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Uno dei temi principali di tutta la Divina Commedia è quello del viaggio. Questo tema è fondamentale per l'affermazione dell'opera dantesca, ma solo nel Paradiso possiamo scoprire il vero significato del viaggio.
Inizialmente era vist 434d32e o nella prospettiva dalla società al cui rinnovamento il poeta si è impegnato con la testimonianza del suo sacrificio e la nobiltà della sua opera poetica. Ma dopo l'incontro chiarificatore con il trisavolo Cacciaguida il viaggio di Dante avrà il compito di promuovere il rinnovamento morale dell'umanità ferita dalla cupidigia "capitalistica" di rifondare Chiesa e Impero richiamandoli alle loro originarie funzioni. Dante rivive nella sua dolorosa vicenda il martirio della grandi figure religiose e si fa erede di Cacciaguida come crociato e cavaliere di Cristo.
Il viaggio non è stato dunque concepito come un itinerario per esaltarsi in Dio e staccarsi dalla storia degli uomini; il poeta celebra il mistico annegamento di una creatura in Dio, ma definisce il viaggio come riconquista della divinità per riconsegnarla agli uomini: Dante è il cantore del ritorno di Dio fra gli uomini perché si ristabilisca un rapporto di concordia e di armonia tra la terra e l'aldilà. Il viaggio è considerato viaggio-visione ed era stato concesso a dante in favore del mondo che mal vive, perché egli esortasse e incoraggiasse gli uomini a ristrutturare la società secondo il modello evangelico testimoniato da molti esempi.
Il poeta si propone quindi di riconsegnare agli uomini con il suo viaggio una società civile e giusta, quasi come una crociata.
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