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Ungheria - LINGUA, STORIA

geografia



Ungheria



Stato (Magyar Köztársaság) della regione danubiano-carpatica nordorientale

Superficie: 93.033 km

Popolazione: 10.335.000 ab.

Capitale: Budapest.

Lingua: ungherese.



Religione: cattolica di rito latino con minoranze di riformati, luterani, ortodossi, Ebrei. Unità monetaria: il fiorino ungher.

Confini: confina a nord con la Repu 323b12d bblica Slovacca, a nord-est con l'Ucraina, a est con la Romania, a sud e sud-ovest con la Serbia, la Croazia e la Slovenia, a ovest con l'Austria.

Ordinamento: Repubblica parlamentare.


GEOGRAFIA

Il territorio, che comprende la parte settentrionale della pianura pannonica ed è attraversato dal Danubio (con gli affluenti Drava e Köros) e dal Tibisco, presenta all'estremità nordorientale una zona collinosa, il Felföld. Verso sud si stende la pianura detta Alföld, con zone steppose (puszta) adatte all'allevamento e altre coltivate a cereali. La pianura a ovest del Danubio comprende il Piccolo Alföld a nord e il Dunántul a sud, con le dorsali collinose della Selva Baconia (a sud della quale si trova il grande lago Balaton) e dei monti Vértes. Il clima è temperato continentale. La popolazione appartiene al gruppo ugro-finnico. L'agricoltura, che occupa tuttora oltre il 10% della popolazione attiva (la forma di conduzione più diffusa è la cooperativa, ma in molti casi è stata ripristinata la conduzione individuale), ha un carattere estensivo, con produzione di cereali, patate, barbabietole da zucchero, uva da vino. L'allevamento del bestiame (bovini, suini e animali da cortile) alimenta una buona esportazione. Soltanto dopo il 1950, con il primo piano quinquennale e attuata la nazionalizzazione dei mezzi di produzione, cominciò un'intensa opera di industrializzazione, che poteva contare tuttavia su scarse risorse di materie prime, limitate alla bauxite, le cui esportazioni compensavano solo in parte le importazioni di ferro, carbone e petrolio dall'URSS. L'Ungheria comunque è stato il primo dei Paesi del blocco comunista a riformare il sistema di pianificazione centralizzata dell'economia, privilegiando l'autonomia gestionale delle imprese e l'industria dei beni di consumo e puntando con forza sulle esportazioni (elettronica, elettromeccanica, industria grafica). Altri settori sviluppati sono la chimica e l'industria tessile. L'Ungheria si è trovata così relativamente avvantaggiata rispetto agli altri Paesi dell'Europa orientale, quando il crollo dei regimi comunisti ha imposto il passaggio a un'economia di mercato. Notevole incremento ha conosciuto anche il turismo.


STORIA

Abitata dagli Illirici (o Traci) e invasa successivamente dai Celti, l'Ungheria fu occupata nel 35 a. C. dai Romani, che costituirono la provincia di Pannonia. Alla caduta dell'Impero, il territorio fu invaso da Goti, Unni, Gepidi, Longobardi e, infine, dagli Avari, il cui dominio durò sino a Carlo Magno. I primi costruttori di uno Stato unitario furono i Magiari, una popolazione seminomade che nell'897, guidata da Arpád, varcò i Carpazi insediandosi nella Pannonia. Sotto il principe Geza (972-997) iniziò la conversione al cristianesimo di tutte le tribù magiare, mentre il regno si estendeva sino a comprendere Slavonia, Croazia e centri dalmati. Estintasi la dinastia degli Arpád (1301), il trono passò agli Angiò, che, con Luigi il Grande (1342-138282), tentarono di fare dell'Ungheria una potenza di prima grandezza, unendo i Regni di Ungheria, Polonia e Napoli. Nel secolo successivo andò facendosi sempre più grave il pericolo rappresentato dai Turchi contro cui, dal 1439 al 1456, combatté G. Hunyady, respingendo tra l'altro l'attacco di Maometto II a Belgrado. L'ascesa al trono di suo figlio, M. Mattia Corvino (1458-1490), segnò per l'Ungheria un periodo di grande potenza politica e di notevole fioritura culturale. Alla sua morte, Boemia e Ungheria passarono agli Iagelloni di Polonia, l'ultimo dei quali, Luigi II, morì (1526) combattendo contro i Turchi che nel 1541 occuparono Buda. Il resto del Paese cadde invece sotto il dominio degli Asburgo, che ne fecero un possesso ereditario (1687) e con Leopoldo I scacciarono i Turchi dal Paese e dalla Transilvania, dopo che la stessa Vienna era stata assediata (pace di Carlowitz, 1699). Contro l'assolutismo asburgico scoppiarono varie rivolte nazionali nel corso del XVIII sec. Nel 1848, per opera di L. Kossuth, l'Ungheria insorse proclamando la repubblica, ma la rivolta fu presto stroncata con l'aiuto di truppe russe. Solo nel 1867 con l'Ausgleich fu concessa un'ampia autonomia e l'Ungheria fu trasformata in un regno che sopravvisse sino al 1918, quando, dissoltosi l'Impero, gli Ungheresi poterono proclamare la repubblica. Nel maggio dell'anno seguente, comunisti e socialisti, sotto la guida di Bela Kun, instaurarono la Repubblica ungherese dei Soviet, ma nel luglio 1920 veniva restaurata la monarchia e aveva inizio la lunga reggenza dell'ammiraglio N. Horthy (1920-1945) che impose un regime totalitario di tipo fascista. La politica filotedesca e filoitaliana consentì all'Ungheria di soddisfare gran parte delle proprie rivendicazioni territoriali su Croazia, Slovacchia e Transilvania (il trattato di Trianon del 1920 era costato all'Ungheria la perdita del 70% del suo territorio). Si trattò tuttavia di successi effimeri: il 21 giugno 1941 l'Ungheria entrava in guerra a fianco dell'Asse, condividendone il crollo finale, con l'invasione delle truppe sovietiche. Il trattato di pace del 1947 sanzionò il ritorno dell'Ungheria entro i confini imposti dal trattato di Trianon. Spezzato il secolare potere dell'aristocrazia fondiaria con una riforma agraria varata nel marzo 1945, le forze progressiste poterono avere il sopravvento nelle elezioni del 1947. Dopo la proclamazione (1949) della Repubblica popolare, il periodo 1949-1953 vide in Ungheria il prevalere, all'interno del Partito comunista, della posizione staliniana rappresentata da Rákosi. La morte di Stalin preparò la strada a una linea nuova, annunciata nel 1953 da I. Nagy il cui governo tuttavia fu costretto a dimettersi all'inizio del 1955. Il ritorno di Rákosi ebbe come conseguenza la maturazione di una crisi politica che, culminata nel settembre 1956, sfociò nell'ottobre a Budapest in un vero moto rivoluzionario popolare reclamante democrazia, ritiro delle truppe sovietiche e abbandono del patto di Varsavia. Domata l'insurrezione dall'intervento armato sovietico, il non facile compito di far dimenticare il regime poliziesco di Rákosi e la repressione del 1956 toccò a J. Kádár, che ininterrottamente, fino al 1985, ha cercato di portare gradatamente il Paese sulla via dello sviluppo in un clima di distensione interna e internazionale. La riabilitazione delle vittime dell'invasione sovietica del 1956 e il ritorno al pluripartitismo (1989) sono i segni più evidenti della democratizzazione del Paese. Il nuovo Partito Socialista sorto dalla rifondazione dell'ex PC nel 1989 venne sconfitto alle prime elezioni politiche libere del marzo 1990 dal Forum Democratico di J. Antall, che accelerò l'introduzione del sistema di libero mercato nella nazione, attestandosi su posizioni democratico-cristiane moderate. Le elezioni del 1994 hanno però visto il successo del Partito Socialista di G. Horn, che ha avanzato domanda di adesione all'Unione Europea. Per tutto il 1995 Gyula Horn e il Partito socialista hanno dovuto però ridimensionare l'obiettivo iniziale di riuscire a risolvere i problemi sociali provocati dal rapido passaggio all'economia di mercato.


LINGUA

L'ungherese, o magiaro, appartiene alla famiglia delle lingue ugro-finniche ed è parlato da circa 15 milioni di individui, di cui 10 milioni nella Repubblica popolare ungherese. I primi testi in lingua ungherese risalgono al XIII secolo.






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