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FRANCESCO PETRARCA - LE OPERE RELIGIOSE E MORALI

letteratura



FRANCESCO PETRARCA


La vita: Petrarca nacque ad Arezzo il 20 luglio 1304,da una famiglia borghese di origini fiorentine.Il padre era un notaio che era stato mandato in esilio quando i guelfi neri occuparono Firenze.Franceso a dodici a 525g68f nni per studiare fu mandato prima a Montpellier e poi a Bologna.Suo padre avrebbe desiderato che egli intraprendesse lo studio del diritto,ma in lui era già evidente l'amore per la letteratura,che ebbe primo sfogo,probabilmente,proprio a Bologna.Quando morì il padre,lui fece ritorno ad Avignone,luogo d'esilio del padre,riscosse successo e simpatie grazie al suo amore per la mondaneità.I dotti uomini cui Petrarca si ispirava erano Virgilio e Cicerone,ma aveva una grande passione soprattutto per gli scritti di Sant'Agostino.Scriveva prevalentemente in latino,ma anche in volgare,seguendo l'esempio di Dante.Nelle sue poesie d'amore egli richiamava sempre l'attenzione di un personaggio femminile,Laura.Non siamo però sicuri dell'esistenza di questa donna.Petrarca aveva inoltre bisogno di una sicurezza materiale,e dal momento che non aveva un lavoro che potesse soddisfarlo economicamente,si dedicò alla vita ecclesiastica,che non lo impegnava religiosamente ma poteva impartire ordini minori che potevano risultargli profiqui.Però il personaggio di Petrarca era un tipo dinamico e con la voglia di conoscere,così nel 1333 intraprende un viaggio in Francia,e nel 1337 giunge a Roma ,dove rimane affascinato dalle bellezza delle rovine.



Ascesa al monte Ventoso: E' narrata in una epistole delle familiari.Narra di una vicenda accadutagli insieme al fratello il 26 Aprile 1336.I due salgono il monte, che si trova ad Avignone, e lui è affascnato dalla bellezza dei paesaggi che lo circondano.Mentre rifletteva apre il libro di Sant'Agostino (le confessioni)e legge una frase che poi divenne il simbolo della sua personalità,bisognosa si di conoscenze e divertimenti ,ma anche di traquillità spirituale,che poi concretizza rifugiandosi a Valchiusa,che divenne per lui un luogo di meditazione.

L'incoronazione: Petrarca aveva un desiderio di gloria che venne appagato con l'incoronazione poetica,avvenuta a Roma nel 1334.

Petrarca riteneva che la letteratura fosse anche un impegno politico oltre che culturale.Gli stavano molto a cuore i problemi politici del suo tempo e con la sua cultura cerca di incitare la chiesa a riscoprire il loro vro ruolo.Fce vari appelli all'imperatore iv di boemia perche cercasse di ristabilire l'ordine in italia,ma soprattutto rimane affascinato dai gesti ammirevoli di Cola di Rienzo,il quale cerca di rendere Roma centro di cristianità,facendola ritornare alla grandezza che aveva in principio.Nel 1353 fa ritorno in italia e alloggia a Milano,ospitato dal signore di Milano, Giovanni Visconti.Nel 1361 una pestilenza minaccia la città e così si rifugia prima a Venezia e poi a Padova.In seguito riceve una lettera di Boccaccio, che conobbe nel 1350 a Firenze,il quale si preoccupava per la sua salute ed in cui lo invita a non affaticarsi.Egli rispose a quella lettera che per lui la letteratura non era una fatica ma una gioia!Petrarca muore la notte tra il 19 e il 20 luglio del 1374.



PETRARCA COME NUOVA FIGURA INTELLETTUALE



L'intellettuale cosmopolita: Petrarca si può definire come il padre della nuova figura dell'intellettuale:non è piu il solito intellettuale,come i precedenti,legati ad un preciso ambiente cittadino,ma un intellettuale cosmopolita,che tiene da conto varie culure e varie società.Petrarca ha una certa autorità,da consigli in campo politico e questo gli rende protezione e fama.Egli può godere quindi di un certo prestigio.Grazie a lui e alla sua concezione del letterato come uomo che con i suoi studi e i suoi insgnamenti fa rivivere il mondo antico,Petrarca apre le porte a quella concezione della cultura caratteristica del futuro Umanesimo


LE OPERE RELIGIOSE E MORALI


La maggior parte delle opere di petrarca sono in latino.In volgare scrisse solo il canzoniere .Le opere in latino si dividono in:

- OPERE RELIGIOSO-MORALI

-OPERE UMANISTICHE. Come sappiamo Petrarca si ispirò agli insegnamenti di S.Agostino,il quale proclamava che "la verità abita nell'interiorità dell'uomo."

Petrarca,a differenza di Dante rinuncia ad affrontare il mondo esterno,concentrandosi sull'analisi del proprio io.

IL SECRETUM: forte crisi religiosa del poeta.

L'opera riguarda il contrasto delle passioni e gli impulsi contraddittori dell'animo.L'opera è divisa in tre libri,strutturata in un diaologo durato 3 giorni tra Petrarca e Agostino in presenza di una donna che rappresentava la Verità ma che non prendeva mai la parola.Durante il dialogo petrarca si sdoppia in due personaggi che rappresentano la sua interiorità guastata. S.Agostino rappresenta colui che sbircia nell'animo di Francesco portando alla luce la triste verità.Il poeta rappresenta il peccatore disposto si ad imparare,ma anche restio a dividersi dalle cose mondane.Nel primo libro Agostino rimprovera Francesco perchè non ha la volontà di trasformare in realtà le sue aspirazioni ad una vita più virtuosa. Nel secondo libro gli parla dei sette peccati capitali,soffermandosi sul più grave,L'ACCIDIA,che getta il poeta nella tristezza.Nel terzo libro esamina due colpe gravi:il desiderio di gloria terrena,che distoglie il pensiero dalle cose eterne,e l'amore per Laura.Francesco infatti ritiene che che il suo amore per Laura sia una cosa virtuosa mentre Agostino gli fa capire che è proprio a causa di Laura che Francesco cade in depressione.



Questa crisi ha un significato storico.Quello è inftti un periodo di passaggio dal mondo medievale al mondo umanistico e Petrarca non riesce a conciliare le due cose.


LE OPERE UMANISTICHE.PETRARCA E IL MONDO CLASSICO


La coscienza del distacco: Petrarca ha una coscienza chiara,così sente il bisogno di cogliere il mondo antico nella sua fisionomia più autentica, aiutandolocosì a liberarsi dalla crisi che quel periodo di passaggio gli aveva causato.

le raccolte epistolari Pertrarca impiegò tutta la vita a raccogliere, ordinare e rielaborare le sue lettere in prosa latina, da cui risultano 24 libri di Familiari e 17 di senili. A parte si collocano le sine nomine, cioè senza nome, così chiamate poiché, per prudenza, il destinatario è anonimo. Vi sono infine le varie, rintracciate da amici e collaboratori. Tutte, in ogni caso, si presentano già nella stesura originaria come componimenti letterari finemente elaborati. Prima della pubblicazione, esse furono ulteriormente rifinite e private d'ogni evidente riferimento a cose, persone o luoghi; ne consegue che le epistole petrarchesche non sono documenti immediati di vita vissuta, ma la trasfigurazione letteraria della realtà, mediante la quale, egli costruisce sul modello dei classici il proprio ritratto, fissando un'immagine esemplare del letterato: esso è un uomo dotto, composto dalla fede per la cultura disinteressata, il fastidio per il pratico e quotidiano, il sogno di un'esistenza appartata, interamente dedicata alla lettura e alla meditazione, ma anche, per contro, la consapevolezza della sua funzione morale, che deve fornire un modello cui ispirarsi.

Altre opere in cui si concreta l'ideale classico sono :

L'Africa, poema epico incompiuto in esametri latini sulla seconda guerra punica; con esso Petrarca intendeva continuare idealmente la letteratura latina, ponendosi a fianco dei grandi scrittori da lui venerati. La materia è ricavata dalle storie di Livio, ma moduli narrativi e stilistici, episodi e caratteri sono ispirati all'Eneide. Nel comporre l'opera, il poeta è mosso dal proposito di esaltare la gloria romana, ed in particolare le gesta di Scipione l'Africano. Tuttavia, accanto agli intenti epici troviamo spunti pessimistici, d'ispirazione cristiana, sulla fugacità della gloria e la miseria della condizione umana, rintracciabili nell'episodio di Magone morente (il più famoso del poeta).

De virus illustribus, opera "storica" in cui sono raccolte biografie di illustri personaggi romani (Cesare, Scipione, Catone ecc.). Contemporanea all'Africa, è anch'essa animata dall'intento di celebrare la grandezza di Roma, sulle orme di Livio ed altri storici latini ed in essa è altresì ravvisabile la meditazione pessimistica rintracciata nell'Africa.

Altra opera storica è Rerum memorandum libri, raccolta d'aneddoti raggruppati in categorie, al fine di illustrare vari tipi di virtù, formalmente di sapore medievale e moralistico.









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