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IL PIACERE - La vita

letteratura



IL PIACERE


La vita

Nato nel 1863 a Pescara da agiata famiglia borghese, studiò in una delle scuole più rinomate del tempo, il Collegio Cicognini di Prato. Esordì a sedici anni con una raccolta di poesie, Primo Vere, che suscitò una certa risonanza ed otte 353h74d nne notevole attenzione anche da parte di letterati di fama. A diciotto anni si trasferì a Roma per frequentare l'Università. Abbandonò presto gli studi, preferendo vivere tra salotti mondani e redazioni dei giornali. Acquistò subito notorietà attraverso opere narrative, poetiche o giornalistiche. In questi anni D'Annunzio crea la maschera dell'esteta, dell'individuo superiore che rifiuta la mediocrità borghese e si prefigge solo l'arte e il bello. Dopo un periodo di crisi, cercò nuove soluzioni in un nuovo mito, quello del superuomo, ispirato dalle teorie del filosofo tedesco Nietzsche, che contemplava non più solo bellezza ma anche energia eroica. Tuttavia per ora si limita ad applicare questa teoria nelle sue opere senza attuarne un riscontro concreto. Nella realtà cercava di creare una vita inimitabile fuori dalle regole e dalla morale contemporanea. Divenne famoso per i lussi della sua villa sui colli di Fiesole e per il lungo travagliato amore con Eleonora Duse. Nel 1897 tentò l'esperienza politica militando in Parlamento come deputato dell'estrema destra e nel 1898 iniziò l'esperienza teatrale. Nel 1910 fu costretto a fuggire in Francia a causa dei creditori che lo incalzavano da più parti. Il ritorno in patria avvenne con lo scoppio della prima guerra mondiale: combatté a cinquantadue anni e compì imprese straordinarie come il volo su Vienna. Nel dopoguerra,  deluso per il fatto che Istria non fosse più parte d'Italia, al comando di un gruppo di volontari occupò Fiume e nel 1920 fu scacciato con le armi e trovatosi di fronte a Benito Mussolini fu costretto a un riposo forzato in una lussuosa villa di Gardone (il Vittoriale), dove trascorse gli ultimi anni della sua vita scrivendo opere di memoria fino alla morte, avvenuta nel 1938.




Presentazione del testo  

Il Piacere  Gabriele D'Annunzio

Arnoldo  Mondadori £25.000


Breve sintesi del contenuto del romanzo

Andrea Sperelli, dei conti Fieschi d'Ugenti, nella Roma di fine Ottocento si trova alla costante ricerca del piacere, del bello, dell'arte: vive tra salotti e ricevimenti mondani della Roma elitaria del tempo, sempre alla ricerca di raffinatezze, quali la letteratura, l'antiquariato, la scultura e la pittura. Nonostante le ricercatezze di cui si circonda, il protagonista si sente vuoto dopo l'addio con Elena Muti, sua amante partita all'improvviso per l'Inghilterra con un ricco marchese. Dopo due anni il suo ritorno provoca in Sperelli lo stesso turbamento dei giorni in cui erano amanti; essendo però vani i suoi tentativi di riallacciare i rapporti con la donna, si getta nel mondo barocco delle feste, dei ricevimenti e del lusso. In questa dissolutezza reca offesa a una nobildonna e il marito della stessa sfida e ferisce Andrea in un duello riparatore. Nel periodo di convalescenza trascorso nella villa di campagna della cugina si dedica alla scrittura e all'arte. Ad infrangere la pace ritrovata interviene l'arrivo di un'amica della cugina, Maria Ferres, del tutto diversa da Elena Muti ma comunque in grado di turbare profondamente il malato. Il rapporto di amicizia dei due, nella villa di Schifanoja, si trasforma ben presto, con il ritorno a Roma, in amore. Sfortunatamente Sperelli continua ad amare anche Elena oltre a Maria e la confusione di sentimenti di cui è vittima lo spinge per errore a pronunciare il nome di Elena quando è abbracciato a Maria: di conseguenza questa lo lascia e Sperelli vede infrangersi il suo sogno di esteta.





Idee-guida

Molti critici sono concordi nel definire Il piacere un romanzo nuovo: infatti, se visto in rapporto al contesto storico culturale del suo tempo, il romanzo può essere definito per certi tratti d'avanguardia: D'Annunzio lo compone nel pieno fiorire del Verismo italiano e del Naturalismo francese e non rinnega certo queste poetiche, ma riesce a migliorarle in punti in cui secondo lui erano deficitarie. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento D'Annunzio, come del resto i suoi contemporanei, oscillano tra Naturalismo e Simbolismo, in una sorta di Estetismo raffinatissimo che spinge l'uomo di cultura a cercare i piaceri non nella scienza che sta ormai tramontando ma nell'effimero e rarefatto mondo del lusso, dei salotti urbani, della ricercatezza di forme d'arte che sta ora sorgendo. Il tradimento di D'Annunzio nei confronti di Zola e di Verga, rispettivamente portabandiera del Naturalismo e del Verismo, risiede tutto nell'avere semplificato e ridotto ad impulsi erotici i più complessi istinti umani descritti dall'autore dei Malavoglia e di non aver saputo mantenere il distacco freddo e impassibile dell'autore del ciclo dei Rougon-Macquart. Infatti D'Annunzio, similmente al romanzo realista di Balzac o di Sthendal, elabora un'opera psicologica ed introspettiva in cui raramente intervengono elementi storici esterni alla narrazione ma che frequentemente delinea i personaggi in rapporto allo sfondo sociale in cui sono collocati. Lo sviluppo narrativo è quindi determinato dall'evoluzione e dall'involuzione degli stati d'animo dei personaggi, non da un tempo cronologico lineare ed emergono anche le capacità dell'autore pescarese nel saper mettere in relazione i personaggi con l'ambiente esterno. La grande abilità di D'Annunzio risiede quindi nell'analizzare le novità e le tradizioni culturali e di saperle poi fondere con sapienza nell'intreccio del romanzo.

Approfondendo l'analisi del romanzo, è interessante analizzare e cercare di capire il rapporto tra l'autore e il protagonista del suo primo romanzo, Andrea Sperelli: il suo atteggiamento è, come ha notato la critica, doppiamente definibile. Se da un lato Sperelli incarna la figura pubblica di D'Annunzio, un letterato sempre alla ricerca del bello e del Piacere, dall'altra esso è sottoposto ad una feroce critica da parte dell'autore, che mette in luce la fragilità e la debolezza di Sperelli. Alcune interpretazioni critiche affermano quindi che Il Piacere è caratterizzato da una armonia tra ciò che D'Annunzio è e ciò che vorrebbe essere: tale osservazione scaturisce da un raffronto tra il giovane abruzzese che frequenta i salotti ma non nel modo in cui vorrebbe (egli è solo un semplice osservatore a differenza di Sperelli,  vorrebbe dedicarsi all'amore con più donne ma non può perché a differenza del conte degli Ugenti lo vincolano gli obblighi matrimoniali, vorrebbe essere ricco ma non vi riesce ed infatti è costretto a fuggire in Francia per eludere i creditori).ed il nobile protagonista del romanzo. Si delinea infine un nuovo ruolo sociale per l'artista: il letterato italiano soltanto apparentemente si distacca dalla società (a differenza dei poeti decadenti che ricercavano un ruolo margine nella società dell'utile e del progresso),ma in realtà il suo compito è quello di definire per la cultura una sfera di appartenenza indipendente dai valori tradizionali della borghesia: l'utile e il guadagno. Essa deve ricercare il bello e rifuggire il gretto, deve "illuminare" le menti del nuovo pubblico nascente e deve infondere il loro il Piacere per la Bellezza: è in questo modo che D'Annunzio si fa portavoce dell'estetismo.









Tecniche narrative

Il distacco dal roman expérimental francese è rilevabile anche a livello stilistico narrativo. Innanzitutto nell'opera prima di D'Annunzio sono state soppresse molte sequenze narrative a favore dell'introduzione di sequenze minuziosamente descrittive e introspettive. Soprattutto però il distacco più evidente risiede nell'abbandono di tecniche come la regressione o lo straniamento, caratteristiche di Verga, per dare spazio a una voce narrante di terza persona che commenta e spesso esprime giudizi negativi sul comportamento di Andrea. Tranne nel cap. II del Libro IV in cui la narrazione è affidata al diario di Maria Ferres, nel resto del libro predomina quasi sempre questo tipo di narrazione, tanto che D'Annunzio si cita due volte per sottolineare la sua estraneità alle vicende narrate. Il narratore onnisciente procede per lunghi salti attraverso molteplici flashback e soltanto in alcuni tratti "concede" al protagonista qualche raro discorso indiretto libero. Per il resto compaiono numerosi neologismi e termini propri delle lingue straniere ma allo stesso tempo anche arcaismi in latino e greco antico.



Il tempo e lo spazio

Nei confronti della cronologia del romanzo D'Annunzio non segue i canoni tradizionali delle più recenti correnti culturali(Naturalismo e Verismo) ma si distacca completamente da essi: nel romanzo non intervengono avvenimenti storici a segnare il corso degli eventi  dell'intreccio ma conservando reminiscenze realiste D'Annunzio compone un romanzo psicologico che segue le tappe dei cambiamenti dell'animo del protagonista. Per eseguire con successo questa analisi della psiche del protagonista, alterata dalla passione per due donne, compaiono costanti flashback che determinano un andare e venire tra il presente e il passato. Infine a livello spaziale le vicende sono ambientate sullo sfondo di Roma, capitale d'Italia.D'Annunzio però predilige la Roma aristocratica,"barocca",attenta agli avvenimenti mondani tra Palazzo Barberini, Villa Borghese, Piazza di Spagna.Una scelta anche questa simbolica per sottolineare il distacco degli "eletti" dagli ambienti popolari e gretti della "Roma dei Cesari"






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