Caricare documenti e articoli online 
INFtub.com è un sito progettato per cercare i documenti in vari tipi di file e il caricamento di articoli online.


 
Non ricordi la password?  ››  Iscriviti gratis
 

IL GIARDINO DI ARMIDA

letteratura



IL GIARDINO DI ARMIDA


Il ricco edificio è rotondo, e nella sua più profonda

insenatura, che è quasi al centro del tondo,

vi è adornato un giardino e sovrasta

tutti i più famosi che mai fiorirono.

Tutt'intorno vi è una serie di logge

così intricate che l'occhio non può seguirle che è stata creata dai demoni che sono

che giace tra le vie oblique di quel ingannevole

impenetrabile ravvolgimento.


Costoro (Carlo e Ubaldo) passarono per l'entrata principale



(Che questo palazzo ne aveva cento)



Come il Meandro fra rive oblique e incerte

Scherza e con uno strano corso ora cala ed ora monta,

e rivolge le sue acque ora verso la fonte ora verso il mare,

mentre le acque avanzano, incontrano quelle che sembrano tornare indietro a causa di una avvolgimento sinuoso

così e più inestricabilmente intrecciate

sono le vie del giardino, ma il libro che il mago di Ascalona ha dato ai due crociati

contiene il disegno del labirinto e parla delle sue vie contorte

spiegandole e risolvendo ogni loro difficoltà.


Dopo essere usciti dalle vie intricate del labirinto,

comparì davanti a loro uno stupendo giardino

stagni, corsi d'acqua limpidi come il cristallo,

fiori vari e varie piante, erbe strane,

collinette soleggiate, valli ombrose,

e offriva la vista di selve e grotte;

e, cosa che accresce la bellezza e il pregio del giardino,

non si scopre per nulla l'artificio magico che crea tutto questo.


Sei indotto a credere  (tanto le parti coltivate sono mescolate con quelle lasciate incolte e selvagge ad arte)

Solamente naturali siano gli ornamenti e i siti.

Sembra un artificio della natura, che per diletto

imiti scherzando l'arte, sua imitatrice.

Persino il vento stesso, è un effetto della maga,

il vento che fa fiorire gli alberi:

con i fiori eterni anche il frutto è eterno,

e mentre ne spunta uno, ne matura un altro.


Nel tronco stesso e tra la stessa foglia

Invecchia il fico che è sopra il fico nascente;

il frutto nascente e quello già maturo pendono dallo stesso ramo,

il secondo con la buccia già dorata, l'altro invece con la buccia ancora verde;

lussureggiante serpeggia in alto e germoglia

la vite nel giardino soleggiato:

qui l'uva è ancora acerba, e qui c'è la

dorata e rosseggiante.


Bellissimi uccelli tra i verdi rami

Accordano in gara canti armoniosi;

mormora il vento, e fa stormire le foglie

e mormorare le acque del ruscello che variamente ella ordina.

Quando gli uccelli tacciono il vento risponde con un mormorio più profondo,

quando essi canto invece scuote più leggermente le foglie e le acque;

sia per caso o per arte, il vento melodioso ora accompagna i canti degli uccelli ed ora

si alterna ad essi.


Vola fra gli altri un pappagallo

Con il becco rosso porpora,

e snoda la lingua in modo sciolto, e articola,

la voce in modo tale  che assomiglia al linguaggio umano.

Produsse un discorso articolato

E continuato con tanta maestria da sembrare u prodigio.

Tacquero gli altri uccelli intenti ad ascoltarlo,

ed il vento fermò i suoi sussurri.


Ammira - egli cantò- la rosa che spunta

Dal verde suo così modesta e pura,

che mezza aperta e ancora mezza sboccia,

quanto meno si mostra , tanto più è bella.

Ecco poi il seno nudo che già mostra esuberante,

ecco che poi s'indebolisce e non sembra quella,

quella che fu prima desiderata

da mille donzelle e da mille amanti.


La giovinezza passa rapidamente come una giornata

Che subito volge al tramonto;

benché ogni anno ritorni la primavera,

non riaffiora più e non diventa più verde.

Cogliamo la rosa nel mattino ridente di questo giorno,

che ben presto perde la sua luminosità;

cogliamo d'amor la rosa: amiamo ora che si può amare

essendo riamati.


Poi il pappagallo tacque, ed il coro concorde degli uccelli,

come approvando ricomincia.

Le colombe raddoppiano i loro baci,

ogni animale ricomincia ad amare;

sembra che la dura quercia e l'alloro casto

e tutte le diverse piante del giardino,

sembra che la terra e l'acqua formino e sospirino

dolcissimi sensi e sospiri d'amore.









Fra la tenera melodia, e fra tante dolcezze piacevoli e adulatrici,

camminano Carlo ed Ubaldo, che rigidi e costanti

si irrigidiscono a respingere gli allettamenti del piacere.

Atra le fronde penetra il lo sguardo,

e vede o gli sembra di vedere

vede di sicuro Rinaldo e Armida,

lei seduta sull'erba, e Rinaldo posa il capo nel suo grembo.


Lei ha il velo diviso davanti al petto

E lascia che i capelli si spargano sciolti al vento estivo.

Si mostra languida e civetta, le stille di sudore

Rendono più luminoso il suo volto, arrossato per la sua passione amorosa:

come un raggio di luce scintilla sulle onde, le scintilla un sorriso tremolante e libero

negli occhi lucidi.

Lui è appoggiato sopra di lei; e posa il capo sul suo seno

E solleva il volto vicino al suo.


E gli sguardi pieni di desiderio in lei saziando

si consumano e si sciolgono

Lei s'inchina e assapora spesso dolci baci

ora dagli occhi ed ora dalle labbra succhia.

Ed in quel punto si sente sospirare profondamente

Lui che pensa: "ora l'anima scappa

E si congiunge con quella sua". Nascosti

Osservano il due guerrieri gli atti degli amanti.


Dal fianco dell'amante (inconsueto oggetto per un guerriero)

Pendeva uno specchio lucido e pulito.

Lei si alzò e fece tenere da Rinaldo lo specchio,

strumento eletto per i misteri d'amore.

Lei con occhi ridenti, egli con occhi accesi di passione

Mirano ognuno con i propri occhi la donna:

lei si rispecchia nello specchio, e fa da specchio

con i suoi occhi a Rinaldo.


Rinaldo è lieto di essere schiavo d'amore di Armida,

lei del dominio esercitato sull'eroe.

-Volgi- diceva- dai volgi- il cavaliere-

quegli occhi con i quali dai la felicità a chi ti guarda.

Che sono, se tu non lo sai, il ritratto vero

Della passione che mi accende.

Il mio cuore riflette appieno le tue meravigliose bellezze

Più che il tuo specchio..


Dai! Poi che sdegni me, potessi tu

Almeno contemplare come è bello il tuo volto;

perché il tuo sguardo, che non si appaga nel contemplare alcuna altra bellezza,

gioirebbe felice se si rivolgesse a contemplare se stesso.

Non può lo specchio ritirar una così dolce immagine,

la tua bellezza paradisiaca, non può essere contenuta nel piccolo specchio:

ti sarebbe degno il cielo, e neanche le stelle

possono riguardare le tue sembianze belle.-


Ride Armida udendo quello, ma non smise

Di specchiarsi e di farsi bella.

Poi intrecciò i capelli e ricompose

In bell'ordine il loro disordine capriccioso,

inanellò i fini capelli e in questi,

come smalto sull'oro, cosparse dei fiori;

congiunse al naturale candore della pelle le rose estranee

cioè aggiunte dall'esterno.


Nemmeno il superbo pavone spiega il fasto delle piume

Che sembrano recare ciascuna l'immagine di un occhio,

né l'arcobaleno colora di rosso e d'oro

l'arco rugiadoso alla luce del sole.

Ma ben sopra la cintura mostra ogni pregio

Che né nuda è solita lasciare.

Nel costruire la cintura, si valse di entità immateriali, a cui diede magicamente consistenza concreta;

e quando lo creò, mescolò materie che a nessun altro è lecito mescolare.


Teneri segni, e placide e tranquille

Respinte, e care carezze e liete paci,

parolette sorridenti, e dolci lacrime di pianto,

e sospiri spezzati, e molli baci;

fuse tutte queste cose, e dopo le unì

e le temperò a fuoco lento,

e ne formò quella cintura

che aveva stretta in vita.


Quando finì di rispecchiarsi, chiese a lui

Il permesso di allontanarsi, e lo bacia e di allontana.

Lei è solita uscire durante il giorno dal giardino per rivedere

Le sue cose e le sue carte.

Lui rimane, perché a lui non è concesso

Porre il piede o trascorre un solo momento in qualche altro posto,

si aggira tra gli animali e le piante

amante solitario, se non quand'è con Armida.


Ma quando l'ombra con gli amici silenzi

Richiama gli amanti prudenti ai loro incontri segreti

Trascorrono le ore notturne felici

Sotto un tetto comune dentro a quegli orti.

Ma per le sue operazioni felici

Armida Lasciò il giardino e i suoi divertimenti

Ed i due che erano nascosti tra i cespugli

Comparvero armati davanti a lui.


Come un fiero cavallo da guerra, che dopo

La vittoria sia tolto alla gloria

Ma anche alla fatica delle battaglie, e sia lasciato in riposo

Meno glorioso tra gli armamenti delle cavalle come stallone E vaghi libero per i pascoli

Se lo desta un suono di tromba o il lampeggiare di una spada

Subito si volge nitrendo colà

Già brama il campo di battaglia e, portando l'uomo sul dorso

Urtato dai cavalli avversari urtarli a sua volta nella corsa.


Così si sentì Rinaldo, quando all'improvviso

Il lampo delle armi arrivò ai suoi occhi.

Quel suo spirito guerriero, feroce ed ardente

In quel lampo ricomparve,

benché lo spirito guerriero fosse languente

tra gli agi e le comodità e fosse come inebriato e sopito tra i piaceri.

Intanto Ubaldo venne da altrove e rivolse

Lo scudo luccicante verso di lui.


Egli girò il suo sguardo allo scudo

Sul quale si specchia in lui in quale stato sia e con quanta

Ricercata eleganza sia ornato; respira

Tutti i profumi e lussuriosi capelli e la pelle

E vede che persino la spada, per non dire del resto, gli pende

Dal fianco effemminata dal troppo lusso.

Guarnito sembra un inutile ornamento

E non un fiero strumento militare.


Come un uomo oppresso da un cupo e grave sonno

Dopo un lungo vaneggiamento in se riviene,

tale ritornò lui nel rimirarsi,

non sopporta di veder se stesso in quelle condizioni,

guardando a terra la vergogna lo assale.

Profonderebbe sotto il mare e dentro il fuoco

Per nascondersi e nel centro della terra.


Ubaldo incominciò a parlare allora:

- L'Asia e tutta l'Europa vanno in guerra:

chiunque desideri pregio e adora Cristo

si affatica portando le armi adesso nella terra di Siria.

Tu solo, o figlio di Bertoldo, fuori

Dal mondo, in ozio, un piccolo angolo di terra chiuso lontano dal mondo esterno


Te solo questa guerra che sconvolge il mondo non smuove

Per nulla, egregio campione d una fanciulla.


Quale sonno o quale letargo ha così spento

La tua virtù cavalliera? O quale viltà la attrae?

Su su: te l'esercito di soldati e te Goffredo invita.,

te la fortuna e la vittoria aspettano.

Vieni o fatale guerriero, e sia finita

La ben cominciata impresa; e gli infedeli,

che già facesti vacillare con le tue precedenti imprese, sulla terra

sotto l'inevitabile tua spada.


Tacque ed al nobile garzone restarono per poco

Spazi confusi e senza movimento la voce.

Ma dopo che la vergogna lasciò posto allo sdegno,

lo sdegno e il fiero campione della ragione,

un diverso rossore del volto, , suscitato dallo sdegno

successe, che più avvampava e che più cuoce, 

Si strappò di dosso gli inutili ornamenti e quelle eleganze

Indegne di un guerriero, e segni di una misera schiavitù;


e si affrettò a partire, passando attraverso l'intricato groviglio

del labirinto uscì




Privacy




Articolo informazione


Hits: 34011
Apprezzato: scheda appunto

Commentare questo articolo:

Non sei registrato
Devi essere registrato per commentare

ISCRIVITI



Copiare il codice

nella pagina web del tuo sito.


Copyright InfTub.com 2025