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STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA: IL NOVECENTO

letteratura italiana



STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA: IL NOVECENTO


Dal 1890 al 1917


Il realismo: Giovanni Verga; Grazia Deledda

L'estetismo: Gabriele D'Annunzio

Gli antidannunziani: Giovanni Pascoli




Dal 1917 al 1939 (tra le due guerre)


Il teatro: Luigi Pirandello

La narrativa realista (il romanzo borghese): Aldo Palazzeschi; Italo Svevo; Alberto Moravia

La poesia simbolista (l'ermetismo): Giuseppe Ungaretti; Eugenio Montale; Salvatore Quasimodo; Umberto Saba


Dal 1939 al 1989 (dopo il 1945)


Con la fine della guerra in Italia si proseguono due correnti fondamentali:


" il realismo in narrativa

Il realismo e l'impegno civile negli anni 60/70: Elsa Morante; Primo Levi

Oltre il realismo: 828i83i Pier Paolo Pasolini; Italo Calvino; Carlo Emilio Gadda

Produzione narrativa 1975/1989: Leonardo Sciascia; Umberto Eco; Gianni Celati; Susanna Tamaro

Il (neo)realismo: Cesare Pavese; Carlo Levi; Italo Calvino


" l'ermetismo in poesia

Poetica dialettale: Pier Paolo Pasolini

Il gruppo 63: Edoardo Sanguineti; Umberto Eco


DEFINIZIONI CORRENTI LETTERARIE


REALISMO: rappresentazione della vita quotidiana, senza concessioni eccessive al sentimento o a interpretazioni soggettive. Successivamente, soprattutto in Francia, il realismo subisce un'evoluzione verso forme di naturalismo. Al contrario, in Italia, si parla di VERISMO (risalto dato ai problemi regionalistici, specie dell'Italia meridionale/ambienti e personaggi più umili, per lo più della campagna e del mondo del lavoro/Giovanni Verga, Grazia Deledda). Anche nel 900 il realismo ha trovato numerose interpretazioni originali (Svevo, Pirandello, Moravia).


ESTETISMO: corrente che pone come valori fondamentali e primari quelli estetici e a essi subordina tutti gli altri, anche (e soprattutto) quelli etici. (l'arte per l'arte)


ROMANZO BORGHESE: tra le maggiori produzioni letterarie del periodo tra le due guerre. Si definisce come il romanzo prodotto negli ambienti culturali borghesi, aventi come protagonisti personaggi provenienti dalla borghesia che costituisce la classe dominante occidentale. Un romanzo di tipo realistico e psicologico. Le cose migliori, o almeno quelle che noi riusciamo a trovare ancora oggi interessanti, riguardano una produzione volta a indagare e esplicitare la crisi di quel mondo, nel momento di una mutazione profonda delle strutture economiche e dell'organizzazione sociale.


SIMBOLISMO: tendenza letteraria che si sviluppa dal decadentismo e si esprime ricorrendo a particolari sistemi di simboli. Nasce ufficialmente con Baudelaire. Ne vengono influenzati, in Italia, Pascoli, D'Annunzio e la stessa letteratura contemporanea.


ERMETISMO: tendenza della poesia italiana del 900 caratterizzata dall'accentuato lirismo del componimento poetico e dal valore analogico e 'illuminante' dato alla parola e all'immagine (Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo).




NEOREALISMO: nasce in Italia essenzialmente come reazione al disimpegno che aveva caratterizzato la letteratura, e la cultura in genere, durante il ventennio fascista e come ricerca di un più ampio, stabile contatto con la realtà sociale e politica del Paese. Cronologicamente, esso si limita al periodo compreso circa tra il 1945 e il 1955 (Primo Levi, Italo Calvino, ..).


GRUPPO 63: movimento della neoavanguardia italiana fondato a Palermo nel 1963 da scrittori e poeti, tra cui Edoardo Sanguineti e Umberto Eco. Attribuisce al linguaggio una funzione sovvertitrice nei confronti della razionalità borghese.


BIOGRAFIE AUTORI


GIOVANNI VERGA: scrittore (1840-1922). L'arte di Verga rappresenta epicamente un mondo di primitivi, in lotta con l'avverso destino, cui inesorabilmente soccombono quando si staccano dalla religione della famiglia e del lavoro. Questo mondo provinciale è un luogo mitico ed emblematico dell'ideale di antica saggezza e sanità morale che costituisce un'alternativa alle insane passioni del mondo cittadino. I Malavoglia.


GRAZIA DELEDDA: scrittrice (1871-1936). Tra verismo e decadentismo, rappresentò gli usi e i costumi degli abitanti della Sardegna, indagandone lo spirito; premio Nobel 1926 per la letteratura. Elias Portolu (1903), Cenere (1904), L'edera (1906), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915), Il paese del vento (1931), parecchie raccolte di novelle.


GABRIELE D'ANNUNZIO: poeta e scrittore (1863-1938). Fu il più importante esponente del decadentismo italiano: l'identificazione di letteratura e vita è il presupposto dell'arte dannunziana, che contrappone alla quotidiana realtà dell'Italia giolittiana l'estetismo, cioè il culto religoso dell'arte. Ricavò da Nietzsche il mito del superuomo che influì sul costume del tempo.


GIOVANNI PASCOLI: poeta (1855-1912). Nella prima raccolta di liriche, Myricae (1891), già si rivela chiara la sua ispirazione poetica, frammentaria, musicale, volta alle sensazioni suggestive. Nella prosa Il fanciullino (1897) Pascoli espone manifestamente la sua poetica, tipicamente decadente, della scoperta delle piccole cose della natura; le suggestioni della sua poesia saranno raccolte dai crepuscolari.


LUIGI PIRANDELLO: scrittore e drammaturgo (1867-1936). Nel 1934 gli venne assegnato il premio Nobel per la letteratura. L'apparizione di Pirandello costituisce l'avvenimento capitale della storia del teatro italiano nel Novecento e uno degli avvenimenti chiave del teatro europeo contemporaneo. Tutta la sua opera è imperniata sul problema della identità profonda delle persone. Il fu Mattia Pascal (1904), L'umorismo (saggio 1908), Così è (se vi pare) (1916), Enrico IV (1922), Sei personaggi in cerca d'autore (1921), Ciascuno a suo modo (1924), Uno, nessuno, centomila.



ALDO PALAZZESCHI: scrittore (1885-1974). Dopo poesie di tono crepuscolare (L'incendiario, 1910) e racconti fantastico-grotteschi (Il codice di Perelà, 1911), scrisse le sue opere migliori: Stampe dell'800 (1932), 'memoria dell'infanzia' malinconica e spesso anche ironica; Le sorelle Materassi (1934), il suo romanzo più noto; Il palio dei buffi (1937). Il controdolore (1914).

ITALO SVEVO: pseudonimo di Ettore Schmitz, scrittore (1861-1928). La sua complessa e inquieta personalità si manifestò già nei primi romanzi (Una vita, 1892; Senilità, 1898), che passarono inosservati. L'amicizia con Joyce e lo studio delle scoperte di Freud, in particolare della nozione di inconscio, maturarono il nuovo romanzo La coscienza di Zeno (1922), che impose in Europa il nome dello scrittore.


ALBERTO MORAVIA: scrittore (1907-1990). Esordì col romanzo Gli indifferenti (1929), che in stile disadorno e crudo descrive il cinismo di un ambiente piccolo-borghese e l'indifferenza morale dei più giovani. A partire da La noia (1960) l'ispirazione di Moravia ha accolto nuove suggestioni, seguendo in modo personale la voga del romanzo-saggio e della narrativa sperimentale.


GIUSEPPE UNGARETTI: poeta (1888-1970). Ricollegandosi alle esperienze dei simbolisti francesi, mirò a ritrovare l'intima essenzialità dell'espressione poetica fondata sul valore primordiale della parola. La sua poesia (che si iscrive nel filone dell'ermetismo) esprime inizialmente la pena derivante da una solitudine senza rimedio, in versi di scabra e rarefatta liricità.




EUGENIO MONTALE: poeta (1896-1981). La sua poesia rispecchia l'angoscia esistenziale per la crudeltà di un mondo ostile e indecifrabile da cui è impossibile evadere: da tale difficile rapporto del poeta con la realtà scaturisce una forma ermetica scabra ed essenziale. Come critico ha tra l'altro pubblicato la raccolta di saggi Sulla poesia. Premio Nobel 1975 per la letteratura.


SALVATORE QUASIMODO: poeta (1901-1968). La sua prima produzione, nel quadro dell'ermetismo, fu caratterizzata dalla sensuale evocazione d'una Sicilia mitica e primordiale. Dall'esperienza solitaria di queste raccolte maturò, attraverso gli anni della guerra e la Resistenza, un cantore meno chiuso e più solidale, nel quale il dramma di quel tempo e la realtà della sofferenza erano assunti come fatti collettivi. Ed è subito sera (1942).


UMBERTO SABA: poeta (1883-1957). La sua poesia aderisce agli aspetti più umili della realtà autobiografica, nella cornice familiare di Trieste; il suo stile è semplice e raffinato. Le sue liriche sono riunite nel Canzoniere (1921-1948; 1951-1961), e nei volumi Mediterranee (1947) e Uccelli - Quasi un racconto (1951); le prose in Scorciatoie e raccontini (1946). Postumo è uscito il romanzo Ernesto (1975).


ELSA MORANTE: scrittrice (1918-1985). La sua narrativa oscilla tra illusione e realtà, tra fiaba e romanzo. Il gioco segreto (1941), Menzogna e sortilegio (1948), L'isola di Arturo (1957), Lo scialle andaluso (1964), La Storia (1974), Aracoeli (1982). Fu moglie di A. Moravia.


PRIMO LEVI: scrittore (1919-1987). Ha raccontato, nel libro Se questo è un uomo (1947), le sue esperienze di deportato in un Lager nazista. Hanno fatto seguito La tregua (1963), La chiave a stella (1978), Se non ora, quando? (1982). Ha raccolto le sue poesie in A ora incerta (1984).


PIER PAOLO PASOLINI: scrittore e regista cinematografico (1922-1975). Personalità complessa, assai spesso provocatoria e ricca di originali intuizioni, è stato artista fecondissimo. La sua produzione è segnata dal dilemma tra l'istintivo richiamo ancestrale alla tradizione contadina e uno sforzo di razionalizzazione stimolato dalla scoperta del marxismo e delle scienze umane. (poesia/romanzi e racconti/saggi/cinema)


LEONARDO SCIASCIA: narratore (1921-1989). Acuto osservatore della vita siciliana, ne ha fatto il canovaccio del suo primo romanzo: Le parrocchie di Regalpietra (1956) e dei racconti Gli zii di Sicilia (1958). Ha poi affrontato i temi della mafia e del nefasto dominio del potere politico: Il giorno della civetta (1961), A ciascuno il suo (1966), Todo modo (1974), La scomparsa di Majorana (1975). Fra le ultime opere: L'affaire Moro (1978), Kermesse (1982), La sentenza memorabile (1983), Il cavaliere e la morte (1988), Una storia semplice (1989).




UMBERTO ECO: critico, semiologo e scrittore (1932). Autore di numerosi saggi, tra cui Opera aperta (1962), Diario minimo (1963), La struttura assente (1968), Trattato di semiotica generale (1975), Il superuomo di massa (1976), I limiti dell'interpretazione (1990) ecc. Hanno avuto grande successo i romanzi Il nome della rosa (1980), Il pendolo di Foucault (1988), L'isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000).




SUSANNA TAMARO: scrittrice (1957). Dopo il romanzo La testa fra le nuvole (1989), la raccolta di racconti Per voce sola (1991) e la fiaba Cuore di ciccia (1992), perviene al successo con il romanzo Va' dove ti porta il cuore (1994). Tra le opere successive: Anima mundi (1997), Tobia e l'angelo (1998), la raccolta di racconti Rispondimi (2001).



CESARE PAVESE: scrittore (1908-1950). Contribuì, specialmente con la sua opera di traduttore, a far conoscere in Italia la narrativa americana. L'ultimo romanzo, La luna e i falò (1950), imperniato sul conflitto, drammatico e centrale nella sua vita, tra l'amara esperienza cittadina e la nostalgia struggente della campagna, è considerato il suo capolavoro.



CARLO LEVI: scrittore e pittore (1902-1975). Confinato durante il fascismo in Lucania, scrisse Cristo si è fermato a Eboli (1945), dove l'esperienza personale s'intreccia con la scoperta di un'umanità ugualmente confinata ai margini della civiltà. Tra le opere successive: L'orologio (1950), Le parole sono pietre (1955), Il futuro ha un cuore antico (1956), La doppia notte dei tigli (1959).





EDOARDO SANGUINETI: critico e scrittore (1930), tra i maggiori esponenti dell'avanguardia e del Gruppo 63. Capriccio italiano (romanzo, 1963). Saggi: Interpretazione di Malebolge (1961), Tra liberty e crepuscolarismo (1961). La sua produzione poetica è raccolta nei volumi Cantamerone 1951-1971 (1974), Segnalibro (1982) e Senza titolo (1992).


FILIPPO TOMMASO MARINETTI: scrittore (1876-1944), fondatore del futurismo, di cui pubblicò il Manifesto sul quotidiano parigino Figaro (1909). In politica fu interventista e sostenitore del fascismo. Mafarka il futurista (1910), La battaglia di Tripoli (1912), Zang Tumb Tumb (1914), Teatro sintetico futurista (1916), Poema africano (1937).]








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