"Ayla figlia della terra" di Jean M.Auel

letteratura

"Ayla figlia della terra"

di  Jean M.Auel

La piccola sapiens Ayla, senza genitori per un terremoto che ha distrutto la loro capanna, viene raccolta dalla donna della medicina di una comunità di Neanderthal. Vive così insieme a Iza, donna della medicina, e a suo fratello Creb, Mog-ur (sciamano) della comunità. Nella convivenza appaiono ben presto le differenze fra la piccola sapiens e i Neanderthal. Questi ultimi infatti 858g69i ricevono fin dalla nascita il sapere che è stato depositato nella loro memoria dai propri avi, possono applicarlo per modificare la realtà quotidiana, entro schemi noti, ma non possono adattarlo all'emergenza di nuove situazioni. Allo stesso tempo il peso delle tradizioni è enorme e insormontabile e si contra con il dinamismo culturale di Ayla, con la sua volontà e capacità di innovazione.

Alcuni esempi: la capacità insolita in una Neanderthal  di saper cacciare e di badare a se stessa, la naturalezza del suo approccio ai numeri strani e inconcepibili per gli altri membri del clan. Ma alla base delle differenze di Ayla c'è un fattore biologico prima che comportamentale: un cervello più dinamico in grado di "costruire" un nuovo sapere più veloce e "versatile".

Proprio sulla questione della caccia si crea un conflitto profondo fa Ayla e il Clan. Durante una spedizione di caccia al mammut, non esiterà ad usare la fionda in pubblico pur di salvare la virta al figlio del capo minacciato da una iena . Il valore dell'impresa non intacca però la violazione del tabù, in quanto alle donne è interdetto l'uso delle armi, attributo esclusivamente maschile. Viene pertanto cacciata dal clan e il suo destino dovrebbe essere la morte, ma la sua grande abilità di cacciatrice le consente il ritorno, ed ansi il riconoscimento di un suo carattere quasi divino.

Un altro momento di grave turbamento all'interno del clan è costituito dalla nascita del figlio di Ayla. Il bambino, deforme agli occhi dei Neanderthal, dovrebbe essere abbandonato alla morte ma Ayla riesce a strappare alle regole un'ennesima eccezione. suo figlio vivrà e, come suggerisce l'autrice sarà all'origine di una nuova linea evolutiva verso l'uomo così come noi lo conosciamo.

Il libro si fa apprezzare per la ricostruzione minuziosa degli ambienti e delle usanze, supportata anche da approfondite conoscenze antropologiche. Il quadro che ne esce della preistoria è vivo e attuale, anche senza sovrapporre sensibilità e atteggiamenti nostri a quelli dei nostri lontani antenati.

Due osservazioni critiche, una riguardo lo stile e l'impianto narrativo reso talvolta noioso dalla prolissità delle descrizioni d'ambiente; l'altra riguarda invece il contenuto e più che un'osservazione è un dubbio. E' del tutto accettabile l'ipotesi della fusione fra Neanderthal e Sapiens per dare luogo alla forma attuale del sapiens-sapiens?  Non è più accreditabile invece l'ipotesi di due specie radicalmente diverse di cui una, i Neanderthal, si sarebbe poi estinta per lasciare spazio all'evoluzione del Sapiens in direzione dell'attuale Sapiens-sapiens? Comunque la ricostruzione del processo evolutivo non sembra proprio chiara o, se lo fosse, non appare del tutto convincente.