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Filippine Repubblica - Clima, Flora e fauna, Industria

geografia economica



FILIPPINE

Filippine Repubblica situata nell'oceano Pacifico occidentale, costituita dall'arcipelago delle isole Filippine, morfologicamente parte dell'Insulindia. Situate circa 1210 km a est della costa del Vietnam, le Filippine sono separate da Taiwan dallo stretto di Luzon (canale di Bashi) e si trovano tra il mare delle Filippine a est, il mar di Celebes a sud e il Mar Cinese meridionale a ovest. Il paese ha una superficie di 300.000 km2 ed è formato da circa 7100 isole, di cui solo 460 misurano più di 2,6 km2. Le maggiori e più popolate sono Luzon, Mindanao, Samar, Negros, Palawan, Panay, Mindoro, Leyte, Cebu, Bohol e Masbate. La capitale è Manila, situata sulla costa occidentale dell'isola di Luzon.

Territorio

Compreso tra il Borneo e Taiwan, l'arcipelago delle Filippine è di origine vulcanica e il suo territorio è prevalentemente formato dalla parte sommitale di catene montuose sommerse che si estendono da nord a sud secondo un andamento parallelo alle coste. Molto intensa è l'attività sismica e vulcanica, con frequenti terremoti ed eruzioni degli oltre venti vulcani attivi.

Le isole meno estese sono caratterizzate da dorsali aspre e montuose, mentre quelle più grandi, in particolare Luzon e Mindanao, presentano un territorio più pianeggiante, con fertili vallate all'interno. Nella zona settentrionale dell'isola di Luzon la valle del fiume Cagayan forma una pianura chiusa a est dai rilievi della Sierra Madre, a ovest dalla Cordigliera Centrale e a sud dai monti Caraballo, oltre i quali si trova la Pianura Centrale che si estende dal golfo di Lingayen alla baia di Manila e alla laguna de Bay.



La pianura, drenata a nord dal fiume Agno e a sud dal Pampanga, è bordata nella sezione sudoccidentale dai monti Zambales. Nella zona sudorientale di Luzon si elevano i monti della penisola di Bicol, in cui si trova, a nord di Legaspi, il monte Mayon, un vulcano attivo la cui ultima eruzione risale al febbraio 1993. Nella sezione centrale di Luzon si trova il vulcano Pinatubo, che dopo essere stato inattivo per quasi 600 anni, ha dato luogo a violente eruzioni alla fine del giugno 1991 e nel luglio 1992.

L'isola di Mindanao, le cui coste estremamente irregolari sono lunghe circa 22.530 km, è bordata nella zona bagnata dall'oceano Pacifico dai monti Diuata, oltre i quali si apre verso occidente la valle del fiume Agusan. La zona sudoccidentale dell'isola è un vasto bassopiano, la valle di Mindanao, chiuso a sud dalla catena montuosa in cui si trova il monte Apo (2954 m), massima elevazione dell'arcipelago delle Filippine.

Le isole più grandi delle Filippine sono attraversate da larghi corsi d'acqua, alcuni dei quali navigabili. A Luzon il fiume più lungo è il Cagayan; importanti sono anche il Chico, l'Abra, il Pampanga e il Bicol. L'isola di Mindanao è bagnata dal Río Grande de Mindanao (il cui corso superiore è chiamato Pulangi) e dall'Agusan.

Nell'arcipelago, le isole più settentrionali sono principalmente di origine vulcanica e quelle meridionali presentano terreni costituiti da abbondanti depositi corallini. Nel complesso, l'arcipelago è poco fertile e solo il 27% del territorio è adatto all'agricoltura.

Clima

Le Filippine hanno un clima tropicale caldo umido, con una temperatura media annua di 27 °C, anche se nelle vallate interne e nelle zone sottovento si registrano valori superiori alla media, mentre i territori montuosi presentano temperature medie inferiori. Nelle pianure la media delle precipitazioni è di 2030 mm annui e la massima piovosità è raggiunta durante la stagione del monsone estivo (da maggio a novembre), quando il vento spira da sud-ovest. Il periodo del monsone invernale (da dicembre ad aprile) è caratterizzata dal vento che spira da nord-est ed è una stagione secca. Da giugno a ottobre le Filippine sono spesso investite 131h76b dai tifoni, che hanno talvolta provocato ingenti danni.

Flora e fauna

L'arcipelago è per il 37% coperto da boschi e da fitte foreste pluviali. Oltre al bambù, agli alberi di banano e a diverse varietà di palma, nelle isole sono abbondanti alcune specie endemiche (apitong, yacal, lauan, camagón, ipil, narra e mayapis) che forniscono un legname molto pregiato e particolarmente resistente. Crescono spontanei cannella, pepe, chiodi di garofano e numerose specie di orchidee; particolarmente importante è l'àbaca, o canapa di Manila, la cui fibra viene usata per cordami, tessuti e cappelli. Nelle zone paludose dei litorali sono numerose mangrovie e palme nipa (da cui si ricava una fibra tessile). Nell'arcipelago vivono varie specie di mammiferi: il carabao (un bufalo addomesticato), diversi tipi di cervi, maiali selvatici e addomesticati, e manguste. Numerosi sono i rettili e gli uccelli (oltre 760 specie tra i cui i parrocchetti colorati). Le acque costiere ospitano una ricca varietà di fauna marina: le Filippine sono particolarmente famose per i molluschi e per le ostriche perlifere, che si trovano in abbondanza intorno alle isole più meridionali e all'arcipelago di Sulu.

Popolazione

L'arcipelago, abitato originariamente dai pigmei (o negritos), fu invaso a partire dal 200 a.C. da ondate successive di malesi, da cui discende la maggior parte degli attuali abitanti delle isole. Con tradizioni linguistiche e religiose diverse, i malesi sono divisi in sottogruppi: il più importante numericamente è quello dei visaya, che abitano le isole centrali, seguito dal gruppo dei tagalog a Luzon, dove, nella valle di Cagayan, vive anche il gruppo ilocano. Il resto della popolazione è costituito dai discendenti degli spagnoli e dei cinesi, da musulmani appartenenti ai sottogruppi dei moro e dei samal, che vivono principalmente nella zona occidentale di Mindanao, nelle isole Sulu e Palawan, e da una ristretta minoranza di meticci, molto importante per la vita politica ed economica del paese.

Le Filippine hanno una popolazione complessiva di 65.650.000 abitanti (censimento del 1993), con una densità media di 218 unità per km2. La distribuzione della popolazione varia da isola a isola e la maggiore concentrazione è nelle città, dove vive circa il 43% degli abitanti del paese.

Lingua e religione

La lingua ufficiale è il filippino (pilipino), derivato dalla lingua dei tagalog, il principale gruppo etnico; l'inglese è comunemente parlato ed è usato negli atti governativi, nel commercio e negli affari; lo spagnolo, un tempo lingua ufficiale, è usato da una ristretta minoranza. Quanto alla letteratura, accanto a quella in spagnolo e in tagalog-filippino, si è sviluppata, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, una produzione in inglese o in una lingua mista, che comprende elementi di inglese e tagalog. Nell'arcipelago sono parlate oltre ottanta lingue autoctone, di cui circa una decina appartengono al gruppo delle lingue maleopolinesiane.

Circa l'84% dei filippini è di religione cattolica; più del 6% appartiene alla Chiesa indipendente delle Filippine, fondata nel 1902 dal religioso filippino Gregorio Aglipay; i musulmani sono circa il 4%.

Suddivisioni amministrative e principali città

Amministrativamente le Filippine sono costituite dalla regione della capitale nazionale e da 73 province, ognuna con a capo un governatore. Le province sono a loro volta suddivise in 60 città a statuto speciale, municipalità e comuni.

La capitale Manila, ospitando 1.601.234 abitanti nell'area urbana e 7.832.776 nell'intero distretto metropolitano (censimento del 1990), è il porto principale e il maggiore centro commerciale. Altre città di rilievo sono Quezon City, capitale del paese dal 1948 al 1976; Davao, capoluogo di provincia e porto dell'isola di Mindanao; Cebu, porto e centro commerciale per i prodotti agricoli e minerari della regione; e Zamboanga, porto sulla costa sudoccidentale di Mindanao.

Istruzione e cultura

L'istruzione primaria è gratuita e obbligatoria per i ragazzi dai 7 ai 12 anni di età; nelle scuole l'insegnamento viene impartito in inglese e in filippino. Il tasso di alfabetizzazione è di circa il 90%.

Numerose sono le università, concentrate soprattutto nella capitale Manila, che ospita anche importanti biblioteche (tra cui la Biblioteca nazionale e la Biblioteca dell'Istituto di scienze e tecnologia) e musei (Museo nazionale e Santo Tomas Museum). A Pasay si trova il Lopez Memorial Museum, in cui sono conservati i dipinti degli artisti filippini più importanti, e lettere e manoscritti del patriota e letterato José Rizal (1861-1896).

Economia

L'economia delle Filippine è tradizionalmente basata sull'agricoltura, anche se le origini dello sviluppo industriale risalgono agli anni Quaranta. Secondo la Costituzione, tutto il territorio, le risorse idriche e quelle naturali appartengono al demanio statale e possono essere sfruttate solo da filippini o da organizzazioni controllate da cittadini filippini, con la sola eccezione prevista da un trattato del 1948 che estende - per un periodo limitato di tempo - anche ai cittadini statunitensi alcuni diritti di sfruttamento delle risorse, in cambio degli aiuti economici che gli Stati Uniti hanno fornito al paese. Secondo la Banca mondiale, nel 1992 il PIL delle Filippine ha raggiunto i 49,3 miliardi di dollari e nel 1994 era pari a 960 dollari pro capite.


Agricoltura

Nel settore primario è impiegato circa il 41% della popolazione attiva delle Filippine. La produzione agricola destinata all'esportazione comprende zucchero di canna, copra, tabacco, banane, arance, manghi, ananas e papaya. L'agricoltura fornisce inoltre, per il consumo interno, riso, mais, manioca e patate dolci. Discretamente sviluppato è l'allevamento dei bufali e dei bovini, oltre a quello degli animali da cortile, delle capre e dei suini.

Risorse forestali e pesca

Il manto forestale dell'arcipelago copre quasi il 37% dell'intera estensione territoriale e fornisce grandi quantità di legname; vengono inoltre coltivati il bambù e il rattan, utilizzati principalmente per la costruzione di mobili e canestri. La pesca è un settore notevolmente sviluppato: il pescato è costituito perlopiù da sgombri, alici, tonni, calamari, seppie, gamberi e granchi. Nelle isole più meridionali dell'arcipelago viene praticata anche la tradizionale pesca delle spugne.

Industria

Sviluppatosi fin dagli anni Cinquanta, il settore manifatturiero è in espansione in alcuni comparti tradizionali come quelli alimentare, tessile e della lavorazione del tabacco, che contribuiscono in alta percentuale alla produzione industriale complessiva. Un discreto sviluppo hanno avuto recentemente i settori della costruzione di materiale elettrico ed elettronico, di macchinari e mezzi di trasporto, e i mobilifici; una rapida crescita è stata registrata anche per attività come la raffinazione del petrolio, l'industria chimica, dei materiali da costruzione e dell'abbigliamento.

Per ridurre le spese relative all'importazione di petrolio sono stati varati nuovi progetti per la costruzione di impianti idroelettrici. Economicamente rilevante è il contributo del settore minerario, grazie alle abbondanti risorse di oro, rame, ferro, cromite, manganese, sale e carbone. Nell'arcipelago si trovano inoltre significativi giacimenti di argento, piombo, mercurio, nichel, uranio e petrolio.

Flussi monetari e commercio

L'unità monetaria corrente è il peso filippino, suddiviso in 100 centavos. La banca di stato è la Banca centrale delle Filippine (1949), unico istituto autorizzato al controllo del credito, indipendente dal Tesoro.

Nei primi anni Novanta le importazioni, composte principalmente da petrolio, macchinari, mezzi di trasporto, metalli, generi alimentari, prodotti chimici e tessili, superavano nettamente le esportazioni, costituite principalmente da componenti elettriche ed elettroniche, metalli preziosi, olio di cocco, abbigliamento, zucchero grezzo, copra, banane, ananas, legname e prodotti ittici. I maggiori partner commerciali sono Stati Uniti, Giappone, Singapore, Hong Kong, Taiwan, Gran Bretagna, Germania, Arabia Saudita e Malaysia. Le Filippine sono membro dell'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) e del forum per l'Associazione per la cooperazione nell'Asia del Pacifico (APEC).

Trasporti e comunicazioni

Nonostante le difficili condizioni territoriali, le Filippine sono dotate di una buona rete stradale (circa 160.634 km, asfaltati per il 13%) e di una rete ferroviaria che si sviluppa per 1060 km. La compagnia nazionale, la Philippine Airlines, assicura le comunicazioni aeree interne e internazionali con numerosi scali nell'aeroporto della capitale. Modernamente attrezzati sono i porti di Manila, Cebu, Iloilo e Zamboanga, che costituiscono i principali scali per le comunicazioni marittime dell'arcipelago.

Ordinamento dello stato

In base alla nuova Costituzione, ratificata con il referendum del febbraio 1987, l'arcipelago delle Filippine costituisce una Repubblica presidenziale.

Il potere esecutivo è affidato al presidente, che riveste anche la funzione di capo di stato. Il mandato presidenziale viene conferito con elezioni a suffragio universale diretto e il presidente, che può essere eletto una sola volta, resta in carica sei anni. Il potere legislativo è affidato al Parlamento (il Congresso), composto dal Senato (24 membri in carica per sei anni) e dalla Camera dei deputati (200 membri eletti e 50 di nomina presidenziale, in carica per tre anni). Le prime elezioni legislative, dopo l'adozione della nuova Costituzione, furono tenute nel maggio 1987. La massima autorità giudiziaria è la Corte Suprema, formata da un giudice supremo e da altri quattordici giudici associati, tutti nominati dal presidente della Repubblica.

Partiti politici

Alle prime consultazioni elettorali libere, indette nel febbraio 1986 per eleggere il presidente della Repubblica, si presentarono 12 partiti raggruppati in tre coalizioni; il Movimento per la nuova società (KBL) era schierato a favore di Ferdinand Marcos e Arturo Tolentino, mentre l'Organizzazione democratica nazionalista unita (Unido) e il Partito democratico filippino (PDP-Laban) sostenevano la candidatura di Salvador Laurel e Cory Aquino, la quale vinse le elezioni. Nelle consultazioni elettorali del maggio 1987 gli oppositori di Cory Aquino si presentarono riuniti nella coalizione della Grande alleanza per la democrazia. Alle elezioni presidenziali del 1992 comparvero sulla scena politica nuove formazioni: il Partito Lakas ng Edsa e l'Unione nazionale dei cristiano-democratici, che sostennero la candidatura di Fidel Valdez Ramos, ministro durante la presidenza Aquino e attuale presidente delle Filippine.

Storia

Le isole filippine furono inizialmente abitate da negritos e da genti indonesiane, e poi da malesi, che portarono nell'arcipelago utensili di ferro e tecniche per la lavorazione del vetro, la tintura e la tessitura.

Influenze culturali

Dalla mescolanza delle diverse culture iniziò a formarsi nel V secolo d.C. la civiltà filippina. Gli scambi commerciali con India, Cina e Medio Oriente influenzarono notevolmente la vita economica e sociale: si crearono diverse attività di base (estrazione mineraria, metallurgia, silvicoltura) e vennero introdotti oro e monete come mezzi di scambio. Nel XII secolo il Regno di Srivijaya (Sumatra) estese la sua influenza fino alle Filippine. A partire dal XIII secolo ebbe inizio la diffusione dell'Islam nella parte meridionale dell'arcipelago e si consolidarono le relazioni tributarie, commerciali e diplomatiche che la Cina, governata dalla dinastia Ming, mantenne con le Filippine per tutto il XV secolo.

La colonizzazione europea

Dagli europei le isole furono raggiunte per la prima volta nel marzo del 1521: durante il tentativo di circumnavigazione della terra Ferdinando Magellano, navigatore portoghese al servizio della Spagna, sbarcò nelle Filippine e tentò di imporre la sovranità spagnola e la religione cristiana, ma nell'aprile dello stesso anno venne ucciso da Lapu-Lapu, capotribù dell'isola di Mactan (nei pressi di Cebu).

Il Portogallo, che già possedeva le vicine Molucche, contestò la rivendicazione spagnola delle isole, facendo appello al trattato di Tordesillas del 1494, secondo il quale l'emisfero orientale era riservato alla colonizzazione portoghese. Tuttavia, nel 1542, una spedizione spagnola guidata da Legazpi riaffermò i diritti della Spagna sulle isole, chiamandole Filippine in onore dell'erede al trono, il futuro re Filippo II.

Subito dopo la spedizione di Legazpi giunsero nella regione religiosi cattolici: agostiniani, domenicani, francescani e gesuiti convertirono rapidamente la popolazione, impaurita e al tempo stesso affascinata dallo splendore delle cerimonie rituali. L'opera dei missionari fortificò il dominio della corona spagnola; gli ordini monastici si assicurarono il possesso di vaste estensioni di territorio e influenzarono gli aspetti religiosi, sociali e culturali di una popolazione molto composita per etnia e cultura.

L'attacco al dominio spagnolo

Alla fine del XVI secolo altre nazioni europee tentarono di stabilire possedimenti nelle Filippine. Navigatori inglesi, tra cui Francis Drake, nel 1579 attaccarono ripetutamente le navi spagnole e gli olandesi, che cominciavano ad assumere un rilevante ruolo imperialistico in Oriente, saccheggiarono non solo i vascelli mercantili spagnoli, ma anche quelli cinesi, portoghesi e giapponesi, compiendo ripetute incursioni nelle isole. Gli attacchi olandesi cessarono gradualmente dopo il 1662, quando i Paesi Bassi occuparono le ricche Molucche.

Dopo la guerra messicana d'indipendenza, che liberò il Messico dal dominio spagnolo nel 1821, le Filippine furono poste sotto il diretto controllo amministrativo di Madrid; l'arcipelago, in cui non erano ancora nati movimenti nazionalisti, rimase relativamente tranquillo fino alla fine del XIX secolo.

La lotta per l'indipendenza

Contro l'autorità spagnola nel 1892 nacquero diverse società segrete, tra cui la Lega filippina, fondata nel 1891 da José Rizal. Nonostante la sua politica moderata, Rizal fu condannato a morte dagli spagnoli nel 1896 e divenne il martire simbolo della nazione. Di segno opposto fu invece la Katipunan (in tagalog "associazione"), fondata per raggiungere una completa indipendenza attraverso l'aperta ribellione. Non potendo più mantenere segreta la propria attività, la Katipunan diede inizio agli scontri armati contro le autorità spagnole il 26 agosto 1896.

Guidati da Emilio Aguinaldo, gli insorti riuscirono dapprima a ottenere qualche successo, ma all'inizio del 1897 le truppe di rinforzo inviate dalla Spagna costrinsero Aguinaldo a scendere a patti con il governatore generale e ad accettare il patto di Biac-na-bató, che imponeva il ritiro dei leader filippini dalle isole in cambio di riforme da attuarsi nei tre anni successivi. Aguinaldo si rifugiò a Hong Kong con i suoi alleati, ma le vicende interne furono poste in secondo piano a causa dell'inizio della guerra ispano-americana (21 aprile 1898). Il 1° maggio dello stesso anno la marina degli Stati Uniti attaccò e distrusse le unità navali spagnole, ancorate nella baia di Manila.

Il dominio statunitense

Con l'aiuto degli Stati Uniti, Aguinaldo ritornò nell'arcipelago il 19 maggio e proclamò la Repubblica filippina indipendente, ma il trattato di Parigi (10 dicembre 1898), che concluse il conflitto ispano-americano, segnò la cessione del paese agli Stati Uniti (21 dicembre). Aguinaldo rifiutò di riconoscere il dominio statunitense e il 23 gennaio 1899 venne creato un governo provvisorio filippino a Malolos, nell'isola di Luzon, che incrementò ulteriormente le tensioni, sfociate poi negli scontri a fuoco di Manila del 4 febbraio 1899. Le truppe americane respinsero immediatamente gli attacchi degli insorti e repressero le loro successive azioni di guerriglia. Il 23 marzo 1901 Aguinaldo venne fatto prigioniero; la ribellione continuò per oltre un anno.

Dopo l'insurrezione nel 1902, un governo civile statunitense sostituì l'autorità militare e il 4 luglio 1902 William Howard Taft, futuro presidente degli Stati Uniti, fu nominato primo governatore civile. Sotto il suo governo fu applicato il progetto di legge per le Filippine del 1902, che prevedeva la costituzione di una legislatura bicamerale; cinque anni dopo, il 16 ottobre 1907, fu aperta la prima sessione dell'Assemblea filippina con una Camera bassa, composta da membri nominati per elezione, e una Camera alta nominata dal governatore.

Le politiche statunitensi

Taft e i suoi immediati successori limitarono il potere dei filippini e gli Stati Uniti continuarono a influire direttamente sulla vita politica dell'arcipelago. Con l'elezione di Woodrow Wilson alla presidenza nel 1912, venne adottata una nuova linea politica e nel 1916 la legge Jones istituì un Senato composto per elezione, promettendo la definitiva indipendenza. L'elezione di Warren G. Harding a presidente degli Stati Uniti nel 1920 rallentò l'attuazione della legge e sottopose le Filippine a un'ispezione volta a controllarne la situazione politica ed economica (1921). La commissione incaricata dell'inchiesta adottò una linea politica di aperto contrasto con i nazionalisti filippini, soprattutto con Manuel Luís Quezón y Molina, presidente del Senato filippino, Sergio Osmeña, presidente della Camera dei rappresentanti prima del 1922, e Manuel Roxas y Acuña, presidente dopo il 1922.

La Federazione

Con l'elezione di Franklin D. Roosevelt nel 1932, la politica ufficiale americana cambiò nuovamente e il 13 gennaio 1933 il congresso degli Stati Uniti approvò il disegno di legge Howes-Cutting, che garantiva alle Filippine l'indipendenza entro dodici anni, ma riservava agli Stati Uniti basi navali e militari, e imponeva contingenti e tariffe doganali sulle esportazioni filippine. Il progetto di legge venne respinto dal Senato filippino, che, guidato da Quezón, sostenne una nuova proposta di legge e ottenne l'appoggio del presidente Roosevelt. Nel 1934 venne approvato il disegno di legge Tydings-McDuffie, che garantiva assoluta e totale indipendenza a partire dal 1946, prometteva una Costituzione e stabiliva la creazione di una federazione provvisoria con la supervisione degli Stati Uniti e la presidenza affidata a un filippino, regolarmente eletto a suffragio nazionale. Promulgata nel febbraio 1935, la Costituzione fu approvata dal presidente Roosevelt e ratificata da un plebiscito popolare il 14 maggio dello stesso anno. La federazione, presieduta da Quezón, fu formalmente costituita il 15 novembre e Quezón venne rieletto nel 1941.

La seconda guerra mondiale

Gli aerei nipponici attaccarono per la prima volta le Filippine l'8 dicembre 1941 e due settimane dopo le truppe giapponesi invasero l'arcipelago, causando ingenti danni (specialmente a Manila) e gravi perdite anche tra la popolazione civile. Per tutta la durata dell'occupazione si sviluppò un forte movimento di resistenza di ispirazione comunista, l'Hukbalahap (Huk, Esercito popolare antigiapponese), che, liberato l'arcipelago con l'aiuto degli Stati Uniti nel 1944, alla fine della guerra si rifiutò di deporre le armi.

A Quezón, morto nel 1944, era succeduto il vice presidente Sergio Osmeña, che riportò il governo a Manila nel 1945. Le elezioni del 23 aprile 1946 insediarono come presidente Roxas, coadiuvato da Elpidio Quirino come vice presidente. Per favorire la ripresa economica dell'arcipelago, gli Stati Uniti stabilirono con le Filippine relazioni commerciali preferenziali e, a fronte di ampi privilegi nello sfruttamento delle risorse naturali dell'arcipelago, concessero ingenti somme per risarcire i danni di guerra e contribuire alla ricostruzione del paese.

La creazione della repubblica

La Repubblica delle Filippine venne formalmente proclamata il 4 luglio 1946. Oltre ai problemi connessi con la ripresa economica, il nuovo stato dovette affrontare una serie di contrasti interni: nella zona centrale dell'isola di Luzon, l'Huk insediò un governo ribelle; chiedendo la collettivizzazione delle aziende agricole e l'abolizione degli affitti per la terra, l'Huk ricevette un ampio consenso da parte della popolazione.

La cooperazione tra Filippine e Stati Uniti fu il tema dominante della politica del dopoguerra. Nel 1947 gli Stati Uniti ottennero una concessione di 99 anni per le basi militari (ridotta poi a 25 anni nel 1959) e nel marzo 1948 un plebiscito ratificò un emendamento alla Costituzione filippina, concedendo ai cittadini statunitensi gli stessi diritti economici di cui godevano i filippini. Il vice presidente Quirino, nominato presidente provvisorio nell'aprile 1948 dopo la morte di Roxas, ottenne un regolare mandato nel 1949 e dovette continuare ad affrontare i gravi problemi causati dalla ribellione dell'Huk, divenuta ancora più aspra tra il 1949 e il 1950.

Il governo si impegnò a firmare un trattato di pace con il Giappone nel settembre 1951, ma le trattative si interruppero all'inizio del 1952 per la richiesta filippina di otto miliardi di dollari come risarcimento dei danni di guerra. In attesa di risolvere la controversia, l'assemblea legislativa delle Filippine rifiutò di ratificare il trattato di pace.

La presidenza Magsaysay

Alle elezioni presidenziali del 1953 Ramón Magsaysay, ex ministro della Difesa, sconfisse Quirino. La vigorosa repressione degli hukbalahap condotta dal nuovo presidente riuscì a indebolire notevolmente le forze ribelli.

L'11 agosto 1955 il Congresso approvò delle leggi che autorizzavano il presidente Magsaysay a frazionare i grandi possedimenti terrieri e a distribuire la terra agli affittuari agricoli; il 6 settembre Filippine e Stati Uniti conclusero un accordo commerciale per regolare gli investimenti privati statunitensi nelle imprese filippine.

Alla metà degli anni Cinquanta venne riconosciuta alle Filippine la proprietà delle basi militari statunitensi sull'arcipelago e il Senato filippino ratificò il trattato di pace con il Giappone con un accordo che stabiliva in 800 milioni di dollari il risarcimento giapponese alle Filippine.

Magsaysay morì in un incidente aereo il 17 marzo 1957 e il giorno successivo il vice presidente Carlos P. Garcia prestò giuramento come presidente. Nel giugno dello stesso anno il Parlamento dichiarò fuori legge il Partito comunista, stabilendo la pena di morte per gli attivisti del partito e promettendo l'impunità a chi si fosse consegnato entro trenta giorni dalla promulgazione della legge. Circa 1400 hukbalahap si arresero. Il vice presidente Diosdado Macapagal, candidato di opposizione del Partito liberale, fu eletto presidente nel 1961, mentre alle presidenziali del 1965 si impose il candidato nazionalista Ferdinand Marcos.

Il regime di Marcos

Un rapido sviluppo economico diede prosperità al paese durante il primo mandato di Marcos, che fu rieletto nel 1969, ma il secondo mandato venne turbato da sommosse civili, causate in parte dal suo appoggio alla politica degli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam. Nei primi anni Settanta due movimenti politici distinti, i Comunisti del nuovo esercito del popolo e il Fronte nazionale di liberazione moro (movimento separatista musulmano), ingaggiarono una violenta guerriglia contro il governo. Nel 1972 Marcos, che non avrebbe potuto concorrere per una terza elezione presidenziale, prendendo a pretesto le rivolte proclamò la legge marziale, sciolse il Congresso, fece arrestare i leader dell'opposizione e impose una rigorosa censura.

Nel gennaio 1973 venne promulgata una nuova Costituzione, con alcune norme transitorie, grazie alle quali Marcos continuava a esercitare il potere assoluto. Tra il 1977 e il 1978 il malcontento crebbe, sia tra la popolazione sia tra le gerarchie ecclesiastiche, e nel 1980 gruppi di opposizione si unirono per chiedere la revoca della legge marziale; contemporaneamente la guerriglia urbana compì una serie di attentati a Manila.

Nel 1981 pose fine alla legge marziale e si fece rieleggere per sei anni alla guida del paese. Nel 1983 Benigno Aquino, leader dell'opposizione, fu ucciso; l'assassinio venne attribuito a una cospirazione militare, ma al processo gli imputati furono assolti. Nel febbraio 1986 vennero indette nuove elezioni presidenziali alle quali venne presentata la candidatura di Cory Aquino, vedova del leader assassinato e temibile avversaria di Marcos. I brogli ai quali Marcos ricorse per aggiudicarsi una nuova vittoria suscitarono una rivolta popolare, la rivoluzione EDSA, che rovesciò il regime. Marcos e la moglie Imelda lasciarono il paese, riparando alle Hawaii.

Il ritorno della democrazia

Cory Aquino divenne presidente e ottenne l'approvazione di una nuova Costituzione nel febbraio del 1987. Nonostante il voto di fiducia alle elezioni legislative tenutesi nel maggio dello stesso anno, il suo governo venne continuamente minacciato dalle sommosse militari (sette tentativi di golpe tra il 1986 e il 1990) e dallo scontento popolare, dovuto alla lentezza dell'attuazione delle riforme economiche.

Nel novembre 1992, dopo il rifiuto del Senato filippino al rinnovo della concessione dell'unica base statunitense rimasta nell'arcipelago, gli Stati Uniti chiusero anche la stazione navale di Subic Bay. Cory Aquino rifiutò di candidarsi nuovamente alle presidenziali del maggio 1992 e sostenne invece colui che avrebbe vinto, il suo ex segretario alla difesa Fidel Valdez Ramos, sotto il cui governo crebbe la stabilità politica e iniziò un periodo di sviluppo economico.

Le elezioni congressuali del 1995 rafforzarono l'amministrazione Ramos, mentre Ferdinando Marcos jr., figlio dell'ex dittatore, non ottenne alcun seggio. Nel 1998, alla scadenza del suo mandato, Ramos poteva rivendicare una serie di successi in campo economico, in politica estera e in politica interna (soprattutto per quanto riguarda gli accordi di pace raggiunti con i movimenti quali il Fronte moro di liberazione nazionale dell'isola di Mindanao e il Fronte nazionale democratico).





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