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EPIGRAMMA: nasce in Grecia inizialmente come componimento funebre (sulle tombe); piano piano il contenuto cambia e nell'epoca Alessandrina l'epigramma parla di argomenti vari. Utilizzato in politica per le invettive e soprattutto per parlare di amore. Componimento breve curato dal punto di vista formale che esprime sentimenti intensi. In epoca ellenistica l'epigramma comincia a concludersi con un verso a effetto (fulmen in clausul 727b11h a) , con una battuta pungente.
Nella letteratura latina si ritrova prima in Ennio ma soprattutto ricordiamo quello di Catullo; l'epigramma viene consacrato da Marziale. Riprende l'epigramma dei poeti ellenistici, dell'epoca alessandrina e si rifà a Catullo (anche se sarà molto diverso; in Marziale non troviamo mai la passione ardente ). L'epigramma di Marziale si caratterizza per essere breve, ma non sempre, predilige il distico elegiaco ma tende nella prima parte a presentare ciò di cui parla creando nel lettore una stato di attesa e poi termina con una battuta fulminante. Era piuttosto azzardato scrivere solo epigrammi e Marziale si rese conto che doveva giustificare la sua attività. Inizialmente nacquero come poesia di occasione, scriveva epigrammi su una tavoletta e durante un pranzo, a teatro, un ricevimento, passavano di mano in mano. Quando si rese conto che piacevano , molto ebbe l'idea di pubblicarli. Farà vere e proprie dichiarazioni di poetica; sapeva che molti si sarebbero scandalizzati perché non trattava di temi alti, di epica, di tragedia, di personaggi famosi, ma "Hominem pagina nostra sapit" => La nostra pagina (i nostri versi) sa(?) di vita reale. Dice poi che molti si scandalizzano per i suoi versi però tutti li leggono. Fa anche un'altra osservazione dicendo che se ci fossero i mecenate ci sarebbero i Virgilio. In quel periodo i poeti non potevano dedicarsi solo a scrivere dovevano provvedere a vivere e non c'era nessuno che li proteggeva.
Temi => Temi vari ma in prevalenza piccanti. Parla molto di sesso, dei difetti degli uomini, non solo per quello che riguarda il comportamento e il carattere, ma anche per i difetti fisici.
I suoi epigrammi sono popolati di ruffiani, imbroglioni, incapaci, donne sciocche che vogliono fare le giovani, ubriaconi, avari. Tutto viene esagerato i personaggi vengono descritti come delle macchiette. Ci sono anche temi diversi come il lamento ricorrente per la sua forzata condizione di cliente, il fastidio per il caos di Roma, il desiderio di poter vivere con poco ma in pace. Parla molto di amicizia e cerca sempre di fare una distinzione tra gli amici veri e gli amici falsi ma non fa mai del moralismo. I suoi epigrammi non hanno un intento educativo, vuole colpire e far ridere. Non parla quasi mai di amore, parla di sesso ma non di sentimento. Le poche volte che ne parla lo fa degli amori altrui. In ogni caso non ha simpatia per le donne, è un poeta misogino. Parla con più simpatia dei giovinetti, e addirittura parla molto bene degli omosessuali e approva il rapporto omosessuale però attivo. Da tutto ciò non ci si aspetterebbe la tenerezza e la dolcezza che si trova invece negli epigrammi funebri. Scrive vari epigrammi funebri, soprattutto per la morte di giovani; qui dimostra una grandissima sensibilità.
Argomenti vari, varietà stilistica. Quando si parla di argomenti di basso livello abbiamo un linguaggio sempre corretto scorrevole, ma pieno di parole tratto dal linguaggio scurrile. Quando compone gli epigrammi funebri utilizza un linguaggio solenne, elevato. In ogni caso marziale si dimostra molto valido nel trattare i vari argomenti; fa ricorso con maestria alle varie figure retoriche. I suoi epigrammi sono la sintesi tra l'epigramma ellenistico, curato ed elegante, e la farsa italica della fase arcaica, dove predomina l'elemento boccaccesco (termini volgari, basato sul dialogo, rudi). Anche i suoi epigrammi sono basati sul dialogo, c'è sempre un interlocutore immaginario a cui Marziale si rivolge e si sente presente l'autore con la sua arguzia. Marziale scrive più di 1500 epigrammi. Se nei suoi epigrammi possiamo trovare un difetto è che c'è un po' di ripetitività perchè non sono pubblicati tutti insieme ma un libro per volta; li scrive a distanza di tempo.
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