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Questo si dimostra essere il sistema di governo migliore, perché il potere è finalmente in mano a persone capaci, con una personalità forte, non della stessa famiglia, a parte l'ultimo, Comodo, figlio di Marco Aurelio, che, infatti, si mostrerà incapace e troppo giovane.
Nerva (dal 96 al 98): era un senatore, e prende poi il potere dopo Domiziano, quasi per necessità, per ripristinare l'ordine a Roma; ma è già anziano e malato, quindi si dedica principalmente all'amministrazione della giustizia, abolendo tra le altre c 838b19i ose il delitto di lesa maestà.
Elio Traiano (dal 98 al 117): è stato accusato di essere un conquistatore e un guerrafondaio, perché attacca l'Arabia, l'Armenia, la Dacia, la Mesopotamia, ma lui si giustifica descrivendole come regioni che cerano disordini. Inizia la sua carriera come soldato e, dopo aver ricoperto tutte le cariche, prende il potere assoluto, ma continuerà a vivere in stretto contatto con i soldati. A lui Plinio il Giovane dedica il Panegirico, esaltandolo perché coniuga il principato con la liberalità, propria del periodo repubblicano.
Adriano (dal 117 al 138): è un ufficiale dell'esercito di Traiano, ma al contrario di quest'ultimo, è un pacifista, combatte una sola guerra in Giudea (per il problema della religione monoteista: adorare gli dèi romani e l'imperatore era infatti una legge dello stato romano) e concede la libertà all'Armenia.
Antonino Pio (dal 138 al 161): il soprannome "pio" è dovuto alla sua devozione nei confronti di Adriano, che difende quando viene accusato, nell'ultima parte della sua vita, di essere troppo autoritario; è un uomo pacifico, che attua una buona forma di governo nei confronti delle province. Muore mentre sta organizzando una guerra contro i Parti (popoli orientali, forse gli attuali iracheni).
Marco Aurelio (dal 161 al 180): vince delle imprese contro i Germani (Marcomanni, Apigi,.) e all'inizio della sua carriera politica è affiancato dal fratellastro Lucio Vero, che muore nel 169. Il suo è un governo ottimo in tutti i campi, è un grande intellettuale e un filosofo (scrive i "Pensieri", una raccolta di meditazioni filosofiche), grazie al quale la filosofia torna in auge; per la sua filosofia, si è pensato che si potesse essere convertito al cristianesimo, ma non è così: anzi, perseguita i cristiani. Il suo unico errore è stato quello di tramandare il potere al figlio.
Commodo (dal 180 al 192): ha solo 19 anni quando prende il potere, è più interessato al circo che al governo; muore in una congiura.
Aspetto culturale: in questo periodo si parla di:
Nova sofistica: è un movimento culturale, che riprende la sofistica del V secolo a.C., che si distingueva dalle altre filosofie per la sua attenzione ai problemi reali e pratici dell'esistenza; anche nella nova sofistica si tratta il concreto, usando gli stessi strumenti tecnici e stilistici; questo mostra un evidente desiderio di tornare al passato.
Poetae novelli: i poeta novi erano quelli del I secolo a.C., tra cui c'era Catullo; ora si riprendono gli stessi temi e i mezzi.
Filosofia: anche qui c'è un ritorno al passato, si scopre un grande amore per la cultura greca, quindi la filosofia torna ad essere la guida morale della città e per la personalità umana, riprendendo il ruolo etico e morale che aveva perso.
Cristianesimo: si è diffuso dalla morte di Cristo in poi, nonostante le numerose persecuzioni da parte degli imperatori, che ne hanno ostacolato la diffusione per motivi politici: i cristiani, rifiutandosi di adorare gli dèi romani e l'imperatore, erano considerati cittadini ribelli, e venivano quindi denunciati e puniti, ma continuavano ad aumentare di numero.
Aspetto letterario: in questo periodo ci sono due tipi di opere:
in rapporto con la realtà: Giovenale (con le sue Satire), Tacito (scrittore di storiografia), Plinio il Giovane (attraverso la propaganda politica si dimostra molto legato a Traiano, con il quale intrattiene anche un fitto rapporto epistolare);
Lucio Apuleio si concentra sull'aspetto spirituale, che, secondo lui, diventa superstizione e magia; il suo è un caso unico, perché nel suo "Asino d'oro" convivono diversi generi letterari e diversi aspetti, fatto che dimostra un legame-non legame con la realtà.
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