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Benichou « L'école du désenchantement »

letteratura francese



Benichou « L'école du désenchantement » 


Possiamo chiamare "Jeune- France" non solo un gruppo particolare di giovani romantici che hanno accettato questo nome dopo il luglio del 1830, ma anche tutta una generazione la cui caratteristica peculiare è la volontà di rivolta e la disperazione, quindi inizialmente Musset, per certi aspetti, sembra appartenere a questo gruppo, benché non  ne abbia mai fisicamente fatto parte. Musset prova, o forse affetta, questa sorta di frenesia senza via d'uscita che affligge i suoi coetanei ed esordisce con delle poesie sui temi della gelosia, della voluttà legata alla morte, di suicidio e di assassinio, raccolte dei "Contes d' Espagne et d'Italie", pubblicati all'inizio del 1830. Musset però si distingue da questi giovani per il modo di rivolgersi al pubblico tendente alla mondanità, quasi come se volesse resuscitare gli usi e i modi del XVIII secolo, caratterizzato dalla predominanza dell'aristocrazia.



L'amore è l'unico soggetto trattato da Musset, ma è un amore destinato al fallimento e alla sofferenza. La prima esperienza sentimentale di Musset infatti è caratterizzata dal tradimento da parte della donna amata e questo fatto influenzerà tutta la sua produzione. Il modo in cui parla dell'accaduto nelle Confessions fa pensare piuttosto ad un evento mai accaduto e infatti della donna amata e traditrice non si sa nulla di preciso. Nelle opere di Musset le sofferenze d'amore sono valorizzate e testimoniano un giudizio amaro sul mondo che fa pensare ad un tipo di pessimismo che possiamo definire eroico da parte 838e41i dell'autore.

La scoperta del tradimento è per Musset un avvenimento traumatico, infatti uccide l'amore e fa nascere un sentimento d'orrore e di profanazione nei confronti di quest'ultimo, quindi l'autore per spiegare i suoi sentimenti arriva perfino ad usare delle figure di santità profanata. Tutto questo nasce dalla gelosia delirante di Musset, dovuta alla mancanza di fiducia in se stesso, per questo la donna è umiliata e considerata una nullità, derisa e disprezzata, ma per assurdo anche l'animo del tradito ha bisogno di avvilire se stesso per questo nelle Confessions pensa di rivivere il primo tradimento.

L'analisi delle opere di Musset ci porta ad una visione del mondo da parte di questo autore molto pessimista, infatti nella vita regna la delusione quindi la donna è vista come una nemica seduttrice e odiosa. Questo tipo di donna è rappresentata dei tre atti di "André del Sarto" dove Lucrèce tradisce il marito con il suo migliore amico. Possiamo concludere che alla base delle opere pessimiste di Musset ci sia un disincanto fondamentale che ha preceduto le circostanze sfortunate della sua vita.

Dopo i trent'anni Musset smette di scrivere ed è lui stesso a sostenere che proprio questa età è quella decisiva dell'inaridimento, rappresentato da Musset con metafore allucinatorie come quella del doppio. Vediamo questa metafora nella "Nuit de Décembre" dove Musset vede il suo doppio, che sta a significare il fatto che il poeta non ha altra compagnia che se stesso, quindi nella solitudine paradossalmente il poeta trova la strada per la comunicazione con gli altri.

C'è un altro tipo di dualismo nelle opere di Musset ed occupa un posto molto più importante: è la legge discordante che lega il desiderio e il suo oggetto, portando all'opposizione fra il desiderio e la sua non-soddisfazione. In altre parole la visione negativa del modo da parte di Musset è data dal duo Ideale desiderato e del Reale frustrante. Questa opposizione si manifesta molto presto in Musset, per cui nessuna donna reale potrà mai soddisfare le sue attese, perché l'oggetto del suo desiderio appartiene all'irreale.

La famiglia di Musset era di orientamento liberale, ma non si sa precisamente quale fu il comportamento di Musset nel luglio.

"Voeux Stériles" è il primo testo in cui parla del rapporto fra poeta e società, fra poesia e azione. Molti autori cercarono di stabilire un rapporto armonico fra questi termini contrastanti, invece Musset ripudia lo stereotipo del vate romantico ispirato che annuncia l'avvenire all'umanità. Il dualismo fra reale e irreale si concretizza nel disaccordo insolubile fra poeta e umanità, in quanto il poeta non ha fiducia negli uomini. Nelle sue opere infatti Musset ostenta scarso interesse per la società, anche se rimane un fondo di amarezza nel rapporto con il suo tempo e gli uomini del suo tempo, perché la comunità è vista come un insieme di falsi amici, ma Musset sa che non si può vivere senza la società. Questo atteggiamento è evidente in una delle sue opere maggiori "Lorenzaccio", l'eroe di questo dramma è un uomo che ha creduto e si è dedicato alla comunità, da cui però è stato abbandonato, questa è l'ennesima prova della disillusione di Musset nei confronti del modo. Lorenzo ci viene presentato come un uomo vile e corrotto, ma in gioventù è stato un essere puro e il disgusto per ciò che è diventato lo distingue dai suoi simili. Il punto focale di questa opera è che ormai Lorenzo ha conosciuto il vero lato della realtà, che è ovviamente negativa, quindi per lui l'ideale non è che una chimera.

Inizialmente si può pensare che "Lorenzaccio" si rifaccia agli avvenimenti del luglio 1830, quando il potere impopolare era stato abbattuto, ma le speranze che questo successo aveva creato erano state ugualmente deluse. La somiglianza però si limita semplicemente allo schema degli avvenimenti, perché l'attenzione di Musset si concentra sul disgusto che il protagonista prova per se stesso che per gli avvenimenti in quanto tali. Il bersaglio di Musset è l'umanità intera, riguardo cui la sua disperazione è definitiva e proprio per questo il disincanto sul piano politico diventa scetticismo e rassegnazione.

Musset manifesta la propria simpatia per la famiglia reale scrivendo numerosi poemi d'omaggio e molte opere satiriche sulle nuove idee che si stavano diffondendo a quei tempi. Nel 1836 infatti scrive "Lettres de Dupuis et Cotonet", in cui vediamo due borghesi, Dupuis e Cotonet appunto, che cercano di dare una definizione di romanticismo e di umanitarismo, ma le loro risposte sono vaghe e manifestano una certa ignoranza su queste materie.

Musset non accetta le idee politiche moderne e neppure le idee religiose, infatti una volta istituita la "legge del male di vivere" bisogna anche cercare una via d'uscita, ma rifiuta le soluzioni proposte dalla religione per cercare una sua riposta personale nel pensiero solitario che cerca di stabilire un contatto con l'universo. Musset addirittura parla con disprezzo della religione cristiana e soprattutto dei conventi in cui si nega l'esistenza dell'amore terreno, unico punto fermo nella sua vita. Nel 1830 pubblica "Le Tableau d'Eglise", una meditazione di stampo eretico sul Cristianesimo, in cui accusa la Chiesa di aver distorto la dottrina cristiana. In questa opera il Cristo è rappresentato come puramente uomo e Musset sostiene che neppure il cristo stesso credeva di essere figlio di Dio, della cui esistenza arriva a dubitare sulla croce. Il Cristo rappresenta in questa opera il disincanto come risposta a tutte le religioni del mondo. Musset afferma che neppure Maria credeva nella divinità del figlio. Nell'edizione del "Le Tableau d'Eglise" del 1833 Musset apporta un cambiamento fondamentale: non è più la Chiesa ad aver distorto la dottrina cristiana, ma i filosofi moderni. Musset scrive un altro poema di argomento religioso intitolato "L'Espoir en Dieu", in cui trasporta la dicotomia Reale-Irreale sul piano religioso e quindi l'impossibilità di soddisfarci sia con l'uno che con l'altro, rifacendosi al contrasto caratteristico del Cristianesimo fra vita terrena e vita ultraterrena, ma in questo testo di manifesta più il dubbio che non la speranza riguardo le teorie della dottrina cristiana.

Il secolo precedente ha ucciso la fede ma anche smesso di sentire la vita dell'universo, negata dalla scienza, che ignora tutto ciò che non riesce a spiegare con i suoi calcoli. La poesia invece ha per missione la celebrazione dell'universo, perpetuando in tal modo un tipo di conoscenza del mondo al di là della ragione e quindi a cui la scienza non può avere accesso. Musset rappresenta in modo funesto gli effetti distruttori della scienza, ma non propone alcuna soluzione.

In un celebre capitolo dell'opera "La Confession d'un Enfant du Siècle" Musset ambienta la storia del suo protagonista all'interno dei capovolgimenti che stanno avvenendo in Francia. Il suo eroe parla della generazione nata e cresciuta nel periodo della guerra e dell'Impero napoleonico, che adesso si trova alle prese con la Restaurazione. È una gioventù disincantata, presa tra il freddo calcolo della ragione e una passione irresistibile, scatenata dai ricordi e dai racconti riguardanti le guerre napoleoniche, questo contrasto fa nascere in questi giovani un sentimento di sconforto inesprimibile. La generazione di cui parla Musset non può essere la sua, perché quando morì Napoleone aveva solo cinque anni, quindi probabilmente parla di cose che ha sentito raccontare.

Benché Musset non abbia vissuto le lacerazioni tipiche di questo periodo, prova comunque una profonda sofferenza dovuta all'oscillazione del suo spirito fra la frenesia della disperazione e l'attesa della felicità. Per uscire da questa sofferenza Musset si aggrappa all'amore o perlomeno all'idea che ne ha, d'altra parte però è proprio nell'amore che si concretizza maggiormente il contrasto insanabile fra male e bene a causa del quale si cerca la salvezza. L'amore infatti si incarna in una figura femminile che rappresenta sia il male che il bene, le due forze, divina e diabolica, dello scenario religioso, quindi la donna è autrice della perdizione e chiave della salvezza contemporaneamente. È proprio questa la posizione di George Sand per Musset, che infatti soffrì per questo legame molto più che per ogni altro.

Tutto quello che sappiamo su questa relazione lo abbiamo appreso attraverso la corrispondenza incompleta e spesso censurata degli amanti. Premettiamo che già prima che cominciasse questa relazione Musset nelle sue opere aveva delineato i tratti principali della sua visione del sentimento amoroso, cioè il contrasto fra innocenza e corruzione, la donna vista come nemica, il tentativo,paradossale di fraternizzare con il rivale, il decadimento e la velleità della salvezza; tratti che si intensificheranno durante la sua relazione con George Sand.

Musset si trova di fronte ad una donna fuori dal comune, più che altro un grande autore dotato di un'intelligenza prestigiosa, che quindi lo intimidisce e fra i due nasce una relazione di tipo insolito, cioè non solo un rapporto fra amante timido e donna riverita, ma anche fra madre e figlio. Musset infatti come essere sofferente, bisognoso di consolazione e George Sand accetta questo ruolo. In questo modo Musset pensa di eliminare tutte le sofferenze legate alla situazione di amante, ma il preteso rimedio si rivela una nuova fonte di sofferenze e Musset se ne accorge solo dopo molto tempo.

Nel gennaio del 1834 Musset e George Sand sono a Venezia e il loro legame sembra alla fine, ma poco dopo Musset si ammala gravemente e nonostante tutto George Sand lo assiste con devozione chiamando a curarlo il dottor Pagello. George Sand però diventa l'amante del dottor Pagello e viene scoperta. Musset è follemente geloso, ma da questa disperazione e dalla relazione ambigua che lo lega a George Sand trova una sorta di salvezza, l'"amore morale". Questo nuovo tipo di amore si concretizza anche grazie al modo di George Sand di interpretare la situazione: Musset è il bambino malato da soccorrere, il dottor Pagello è il grande e nobile amico e ella è l'animo del trio, garante dell'armonia. Musset accetta di buon grado la situazione addirittura nelle sue lettere manifesta il grande bisogno di fraternizzare con il rivale e di pari passo George Sand è vista come una madre, dunque l'idea del rapporto carnale è rifiutata. Questa situazione manifesta un cambiamento dei principi in vista della salvezza, infatti accade una sorta di purificazione della donna mata, ma traditrice e il rivale non è più oggetto di odio, ma modello.

Nel maggio del 1834 George Sand mette in forma letteraria la storia del decadimento e del riscatto di Musset facendolo culminare con l'episodio della sua malattia. Musset è il tipico eroe romantico, preda del male a causa della grandezza del suo animo, è salvato momentaneamente dalla presenza salutare dell'amica, ma è tormentato dal ricordo del suo passato e infatti viene punito con la malattia a cui sopravvive miracolosamente anche grazie alle cure dell'amica. Questa versione altamente letteraria dell'accaduto soddisfa sia George Sand, perché placa i suoi sensi di colpa, sia Musset che vede rappresentata in questa opera la sua doppia personalità, buona e cattiva contemporaneamente.

Musset stesso nell'aprile ha già in mente di scrivere la storia del suo legame con George Sand per guarire ed elevare il suo cuore, testimoniare la grandezza del loro amore e celebrare George Sand come sua salvatrice.

Visto l'atteggiamento pessimista di Musset che anche la sua opinione riguardante la funzione del poeta sia anch'essa negativa, ma bisogna anche considerare che Musset ha più volte cercato un rimedio per il suo pessimismo e questo ci porta a pensare che si sia posto il problema della comunicazione con il suo pubblico, attingendo non solo alle recenti innovazioni, ma anche alla tradizione. Musset infatti in alcune sue opere si rifà ai temi dello spiritualismo romantico e quindi considera il dolore come una prova da cui trarre un insegnamento provvidenziale, perciò è naturale che sia stato tentato di applicare questo modo di pensare alla condizione del poeta. Vediamo infatti in "La Nuit de Mai" che la Musa spiega al poeta che le sue sofferenze lo hanno reso più grande e proprio per questo la sofferenza è fonte di grandi opere. In più nella parabola del Pellicano che offre le sue interiora ai piccoli come nutrimento, si aggiunge l'idea del sacrificio del poeta.




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