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Brasile - (nome ufficiale República Federativa do Brasil, Repubblica Federale del Brasile)

geografia



Introduzione

Brasile (nome ufficiale República Federativa do Brasil, Repubblica Federale del Brasile), stato dell'America meridionale, confina a nord con il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guayana Francese, a sud con l'Uruguay, a ovest con l'Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù, a nord-ovest con la Colombia; a est è bagnato dall'oceano Atlantico. Con un'estensione di circa 4.300 km, sia in lunghezza che in larghezza, e una superficie di 8.547.404 km², è lo stato più grande del continente. L'estensione costiera raggiunge 7.491 km. Appartengono al Brasile le isole Fernando de Noronha, l'atollo Das Rocas, gli scogli di São Pedro e São Paolo, l'isola di Trindade e gli isolotti Martin Vaz. La capitale è Brasilia.



Territorio

Il territorio del Brasile può essere suddiviso in due vaste regioni naturali: il bacino del Rio delle Amazzoni, nella sezione settentrionale, e l'altopiano del Brasile, formato da una serie di altipiani che si estendono per 3.000.000 di km² nella sezione centrorientale.

Il bassopiano amazzonico, interamente percorso dal Rio delle Amazzoni e dai suoi numerosissimi affluenti e subaffluenti, occupa circa i due terzi della superficie del paese. Si tratta di una regione prevalentemente pianeggiante, in molte zone paludosa e soggetta a periodiche inondazioni. Il bassopiano, che coincide in parte con la regione naturale dell'Amazzonia, comprende estese foreste pluviali (selvas), in molte aree inaccessibili a causa della fitta vegetazione; a nord, la regione è delimitata dai bassi rilievi del massiccio della Guayana.

L'altopiano del Brasile è un grande basamento eroso di rocce archeozoiche la cui altitudine media varia dai 700 ai 1.200 metri. Comprende, soprattutto verso nord-est, catene montuose e valli fluviali e in numerosi punti si innalza ripido sulla costa oceanica. Le principali catene montuose dell'altopiano del Brasile comprendono la Serra di Mantiqueira, la Serra do Mar e la Serra do Espinhaço, che hanno un'altitudine media di circa 1.200 metri. La parte centro-occidentale del tavolato comprende il Mato Grosso. Gran parte del territorio dell'altopiano è costituito da vaste praterie (campos) e da grandi aree boschive. Nella regione del Nordeste, prevalgono gli aridi altipiani, che danno luogo alla regione denominata Sertão.Le vette più elevate del Brasile sono il Pico da Neblina (3.014 m), al confine con il Venezuela, e il Pico da Bandeira (2.890 m). La linea costiera, bordata da una stretta fascia pianeggiante presenta alcune profonde insenature che creano porti naturali, come quelli di Rio de Janeiro, di Salvador e di Recife.

Risorse naturali

Benché le terre coltivabili rappresentino il 7,9% della superficie totale del paese, il Brasile ha nell'agricoltura una delle sue principali risorse naturali. Grazie alla foresta amazzonica, che copre circa 532.481.000 ettari, il paese dispone di immense risorse di legname. Altrettanto ricche sono le risorse minerarie, tra cui bauxite, diamanti, oro, nichel, cromo, ferro, uranio, manganese, stagno e petrolio. La vasta rete idrografica del paese ha permesso un ampio sfruttamento dell'energia idroelettrica.

Idrografia

Gran parte del territorio brasiliano è compreso nei sistemi fluviali del Rio delle Amazzoni e del Rio de la Plata-Paraná. Il Rio delle Amazzoni e i suoi maggiori tributari, il Negro, il Japurá, il Putumayo, il Purus, il Madeira, il Tapajós, lo Xingu e il Tocantins, formano un'estesa rete di navigazione interna paragonabile solo a quella del fiume Mississippi negli Stati Uniti. Il fiume, che dalle sorgenti andine fino alla foce, sulla costa nordorientale del Brasile, ha un corso di 6.400 km, è navigabile per circa 4.000 km anche da imbarcazioni di grandi dimensioni. I principali fiumi navigabili che scendono dagli altipiani sono il São Francisco e il Parnaíba. Il primo, navigabile nel suo corso superiore, è interrotto dalle cascate Paulo Afonso a circa 300 km dalla foce; rapide e cascate interrompono anche la navigabilità del Parnaíba, dell'Iguaçu e dell'Uruguay, uno dei fiumi principali del sistema del Rio de la Plata che percorre il territorio brasiliano per più di 965 km, segnando per un lungo tratto il confine con l'Argentina.

Clima

In considerazione della ragguardevole estensione latitudinale, il clima del Brasile presenta notevoli differenze da regione a regione, passando da quello tropicale a quello temperato. Lungo la fascia costiera settentrionale è di tipo tropicale, con temperature mitigate dai venti oceanici portatori di umidità e una media annua delle precipitazioni di circa 1.500 mm. Lungo le coste meridionali il clima è caratterizzato da marcate variazioni stagionali con inverni freddi e una media delle precipitazioni inferiore ai 1.000 mm. Negli altipiani centrorientali il clima è subtropicale: le temperature variano alle diverse altitudini, con marcate escursioni diurne, e si verificano spesso lunghi periodi di siccità. Negli altipiani meridionali e occidentali le precipitazioni possono essere abbondanti, mentre nell'altopiano sudorientale le temperature variano da subtropicali a temperate. La regione del Nordeste registra condizioni climatiche estreme, con elevatissime temperature estive (40 °C) e scarse precipitazioni (500 mm). Nella regione amazzonica il clima equatoriale umido è influenzato dagli alisei che portano abbondanti piogge. In questa zona, una delle più piovose della Terra (2.000 mm annui), si registra una temperatura costante di circa 26 °C. A Brasilia la media delle temperature è di circa 22 °C in gennaio e di 20 °C in luglio. A Rio de Janeiro si registrano temperature invernali più elevate (circa 29 °C) e una media delle precipitazioni di 1.760 mm rispetto ai 1.600 mm di Brasilia.

Flora e fauna


La vegetazione brasiliana è estremamente ricca e diversificata, specie nel bacino amazzonico. Qui domina la foresta pluviale, in cui la vegetazione è particolarmente rigogliosa e composta da centinaia di specie di piante distribuite in base al grado di umidità dei suoli: tra queste, palme e piante della famiglia delle euforbiacee (dalle quali si ricava il caucciù). Lungo la costa crescono rigogliose foreste di mangrovie, alberi del cacao, palme nane e numerose altre specie, tra cui la Caesalpinia echinata; a questa pianta (chiamata dagli autoctoni pau-brasil) si deve il nome del paese. I frutti maggiormente coltivati sono l'ananas, il mango, la banana, l'uva, l'arancia, il fico e la goiava (guava). Negli altipiani, la lussureggiante vegetazione lungo le valli fluviali si fa più rada nelle zone montuose, dove crescono soprattutto specie decidue. Nelle zone temperate abbondano le conifere, mentre nelle sezioni aride dell'altopiano sono comuni i cactus e una vegetazione di tipo arbustivo.La fauna del Brasile è estremamente ricca e varia. Tra i mammiferi di grandi dimensioni sono diffusi il capibara, il puma, il giaguaro e l'ocelot. Non mancano il pecari, il tapiro, il formichiere, il bradipo, l'opossum e l'armadillo, oltre a vampiri e ad altri tipi di pipistrello. Nelle regioni meridionali sono presenti numerosissimi cervi. Le foreste sono popolate da diverse specie di scimmie e di uccelli tropicali, soprattutto pappagalli e tucani. Tra i rettili, numerose le specie di alligatori e serpenti, tra cui il crotalo muto, il ferro di lancia e il boa. Nei fiumi e lungo la costa atlantica ricchissima è la popolazione di tartarughe e pesci (tra cui piranha e barracuda

Popolazione

La popolazione del Brasile, che registra un tasso di crescita demografica annua pari all'1,11%, è di 184.101.110 abitanti (2004). La distribuzione territoriale è tuttavia poco uniforme: la maggior parte della popolazione (82%) è concentrata nelle aree urbane delle regioni costiere e, in particolare, nelle città di São Paulo e di Rio de Janeiro. La densità media del paese è di 22 abitanti per km² (2004), tuttavia nella regione dell'Amazzonia ammonta appena a 1 abitante per km².

Il maggior gruppo etnico del paese (55%) è costituito da bianchi di origine europea (soprattutto portoghesi e spagnoli). I neri, gruppo composto da discendenti degli schiavi africani giunti nel paese nel periodo della colonizzazione e da immigrati provenienti dall'Angola e dal Congo, ammontano all'11%. Gli amerindi rappresentano ormai un'esigua minoranza (2%). La forte commistione di etnie fa sì che mulatti e meticci formino il 32% della popolazione complessiva. Nei primi decenni del XX secolo un considerevole flusso migratorio dall'Europa ha portato in Brasile numerosi italiani, spagnoli, tedeschi, scandinavi e slavi.

Lingua e religione

La lingua ufficiale è il portoghese e la religione prevalente quella cattolica (90%). La ricca composizione etnica ha avuto una forte incidenza nelle pratiche religiose diffuse nel paese. Il 4% della popolazione pratica infatti culti afro-brasiliani, quali il candomblé e la macumba, derivati dal sincretismo tra il cattolicesimo e diverse religioni amerindie e africane

Istruzione e cultura

L'istruzione primaria in Brasile è gratuita e obbligatoria dai 7 ai 14 anni di età; il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è dell'86,7% (2004). Le principali università statali sono quelle di Brasilia (1961), São Paulo (1934) e Rio de Janeiro (1920); vi sono poi le università cattoliche pontificie di Campinas (1941) e Rio Grande do Sul (1948).

Per quanto riguarda centri di studio e biblioteche, a Rio de Janeiro si trovano l'Archivio nazionale (1838), che contiene una raccolta di testi riguardanti soprattutto la storia del Brasile, e la Biblioteca nazionale (1810), che conserva preziosi volumi e manoscritti. Le principali istituzioni culturali comprendono il Museo d'arte moderna (fondato nel 1948) e il Museo nazionale delle belle arti (1818), con interessanti sezioni di geologia, botanica e antropologia, entrambi a Rio de Janeiro.


Divisioni amministrative e città principali

Il Brasile è amministrativamente suddiviso in 26 stati, oltre al Distretto federale della capitale, Brasilia. Appartengono alla regione del Norte gli stati di Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima e Tocantins; la regione del Nordeste comprende gli stati di Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba, Pernambuco, Piauí, Rio Grande do Norte e Sergipe; il Sudeste include gli stati di Espírito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro e São Paulo; il Sul quelli di Paraná, Rio Grande do Sul e Santa Catarina; il Centro-Oeste quelli di Goiás, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul.

Le principali città del Brasile sono São Paulo, la più popolosa città del paese e dell'America meridonale; Rio de Janeiro, capitale del paese prima di Brasilia, metropoli costiera e principale città portuale; Porto Alegre, Salvador, Belém, Recife, Natal, Curitiba, Fortaleza, Belo Horizonte e Manaus, sul Rio delle Amazzoni.

Le città brasiliane si svilupparono con particolare rapidità negli anni Ottanta e Novanta del XX secolo in conseguenza della massiccia affluenza della popolazione rurale che raggiunse le aree urbane in cerca di lavoro. Questo fenomeno di massivo inurbamento fu la causa dell'edificazione di quartieri poveri e degradati, costituiti da bidonville costruite senza alcun criterio urbanistico, noti con il nome di favelas.


Economia

Il Brasile, stato tradizionalmente agricolo, ha assistito, negli anni Sessanta e Settanta, a un rapido sviluppo industriale che ha portato a una considerevole diversificazione del settore economico. Fiorente è l'industria estrattiva, che sfrutta i giacimenti di ferro e di carbone, e la produzione siderurgica, chimica e di automobili. Lo Stato deve tuttavia risolvere gravi problemi di disoccupazione (9,4%, 2001), inflazione (139,8%, in rapporto al PIL) e debito estero, una delle principali cause, questa, della miseria del paese. Nel 2002 il prodotto interno lordo fu di 452.387 milioni di dollari USA, corrispondente a un PIL pro capite di circa 2.590 dollari USA.

Agricoltura e allevamento

Il settore agricolo del paese è basato sui prodotti di piantagione: circa un quarto della produzione mondiale di caffè, destinata in gran parte alle esportazioni, proviene dai distretti di São Paulo, Paraná, Espíritu Santo e Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei primi produttori mondiali di canna da zucchero, da cui si ricavano zucchero raffinato e alcol per combustibili, e di cacao. Altre colture di rilievo sono le oleaginose, quali soia, semi di lino, ricino e palme da olio, e frutta, quali banane, arance, ananas e noci di cocco. L'allevamento viene praticato in quasi tutte le regioni del paese, soprattutto negli stati del Sud. Cospicuo è il patrimonio di bovini, più modesto, ma ugualmente diffuso, quello di cavalli, suini e volatili da cortile. Il settore primario fornisce il 6,1% (2002) del PIL, occupando il 21% della forza lavoro.


Risorse forestali e pesca

Dalle fitte foreste del Brasile si ricavano caucciù, cera di carnauba, piante medicinali, oli vegetali e resine, oltre a diversi tipi di legno da costruzione. Abbondanti anche i legni pregiati quali il cedro, il palissandro e il pino del Paraná. L'industria della pesca (gamberi, sardine e aragoste), nonostante le difficoltà dovute alla carenza di capitali e di strutture per la conservazione, rappresenta un settore di considerevole importanza

Risorse energetiche e minerarie

Il Brasile è un paese ricco di risorse minerarie che alimentano un'importante industria estrattiva, nonostante il loro sfruttamento sia stato ostacolato, fino agli anni Settanta, dalla carenza di capitali e dall'inadeguatezza dei sistemi di trasporto. La risorsa principale del settore è il ferro, del quale il paese è il secondo produttore del mondo, ricavato dai giacimenti di Serra dos Carajás e Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei maggiori produttori di stagno, cristalli di quarzo e berillio. Lo sfruttamento delle immense risorse minerarie del paese svolge un ruolo fondamentale nell'economia del paese. Tra queste, manganese, gas naturale, bauxite e mica, zinco, magnesio, titanio, grafite, rame, platino e mercurio. Più tradizionale è l'estrazione di minerali preziosi, quali oro, argento e diamanti.

Industria

Il settore industriale, che occupa il 20% (2001) della forza lavoro del paese, è in gran parte concentrato nella regione del Sudeste, dove sono situate le industrie di punta del paese. L'industria brasiliana poggia sul settore della lavorazione delle materie prime: sono quindi presenti stabilimenti alimentari e della lavorazione del tabacco, della gomma e della carta. São Paulo è lo stato più industrializzato, dopo Rio de Janeiro, Belo Horizonte e Porto Alegre. Settori produttivi e di primaria importanza per l'economia del paese sono inoltre l'industria automobilistica, tessile, chimica e siderurgica. Il comparto industriale contribuisce per il 21% (2002) alla formazione del PIL.

Commercio e finanza

Nel 2001 il valore totale delle esportazioni fu di 58.223 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 49.735 milioni di $ USA. Il prodotti maggiormente esportati sono caffè, zucchero, cacao, tabacco, minerali di ferro, acciaio, componenti per l'industria dei trasporti, macchinari, calzature e tessili. I principali paesi importatori di prodotti brasiliani sono gli Stati Uniti (più di un quarto del valore totale delle esportazioni negli anni Novanta), la Germania, il Giappone, l'Italia, l'Argentina, la Francia, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna. Con l'entrata in vigore del Mercosur, nel 1995, il Brasile ha potuto potenziare gli scambi commerciali con gli altri paesi dell'America meridionale.

L'unità monetaria del Brasile è il real, suddiviso in 100 centavos e introdotto nel luglio del 1994 in sostituzione del cruzeiro. La banca di emissione è la Banca centrale del Brasile (1965).

Trasporti e vie di comunicazione

Le reti stradale (estesa per 1.724.929 km, di cui solo il 6% asfaltato) e ferroviaria (25.652 km) sono sviluppate soprattutto nelle regioni costiere, scarsamente collegate con le aree interne del paese. I progetti di sviluppo delle reti stradali comprendono il completamento della Transamazzonica, un'arteria lunga più di 5.000 km che unirà la regione del Nordeste al Perù. La rete fluviale rappresenta una basilare via di comunicazione interna, mentre lungo la costa circa 40 porti costituiscono importanti centri di commercio interno e internazionale. Tra questi i principali sono Santos, Rio de Janeiro, Paranaguá, Recife e Vitoria. La compagnia aerea nazionale è la Varig; sono presenti numerosi aeroporti necessari a garantire i collegamenti all'interno di un paese così vasto.


Ordinamento dello stato

Indipendente dal 1822, il Brasile diventò una repubblica nel 1889 in seguito a una rivolta militare. Con la Costituzione del 1891 il paese si diede una forma di governo presidenziale e un assetto federale. Sottoposto a diverse dittature durante il XX secolo, il Brasile ha riconquistato la democrazia nel 1985.

Potere esecutivo

Il presidente, eletto a suffragio universale con un mandato di quattro anni, è anche capo del governo ed è coadiuvato da un gabinetto di ministri da lui nominati.

Potere legislativo

Il sistema legislativo è basato su un Parlamento, il Congresso nazionale (Congresso Nacional), composto da due camere. Il Senato federale (Senado Federal) riunisce 81 membri eletti con sistema maggioritario per otto anni; la Camera dei deputati (Câmara dos deputados) ha 513 membri eletti attraverso un sistema proporzionale per un termine di quattro anni.

Potere giudiziario

Il sistema giudiziario prevede una Corte suprema federale composta da 11 giudici nominati a vita dal presidente e confermati dal Senato. La pena di morte è in vigore per reati eccezionali o commessi in tempo di guerra.


Storia

Gli indios del Brasile non hanno sviluppato alcun tipo di civiltà centralizzata come fecero invece gli Incas o i Maya e hanno lasciato dietro di sé scarsissime testimonianze archeologiche, costituite perlopiù da oggetti in ceramica, cumuli di conchiglie e scheletri. La popolazione india della regione attualmente occupata dal Brasile era molto variegata e si ritiene che contasse fra i due e i cinque milioni di individui quando arrivarono i primi esploratori portoghesi. Al giorno d'oggi gli indios sono meno di 200.000 e in gran parte vivono nelle remote giungle delle regioni interne del Brasile.
Nel 1500 Pedro Alvares Cabral fece vela da Lisbona con l'intenzione dichiarata di raggiungere l'India e in seguito affermò di essere giunto 'per caso' sulle coste brasiliane. Alcuni storici affermano tuttavia che il Brasile fu fin dal primo momento la vera meta della spedizione e in effetti il sovrano del Portogallo riferì la scoperta compiuta da Cabral in termini così realistici da far supporre che l'esistenza del Brasile fosse già ben nota ai naviganti. Nel 1531 il re del Portogallo João III inviò in Brasile i primi coloni e nel 1534, temendo le mire espansionistiche delle altre potenze europee, divise la costa in 12 capitanati ereditari che affidò ad altrettanti personaggi vicini alla corona. I coloni scoprirono ben presto che il terreno e il clima del Brasile erano ideali per la coltivazione della canna da zucchero, e per reperire le masse di lavoratori necessari a mandare avanti le piantagioni pensarono bene di ridurre in schiavitù le popolazioni indie. La cattura e la tratta degli schiavi divennero tra le attività più redditizie del Brasile. Le spedizioni erano chiamate bandeiras (bandiere) e i membri delle spedizioni erano noti come bandeirantes, uomini di São Paulo figli di madre india e di padre portoghese. I bandeirantes si spingevano sempre più nell'interno a caccia di indios e verso la metà del XVII secolo erano ormai giunti fino sulle vette delle Ande peruviane. Le loro imprese, più di ogni trattato diplomatico, assicurarono al Brasile portoghese il controllo delle enormi regioni interne del Sud America. Durante il XVII secolo gli indios vennero rimpiazzati nelle piantagioni dagli schiavi africani. Costoro da un lato erano meno sensibili alle malattie arrivate dall'Europa, ma dall'altro si mostravano molto più restii ad accettare la propria condizione di schiavi. Le comunità di schiavi fuggiaschi, chiamate quilombos, sparse nelle campagne dell'entroterra caratterizzarono l'intera epoca coloniale: le dimensioni di queste comunità potevano variare dai semplici mocambos, ovvero piccoli gruppi che si nascondevano nelle foreste alla grande repubblica di Palmares che sopravvisse per gran parte del XVII secolo. Attorno al 1690 fu scoperto l'oro nel Minas Gerais e questo attirò parecchi brasiliani e portoghesi che portarono con sé un'infinità di schiavi africani destinati a lavorare e morire nelle miniere.Nel 1807 l'esercito di Napoleone Bonaparte marciò su Lisbona: due giorni prima della capitolazione della città il principe reggente fece vela alla volta del Brasile e al suo arrivo proclamò Rio de Janeiro la capitale del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarve. Il Brasile divenne così l'unica colonia del Nuovo Mondo a fungere da sede per un monarca europeo. Nel 1822 il figlio del principe reggente, che era rimasto in Brasile per governare la colonia dopo che il padre aveva fatto ritorno nella madrepatria, sguainò la spada e lanciò il grido 'Independência ou morte!'. Il Portogallo non aveva forza sufficiente per combattere la propria colonia più importante e quindi il Brasile divenne indipendente senza che venisse sparsa una sola goccia di sangue. Nel corso del XIX secolo il caffè andò a sostituire la canna da zucchero quale voce principale delle esportazioni del Brasile. Inizialmente venivano utilizzati gli schiavi, ma, in seguito all'abolizione della schiavitù nel 1888, migliaia di immigrati europei e soprattutto italiani giunsero in Brasile per lavorare nelle piantagioni di caffè, chiamate fazendas. Nel 1889 un colpo di stato militare appoggiato dai grossi proprietari delle piantagioni di caffè pose fine all'impero brasiliano e nei successivi 40 anni il paese venne governato da una serie di presidenti militari e civili il cui operato era in realtà sottoposto al controllo delle forze armate. Nel 1929 la crisi economica diffusasi su scala mondiale indebolì il controllo che i proprietari delle piantagioni di caffè esercitavano sul governo e venne formata una forza di opposizione chiamata Alleanza Liberale che aveva il sostegno degli ufficiali di orientamento nazionalista. Nelle elezioni del 1930 l'Alleanza Liberale venne sconfitta. I militari presero il potere con un colpo di mano e nominarono presidente Getúlio Vargas, il capo dei liberali. Ispirandosi ai regimi fascisti di Mussolini e di Salazar, Vargas dominò la scena politica finché non venne costretto a lasciare l'incarico nel 1954. Il suo successore, Juscelino Kubitschek, fu il primo dei grandi scialacquatori del Brasile e fece costruire Brasília, la nuova capitale, che avrebbe dovuto fungere da catalizzatore per lo sviluppo delle regioni interne del paese. Agli inizi degli anni '60 l'economia brasiliana doveva fare i conti con una terribile inflazione (determinata in parte dalle enormi spese sostenute per la costruzione della nuova capitale) mentre il paese era in preda al timore della diffusione del comunismo in seguito alla vittoria di Fidel Castro a Cuba. Ancora una volta la fragile democrazia brasiliana venne spazzata via da un colpo di stato militare. A metà degli anni '80 il miracolo economico brasiliano, sostenuto in gran parte dai prestiti concessi dalle banche internazionali, si andava esaurendo e i militari decisero di cedere nuovamente il potere a un governo di civili. Nel novembre 1989 i brasiliani ebbero per la prima volta in quasi 30 anni la possibilità di eleggere il presidente con libere elezioni popolari. Il vincitore fu Fernando Collor de Mello, un ex campione di karate, che sconfisse il socialista Luiz da Silva con uno scarto esiguo ma che non dava adito a dubbi. Collor si insediò promettendo di combattere la corruzione e ridurre l'inflazione, ma alla fine del 1992 proprio lui, l'uomo che faceva venire in mente Indiana Jones a George Bush, fu rimosso dalla sua carica e incriminato per corruzione: in particolare lo si accusava di aver guidato un'organizzazione criminale che tramite estorsioni e pagamenti illeciti aveva sottratto alle casse dello stato più di un miliardo di dollari. Nel dicembre 1992 il vicepresidente Itamar Franco rimpiazzò il dimissionario Collor e nel novembre 1994 Fernando Cardoso venne eletto presidente. Cardoso è riuscito a ridurre in misura significativa l'inflazione, ma questo risultato è costato la perdita di due milioni di posti di lavoro fra il 1989 e il 1996 e ha lasciato irrisolti i problemi della riforma agraria. Secondo un rapporto elaborato nel 1996 dalle Nazioni Unite, il Brasile è il paese in cui la disuguaglianza economica è la più grave del mondo. Questo stato di cose non ha tuttavia impedito a Cardoso di assicurarsi un secondo mandato presidenziale in occasione delle elezioni del 1998. La lenta crescita economica e la crisi energetica del paese ha reso necessario l'intervento del Fondo Monetario Internazionale (IMF) nel 2001, rafforzato con un prestito straordinario di 30 miliardi di dollari nell'agosto 2002, affinché il Brasile non venisse travolto dagli effetti della disastrosa crisi economica dell'Argentina. Il 27 ottobre 2002 il secondo turno delle elezioni presidenziali ha visto trionfare Luis Inacio "Lula" da Silva, che ha ottenuto il 61,5% dei voti contro il 38,5% del suo avversario. Leader del Partito dei Lavoratori, è il primo presidente di sinistra eletto nel paese sudamericano. Entrato in carica il 2 gennaio 2003, Luis Inacio da Silva ha dichiarato come suoi obiettivi primari la ripresa della crescita economica, il contenimento del debito interno ed estero, per dare al Brasile un ruolo guida in Sudamerica nell'ambito del rilancio del Mercato Comune del Sudamerica (Mercosur) costituito da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia. Conquistata la fiducia del Fondo Mondiale Internazionale e degli imprenditori, "Lula" deve combattere mediante la riforma agraria, interventi strutturali sulle pensioni e sul sistema fiscale, la piaga della fame, gli squilibri sociali, le abissali differenze interne brasiliane, la criminalità organizzata e il narcotraffico. Nel 2002 circa 40.000 persone sono morte per ferite d'arma da fuoco e a Rio la violenza armata è la causa principale della morte tra i ragazzi fra i 15 e i 29 anni.
Il presidente ha trovato nuovi partner commerciali nell'India e nella Cina e sta rafforzando l'area del Mercosur avviando le trattative per farvi entrare anche il Perù, il Cile e il Venezuela. Frattanto il programma di informatizzazione del Brasile promosso dal governo è partito con la riconversione dei computer federali sostituendo ai software coperti da copyright quelli a 'codice aperto' come Linux. Nell'ottobre 2004 120 milioni di brasiliani sono stati chiamati alle urne per il rinnovo delle amministrazioni municipali. Il voto ha assunto una portata federale e si è trasformato quasi in un referendum sul governo di Lula. Dopo lo scrutinio il partito di Lula (PT) non ha raggiunto neppure la metà dei municipi, anche se ha raddoppiato il numero delle amministrazioni conquistate. La seconda parte del mandato del presidente non è iniziata sotto buoni auspici.




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