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Due film a confronto di Stanley Kubrick: '2001 Odissea nello spazio' e 'Orizzonti di gloria '.

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Due film a confronto di Stanley Kubrick:

"2001 Odissea nello spazio" e "Orizzonti di gloria ".

Impressioni e valutazioni sui due film e sul loro autore, in confronto anche con le più importanti critiche.



L'allineamento mistico, la congiunzione figurativa di Sole, Terra e Luna in un'unica linea verticale, tre punti successivi, accompagnati dalla musica di Strauss " Così parlò Zarathustra" annunciano il progresso fin dalle prime immagini di 2001 Odissea nello Spazio e annunciano già ciò di cui Kubrick vuole parlare.

La pellicola prende vita con immagini forti dell'Alba dell'Uomo, orizzontalmente a Sole, Terra e Luna si inserisce il Monolito, simbolo chiave del progresso. Questa evoluzione della specie sembra 222e49c fare riferimento al mito nietzschiano del Superuomo (anche il riferimento musicale è quasi certo).



Appaiono poi le scimmie. La scimmia sarà e farà da legame tra l'essere umano e la violenza, quale motore fisico. Quando le scimmie si sveglieranno all'alba del mondo troveranno il monolito, si meraviglieranno davanti a questo perfetto parallelepipedo, che separa la scienza e l'ignoto. Il monolito diventa il segno più chiaro del film. La pellicola scorre, la scimmia attraverso un gioco con un osso scopre l'arma, e uccide un suo simile, e scopre così come funzionano le armi. Il progresso procede, la scimmia lancerà l'osso che si trasformerà in astronave, attraverso un rallentamento dello scorrere dell'immagine sull'osso.

Il tempo passato, presente, futuro convivono negli spazi interplanetari di Odissea.

Kubrick con 2001 Odissea nello spazio, ha permesso di far coesistere l'infinitamente piccolo con l'infinitamente grande, il tempo della storia con quello della macchina.

Uno studioso di Kubrick, Gian Piero Brunetta afferma che il film si interroga anche sulla compresenza nel tempo irreversibile e lineare di una temporalità immobile, ma non trascendente, propria comunque di una sfera religiosa; dice che basta allargare lo sguardo al di là della superficie dello schermo per notare che, nell'arte figurativa di questo secolo, la domanda di un senso che sta al di là del visibile è ugualmente ossessiva, da un Picasso, fino ai recenti esponenti della Land Art, che rifiutano il progresso e riproducono immagini di tipo tribale. Vi sono ricorrenze e circolarità negli eventi storici, leggi che appaiono immutabili, e nello spazio cosmico si riproducono a distanza di millenni avvenimenti del tutto analoghi. Questo lo ritroviamo in 2001 Odissea nello spazio, quando la scimmia uccide un'altra scimmia con l'osso-arma, o quando la macchina uccide l'uomo. Tutto questo porta razionalmente a pensare quanto è grande la difficoltà, dell'essere umano, a tenere sotto il domino della ragione la sua natura di fiera.

Questo film è la più grande sintesi della conoscenza del lungo viaggio dell'uomo e della sua lotta per dominare il tempo e lo spazio.

Il tempo fa viaggiare attraverso varie temporalità, fino a raggiungere la velocità della luce, con David.

L'interpretazione che vede in 2001 quasi un momento divino, fa riferimento anche ad una lettura positiva del formarsi a fine pellicola del feto astrale, promessa di un Uomo Nuovo e del Superuomo nietzschiano. Interessante è il riferimento musicale che accompagna la parte iniziale e finale del film, il Zarathustra di Strauss. Un altro riferimento musicale interessante è il valzer del Bel Danubio Blu, una musica tranquillizzante, quasi una prospettiva positiva del nostro futuro.

Il tema del progresso viene confermato anche dalle immagini presenti nella pellicola, inizialmente abbiamo la presenza di forme asimmetriche, rocce frastagliate, paesaggi naturali preistorici, successivamente dopo l'incontro del monolito, abbiamo pian piano la presenza di forme sempre più lineari e perfette, fino al cerchio, la figura più armonica e regolare, impossibile da superare.

Nel Discovery la figura dominante è appunto il cerchio dove l'astronauta corre in linea retta, corre lungo un corridoio che non finisce nonostante sia all'interno della navicella, in uno spazio limitato. In realtà non è un corridoio in linea retta, ma un corridoio circolare, e quello che risulta è un effetto ottico, come l'orizzonte terrestre.

Enrico Ghezzi dice che Discovery può benissimo essere l'ovulo che si feconda o lo sperma che punta alla riproduzione finale. La navicella è vista come utero e come madre, può lasciare andare il proprio "figlio delle stelle" perché diventi parte dell'Universo.

Il senso di circolarità lo si trova anche nelle parole di Hall e del film, nella canzoncina di tenerezza che gli è stata insegnata da piccolo.

Sempre l'interpretazione critica kubrickiana di Brunetta, sostiene che Kubrick è un regista che vuol giocare con l'intelligenza e le attese dello spettatore per metterlo sotto scacco, e dall'altra è un regista pontifex, l'autore che in modo più articolato negli ultimi decenni ha saputo creare cosmogonie partendo da un osso animale o dalla forma di un occhio.

Kubrick in 2001 utilizza, come nel suo stile, tutti i mezzi del linguaggio cinematografico, per mostrare immagini essenziali con l'aiuto della musica e di lunghi silenzi. E' una pellicola che sento fredda e razionale, è una galleria di immagini come suggerisce Enrico Ghezzi e Bernardi.

Giorgio Cremonini, altro critico di Kubrick, dice che 2001 Odissea nello spazio nasce dall'idea del celebre autore di fantascienza Arthur Clarke, perché a Kubrick non piace inventare storie, ma preferisce cercare quelli che lo stimolano a cercare i modi di raccontarle. Ogni sua opera prende spunti letterari preesistenti.

Ciò che conta in un film è il racconto come enunciato esclusivo e non la storia come punto di partenza. Lo stesso avviene per Orizzonti di Gloria, un film del 1957,  analizzato per il premio "Il cerchio non è rotondo". Il romanzo da cui prende la storia il film, è stato definito il "libretto antimilitarista" di Humprey Coob, ma sfortunatamente ha avuto minor successo del film.

Orizzonti di gloria è un film molto bello, dedicato alla Prima Guerra Mondiale, di cui la censura francese impedì per molti anni la proiezione. Qui la guerra è il potere visto come azione e nella vita dell'uomo. Nonostante le apparenze Orizzonti di Gloria non è inseribile nella tradizione di un film di guerra, è come dice S. Frosoli "un'allegoria sull'esistenza, un discorso sul potere e sulle aberrazioni". Nei film di Kubrick è presente costantemente l'allegoria e il simbolo.

In questi due film, 2001 Odissea nello spazio e Orizzonti di Gloria, il personaggio del film appare sempre in trappola.

In Orizzonti possiamo e dobbiamo vedere al di là delle trincee, dove vi è il vuoto più assoluto. Ce ne sono testimonianza le immagini panoramiche dal basso verso l'alto, che uscendo dalle trincee mostrano territori sconfinati, aridi, quasi sconosciuti, che sembrano appartenere ad un altro pianeta. Interessante è la relazione tra guerra e gioco, il condurre la guerra secondo una logica di gioco.

Tutte le opere di Kubrick fanno riferimento al labirinto e al gioco degli scacchi.

I personaggi rischiano sempre di perdersi all'interno di questo labirinto e rischiano costantemente lo scacco matto. In Orizzonti di Gloria si può giocare con la vita e la morte degli uomini e sorridere senza lasciar trasparire il minimo senso di emozione.

Un esempio è la frase del generale Broular: "Gli uomini sono morti in modo meraviglioso". La freddezza della frase, del comportamento sono solo una piccolissima testimonianza di come appare "normale" questo tragico sterminio. Kubrick vede la vita come una grande partita a scacchi e cioè come risposta ad una serie di regole e rituali che devono portare ad un vinto e a un vincitore, gioco che rimanda alla strategia di gioco degli scacchi. Il tema degli scacchi è molto presente nel cinema di Kubrick. Lo troviamo in Orizzonti di Gloria sul pavimento del salone in cui si svolge il processo. In 2001 Duman e Monod hanno visto l'ultima sequenza come una partita a scacchi.

Il bello di Kubrick, come afferma Omar Calabrese, è che ci dà delle soluzioni, che nello stesso tempo non sono soluzioni.

Kubrick riesce ad unire vecchio e nuovo senza nessun accozzamento, un esempio sono la stanza Settecentesca in contrapposizione con la figura dell'astronauta, dove passato, presente e futuro convivono. Michel Cimment afferma che il Diciottesimo secolo si trova in filigrana in tutti i film di Kubrick. In Orizzonti di Gloria troviamo la stessa espressione dello spazio e del tempo: l'opposizione tra i due spazi, le trincee e il castello del Settecento.

In questo spazio David è contemporaneamente un giovane e un vecchio, che osserva sé stesso e indica un feto stellare, che è lo stesso David, il quale morendo rinasce in una nuova vita.






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