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GLI EPIGRAMMI - Antologia Palatina

greco




GLI EPIGRAMMI


Antologia Palatina


VII. 80


Uno disse, Eraclito, il tuo destino

E mi mosse alle lacrime:

ricordai quante volte,

ospite d'Alicarnasso,

ragionando insieme

mettemmo a dormire il sole.

Ed ora tu, chi sa in quale posto,

sei cenere, da tempo:

ma hanno vita i tuoi usignoli,

da cui Ade che tutto porta via

terrà lontane le sue cupe mani.


Eraclito d'Alicarnasso,è un poeta  amico di Callimaco.

VII. 317

Timone, tu non sei più(=sei morto):

odi le tenebre o la luce?

"Le tenebre: di voi

ce n'è di più nell'Ade"


Timone è un famoso misantropo.

Il motivo che i morti sono più numerosi dei vivi è tradizionale.


IX.565

Teeteto prese una splendida via.

Se quel cammino, o Bacco, non conduce

All'edera che ami,

d'altri i messaggeri grideranno il nome

per un istante, ma la Grecia

sempre onorerà la sua arte.


Teeteto è un poeta contemporaneo a Callimaco.


VII. 451

Qui Saone D'Acanto,

il figlio di Dicone,

dorme il sonno sacro:

non dire che muoiono i buoni.


VII. 519

Chi può conoscere la sorte del domani?



Pur ieri, o Carmide, sotto i nostri occhi,

ti abbiamo oggi sepolto piangendo: nulla

vide di più straziante il padre Diofonte.


Chi può conoscere la sorte del domani?: è un motivo ricorrente nella cultura antica, di cui si hanno in particolare incisive formulazioni nei threnoi di Simonide.


VII. 271

"Timonoe". Chi sei? Non ti riconoscevo,

se la stele non recava anche il nome

di tuo padre Timoteo e di Metimna,

la tua città. Oh, credo che il tuo vedovo

sposo Ertimene sia disperato.





XII. 102

Il cacciatore sui monti, o Epicide,

ogni orma di lepre e di capriolo

ricerca nella neve,

al gelo del mattino.

E se qualcuno dice:

"Guarda, una bestia uccisa!"

Neppure gli presta attenzione.
Così il mio amore: capace

Di braccare chi fugge,

scansa le prede facili.


E' un epigramma erotico ricco di suggestioni letterarie ( soprattutto Saffo e Anacreonte): la metafora della caccia, il motivo fuggire inseguire.ecc. Non sono poi escluse alcune implicazioni di poetica, per via della contrapposizione fra amori impossibili e amori "vicini".

Epicide è probabilmente un amico del poeta.


XII. 73

Metà dell'anima mia

Ancora è viva e spira,

l'altra metà non so se Amore

o Morte l' ha portata via.

So(solo) che è sparita.(= l'unica cosa che so è che è sparita)

Eppure già tante volte avevo detto:

"Non date ricetto

quando fugge da me".

Si, è là che si aggira

Desiderosa d'amore, degna

Che si pigli a sassate.


In questo epigramma riecheggia un motivo( quello dell'amo/ non amo) diffuso nella tradizione poetica (Saffo, Anacreonte, Teognide).


XII. 150

Che magico rimedio

Inventò Poliremo

Per chi soffre d'amore!

Oh, non era sprovveduto il Ciclope.

Il canto lenisce le pene d'amore,

o mio Filippo: l'arte è medicina

di ogni tormento. Ed anche la fame

ha in sé questa virtù, l'unica forse:

taglia via netto il male

di chi ama i ragazzi.

Così ad Amore che non ci risparmia

Diremo: "Mostraci, ragazzaccio, queste ali:

non ci fai paura!"

Contro le aspre ferite che procura

Teniamo sempre in serbo

E l'uno e l'altro magico rimedio.













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