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TEATRO ANTICO - Sviluppo della tipologia del teatro

greco



TEATRO ANTICO


teatro (gr. théatron, guardare). Edificio destinato alla rappresentazione di opere drammatiche e musicali, a spettacoli di arte varia.

Il teatro antico

A Creta alcuni sacri recinti, ove sembra si svolgessero cerimonie religiose con danze e cori, possono essere riconosciuti tra i luoghi che in età più remota furono adibiti a rappresentazioni teatrali. Fu in Grecia, comunque, che l'area destinata agli spettatori assunse in origine la forma di gradinate a squadra, con un'angolazione che venne poi smussandosi fino a determinare una sede inclinata e semicircolare, come luogo stabile da cui assistere a manifestazioni religiose e artistiche. Gli esempla 616g65g ri più antichi sono identificabili nelle strutture di Eleusi e di Torico, databili al VIIsec. a.C., mentre si possono assumere come forme compiute e paradigmatiche dell'evoluzione architettonica



per l'età classica il teatro di Dioniso in Atene e il teatro greco di Siracusa, complessi e funzionali nell'eleganza definita dell'impianto. L'area occupata dagli attori, chiamata orchestra, di forma variamente trapezoidale o circolare, era situata di solito in una zona piana, affiancata a un pendio, delimitata all'intorno da un canale ricoperto di lastre, detto euripo, che convogliava le acque defluenti dalla collina. Talvolta un rilievo in pietra segnava con maggiore evidenza lo spazio dell'orchestra, il cui piano in terra battuta celava sotterranei e praticabili, ricavati per esigenze di scena; al centro doveva essere primitivamente la timele, con la statua di Dioniso; l'accesso avveniva attraverso passaggi laterali, spesso lievemente inclinati, utili agli attori e agli spettatori, chiusi da porte solo in età più tarda. Il pendio, con i sedili sistemati a gradinata, costituiva la cavea, generalmente a semicerchio abbondante intorno all'orchestra; era divisa in cunei da scalette verticali, mentre un corridoio, detto diazoma, separava orizzontalmente i settori. I primitivi sedili in legno furono successivamente sostituiti con seggi in pietra, con schienali e braccioli di varia forma e dignità per i personaggi più autorevoli. La scena, tangente all'orchestra, era originariamente una costruzione improvvisata con tendaggi e pali, ma in età classica assunse una linea architettonica stabile come sfondo all'azione, alla quale spesso si adeguava; si ebbero infatti riproduzioni della facciata di un palazzo reale o di un tempio, rocce, grandi sepolcri e altari; talvolta su tavole dipinte o prismi girevoli erano raffigurati paesaggi di città o di campagna; pedane, gru, fosse e rotaie di scorrimento venivano impiegate per gli artifici scenici necessari. Due strutture laterali aggettanti, dette parasceni, definivano con maggior compiutezza l'edificio di fondo, in cui si aprivano le porte, tre normalmente, a indicare vicine o remote provenienze. A tergo erano i luoghi riservati agli attori, ai costumi e agli attrezzi.

In età ellenistica si venne accentuando l'importanza dell'edificio scenico, che assunse un valore architettonico decorativo, nella forma, divenuta stabile, di costruzione lunga e


stretta; la fronte, rivolta verso gli spettatori (fronte scenica) e movimentata con nicchie, portici e fondali, era sopraelevata rispetto all'orchestra, ormai occupata dal pubblico; gli attori tragici (a differenza di quelli della commedia che agivano in prossimità degli spettatori) recitavano su una pedana. L'edificio scenico, ormai divenuto una costruzione a più piani, talora si apriva sul lato opposto all'orchestra in un portico monumentale.


In Roma il luogo di rappresentazione delle commedie di Plauto e di Terenzio era costituito da scene lignee improvvisate e instabili. Il primo tentativo di una costruzione permanente, ispirata al teatro ellenistico, è fatto risalire al 179 a.C. con l'edificazione nota dalle fonti letterarie di un complesso teatrale presso il tempio di Apollo; nel 58 a.C. Emilio Scauro edificò un grande teatro ligneo, di maestose proporzioni, di cui però restano notizie vaghe. I primi complessi stabili a noi pervenuti risultano pertanto quelli di Pompei, il Teatro Grande di tipo ellenistico, databile al II sec. a.C. e più volte rinnovato, e il Teatro Piccolo costruito all'inizio del I sec. a.C. per audizioni musicali. Roma ebbe solo nel 55 a.C. il primo teatro permanente, edificato per volere di Pompeo nel Campo marzio, a imitazione di quello di Mitilene, ma con cavea a orditura costruttiva già tipicamente romana, cioè interamente sostenuta da costruzioni murarie che reggevano le gradinate, favorendo attraverso passaggi interni l'accesso e l'uscita degli spettatori. Un altro teatro sorse nel Campo marzio nel 13 a.C., per opera di Cornelio Balbo, distrutto poi da un incendio nel I sec. d.C. Il grande teatro di Marcello, iniziato da Cesare e inaugurato da Augusto, ancora oggi conservato, rappresenta il più cospicuo esempio di architettura teatrale romana. Elemento comune alle costruzioni in area imperiale rimasero l'alto podio, di derivazione essenzialmente italica, e la fronte scenica talora a più piani, riccamente decorata con nicchie, esedre semicircolari e rettangolari; una sensibile differenza è tuttavia rilevabile tra tipi di derivazione ellenistica nelle province orientali e opere miste tra il teatro e l'anfiteatro nelle province occidentali, dove esigenze di spettacoli gladiatori, lotte con le belve e naumachie influirono sulla modificazione delle strutture. Le proporzioni volute da Vitruvio, che diede un'ampia teorizzazione dell'edificio teatrale, non sembrano aver trovato esatta corrispondenza in nessuna delle costruzioni di età imperiale.

Sviluppo della tipologia del teatro

Le  diversificazioni che sono venute caratterizzando l'organismo architettonico teatrale dal suo primo apparire nelle civiltà dell'età classica fino alle più recenti soluzioni dell'avanguardia architettonica possono essere analizzate con maggiore chiarezza se confrontate con alcuni elementi fondamentali, facilmente individuabili: la relazione tra l'attore e lo spettatore, ovvero la contrapposizione tra azione teatrale e pubblico, e il


legame fisico che a livello funzionale stabilisce il rapporto tra l'edificio "teatro" e la città.

Trovano così un preciso riscontro fisico nella cavea greca, adagiata su un pendio naturale con spazio scenico antistante e localizzata per lo più in prossimità di un tempio, il carattere eminentemente rituale della rappresentazione teatrale greca e la tendenza a identificare l'ambiente del teatro come una microstruttura della città.

L'esigenza spettacolare e l'importanza attribuita alla presenza simbolica è un altro degli aspetti di questa tipologia teatrale. Differente configurazione fisica assumono l'orchestra e il palcoscenico. La distinzione dei posti secondo le classi sociali resterà invece una delle maggiori caratteristiche.

Non esiste in pratica l'organismo architettonico teatrale medievale: il carattere didascalico e religioso delle sacre rappresentazioni trovò la sua sede più naturale nelle strade e nelle piazze delle città, dove le compagnie allestivano palcoscenici mobili.




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