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Commento a: "Il non luogo che ci somiglia" (di Silvia Vegetti Finzi
Le anime che, sorprese dalla morte, non sono tanto colpevoli da meritare
l'Inferno, né tanto buone da essere ammesse
immediatamente in Paradiso, dovranno purificarsi nel Purgatorio. Esse soffrono
per ripagare
Così sulla Terra come nel Purgatorio l'uomo può sperare di rimettersi in cammino e riscattare la propria condizione da un trascorso sbagliato
Dante sottolinea come sia proprio della persona nobile vergognarsi di ogni piccolo errore. Ma mentre il poeta connette la vergogna alla coscienza morale, secondo l'autrice l'uomo moderno la ritrova piuttosto nell'inconscio. Siamo noi i primi critici di noi stessi. Non riuscendo a trovare la nostra ragione d'essere ci ispiriamo ai modelli sociali e puntiamo ad essi sentendoci incompleti e inadeguati.
Alla coscienza Dante collega la ragione umana con i suoi limiti. Argomento, quello del riconoscimento del limite attuale nella nostra civiltà rivolta all'eccesso.
Alla Vegetti Finzi
colpisce molto la figura di Manfredi. Egli viene
descritto come si descriverebbe l'attore protagonista di un film contemporaneo,
risaltandolo oltre che per il suo aspetto fisico piacente anche per la sua
anima ambiziosa e guerriera. Pur essendo scomunicato
dalla Chiesa Dante sottrae questo personaggio alla dannazione eterna.
Il canto si conclude con la richiesta di Manfredi a Dante di far sapere ai vivi e in particolare a sua figlia Costanza che la sua condanna non è eterna, ricordandole di pregare per lui.
Questo rapporto padre-figlia, secondo la scrittrice potrebbe essere un buon modo per crescere le figlie secondo la visione maschile anziché quella femminile della madre. A mio parere la donna, oggi, attraverso l'emancipazione femminile ha assunto un ruolo paritario a quello dell'uomo, almeno per quanto riguarda l'ambito familiare. Non esiste più il concetto di capofamiglia che un tempo decretava l'uomo membro più importante del nucleo famigliare. Le figure di marito e di padre si sono semplificate mettendosi allo stesso livello di quelle di moglie e di madre. I figli si sentono più vicini e in confidenza col padre, il quale partecipa alla loro crescita. Ma perché separazioni e divorzi sono in aumento? Soffriamo forse noi donne di questo calo di supremazia e virilità maschile
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