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Tipo Viaggio:
Naturalistico - Culturale ed enogastronomico
Durata: Tre giorni
Luoghi visitati: Vibo Valentia, Tropea,
Capo Vaticano
Mezzi di trasporto: Autobus
Primo giorno:Vibo Valentia
Partenza ore 06.00
da Catanzaro, breve sosta e arrivo a Vibo Valentia previsto per le ore 08.00
circa. Pranzo a sacco. Spostamento all'Hotel Real previsto per le ore 18.30.
Cena ore 19.30. Ore 21.00 spettacolo con cantanti tipici del luogo presso l'hotel.
Vibo
Valentia è capoluogo di provincia, cittadina moderna con uffici e buona
ricettività. Si raggiunge attraverso l'autostrada A3 o mediante la panoramica
strada statale 18 che costeggia il litorale tirrenico della Calabria. Garantito
anche lo scalo ferroviario con due stazioni, Vibo Marina e Vibo Valentia -
Pizzo.
Situata sull'altopiano del Poro, la città è posta in posizione dominante sul
territorio, dal centro città, si scende al mare in pochi minuti.
Un tempo importante mercato agricolo, costituisce attualmente uno dei
principali poli industriali della Regione (nel 1967 è stato fondato il
consorzio per il nucleo di industrializzazione di Vibo Valentia), con aziende
operanti nei settori chimico, meccanico e della lavorazione di prodotti
petroliferi, alimentare, tessile e delle confezioni, del cemento e di materiali
da costruzione.
Assai rilevante l'attività del porto, che presenta un notevole movimento di
merci: vengono importati petroli e materiali destinati alle industrie locali e
imbarcati manufatti e prodotti agricoli provenienti dall'entroterra. Importanza
riveste la pesca, mentre in espansione è il settore turistico.
Fondata come colonia locrese (nome: Hipponion) sul luogo di un pre esistente
centro italico, raggiunse nel secolo V a.C. una notevole potenza, riuscendo a
sconfiggere nel 442 a.C. la stessa Locri; fu in seguito vinta e distrutta da
Dionisio il Vecchio di Siracusa.
Ricostruita nel 379 a.C. dai Cartaginesi, passò sotto l'influenza dei Greci
prima e dei B 626c26g ruzi poi, finché nel 192 a.C. divenne colonia romana. Fu poi
roccaforte bizantina; devastata dagli Arabi nel corso dei secc. IX e X, fu
completamente ricostruita nel 1235 dagli Svevi, con il nome di Monteleone.
L'abitato si compone di un borgo medioevale, dalle vie strette e sinuose,
raggruppato sul colle ai piedi del castello, e di una parte moderna che si
estende nel sottostante ripiano terrazzato ed ha una regolare maglia
ortogonale. Dell'epoca greca rimangono, a Nord dell'abitato attuale, parti
delle mura, dell'acropoli (sec. V-IV a.C.) e del basamento di un tempio dorico
in antis (sec.VI-V a.C.).
Al periodo di Federico II di Svevia risale il castello, posto sul sito
dell'acropoli: costruito con materiale di templi greci preesistenti, fu
realizzato aggiungendo baluardi ad una torre di fondazione normanna, e venne
completato sotto Carlo II d'Angiò.
Tra i principali edifici della città: la chiesa di Santa Maria degli Angeli del
sec. XVII; San Michele (1519), rinascimentale con facciata e fianchi a lesene,
cupola a tamburo ottagonale e campanile; la collegiata di Santa Maria Maggiore
(S. Leoluca) costruita tra il 1680 ed il 1723.
Secondo giorno: Tropea, Costa degli Dei
Sveglia ore 07.00,
colazione e partenza per la visita a Tropea. Pranzo a sacco. Rientro all'hotel
previsto per le ore 19.00 e cena alle ore 20.00. Ore 21.30 tutti in pista! Si
balla con le più belle canzoni di Sergio e Monica.
Nella splendida Costa degli Dei è incastonata una perla
preziosa famosa in tutto il mondo, luogo di antichissime leggende e di storia
millenaria, il suo nome è Tropea.
Sorge su un promontorio tra i Golfi di Gioia e di S.Eufemia e si vuole che il
fondatore sia stato Ercole che, di ritorno dalla Spagna (Colonne d'Ercole), si
fermò sulla Costa degli Dei e secondo questa leggenda, Tropea divenne uno dei
Porti di Ercole.
Tuttavia
la storia vera di Tropea inizia in epoca romana quando lungo la costa, Sesto
Pompeo sconfisse Cesare Ottaviano. Per la sua caratteristica posizione di
terrazzo sul mare, Tropea ebbe un ruolo importante, sia in epoca romana sia in
seguito sotto l'occupazione saracena e, ancor più, sotto i Normanni e gli
Aragonesi. Tropea, è uno dei centri più interessanti della Calabria e della
Costa degli Dei.
Scoperta da illustri viaggiatori nei secoli scorsi, ha conosciuto una rilevante
notorietà in tutto il mondo per le sue straordinarie bellezze naturali e
architettoniche, infatti, è stata posta all'attenzione del grande flusso
vacanziero essendo, a giusta ragione, definita "Perla del Tirreno".
Solo in questa affascinante cittadina, al diletto che il mare può offrire, si
può unire un itinerario culturale, artistico e paesaggistico, di grande interesse
che di seguito scoprirete.
Maestosa ed austera, troneggia su una vasta rupe di rocce e si rispecchia su un
mare cristallino. La parte antica della città è posta su un terrazzo a picco
sul mare, dove di fronte sorge l'isolotto (scoglio) con l'antico santuario
benedettino (Chiesa di S.Maria dell'Isola). Esistente sin dall'anno 370 D.C. di
origine basiliana, rifatta in epoca gotica, per secoli è stato il rifugio di
eremiti e naviganti, dato che prima non era collegato con la terra ferma.
Il santuario è raggiungibile tramite una ripida scalinata ricavata nella stessa
roccia dell'isolotto, intorno alla chiesa c'è uno splendido giardino ricco di
piante mediterranee con una stupenda vista a mare che offre una panoramica
molto suggestiva di tutta la costa, oltre ad essere un posto molto romantico...
Sullo sfondo si intravedono le Isole Eolie con Stromboli e Vulcano molto
visibili, la Sicilia con il maestoso Etna e la distesa del mare Tirreno di
fronte.
Il verdeggiante entroterra con gli insediamenti di esperti contadini che
coltivano la terra, ricavando prodotti conosciuti in tutto il mondo come la
famosa "Cipolla Rossa di Tropea" completa questo angolo di
Mediterraneo ancora da valorizzare. Le spiagge sottostanti la rupe di Tropea,
sono bianchissime e contrastano in modo magico con un mare limpidissimo e
cristallino dai colori che vanno dal turchese all'azzurro intenso.
Il centro storico è ricco di chiese delle varie epoche (Cattedrale Normanna,
S.Francesco d'Assisi, S.Maria della Neve,
dell'Annunziata ecc.) e di suggestivi palazzi nobiliari che custodiscono al
loro interno ricchi tesori e preziosi arredi urbani in ottime condizioni. All'esterno
di questi palazzi (antiche dimore patrizie) si possono ammirare i
settecenteschi balconi (molti a picco sul mare) e gli imponenti
"Portali" posti all'ingresso dei palazzi, costruiti da abili
artigiani.
Il tutto racchiuso in un labirinto di stradine strette che si aprono in
piazzette stupende e che improvvisamente si affacciano sul mare sottostante o
su verdeggianti terrazzi. Molti palazzi nobiliari sono stati costruiti a
strapiombo sul mare ad una notevole altezza, con finestre e balconi che aprono direttamente
su uno degli angoli più belli del Mar Mediterraneo.
Avventurandosi all'interno del centro storico si scoprono piccole botteghe di
noti artigiani del legno, del ferro, dei tessuti e della terracotta. Ma anche
piccole botteghe gestite dai contadini della zona che vendono prodotti tipici
locali provenienti dalle loro masserie come l'olio d'oliva, il vino, i dolci,
le uova fresche, la frutta secca e di stagione, i cestini in vimini, salami
piccanti come la famosa "Nduja", le cipolle rosse di Tropea con tutti
i suoi derivati come la marmellata e tanti altri prodotti di alta gastronomia
calabrese, che consiglio di degustare nei piccoli ristoranti (romantici e
suggestivi) sparsi in ogni angolo del centro storico.
Tropea è anche dotata di un moderno porto turistico, attrezzato con tutti i
comfort e poco distante dal centro storico. Il porto di Tropea è uno dei cinque
porti d'Ercole scelto insieme con altri quattro porti del Mediterraneo, per via
della leggenda summenzionata.
Dal porto le imbarcazioni di esperti marinai vi porteranno a visitare Capo Vaticano, Parghelia, Ricadi,
Briatico e Zambrone, tappe obbligate di un itinerario dove protagonista è il
mare trasparente, incorniciato da bianchi arenili da cui si godono panorami
stupendi.
Terzo giorno: Capo Vaticano
Sveglia ore 07.00 e
colazione. Partenza alle ore 08.30 verso Capo Vaticano. Pranzo a sacco. Rientro
a casa previsto per le ore 21.00.
Il roccioso promontorio di Capo
Vaticano si trova nel comune di Ricadi (VV) a sud-ovest da Vibo Valentia, vicino
a Tropea, nota località
turistica nel Tirreno. E' situato a 284 metri sul versante occidentale del
monte Poro, formando lo spartiacque naturale tra i golfi di Gioia e di
Sant'Eufemia.
Una leggenda vuole che nell'antichità vi fosse un oracolo che sostava sul
promontorio al quale i naviganti del luogo si rivolgevano prima di affrontare
il mare, visitandolo nella grotta dove dimorava, che si trova sotto lo scoglio
che prese il suo nome: Mantineo (in greco manteuo) che vuol dire "comunicare la
volontà divina".
Il Capo ancora oggi si presenta come una località incontaminata che
vanta straordinarie bellezze: strapiombi con panorami mozzafiato, possenti
rocce scolpite dal vento e dal mare, isolate spiaggette con tante piccole baie
(alcune raggiungibili solo dal mare o attraverso impervi sentieri), il tutto
circondato oltre che dal cielo e dal mare limpido, anche da una flora e fauna
mediterranea ricca ed incontaminata, che in primavera diventa un immenso
giardino fiorito dai mille colori e dai mille profumi.
Il mare che circonda il Capo Vaticano è il luogo ideale per le immersioni
subacquee, dove si possono scoprire i ricchi fondali abitati dalla popolazione
ittica più numerosa e variegata d'Italia, tutto grazie ad un gioco di correnti
provenienti dai due golfi di Sant'Eufemia da nord e di Gioia da sud. Non
dimentichiamo i tramonti sulle vicine isole Eolie: difficile descriverli con le
parole... bisogna viverli di persona.
A poche decine di metri dal faro, situato sulle superbe rupi strapiombanti del
Capo, scelse di vivere lo scrittore Giuseppe Berto, che qui scrisse "Il
male oscuro" e qui riposa, per espressa sua volontà. Giuseppe Berto rimase
colpito dal fascino selvaggio di questi luoghi, quando giunse qui nella metà
degli anni cinquanta come giornalista in cerca di spunti e che qui trovò
ispirazione per alcuni dei suoi romanzi, a tal punto che qui decise di vivere
per sempre.
Ecco come Giuseppe Berto descrisse Capo Vaticano: "Appena la vidi seppi
che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda
terra, e qui son venuto a vivere. Sto su un promontorio alto sul mare, è un
panorama stupendo. E quando il giorno, dalla punta del mio promontorio, guardo
gli scogli e le spiaggette cento metri sotto il mare limpidissimo che si fa
subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della
terra".
In soli sette chilometri di acque limpidissime che si tingono di tutte le
gradazioni di colori che vanno dal turchese, al blu profondo e all'azzurro, si
susseguono panorami di una bellezza di indescrivibile fascino. E' un
susseguirsi di calette dai fondali sabbiosi e cristallini, ritagliati tra
speroni rocciosi, lisce scogliere di tufo e rupi appuntite di granito a picco
sul mare, con gole e grotte raggiungibili solo con le barche di esperti pescatori.
Le rocce sono intervallate da spiagge bianchissime (alcune raggiungibili solo
attraverso impervi sentieri), esaltate dal contrasto con l'azzurro del mare e
il verde intenso della macchia mediterranea, ricca di ginestre, euforbie, fichi
d'india, mirti, eriche e rarissime palme nane.
Il panorama è racchiuso da vertiginose scogliere che si immergono in un mare
dai fondali rocciosi colorati e ricchi di fauna ittica, nelle cui acque si
rispecchiano gli intensi colori delle pendici del promontorio, punteggiato da
ulivi millenari (forse i più noti d'Italia), querce, sugheri, pini marittimi,
fichi e antichi vigneti. Qui infatti troviamo i vigneti posti su terrazzi di
terra, strappati alla roccia dai contadini
attraverso muri di pietra posti a secco che scendono dolcemente sul mare. Nei
profondi valloni cresce ancora la grande felce preistorica, che rende il paesaggio
quasi giurassico...
Le capre si arrampicano sui pendii rocciosi del promontorio in cerca di erbe
profumate, i falchi pellegrini volteggiano indisturbati. E' un entroterra ricco
di tradizioni e di cultura in cui ancora oggi sono vive molte attività
artigianali legate al legno, alla ceramica, e specialità gastronomiche come la
famosa 'Nduja, la cipolla rossa di Tropea e la lattuga gigante. E' un angolo di
Mediterraneo tutto da scoprire... "Bisogna vedere una volta questo spettacolo
sconosciuto nei nostri mari selvaggi, foschi e brumosi" così scrisse François
Lenormant.
Percorso Enogastronomico.
La Gastronomia
di questa splendida regione che vede uniti territori completamente differenti è
ben bilanciata; nel suo ricettario si possono trovare nella giusta proporzione
piatti a base di carne ovina e suina, di verdure (particolarmente usata la
melanzana) e di pesce. La Calabria è una terra aspra, soleggiata che regala
profumati agrumi, olive, oltre che ortaggi e vini. Una caratteristica
particolare di questa cucina è quello della lavorazione dei cibi finalizzata
alla loro conservazione. Sin dal passato l'asprezza del terreno, la mancanza
d'acqua nell'entroterra e le condizioni climatiche hanno influito un pò su
tutta la gastronomia e hanno reso necessaria un'attenta conservazione dei cibi
per poter usufruire di essi anche nei momenti di difficoltà. Diffusissime
dunque su tutto il territorio sono le conserve: dai prodotti sott'olio alla
conservazione degli insaccati. Contadini, pastori e pescatori hanno tramandato
i segreti della lavorazione degli ortaggi, delle carni, in modo particolare del
maiale e del pesce spada che abbonda nelle acque antistanti Scilla e Bagnara.
Particolare e diffuso sin dal passato è il 'caviale dei poveri' che riassume il
senso della cucina popolare calabrese. E' fatto con le uova delle acciughe,
messe sott'olio e aromatizzate con peperoncino. E' questa una ricetta che ci
parla di una tradizione culinaria povera, di elementi semplici e genuini, di
sapori ed odori forti. un po' come tutta la gastronomia calabra.
Durante il vostro magnifico soggiorno in Calabria avrete il piacere di
assaporare la cucina locale; tra gli elementi fondamentali troviamo:
Cipolla rossa di Tropea La cipolla rossa di Tropea viene coltivata in queste
zone da oltre 2000 anni e fu importata dai fenici. Attualmente la produzione
della cipolla ha notevolmente influenzato le attività produttive e lo sviluppo
socio-economico della regione. La cipolla rossa di Tropea gode del marchio di
qualità per garantirne la qualità e tutelarne la produzione stessa. Viene
coltivata nei territori di Tropea e Capo Vaticano grazie alla mitezza del clima
dovuta alla vicinanza del mare che limita gli alti sbalzi invernali di
temperatura.
Caratteristiche: è composta da varie tuniche carnose e concentriche.
Quella esterna è di colore rosso, invece quelle interne bianche. Ha un sapore
particolarmente dolce.
Digeribilità: viene principalmente impiegata per insalate miste, è molto
ricca di zuccheri (glucosio, fruttosio, saccarosio). Contiene circa 20 calorie
per 100 gr. di cipolla.
Proprietà terapeutiche: contiene vitamina C. E' un alimento
antinfluenzale, antiemorragico, è coadiuvante nelle terapie a base di
cortisone. E' inoltre ricca di ferro, ed influisce positivamente sulla diuresi
e sull'ipertensione.
Peperoncino
Il peperoncino è sicuramente uno degli ingredienti
maggiormente usati nei piatti della tradizione regionale calabrese, viene
ampiamente impiegato fresco, conservato o macinato in tutte le portate. Il
peperoncino piccante è un arbusto molto diffuso soprattutto nelle regioni tropicali
e la maggior parte delle varietà di peperoncino sono originarie dei Caraibi.
Caratteristiche: arbusto perenne che produce frutti conici di forma allungata, inizialmente verdi che diventano rossi con la maturazione. Può essere coltivato sia negli orti che nei vasi. A differenza dei peperoni (appartenente alla stessa famiglia) non assumono dolcezza con la maturazione. Generalmente i peperoncini più piccoli sono i più piccanti, esistono qualità molto piccanti, piccanti ma anche dolci.
Proprietà terapeutiche: il peperoncino favorisce la digestione facilitando la secrezione dei succhi gastrici. La tradizione popolare riferisce al peperoncino moltissimi poteri terapeutici, molti dei quali sicuramente veri, e altri non dimostrabili. Sicuramente aiuta nella cura dell'arteriosclerosi, artrosi, abbassa il livello di colesterolo nel sangue. Si sconsiglia l'impiego del peperoncino ai bambini, a persone che soffrono di acidità di stomaco, ulcera, cistiti.
L'olio
La produzione olearia calabrese si distingue per la sua antichissima
tradizione.
I tipici oli aromatizzati, ottenuti facendo macerare in olio extravergine di
oliva spezie essiccate al sole, sono una vera delizia. I gusti del peperoncino,
del rosmarino, del limone, dell'origano, del basilico, insaporiscono con il
loro aroma particolare i piatti di una cucina semplice ma molto saporita.
Vini
Si deve alla Calabria il termine Enotria, terra del vino, con cui gli antichi
greci conoscevano l'Italia. Erano calabresi i vini che venivano offerti ai
vincitori delle Olimpiadi che si svolgevano ogni quattro anni a Olimpia in
Grecia. Nell'antico porto di Sibari veri e propri "enodotti" facilitavano il
trasporto del vino che veniva caricato in anfore di terracotta ed esportato dai
romani in tutto il mondo conosciuto di allora. Purtroppo, dopo le distruzioni
provocate dalla fillossera sul finire del XIX secolo, poco resta di questo
passato glorioso: molti vigneti sono scomparsi e non sono stati più
reimpiantati, in parte anche a causa della massiccia emigrazione della popolazione
avvenuta intorno agli anni cinquanta.
Recentemente però si sta assistendo ad un ritorno alla viticoltura di qualità:
sempre più numerosi sono i viticoltori che investendo nelle ottime potenzialità
dei terreni e del clima calabro, privilegiando i vitigni tradizionali, stanno
dando alla luce vini di eccellente fattura.
Dominano il panorama vinicolo calabrese i vini rossi ottenuti nella grande
maggioranza dal vitigno autoctono gaglioppo. L'esempio più rappresentativo è il
Cirò, vino corposo e caldo, dal profumo delicato intensamente vinoso, che
prende il nome dal paese omonimo nelle cui vicinanze si produce.
I vini bianchi calabresi si ottengono invece in prevalenza da un altro vitigno
autoctono: il greco bianco che dà il meglio di sé quando le uve vengono
appassite al sole per dare origine a vini dolci dalla grande struttura alcolica
.
La Pasta
Una protagonista indiscussa della gastronomia calabrese è indubbiamente la
pasta. Si narra che sia fondamentale nella vita di una donna conoscere l'arte
della pasta fatta in casa;addirittura in passato si invitavano i giovani a
sondare se le proprie donne conoscessero almeno 13 modi per realizzare la
pasta:. saper impastare bene ed in molti modi diversi significava essere una
brava moglie ed una perfetta padrona di casa. Un modo famosissimo per
realizzare la pasta è quello del firriettu, un ferro intorno al quale si
avvolge la pasta per farle assumere la caratteristica forma arrotolata dei
fusilli o quella estesa delle lasagne: il ferro da calza è invece usato per fare
i cosiddetti 'ricci di donna'.Il condimento è vario:la pasta può essere condita
con sughi di carne o pesce.
Busetto Elisa
3° A ITER
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