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trattato di Kyoto
Mentre a Rio de Janeiro erano stati fissati soltanto criteri generali, a cui le singole nazioni si sarebbero potute ma non necessariamente dovute attenere, a Kyoto è stato stilato un protocollo con obiettivi precisi e vincolanti, segno di una piena presa di coscienza della necessità di attuare un modello di sviluppo sostenibile. Tale protocollo impegna i Paesi industrializzati e quelli a economia in transizione (i paesi dell'est europeo) a ridurre complessivamente del 5% le principali emissioni di gas capaci di alterare l'effetto serra naturale del nostro pianeta nel periodo compreso fra il 2008 ed il 2012.
Gli attuali modelli di consumo, sono in conflitto con le capacità dell'ecosistema terrestre di sopportare impatti ambientali e prelievi indiscriminati delle risorse disponibili. L'obiettivo dell'efficienza è condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo sostenibile. Questo mutamento può essere realizzato introducendo strumenti economici (ad esempio le tasse ambientali), informativi (etichetta ecologica) ed educativi (educazione ambientale nelle scuole).
El Salvador ha sottoscritto il protocollo di Kyoto sul riscaldamento del pianeta e accordi internazionali in materia di biodiversità, zone umide, desertificazione, scorie pericolose, abolizione dei test nucleari e protezione dell'ozonosfera.
Il 20 maggio 2003, il commissario europeo per l'ambiente, Margot Wallstroem, tenne un discorso.
Nel suo intervento parlava di un aumento delle emissioni di gas serra da parte dei paesi dell'UE
In pratica ciò comporta che l'UE non raggiungerà l'obiettivo fissato dal trattato di Kyoto.
Lo scopo è di raggiungere una diminuzione dell'8% rispetto alle emissioni prodotte nell'anno di riferimento (1990) entro il 2012.L'UE scoprì di avere un vantaggio rispetto agli Stati Uniti.
Durante quest'anno
uno dei maggiori consumatori di carbone,
La strategia di tassare maggiormente il consumo di energia rischia a lungo termine tuttavia di danneggiare sia le industrie sia le opportunità di lavoro. È per questa ragione, per poter rendere la diminuzione dei costi il più efficace possibile, che è stata stabilita la direttiva riguardante lo scambio dei "diritti" di CO2. La direttiva entrerà in vigore nel 2005 e darà alle società la possibilità di vendere i diritti di emissione superflui.
Tavola: Totale delle emissioni di biossido di carbonio delle Parti incluse all'Allegato I nel 1990,ai fini dell'articolo 25 del Protocollo di Kyotoa
Parte Emissioni (Gg) Percentuale
Australia 288 965 2,1
Austria 59 200 0,4
Belgio 113 405 0,8
Bulgaria 82 990 0,6
Canada 457 441 3,3
Danimarca 52 100 0,4
Estonia 37 797 0,3
Federazione Russa 2 388 720 17,4
Finlandia 53 900 0,4
Francia 366 536 2,7
Germania 1 012 443 7,4
Giappone 1 173 360 8,5
Grecia 82 100 0,6
Irlanda 30 719 0,2
Islanda 2 172 0,0
Italia 428 941 3,1
Lettonia 22 976 0,2
Liechtenstein 208 0,0
Lussemburgo 11 343 0,1
Monaco 71 0,0
Norvegia 35 533 0,3
Nuova Zelanda 25 530 0,2
Olanda 167 600 1,2
Polonia 414 930 3,0
Portogallo 42 148 0,3
Regno Unito di Gran Bretagna
e dell'Irlanda del Nord 584 078 4,3
Repubblica Ceca 169 514 1,2
Romania 171 103 1,2
Slovacchia 58 278 0,4
Spagna 260 654 1,9
Stati Uniti d'America 4 957 022 36,1
Svezia 61 256 0,4
Svizzera 43 600 0,3
Ungheria 71 673 0,5
Totale 13 728 306 100,0
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Articolo informazione
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