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I RITRATTI PROFETICI di Nathaniel Hawthorne (in Racconti raccontati due volte)

letteratura inglese



I RITRATTI PROFETICI di Nathaniel Hawthorne

(in Racconti raccontati due volte)


Walter Ludlow parla a Elinor (sua futura sposa) di un pittore (non soltanto eccelle nella sua arte, ma possiede anche vaste conoscenze in tutti gli altri campi della cultura e della scienza. è un gentiluomo così educato. un vero cosmopolita)


Boston


stai parlando di un pittore o di uno stregone? dicono che egli dipinga non soltanto i lineamenti di una persona, ma anche la sua mente e il suo cuore. sa cogliere i sentimenti e le passioni segrete, e le rende sulla tela come un raggio di sole, e fors'anche, nei ritratti di persone tenebrose, come un bagliore di fuoco infernale. è una dote che incute paura. ho quasi timore di posare per lui




quando però il giovane se ne fu andato, una strana espressione era innegabilmente ancora dipinta sul ben volto giovanile della sua amata. era uno sguardo triste e inquieto, che poco si confaceva a quelli che dovevano essere i sentimenti di una giovane donna alla vigilia delle nozze. uno sguardo! non stupisce che l'abbia turbato, se esprimeva ciò che talvolta sento. so bene, per mia stessa esperienza, quanto può essere pauroso uno sguardo. ma è stata soltanto una fantasia. non ci pensavo in quel momento, non ho più visto niente da allora, l'ho soltanto sognato


il nostro pittore era nato e si era educato in Europa. aveva studiato la grandiosità e la bellezza della concezione artistica e il tocco di qualsiasi maestro non aveva più nulla da insegnare alla sua mente superiore. se l'arte non poteva aggiungere niente alla sua lezione, poteva invece farlo la natura. era andato perciò a visitare un mondo in cui nessuno dei suoi colleghi l'aveva preceduto, per ispirarsi alla vista di immagini che, pur suggestive e pittoresche, non erano mai state trasferite sulla tela. l'America era troppo povera per offrire altre visioni allettanti ad un artista così eminente, ma all'arrivo del pittore molti esponenti dell'aristocrazia coloniale avevano espresso il desiderio di tramandare ai posteri le loro fattezze per mezzo della sua arte


l'artista fissava sul richiedente il suo sguardo penetrante e sembrava esaminarlo da capo a piedi. se vedeva davanti a sé soltanto un volto disteso e placido, nonostante le ghinee d'oro per pagarlo, declinava garbatamente l'incarico e la relativa ricompensa. se invece un volto rivelava qualcosa di insolito, nel pensiero, nel sentimento o nell'esperienza, allora gli dedicava tutta la sua arte che aveva negato a persone ben più facoltose. la pittura era allora così rara nelle colonie che l'artista era diventato oggetto di generale curiosità. se pochi, o nessuno, potevano apprezzare le qualità tecniche della sua produzione, per altri aspetti l'opinione della massa era apprezzabile quanto il raffinato giudizio dell'intenditore. egli studiava quindi la reazione che ogni suo dipinto produceva su quei profani osservatori, e traeva vantaggio dai loro commenti. sembrava competere con la natura


la loro ammirazione era però condizionata dai pregiudizi del tempo e del luogo

alcuni ritenevano che fosse un'offesa alla legge del creatore, il dar vita a così vivide immagini delle sue creature

altri, spaventati da un'arte che poteva evocare fantasmi a sua volontà e conservare tra i vivi l'immagine dei defunti, erano inclini a considerare il pittore come uno stregone o magari come il famigerato uomo nero dei tempi delle streghe, intento a tramare sventure in una diversa forma

queste sciocche fantasie erano molto diffuse tra la gente, ma anche tra le sfere più alte


vanno a casa del pittore. quadri = a persone vere. parecchie persone raffigurate erano a loro note, sia come eminenti personaggi del tempo, sia come conoscenze personali (anche Cooke). fanno commenti sulle sensazioni che i quadri suscitano loro


udirono allora un passo alle loro spalle, e, voltandosi, videro il pittore, che già da qualche minuto era nella stanza e aveva ascoltato alcuni dei loro commenti. era un uomo di mezza età, e il suo contegno era all'altezza del suo pennello. in effetti, per via del suo abbigliamento pittoresco, benchè incurante, o forse perché il suo spirito era sempre presente nelle forme che dipingeva, assomigliava lui stesso ad uno dei suoi ritratti. i suoi visitatori avvertirono qualche affinità tra l'artista e le sue opere, ed ebbero la sensazione che uno dei personaggi ritratti sulla tela ne fosse uscito per salutarli


Walter gli spiega lo scopo della loro visita. l'artista rimane colpito dalla luce dei 2 innamorati. accetta l'incarico. si accordano per 2 ritratti separati a mezzo busto


dopo che si furono congedati, Walter chiese a Elinor se si rendeva conto di quale influenza sul loro destino stava per acquistare il pittore. le vecchie di Boston affermano che dopo essersi impossessato del volto e della figura di una persona, il pittore può rappresentarla in qualsiasi atto o situazione, e che questo ritratto sarà profetico


il pittore preferì dipingere i 2 ritratti contemporaneamente, portando come motivo, nell'esoterico linguaggio che talvolta usava, che i loro volti gettavano luce l'uno sull'altro. essi vedevano comparire le loro immagini, ma anche se la somiglianza sembrava essere perfetta, non erano del tutto soddisfatti dall'espressione, che sembrava più incerta che nelle altre opere del pittore. questi era tuttavia soddisfatto delle sue prospettive di successo, ed era così interessato al ritratto degli innamorati che, a loro insaputa, dedicava anche il suo tempo libero a disegnare l'immagine a carboncino delle loro figure


se il pennello riuscirà ad essere fedele alla mia visione, negli ultimi tocchi che sto meditando questi 2 ritratti saranno le mie opere migliori. raramente, infatti, un artista ha avuto a disposizione simili soggetti


tra tutte le vanità umane, nessuna ha maggior presa sull'immaginazione di quella di far dipingere il proprio ritratto. ma perché è così? lo specchio, il riflesso dell'acqua, e ogni altra superficie che rifletta ci offrono continuamente un ritratto di noi, o piuttosto un nostro simulacro che contempliamo e subito dimentichiamo. ma lo dimentichiamo solo perché esso vanisce. è l'idea della durata, dell'immortalità terrena che conferisce un così misterioso fascino al nostro ritratto dipinto


vanno nello studio del pittore per ritirare i 2 ritratti. i loro sguardi furono subito richiamati dai loro ritratti, che erano posati contro la parete opposta della stanza. a prima vista, nel vedersi a distanza nella luce fioca, in quello che era il loro naturale atteggiamento e nell'atmosfera che riconoscevano così bene, lanciarono contemporaneamente un'esclamazione di soddisfatto stupore. nessuna cupa passione può oscurare i nostri volti! nessun funesto mutamento potrà rattristarci!


Walter, dopo un po', nota un cambiamento nel ritratto di Elinor. mi è sembrato che il ritratto mutasse espressione mentre lo guardavo. gli occhi sono fissi nei miei con uno sguardo stranamente triste e inquieto. uno sguardo di dolore e di paura. il pittore gli suggerisce di confrontare il dipinto con il volto reale. Walter lanciò un'occhiata di traverso alla sua amata, e trasalì. immobile e assorto, affascinato quasi nella contemplazione del ritratto di Walter, il volto di Elinor aveva assunto esattamente l'espressione che Walter lamentava. Elinor non sembrava nemmeno ascoltare la conversazione tra l'artista e il suo fidanzato, finchè lui le prese la mano richiamando la sua attenzione, e allora, con un improvviso tremito, ella spostò lo sguardo dal ritratto al volto originario. Elinor chiede a Walter se non ha notato qualche cambiamento nel suo ritratto. no, solo un'espressione più vivace


Elinor si rivolse al pittore, guardandolo con tristezza e spavento, ed ebbe la sensazione che lui la ricambiasse con uno sguardo di comprensione e pietà, anche se lei poteva intuirne solo vagamente il motivo. quello sguardo! com'è comparso sul suo volto? il pittore, tristemente, la prende in disparte. in tutti e 2 i ritratti ho dipinto ciò che vedevo. l'artista, il vero artista, deve guardare sotto all'esteriorità. il suo dono più prezioso, ma spesso anche il più doloroso, è quello di vedere l'anima interiore e, grazie ad un potere che nemmeno lui saprebbe definire, farla risplendereno richiamando la sua attenzione, e allora, con un improvviso tre    o oscurarsi sulla tela, attraverso sguardi che esprimono pensieri e sentimenti di anni. volesse il cielo che mi convincessi di essere in errore in questo caso!


l'artista mostrò un disegno a carboncino di 2 figure. se fossi in errore, se il suo cuore non si riconosce in questo suo ritratto, se lei ha qualche nascosto motivo per non fidarsi della mia rappresentazione dell'altro, non è troppo tardi per modificarli. potrei trasformare anche l'azione di queste figure. ma ciò potrebbe influire sull'evento? gli fa vedere lo schizzo. un brivido percorse Elinor, e un grido le affiorò alle labbra, ma lei lo trattenne, con quell'autocontrollo che diventa abituale a tutti coloro che nascondono nel seno pensieri di paura e di angoscia. Elinor si accorge che Walter si sta avvicinando al tavolo. no, non faremo modificare i ritratti. se il mio è triste, apparirò ancora più gaia al confronto. e così sia. mi auguro che le vostre pene siano così immaginarie che soltanto i vostri ritratti possano piangere per esse! in quanto alle vostre gioie, possano essere sincere e profonde, e dipingersi su quel bel volto, fino a smentire la mia arte!

dopo il matrimonio, i 2 ritratti costituivano il più prezioso ornamento della loro dimora. erano appesi fianco a fianco, separati da una stretta striscia, e sembravano scrutarsi sempre l'un l'altro, ma ricambiando sempre lo sguardo di chi li osservava


ma era su persone dotate di naturale sensibilità, che quei ritratti esercitavano il loro massimo effetto

era il ritratto di Walter che attirava per primo l'attenzione. questi osservatori discutevano sull'espressione che il pittore aveva inteso dare ai suoi lineamenti, e tutti erano d'accordo sul fatto che era uno sguardo allusivo, anche se vi erano differenti interpretazioni

le opinioni erano meno divergenti per quanto riguardava il ritratto di Elinor. si differenziavano nel tentativo di giudicare la natura e la profondità della malinconia che aleggiava sul suo volto, ma erano tutti d'accordo che era un'espressione malinconica, ed estrena al naturale temperamento della loro giovane amica


tra gli amici si sussurrava che il volto di Elinor assumeva giorno dopo giorno una sempre più profonda pensosità, tale da minacciare di renderla una controparte troppo somigliante al suo malinconico ritratto. Walter, dal canto suo, anziché acquistare il vivido sguardo che il pittore gli aveva conferito sulla tela, diventata riservato e depresso, non mostrava alcun lampo esteriore di emozione


dopo qualche tempo, Elinor copre i ritratti con un telo, adducendo il motivo che la polvere poteva corrodere i colori e la luce sbiadirli


il pittore fa ritorno dal suo viaggio. era andato verso nord (montagne del New England, lago George, cascate del Niagara). senza profanare quello spettacolo con la finzione della sua arte. tra gli indiani. raramente sentiva l'impulso di ispirarsi a scene naturali, se non come contesto per delineare il volto e la figura degli esseri umani, i loro istinti e pensieri, le loro passioni e sofferenze. aveva fatto tesoro di tutto ciò e il suo viaggio avventuroso lo aveva arricchito molto. aveva anche abbozzato i ritratti e le scene viste. tutto il cuore della vecchia terra gli si erano rivelati sotto una nuova luce. aveva la sensazione che la profonda ispirazione della sua arte, che aveva così lontano ricercata, era stata infine trovata


tuttavia, 2 fantasmi erano sempre stati compagni del suo cammino. come tutti gli uomini dominati da uno scopo superiore, anche il pittore era isolato dalla massa del genere umano. non aveva altro fine, piacere o inclinazione se non ciò che era associato con la sua arte. per quanto cortese fosse nei modi, ed elevato nei propositi e nelle azioni, egli non conosceva sentimenti di bontà, il suo cuore era freddo e nessuna creatura vivente poteva avvicinarsi a lui abbastanza per riscaldarlo. per questi 2 esseri umani, invece, aveva provato nella massima intensità quell'interesse che sempre lo avvicinava ai soggetti del suo pennello. aveva indagato nelle loro anime con la sua più acuta intuizione, e ne aveva dipinto l'effetto sui loro lineamenti. aveva strappato alle tenebre del futuro un pauroso segreto, e l'aveva oscuramente rivelato nei loro ritratti


erano sempre presenti nelle sue visioni pittoriche, e non come imitazioni della vita, né come pallidi spiriti di defunti, ma in forma di ritratti, ognuno con l'inalterabile espressione che la sua magia aveva evocato dalle profondità dell'anima. non avrebbe potuto riattraversare l'Atlantico senza vedere ancora una volta i modelli di quegli eterei ritratti


ah, arte immortale! tu sei l'immagine del creatore stesso. i morti vivono ancora, e tu li rievochi nei loro scenari d'un tempo, e dai alle loro grigie ombre la lucentezza di una vita migliore, al tempo stesso terrena e immortale. tu catturi i momenti fuggevoli della storia, e grazie a te non esiste passato, perché, al tuo tocco, tutto ciò che è grande diventa presente per sempre, e gli uomini illustri vivono attraverso i secoli, nel visibile compimento delle imprese che li hanno resi tali. ah, arte possente, tu che fai apparire il nebuloso passato in quella stretta striscia di luce che chiamiamo adesso, non puoi tu evocare il futuro ancora velato per incontrarlo qui? non è questo che io ho compiuto? non sono io il tuo profeta?


non è bene che un uomo accarezzi in solitudine le sue aspirazioni perché, se non ha intorno a sé quelle persone col cui esempio egli può controllarsi, i suoi pensieri, desideri, speranze diventeranno stravaganti, ed egli stesso assumerà la parvenza, se non la realtà, di un folle. leggendo nel cuore degli altri, con perspiscacia quasi sovrannaturale, il pittore non riusciva a vedere il disordine dentro il suo


quel ritratto, penso che non svanirà mai. vedo i volti ritratti, le figure e l'azione rappresentate nello schizzo!


il suo sguardo incontrò quei personaggi viventi, e i ritratti che li rappresentavano, che per tanto tempo erano stati oggetto del suo speciale interesse. si fermò sulla soglia. non si erano accorti del suo arrivo. Walter e Elinor erano in piedi davanti ai loro ritratti, dai quali il primo aveva appena rimosso il pesante telo. i ritratti, tenuti celati per mesi, splendevano ancora di immutato splendore, e, anziché essere illuminati da un riflesso presto a prestito, sembravano gettare una cupa luce nella stanza

quello di Elinor era divenuto quasi profetico. una pensosità e poi una dolce malinconia si erano successivamente posate sulla sua espressione, approfondendosi, col trascorrere del tempo, in una sottomessa angoscia. un miscuglio di paura era ciò che ora avrebbe reso l'espressione di quello sguardo

il volto di Walter era accigliato e opaco, oppure era animato da sporadici sprazzi, che dopo averlo illuminato brevemente lasciavano un'ombra ancora più scura


al pittore sembrò di udire i passi del destino che si avvicinavano alle sue spalle, proseguendo verso le sue vittime, e uno strano pensiero gli attraversò la mente. non era forse lui stesso la figura in cui quel destino si era incarnato, non era lui il principale artefice del male che aveva prefigurato?


Walter rimaneva in silenzio davanti al ritratto, raccolto in comunione con esso come col proprio cuore, abbandonandosi all'incantesimo della maligna influenza che il pittore aveva calato sui suoi lineamenti. a poco a poco il suo sguardo si accese, e mentre Elinor osservava il furore che si diffondeva sul suo volto, quello di lei assumeva un'espressione inorridita, finchè, quando lui si voltò verso di lei, la rassomiglianza di ambedue ai loro ritratti diventò perfetta


il nostro destino incombe su di noi! muori! estratto un coltello, la sostenne con un braccio, mentre lei si afflosciava a terra, e lo puntò al suo petto. in quell'azione, nello sguardo e nell'atteggiamento di ambedue, il pittore potè riconoscere le figure del suo disegno. il ritratto, con tutta la sua terribile impronta, era ora finito


fermati, pazzo! era avanzato dalla porta e si era interposto tra quei 2 infelici con la stessa capacità di dominare il loro destino quanta ne aveva nel modificare una scena sulla tela. rimase lì come uno stregone, controllando gli spiriti che egli stesso aveva evocato. come? il destino impedisce l'esecuzione del suo stesso decreto? stupida donna! non l'avevo forse avvertita? sì, è vero. ma .. io l'amavo!


non contiene una profonda morale, questo racconto? auguriamoci che il risultato di una nostra azione, o di tutte, possa essere prefigurato e posto davanti a noi: alcuni lo chiameranno destino, e si affretteranno oltre, altri saranno sopraffatti dalle loro passioni, ma nessuno ne sia distolto da un ritratto profetico




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