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Francesco Petrarca (appunti)

letteratura



Francesco Petrarca (appunti)


Qualunque discorso sul Petrarca deve portare allo studio della sua personalità considerata nella prospettiva storica in cui il suo spirito maturò gli interessi culturali e alla poesia. Va dunque considerata  anzitutto l'età di crisi delle istituzioni medievali cui egli si trovò a vivere. Il medioevo legato essenzialmente ad una concezione religiosa della 919e42j vita era ormai finito, sta nascendo una nuova forma di civiltà, caratterizzata dall'attiva borghesia dei comuni e delle signorie, impegnata più nei commerci che nelle dispute dottrinali e religiose.

Petrarca, vivendo in un periodo di passaggio, soffrì le contraddizioni fra spirito ascetico medievale e lo spirito moderno. Infatti egli sentì da una parte il richiamo della vita contemplativa, che lo spingeva ad isolarsi dal mondo e dedicarsi alla contemplazione religiosa, dall'altra subì il fascino della vita attiva e dei piaceri terreni indulgendo alla passione per la cultura classica e all'amore per Laura. La sua poesia nasce da questo contrasto, espresso con profonda sincerità.

Prevale in lui il ripiegamento nel proprio animo, che egli indaga senza reticenze. L'interesse si è ormai spostato da Dio all'uomo e al suo mondo; ciò che soprattutto lo interessa è "Lumanitas" cioè l'insieme delle qualità che danno fondamento ai valori umani della vita. La letteratura è il prodotto più alto che l'uomo possa creare, perché in essa può realizzare interamente se stesso; la letteratura ha valore a se stante, senza alcuna finalità religiosa o morale. Il fine della letteratura è l'amore del bello, della parola e dell'immagine che fissano per l'eternità un pensiero, un sentimento che nella loro perfezione di bellezza appagano l'anima. L'arte si conquista con la fede nell'uomo, nel suo studio, nel suo impegno, soprattutto nella sua dedizione alla verità verso se stessi. Il Petrarca è pre-umanista, ma in lui restano i contatti con l'età precedente, non seppe staccarsi da una viva inquietudine di natura religiosa, conservò i valori della lirica dandoci, nel Canzoniere, la sua opera poetica più alta.



Il Petrarca spostò l'attenzione da Dio all'uomo, l'uomo al centro della realtà, l'uomo che è l'artefice del mondo e non lo spettatore. L'elogio della vita attiva non è, come potrebbe sembrare, in contrasto con le lodi alla "solitudine", perché è necessario anzitutto ritrovare se stessi, riscoprendo in sé la propria umanità, per ritrovarsi insieme uomini tra uomini; quindi ritirarsi in solitudine significa ritrovare tutta la ricchezza della propria interiorità e così aprirsi la strada ad un valido contatto con il prossimo. La solitudine non era un monastico ritiro in un barbaro isolamento, ma una iniziazione ad una società più vera ed una "Caritas" effettiva.

La scienza medievale è tutta fondata sull'autorità dei testi classici. Si accettava tutto per buono. Invece, ogni uomo che aspiri alla verità, si deve porre in atteggiamento di dubbio e di critica senza lasciarsi dominare dall'autorità dei grandi maestri. Il pensiero deve riconquistare la sua libertà se vuole progredire; per questa rivendicazione della libertà del pensiero contro ogni pensiero di autorità, il Petrarca inaugura il criticismo del Rinascimento.

Anche le sue opere storiche si collocano fuori dalla tradizione storiografica medievale, per la quale tutto ciò si trova nel testo scritto è autentico e valido. Per Petrarca le fonti sono l'elemento della ricostruzione storica, non la storia.

Mentre il medioevo aveva sovrapposto al pensiero classico le esperienze recenti, unificando e confondendo due mondi diversi, senza avvertire il profondo distacco che separa le due civiltà, anzi deformando l'antichità (mancando, in buona fede, di senso storico) , il Petrarca ha piena coscienza che il mondo spirituale classico è profondamente diverso da quello medievale e aspira perciò a liberarlo dalle grossolane falsificazioni di cui la tradizione lo aveva ingombrato. Ritornare all'antico dopo averne ristabilito e restaurato criticamente la vera realtà.

Petrarca è un vero umanista; crede che il momento classico sia, nella storia della letteratura dell'arte e della filosofia, il più solenne e il più alto.   




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