativa i soggetti che danno un maggiore affidamento.


II) L'attuazione pratica dell'orientamento e della selezione è inquadrabile in 4 punti essenziali:

Valutare le attitudini psico-fisiche individuali in modo da ricondurre il soggetto nella esatta prospettiva delle proprie concrete possibilità: le capacità di un individuo non sono altro, in tal senso, che la somma delle sue attitudini e dell'esercizio;

Scoprire in anticipo se esiste una reale corrispondenza tra le inclinazioni del soggetto preso in esame e le sue capacità obiettivamente accertate: in pratica la vocazione professionale non è che la somma dell'inclinazione e delle capacità;



Illustrare al soggetto le varie attività lavorative nelle loro caratteristiche principali (monografia di ciascuna professione-tipo);

Accertare le richieste attitudinali per l'esercizio di una determinata professione, in modo da mettere, mediante un processo di selezione, la persona adatta al posto adatto (profilo professionale di lavoratore-tipo).


A) Le inclinazioni


Sono manifestazioni (o tendenze) originarie (cioè istintive, affettive) dello psichismo inconscio, della cui natura l'individuo non ha piena consapevolezza, che portano a reagire in un dato modo di fronte a un determinato fenomeno (ad es. uno stesso avvenimento per un soggetto è fonte di pessimismo, per un altro di ottimismo).

Le inclinazioni possono essere modificate? Relativamente. Ad es. una persona introversa non è certo adatta a un lavoro di pubbliche relazioni, ma se accetta questo lavoro proprio allo scopo di modificare il suo carattere (cioè con una motivazione consapevole), è probabile che l'introversione venga superata.


B) Le attitudini


Hanno un significato essenzialmente pratico (ad es. un individuo può avere una certa inclinazione all'introspezione psicologica senza per questo avere l'attitudine per insegnare psicologia). Come si acquisiscono? Generalmente sono spontanee, cioè innate, precoci (ad es. l'alunno dotato di spiccata attitudine per la matematica si rivela sin dai primi giorni di scuola), durevoli (ad es. ci sono attitudini che restano in latenza fino al momento in cui non si presentano le possibilità pratiche di esprimerle, ma ci sono anche attitudini che si perdono se non vengono coltivate). Alcune sono ereditarie (si pensi ad es. alle lunghe discendenze di artisti o scienziati nelle generazioni di una famiglia). Ci sono attitudini che si influenzano a vicenda, che si modificano secondo l'ambiente o l'educazione, che si acquisiscono coll'esercizio.


a)   Le attitudini prevalentemente fisiche sono: resistenza fisica, prontezza di reazione, coordinazione dei movimenti, velocità, precisione, forza muscolare, funzionalità degli organi sensoriali...

b)   Le attitudini prevalentemente psichiche sono: attenzione, memoria, percezione, apprendimento, immaginazione, logica, intuito, praticità, sintesi, analisi...


A + B) L'interesse personale


È un fenomeno psichico che parte dalla vita interiore, dalle esperienze che si fanno e che si orienta verso un'attività esterna prevalente: esso ha quindi bisogno di inclinazione soggettiva e di attitudine oggettiva. Non sempre un interesse personale comporta la presenza reale delle corrispettive attitudini (ad es. non basta amare la poesia per diventare poeti). In genere è l'esperienza concreta che rivela se il soggetto possiede le attitudini richieste ed è quindi in grado di seguire proficuamente la propria strada.


C) Monografia della professione-tipo


Una monografia efficiente deve riassumere le principali caratteristiche di una professione-tipo, con particolare riguardo all'aspetto tecnico-fisiologico-psichico, senza dimenticare il grado di responsabilità, di sicurezza personale, di stabilità per il futuro, la prospettiva di carriera e di guadagno, infine il tempo che l'occupazione lascia libero per eventuali esigenze culturali, artistiche, sportive, ricreative, ecc.




D) Profilo professionale del lavoratore-tipo


Un profilo esauriente deve schematizzare i tratti psico-fisici salienti del lavoratore-tipo, utili a esercitare con profitto un determinato lavoro: livello di intelligenza, indice di robustezza, maturità psico-sensoriale e psico-motoria, capacità mnemonica e volitiva, forza di carattere, temperamento...

Ad ogni monografia della professione-tipo deve corrispondere un relativo profilo professionale. Questo compito oggi è diventato molto urgente a causa della grande diversificazione-specializzazione-qualificazione dei lavori.


Il pre-orientamento scolastico


III) Verso i 14 anni le inclinazioni e le attitudini cominciano a profilarsi con una certa ricchezza di dettagli. Purtroppo la scuola si preoccupa più dei programmi ministeriali e delle differenze di rendimento individuale che non dell'affronto psicologico dell'età evolutiva.


IV) La valutazione delle capacità psico-attitudinali di uno studente non può esaurirsi con le tradizionali verifiche (interrogazione orale, testo scritto, problema, disegno, attività ginnico-espressive, ecc.). Occorre anche la collaborazione di specialisti come lo psicologo, il sociologo, lo psicopedagogista, ecc. Occorre inoltre che il giovane possa non solo fruire di una conoscenza, attraverso opuscoli illustrativi, della vasta gamma di lavori offerti dalla società, ma anche verificare personalmente, con stages periodici di pre-formazione, il tipo di attività che desidera intraprendere. La conoscenza diretta del futuro lavoro, mediante visite guidate ad officine, industrie, cantieri, aziende, uffici..., la visione di documentari cinematografici, l'uso di test psico-attitudinali, gli stages (anche all'estero)...: tutto ciò e altro ancora può contribuire certamente ad una scelta professionale motivata e non superficiale.


V) La psicologia ha da tempo dimostrato che lo scarso rendimento spesso va addebitato, più che a carenze intellettuali o comportamentali, ad attività o a studi in netto contrasto coi veri interessi della personalità. Occorre dunque che la scuola, aiutata da Centri di orientamento professionale e da esperti esterni all'ambito scolastico, sappia indirizzare il giovane verso l'occupazione più adeguata, sulla base delle necessità oggettive espresse dall'intera società (cioè le richieste reali del mercato del lavoro). Ciò eviterà senz'altro perdite di tempo, sprechi di energia, inutili frustrazioni, ecc. Non sono rari i casi in cui in lavori generici si trovano individui di intelligenza elevata (che usano al minimo necessario) o casi in cui le difficoltà o l'insuccesso in professioni di prestigio derivano da un relativo deficit di intelligenza. La psicotecnica è appunto quella scienza che analizza sia i fattori soggettivi che condizionano una migliore distribuzione degli individui nelle varie attività, sia i fattori oggettivi che regolano una più adeguata ripartizione dei compiti.


VI) Chi ha sbagliato strada spesso si trova nell'impossibilità di tornare al punto di partenza. A volte si può raggiungere un certo adattamento grazie alla propria forza di carattere o alla propria intelligenza (con la quale si trovano i lati positivi anche in condizioni molto negative), ma se il lavoratore non si sente soddisfatto in quello che fa, inevitabilmente cercherà in altre attività, durante il tempo libero, la compensazione che gli manca.


VII) La scelta di una professione adeguata non riguarda ovviamente i ragazzi superdotati, che in genere sanno affermarsi anche nelle condizioni più sfavorevoli, ma i ragazzi comuni, il cui problema è appunto quello di valorizzare al massimo le possibilità normali a loro disposizione. Orientare professionalmente, in questo senso, significa aiutare l'adolescente a conoscere meglio se stesso e, allo stesso tempo, familiarizzarlo con le molteplici vie professionali della società (ad es. il giovane deve essere messo in grado di capire che può lavorare con successo in molti campi affini e che l'eventuale "fallimento" o "delusione" in una determinata attività non pregiudica di per sé una futura realizzazione).


VIII) Ciò che si dovrebbe evitare, nella scelta di una professione, è l'affidarsi ai desideri più svariati, alle semplici imitazioni delle professioni altrui, agli influssi di letture, alle suggestioni di spettacoli teatrali, cinematografici, televisivi, alle prime offerte di lavoro, alle attività familiari, alle possibilità di ottenere (in un determinato campo) decisivi appoggi... è quanto mai diseducativo orientare il giovane verso quella professione che può soddisfare in poco tempo il desiderio di prestigio o di facile guadagno. È altresì negativa la collaborazione di quei genitori che decidono arbitrariamente il futuro dei figli credendo in buona fede di provvedere al loro benessere: i figli non possono surrogare le insoddisfazioni professionali dei genitori. Il discorso ovviamente si fa molto complesso e chiama in causa i modelli culturali e sociali cui la società civile, nel suo insieme, fa riferimento (in questo senso è assurdo pretendere dalla scuola un orientamento "etico" alla professione quando neppure la società lo richiede).






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